giovedì 19 febbraio 2015

I FANTI DA MAR

I FANTI DA MAR                             di  Gianfranco Vecchiato


Fanti da Mar
Veneziani
L'antica marineria veneziana aveva un corpo militare d'assalto 
Bandiera di Venezia
Reggimento Lagunari : Tradizione
imbarcato sulle navi per operazioni anfibie o di attacco costiero. Erano i "fanti da mar" una sorta di primi "marines" del passato, che vennero impiegati per la prima volta durante la tragica conquista di Costantinopoli nel secolo XIII° durante la cosiddetta "quarta crociata" agli ordini dell'ottantenne Doge Enrico Dandolo e nel XIV° secolo lungo la costa istriana. Ma fu durante la lunga guerra di Venezia in Morea nel XVII° secolo che le loro gesta divennero famose. Nella conquista della fortezza di Navarrino e  in lotta contro truppe ottomane. Il loro motto di battaglia era "Viva San Marco" che è ancora  utilizzato dal corpo anfibio dei Lagunari dell'Esercito Italiano. Nella Repubblica di Venezia, questi soldati  erano prevalentemente di origine "schiavona", e cioè provenienti dalle terre allora veneziane della Dalmazia ma anche dall'Albania e dalla Grecia. Per questo erano chiamati anche "oltremarini" perché venivano dall'altra sponda adriatica;  si formarono undici reggimenti, composti ciascuno da otto compagnie, che avevano la loro base a Zara mentre il luogo del loro reclutamento era lungo la riva che ancora oggi a Venezia porta il nome di "Riva degli Schiavoni" nel Sestiere di Castello. Uomini di grande coraggio ed ardimento nelle battaglie ma di scarsa disciplina, i "fanti da mar" godevano della reputazione di un corpo  di élite e  furono sempre fedelissimi a Venezia . 
Lagunari: esercitazioni
Nel 1797 alla caduta della Repubblica  gli
Lagunari
Schiavoni furono l'ultimo reparto ad abbandonare la città  e da quelle terre d'oltremare corsero poi altri ad arruolarsi,  nel 1848, durante la rivolta contro l'occupazione austriaca, a difesa della città insorta. L'attuale Reggimento dei Lagunari "Serenissima", porta nelle mostrine delle uniformi il simbolo del leone alato di Venezia, che fu proprio dei Fanti da Mar. Un legame storico che viene ricordato dal loro "grido di battaglia" : "San Marco!". La loro funzione iniziale fu quella di difendere le coste lagunari e paludose dell'Alto Adriatico dotando i reparti di mezzi anfibi d'assalto. Attualmente i reparti hanno la loro sede in queste terre : a Mestre, a Malcontenta di Mira ed a Venezia nell'isola delle Vignole e sono collegati  in una grande unità interforze con la Brigata marina "San Marco", da cui provengono anche i due "Marò" Salvatore Girone e Massimiliano La Torre che, com'è noto, sono da anni in  condizioni di fermo  a Bombay in attesa che lo scontro giuridico e diplomatico fra l'Italia e l'India, dopo un ancora non chiaro incidente mortale avvenuto in acque internazionali per missione di antipirateria a difesa del traffico marittimo, trovi una  condivisa risoluzione tra le parti.
Mezzi anfibi dei Lagunari
I rapporti ed i ruoli tra i militari e la Società civile sono temi sensibili in ogni Stato Democratico perché le decisioni sul loro utilizzo vengono assunte dai governi tramite decisioni parlamentari. Sempre più spesso i loro impieghi sono sottoposti alle deliberazioni di Organismi internazionali come l'ONU che in diversi casi si sono sostituiti, per ragioni di legalità, ai singoli Stati, pur dovendo utilizzare mezzi ed uomini messi a disposizione dai singoli Paesi.
Nave da sbarco San Marco
Ed è evidente che chi più pesa militarmente ed economicamente sulle strutture delle Nazioni Unite, più ha rilievo nelle decisioni finali. L'ONU andrebbe anche per questo riformato e dotato di mezzi propri ed indipendenti. Ma per ora questa resta una utopia. Il mondo militare utilizza i propri luoghi e le proprie regole. Le caserme dove stazionano mezzi e truppe erano un tempo all'interno delle città o nelle immediate vicinanze. Ora per diverse ragioni di razionalizzazione di costi, di recupero urbanistico, di valorizzazione delle risorse, il Ministero della Difesa deve trovare risorse spesso vendendo le proprie strutture od affittando dall'esterno compiti che un tempo venivano assunti dalle stesse Forze Armate. Molti di questi immobili, a volte antichi e  prestigiosi per posizione e dimensioni, sono  stati trasferiti dal Demanio ai privati od agli Enti locali per modificarne l'uso e le funzioni. Spesso questo avviene senza un piano di equilibri e di reali necessità ma sotto l'urgenza di fare "cassa" in qualsiasi modo. 
