L'intelligenza artificiale non è più fantascienza ma una realtà che si sta diffondendo nelle attività umane. Nei laboratori è in atto una sfida silenziosa anche con finalità non trasparenti e condivisibili. L'obiettivo è la creazione ed il controllo di un nuovo "potere" sociale che da economico e scientifico si trasformerà fatalmente in "politico" e strategico. La nostra vita quotidiana è influenzata dall'ambiente e dalla cultura, e le nostre azioni vengono mediate e frenate dalla "coscienza" e dalle leggi. Cose che sarebbero estranee ad una macchina e che pertanto vanno inserite nei processi di elaborazione e di costruzione delle "intelligenze artificiali". Si pongono quindi problemi di etica e riflessioni sulle finalità delle invenzioni. Lo sviluppo della scienza e della tecnica continua a svelare profonde e ancora ignote parti con cui la mente umana si è strutturata in milioni di anni di evoluzione.
Queste considerazioni valgono anche nei settori della tecnica e ingegneria. Un esempio sono le capacità di generare forme architettoniche astratte dalle nuove stampanti tridimensionali che già trovano applicazioni nel campo dell'architettura. La evoluzione di strumenti sempre più grandi e complessi genera anche il passaggio rapido da un progetto grafico alla sua costruzione, sia di modelli e sia di componenti strutturali. Un meccano che giunge a trasformare tridimensioni virtuali in corpi reali. Si studiano applicazioni nel campo della medicina, nella costruzione di organi artificiali che sostituirebbero parti malate e in una prospettiva, teoricamente possibile, anche di cervelli artificiali. Jerry Fodor, scomparso di recente, è stato un filosofo ed uno scienziato americano che si è occupato della "modularità della mente e del linguaggio del pensiero.
Secondo Fodor lo studio scientifico e fisico della mente fa ritenere che essa risponda in maniera comunque unitaria anche se generata da diversi stati cerebrali.
Prendendo spunto dalle ricerche di intelligenze artificiali, dalle comparazioni fra mente e computer, Fodor ha paragonato gli stati mentali a quelli di un software che utilizza il cervello come una base hardware. Essi vengono guidati dalla mente che assumendo i desideri, le volontà, i dubbi, li trasferisce secondo ciò che le perviene dalla realtà circostante. Anche la Cibernetica si è occupata di comunicazione di autoregolazione, sia di organismi viventi che artificiali. Fu così denominata dal matematico statunitense Norbert Wiener nel 1947, quando la scienza si aprì allo studio della comunicazione di animali utilizzando macchine nei settori delle telecomunicazioni e del linguaggio. Le prime venivano viste come una estensione dei muscoli umani, controllate e comandate sempre dall'uomo.
Ma con l'espansione dell'elettronica si è passati dalle valvole e dai relè e transistor, a processori velocissimi fino a prototipi di umanoidi che stanno progredendo con diverse funzioni. Il controllo umano automatico è venuto meno. Da qui sorgono interrogativi sulle capacità di controllare sistemi globali sempre più complessi, le cui capacità superano grandemente quelle umane. L'Architettura della Mente si confronterà sempre più con l'Architettura artificiale dei materiali, con gli spazi pluridimensionali, concependo forme geometriche del tutto nuove e fino ad oggi impensabili. Se la Teoria affiancherà lo sviluppo della Tecnica e rinnoverà quel patto antico, cardine e forza della nostra evoluzione, potremmo migliorare il nostro futuro. Guardando alle esperienze della rivoluzione industriale del Novecento, quando l'avvento delle macchine portò ad un radicale mutamento culturale che dall'economia si allargò a tutti i settori, comprese le nostre più soggettive ed intime convinzioni di vita, non si può dimenticare, che accanto ai benefici, le conseguenze per l'ambiente dei modelli di sviluppo praticati, sono state devastanti. E agli inizi tutto questo veniva visto come positivo e fortemente necessario. Quella nuova Società dei consumi prendeva il posto di quella contadina e statica. Correva il futuro, si formavano nuove classi sociali, irrompeva una
generazione di persone che cambiavano il volto delle città. Nei dipinti di Mario Sironi, uno dei massimi esponenti del "Novecento Italiano", che fu tra l'altro un assertore convinto del ritorno alla pittura murale, quegli anni "ruggenti li rappresentò con le fabbriche e le ciminiere accanto alle case. Con un dinamismo dove i soggetti principali, gli uomini e le donne, in quei quadri non si vedono, ma ci sono. Nei ritratti c'è una parte profonda dell'inconscio che si nasconde nelle società. E questo ha favorito una difficoltà a guidare i cambiamenti sociali. L'architettura stessa ne è stata travolta. Se la nostra Mente non sonda e non rivela gli uomini come soggetti, non si crea il ponte tra il passato ed il futuro. Tra le professioni più antiche quella dell'Architetto può ancora avere un compito di rilievo se saprà mantenere alla sua cultura una visione organica della Storia.
