lunedì 24 febbraio 2025

IL BORGO SOSPESO

 IL BORGO SOSPESO      di   Gianfranco Vecchiato


Atto di Donazione delle terre di Perlan
Anno 994
Diversi romanzi di successo traggono ispirazione da civiltà perdute. Ma queste non occorre cercarle tra le foreste amazzoniche perchè le loro tracce sono presenti nelle foreste urbane delle metropoli contemporanee. L'isolamento tra molte case di quartieri dormitorio favorisce la solitudine e la separazione delle individuali esperienze. Per questo la sociologia moderna si occupa dei contesti e non c'è dubbio che la disciplina urbanistica dovrebbe attingere fortemente da tali riflessioni, prima di indicare prospettive di sviluppo e di trasformazione dei contesti comunitari. Può accadere che ci siano nello stesso territorio, zone che resistono o sfuggono più di altre a tumultuosi cambiamenti e che si preservino delle condizioni di vita e di relazione più tradizionali ed umane di quelle ormai distrutte per le conseguenze indotte dai grandi processi commerciali che hanno svuotato i centri storici di molte città. Vorrei
Barchessa del 18° secolo oscurata da un condominio 

citare una esperienza tra le tante:la storia di un nucleo urbano minore all'interno del Comune di Venezia. Si tratta dell'area di Gazzera racchiuso  nell'asse viario che la attraversa per dividersi poi in due direzioni: Asseggiano e Brendole. Il toponimo è di incerta origine, forse dato dalla numerosa presenza delle Gazze oppure dal nome dialettale di antiche canne palustri. E' rilevante sapere che nel 1994 vi si celebrò un importante anniversario: il riconoscimento dei mille anni in cui queste terre vennero nominate in una editto dell'Imperatore del sacro Romano Impero Ottone III° che le diede in possesso alla casata dei


Collato che avevano il loro castello a Susegana (TV). La popolazione era contadina o dedita al piccolo commercio ma il territorio fu segnato, specie dal XVII° secolo al XIX° , dalla costruzione di diverse ville di patrizi veneti e di facoltosi proprietari che avevano qui la loro dimora e vaste terre agricole coltivate. Gazzera da fine 800, rimase divisa dal resto del territorio mestrino, dal cui centro dista circa quattro chilometri, da due linee ferroviarie a cui si aggiunse dal 1971 anche una tangenziale sopraelevata che  fisicamente la attraversa rendendola una appendice nello sviluppo che ha mutato il territorio circostante dagli anni '50 agli


anni '90 del Novecento. Non sono mancate le dissacrazioni al contesto che si presentava minuto ma organicamente ben conservato fino alla fine degli anni '40. Lungo la via Gazzera Alta, una strada di circa mille metri, si affacciavano  Ville antiche e alcune barchesse: Villa Paganello, Villa Letizia-Volpi-Pavan, Villa Pozzi, Palazzo Grassini, Oratorio S.Francesco, numerose case popolari a schiera con negozi dalla forma tipologica tutelata. E poi c'è un edificio di archeologia industriale che ospita macchine idrovore, realizzato nel 1913 per la espansione della rete idrica sul territorio. Quindi un forte, oggi dismesso, testimonia la sua funzione nell'ottocentesco  "campo trincerato" militare che con altri forti circondava e proteggeva l'entroterra di Venezia. Nell'esaminare la situazione che si è sedimentata nel tempo, appaiono  diverse incongruenze edilizie che nuocciono al tessuto urbano insieme ad alcune attività improprie rispetto al contesto residenziale. Assumendolo come esempio di analisi e di proposta, ho proposto delle ipotesi di rigenerazione e di recupero. Questo si ottiene demolendo e sostituendo 

dei segni urbani legati al contesto,  poi accostando un piano del colore, rafforzando il commercio locale di vicinato, migliorando l'arredo urbano, proponendo nuovi spazi di aggregazione sociale e comunitaria. All'interno di un percorso denominato itinerari mestrini, si possono saldare altre intuizioni già proposte in precedenza: il ruolo positivo dell'arte urbana per favorire il tessuto connettivo e di relazione fra edifici e spazi pubblici e privati, recuperando  scenografiche condizioni tutt'ora visibili, delle

settecentesche ville venete. L'itinerario coinvolge territori che hanno relazione con tutto questo, rafforzando e non isolando, le reciproche influenze, spesso volutamente tenute separate, indebolite, per favorire operazioni immobiliari sparse e scoordinate. Questa è la grave malattia, la epidemia, che ha colpito quasi tutto il Veneto, una regione ai vertici italiani ed europei per consumo annuo di suolo. Anche la recente approvazione del Parco fluviale del fiume Marzenego, che attraversa dopo 35 km dalla sua sorgente, questa zona e che verrà acquisito attraverso la realizzazione di moneta urbanistica per oltre 80 mila mc . Occorre recuperare invece molti segni antichi, come quelli presenti nei numerosi Oratori del settecento, perolpiù dimenticati,  dando all'architettura quel ruolo  che può rafforzare non solo il senso di appartenenza ad una storia collettiva, e non la somma di  individualità, e ridarle il valore che le è a lungo appartenuto nella storia.