Isola delle Vignole (VE)
Caserma dei Lagunari
Per questo zone che grazie alla presenza secolare dell'Esercito si erano in un certo senso salvate dalla speculazione, rischiano di trasformarsi in operazioni malamente spacciate per "rigenerazioni" o riqualificazioni urbane. Solo l'attuale grave crisi immobiliare ed economica ha fin qui impedito che decollassero decine di interventi senza senso e di dubbia efficacia. Purtuttavia alcune operazioni di recupero urbano ed ambientale sono decollate in diversi casi, come è avvenuto a Venezia con la trasformazione ed il recupero dell'Isola della Certosa e del Forte di S.Andrea. Questa antica fortezza edificata a metà del XVI° secolo era parte di un sistema difensivo della laguna di Venezia.
Il progetto fu opera dell'architetto Michele Sanmicheli (1484/1559) con il compito di fermare il passaggio con le artiglierie ad una eventuale incursione navale nemica. Il torrione quattrocentesco ed il bastione esterno che ospitava le batterie aveva aperture quasi a pelo d'acqua per colpire con tiro orizzontale il galleggiamento dei vascelli avversari. Nella vicina isola della Certosa, su 22 ettari, usata fino al 1997 come poligono di tiro dai Lagunari, sono in atto opere di recupero ambientale dopo la dismissione e l'uso a fini pubblici e privati. Le aree sono ricche di fauna e di vegetazione e qui si trovano i resti dei conventi e dei monasteri che furono presenti fin al 1200 con i canonici agostiniani. Questa grande operazione di rigenerazione territoriale è stata salutata con grande partecipazione popolare dai veneziani ed è un elemento di speranza per altre opere di analoga qualità per il futuro.
Ubicazione dell'isola
della Certosa
Isola della Certosa (Venezia)
I militari non appartengono a corpi estranei alla Società anche se si confrontano mondi e mentalità molto diverse. Non solo per i compiti istituzionali distinti che ogni esercito ha ma per i costumi e le regole di disciplina che in altri ambiti Amministrativi e in diverse Istituzioni Civili si sono  molto indeboliti o  frammentati trasformandosi  gradualmente in settori divisi per  singole vocazioni e convenienze anche politiche.
D'altra parte il XXI° secolo è iniziato con il dramma tragico delle "Torri Gemelle" a New York ed avanza con diversi strabismi: al turismo di massa si contrappongono le uccisioni di massa, le deportazioni di massa, le guerre di religione che nascondono altri interessi a cui serve la sottomissione medioevale diventata una minaccia per milioni di persone. La Cultura può fare qualcosa di importante se si allarga alle Nazioni, nei pensieri, tra la Storia delle popolazioni.  Anche gli eserciti   trasportavano anticamente una cultura da cui provenivano i soldati e i territori ne testimoniano il passaggio come nel "graticolato romano", l'area tra Venezia e Padova, che taglia i campi in "centurie",  affidate ai legionari romani ed alle loro famiglie come compenso a fine della loro carriera.  Commistioni, mescolanze, parole, lutti e rovine, si compongono in un lungo libro che porta sempre pagine in bianco. 
Venezia:Isola delle Vignole
Caserma dei Lagunari
Osservava il celebre generale americano Douglas
Basco Lagunari
Macarthur : " Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra". Si può dubitare che oggi sia così: I civili, le città, gli indifesi, sono il bersaglio della violenza. Preferita dalla tecnologia perché guidata da lontano con il massimo dei danni collaterali e il minor rischio del personale militare. Passando accanto ad una Caserma, dove generazioni di giovani, hanno un tempo sentito suonare l'adunata, conosciuto la vita militare, con le  tradizioni e le  litanie, le inutili attese, le libere uscite, il silenzio delle camerate, bisogna ricordare che anche in quelle esperienze si formarono generazioni, appresero a scrivere analfabeti, si mescolarono lingue e sentimenti che costruirono, nel bene e nel male una Nazione. Nella Caserma Edmondo Matter a Mestre, dove anch'io feci il servizio militare,  oggi c'è un reggimento dei Lagunari, eredi dei Fanti da Mar, che sono stati impegnati in diversi fronti di guerra, con le insegne dell'ONU, dai Balcani all'Afghanistan.  Sul gonfalone del Reggimento c'è l'antica scritta di "Viva San Marco". Chissà quanti, tra i frettolosi passanti diretti ai vicini centri commerciali, ricordano che questo antico motto  si estese per secoli sui mari .


