Gli Atti del convegno tenutosi a Caorle nel 1997, sono stati raccolti e preparati come basi di riflessione per l'incontro avvenuto a Strassoldo (Udine) il 27 maggio scorso, dove gli architetti degliOrdini del Friuli Venezia Giulia e di Venezia, nella condivisione di obiettivi culturali e professionali, hanno organizzato un confronto multidisciplinare sui rapporti che la storia, l'ambiente e l'economia, determinano sui territori posti lungo la fascia costiera dell'Alto Adriatico, dalle foci del fiume Po fino a Trieste. Un tema complesso che si è affrontato cercando di comprendere i rapporti tra i fenomeni creati dal turismo lungo il litorale e città d'arte come Venezia e le aree industriali collocate sulla costa come Porto Marghera, Monfalcone e Trieste. Anche se oltre i confini dello Stato Italiano anche i rapporti con Capodistria in Slovenia e con Pola e Fiume in Croazia, sono stati considerati per la secolare storia dell'Istria con Venezia e per quanto avvenne nel novecento, passando dall'appartenenza all'Impero Austro-Ungarico, all'Italia, quindi alla Yugoslavia e infine alle due Repubbliche di Slovenia e Croazia. Il ruolo delle infrastrutture e quello della disseminazione diattività produttive, il peso della storia passata, visibile fra Altino, Concordia Saggittaria ed Aquileia, i forti valori ambientali, delle lagune di Venezia, Marano, Grado, dei numerosi fiumi e infine lo stato della pianificazione territoriale fra le due Regioni vicine e dei Comuni posti su una fascia fino a 25 km all'interno della costa. Visioni multidisciplinari ed aperte. Ecco parte del mio intervento:
Nella fascia costiera Alto Adriatica siamo in presenza di una "fragilità" naturale degli equilibri ambientalied anche dei rapporti fra la storia e l'economia durante molti secoli. La fragilità è un carattere di tutte le aree in cui terra ed acqua si incontrano o si separano. Su queste fragilitàgli itinerari, sia vecchi che nuovi, creano dei solchi labili, così com'è tipico dei segni che solcano terra ed acqua. Ma sono segniche non scompaiono, quanto piuttosto si stratificano. E col passare del tempo e della storia, riemergono sempre. Complessivamente però, questo lungo territorio ha ancora vaste zone di integrità, mescolate alle aree a più forte valenza turistica, da recuperare in un piano generale integrato con il territorio circostante.Nei decenni '50/'70, l'espansione di vaste zone balneari, ha ridotto le valenze ele potenzialità di carattere ambientale. In alcuni casi le ha addirittura eliminate, non valorizzando i rapporti con l'entroterra, non integrando le zone archeologiche, che potevano costituire un parco diffuso e protetto, non fornendo alternative attrezzate e desiderabili ad una cultura turistica non indotta ad integrarsi con la presenza dell'ambiente autoctono. Vi sono stati degli ambiti in cui ciò è avvenuto, come per il parco sottomarino di Miramare, la foce del fiume Stella, la zona di Valle Vecchia a Caorle, tratti della laguna nord di Venezia...
Portogruaro |
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