Queste considerazioni valgono anche nei settori della tecnica e ingegneria. Un esempio sono le capacità di generare forme architettoniche astratte dalle nuove stampanti tridimensionali che già trovano applicazioni nel campo dell'architettura. La evoluzione di strumenti sempre più grandi e complessi genera anche il passaggio rapido da un progetto grafico alla sua costruzione, sia di modelli e sia di componenti strutturali. Un meccano che giunge a trasformare tridimensioni virtuali in corpi reali. Si studiano applicazioni nel campo della medicina, nella costruzione di organi artificiali che sostituirebbero parti malate e in una prospettiva, teoricamente possibile, anche di cervelli artificiali. Jerry Fodor, scomparso di recente, è stato un filosofo ed uno scienziato americano che si è occupato della "modularità della mente e del linguaggio del pensiero.
Secondo Fodor lo studio scientifico e fisico della mente fa ritenere che essa risponda in maniera comunque unitaria anche se generata da diversi stati cerebrali.
Prendendo spunto dalle ricerche di intelligenze artificiali, dalle comparazioni fra mente e computer, Fodor ha paragonato gli stati mentali a quelli di un software che utilizza il cervello come una base hardware. Essi vengono guidati dalla mente che assumendo i desideri, le volontà, i dubbi, li trasferisce secondo ciò che le perviene dalla realtà circostante. Anche la Cibernetica si è occupata di comunicazione di autoregolazione, sia di organismi viventi che artificiali. Fu così denominata dal matematico statunitense Norbert Wiener nel 1947, quando la scienza si aprì allo studio della comunicazione di animali utilizzando macchine nei settori delle telecomunicazioni e del linguaggio. Le prime venivano viste come una estensione dei muscoli umani, controllate e comandate sempre dall'uomo.
Ma con l'espansione dell'elettronica si è passati dalle valvole e dai relè e transistor, a processori velocissimi fino a prototipi di umanoidi che stanno progredendo con diverse funzioni. Il controllo umano automatico è venuto meno. Da qui sorgono interrogativi sulle capacità di controllare sistemi globali sempre più complessi, le cui capacità superano grandemente quelle umane. L'Architettura della Mente si confronterà sempre più con l'Architettura artificiale dei materiali, con gli spazi pluridimensionali, concependo forme geometriche del tutto nuove e fino ad oggi impensabili. Se la Teoria affiancherà lo sviluppo della Tecnica e rinnoverà quel patto antico, cardine e forza della nostra evoluzione, potremmo migliorare il nostro futuro. Guardando alle esperienze della rivoluzione industriale del Novecento, quando l'avvento delle macchine portò ad un radicale mutamento culturale che dall'economia si allargò a tutti i settori, comprese le nostre più soggettive ed intime convinzioni di vita, non si può dimenticare, che accanto ai benefici, le conseguenze per l'ambiente dei modelli di sviluppo praticati, sono state devastanti. E agli inizi tutto questo veniva visto come positivo e fortemente necessario. Quella nuova Società dei consumi prendeva il posto di quella contadina e statica. Correva il futuro, si formavano nuove classi sociali, irrompeva una
Mario Sironi: Periferia 1920 |
Mario Sironi: Paesaggio Urbano 1920 |
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