Anfibio dei Lagunari









 




Antico Forte di S.Andrea
Venezia
Forte di S.Andrea
Antica Battaglia navale veneziana
Lagunari






Parata a S.Marco


                               






giovedì 5 febbraio 2015

IL QUIRINALE

 IL QUIRINALE                   di   Gianfranco Vecchiato


Il Palazzo del Quirinale,  la sede del Capo dello Stato della Repubblica italiana è un enorme complesso pubblico  di grande importanza artistica posto sul più alto tra i colli di Roma, dove per la salubrità dell'aria fin dal IV secolo a.C. sorgevano  edifici di culto e di residenza fra i quali un tempio dedicato al Dio Quirino, da cui prese il nome il Colle. Qui erano le Terme di Costantino ed il tempio di Serapide e numerose ville che nel tempo furono dell'aristocrazia romana. Il Palazzo costruito nel 1583 e completato nei secoli successivi,  è un modello di stile prevalentemente rinascimentale che lascia a distanza  molte architetture non solo contemporanee. Agli stili architettonici ed alle invenzioni introdotte dall'architettura moderna, il Palazzo impone la somma di secoli di storia che l'hanno gradualmente arricchito e trasformato in un edificio  di rappresentanza tra i più 
Palazzo Pitti a Firenze
prestigiosi  al mondo. Ha anche il primato di essere tra i più costosi per il suo mantenimento: circa 230 milioni di € all'anno. Con 1720 dipendenti , dispone di  1200 stanze per una estensione di  oltre 110.000 mq . Al suo confronto i 6mila mq della Casa Bianca sono poca cosa. In Germania la residenza del Capo si Stato costa 20 milioni di euro all'anno, in Gran Bretagna Buckingham Palace ne richiede 60 milioni, l'Eliseo in Francia costa circa 100 milioni. Da qui derivano molte critiche per una struttura tanto vasta che appare sproporzionata rispetto alle necessità del Paese. L'edificio già sede estiva dei Papi, ha ospitato nella sua lunga storia, 30 Papi, 4 Re e fino ad oggi 12 Presidenti della Repubblica. E' quindi un simbolo forte che ogni domenica ed in diverse occasioni istituzionali, viene aperto al pubblico; il percorso guidato porta ad ammirare le opere d'arte che sono custodite fin dal Rinascimento, arricchite  nel Settecento e dal Regno dei Savoia  fino all'epoca contemporanea. E' simile ad un "Museo", dove  un concentrato di elementi culturali, che sono nei "cromosomi" della storia d'Italia,  è stato realizzato da  artisti come Pietro da Cortona, Carlo Maderno, Domenico Fontana, Ferdinando Fuga, Guido Reni ed altri.  L'Architettura, le sculture, le pitture, gli arredamenti, le porcellane, i giardini, gli spazi urbani, le luci, la storia, si fondono in questo "contenitore"  che  pur se diverso dai modelli contemporanei, che tenderebbero a privilegiare  la sobrietà delle sedi istituzionali, ci racconta la complessa genesi dell'anima italiana.
Il Quirinale
La Monarchia Sabauda ne prese possesso nel 1870/1871 dopo la presa di Roma e il trasferimento della capitale da Firenze. Nel periodo in cui tra il 1865 ed il 1871 Firenze divenne capitale "provvisoria" del nuovo Stato unitario, essendo Roma ancora parte dello Stato della Chiesa e  protetta da truppe francesi, la Sede di Re Vittorio Emanuele II°, primo Re dell'Italia unita, divenne Palazzo Pitti. Non senza che tumulti sanguinosi scoppiati in diverse riprese a Torino nel settembre del 1864 e nel gennaio 1865, cercassero di ostacolarne il trasferimento. Chi si opponeva temeva che la scelta fosse la definitiva rinuncia alla presa di Roma. Ma 5 anni dopo,  gli avvenimenti condussero a "Porta Pia". Era il 20 settembre 1870. 
Interni del Quirinale
Papa Pio IX si ritirò dentro alle mura vaticane, e da quell'anno l'Italia ebbe a Roma la sua capitale che completò il sogno risorgimentale.  La sede del Sovrano  fu trasferita al Quirinale e in poco tempo si spostarono i vari ministeri in quella Roma che apparve meravigliosa e decadente, addormentata sul suo passato, che nel 1871 aveva poco più di 200mila abitanti,  dove ville e giardini sorgevano accanto a borgate mescolate spesso tra uomini ed armenti. Il fiume Tevere spesso esondava inondando case e monumenti. In città tutt'ora molti edifici riportano i segni dei livelli raggiunti da queste piene. Si mise quindi in opera il riassetto delle rive e del corso del fiume procedendo ad un generale riassetto urbanistico come in altri tempi e modi era avvenuto per le altre precedenti ex capitali a Torino ed a Firenze. Queste tre città hanno avuto in successione, destini e  trasformazioni urbane con il Regno dei Savoia.  Torino, prima Capitale dell'Italia unita,   pensata nel seicento e settecento con un impianto urbano ortogonale che è tutt'ora il suo segno distintivo. Questo ne ha fatto una tra le più moderne città italiane, suddivisa in settori regolari dove emergono i nodi  del Palazzo Reale, del Castello del Valentino, della ottocentesca Mole "Antonelliana", della basilica di Superga... Firenze divenuta capitale nel 1865,  aveva ancora intatta l'antica cinta muraria e l'impianto urbano di origine medioevale che nemmeno nel  lungo   governo 
Interni di Palazzo Pitti
del Gran ducato dei Lorena, era stato sostanzialmente modificato. La struttura  che si impose, e per la quale venne affidato il compito all'urbanista architetto Giuseppe Poggi, portò a sventramenti, demolizioni, creazione di assi stradali, a nuovi edifici, a prospettiche imposizioni che ne cambiarono anche molti caratteri. Il capolavoro del Poggi resta il piazzale Michelangelo con la veduta di Firenze diventata una icona del periodo romantico. Si discusse e ci si oppose con diverse opinioni ma tutto infine venne deciso e realizzato senza andare troppo per il "sottile". Quanto avvenne a Firenze sarebbe stato decuplicato a Roma che non aveva strutture adeguate ad ospitare ministeri e sedi operative. Molte ville e giardini secolari conobbero purtroppo gli effetti della speculazione fondiaria. Vennero tracciate strade scenografiche, imposte demolizioni e sfruttate le occasioni per ottenere guadagni immobiliari che sfociarono qualche decennio dopo nello scandalo della Banca Romana. La storia di tre edifici monumentali come il Palazzo Reale a Torino, il Palazzo Pitti a Firenze e il Palazzo del Quirinale a Roma che sono anche i simboli della nostra storia nazionale, parlano di luoghi con una altissima qualità dell'Arte e della Bellezza assunti come Valori.  La "Grande Bellezza"  che si contrappone a molte realtà degradate mescola i pregi e le virtù che si confondono nel grottesco di panorami sociali e culturali.  L'Arte diviene così lo specchio e il riflesso dei problemi contemporanei e indica visioni di  forza  per ogni cambiamento. Nel futuro forse il destino del Palazzo del Quirinale cambierà ancora ma ciò che resta nel Tempo  non sono solo le memorie degli uomini ma anche le loro opere. Fino a quando in esse si riconosceranno le identità collettive che non si dividono per censo ma per moti dell'animo, per comuni sentimenti, per condivisi destini, allora lo scopo per le quali furono create, continuerà a parlare nella Storia. 
Palazzo Reale a Torino
Interni del Palazzo Reale di Torino
Cortile del Quirinale

Interni del Quirinale
Palazzo del Quirinale

Interni di Palazzo Pitti 

Vista di Firenze
Prima versione del Piano
Regolatore di Firenze (1865)
Arch. Giuseppe Poggi
Arch. Giuseppe Poggi (1811/1901)

Vittorio Emanuele II°
primo Re d'Italia

Viale sulle colline di Firenze