

![]() |
Bergamo: Casa della Libertà già Littoria (1938) Arch. Alziro Bergonzio |
![]() |
Bergamo: Palazzo delle Poste 1932 Arch. A. Mazzoni |
![]() |
Bergamo:Torre dei Caduti Arch.M.Piacentini 1924 |
Venezia nel suo progetto per il Nuovo Ospedale Civile a San Giobbe, Le Corbusier, negli anni '60, immaginò un modulo sanitario con rapporti di luce e di misure, articolate in un delicatissimo tessuto urbano come è l'area di San Giobbe, nel perimetro esterno di Venezia affacciata sulla laguna verso la Terraferma. Progetto mai decollato, che fu da molti osteggiato per il suo impatto urbano e da altri ammirato per le sue proposte spaziali. Scrisse allora Le Corbusier su questo progetto veneziano: "Impiegate il cemento armato e non cercate di copiare il vecchio mattone fatto a mano della vecchia Venezia". Vorrei dire che per fortuna questo consiglio restò lettera morta. Quel progetto ha lasciato il posto, molti anni dopo, al recupero ed alla costruzione di padiglioni per l'Università di Cà Foscari. Una
trasformazione che ha rigenerato con la presenza di giovani un angolo di città ormai abbandonato dai residenti, ma che ha anche sancito la fine di tradizioni e di ritmi quotidiani che furono diversi da quelli di una scuola. Nel '900 l'Uomo Modulor ebbe degli antagonisti ideologici formidabili. Non furono solo i totalitarismi che esaltarono la classicità e le proporzioni di giganteschi colonnati, di finestre portentose, di spazi e di rapporti scenografici, ma anche la cultura del tempo che era prevalentemente accademica e che puntava alla monumentalità come mezzo
indicato per durare nella Storia. Esaltazioni retoriche e richiami al passato, ispirarono molte trasformazioni nelle città italiane del ventennio. Tra gli esempi più significativi il "centro piacentiniano" di Bergamo "bassa". Una trasformazione urbanistica e architettonica di straordinaria efficacia, che si è espressa dagli inizi del '900 fino agli anni '40, nell'area che ospitava l'antica Fiera, con sullo sfondo il panorama della città alta. Durante ilventennio fascista, una serie di edifici pubblici sorsero in sequenza, costituendo un nuovo quartiere, e qui lavorarono architetti, pittori e scultori, formando il centro più attivo della città "bassa", con edifici
per diverse funzioni: politiche, amministrative, finanziarie , giudiziarie ed artistiche. Oggi che molte questioni affrontate dal Movimento Moderno, ritornano di attualità, vengono discusse quelle teorie generatrici di ricerche esasperate e di formalismi tanto spettacolari quanto superficiali che hanno prodotto diverse architetture recenti. Lo scarto tra Teoria e Prassi è sotto ai nostri occhi, mescolato in una umanità sofferente e
priva di necessità elementari che approda sulle nostre coste. Ma anche in quelle parti di società più ricche, si avverte che il concetto di progresso chiede anche agli architetti una vera svolta nel loro ruolo sociale oltre che produttivo e tecnico. Questo può significare anche cambiare passo con una etica che non abbia un "Modulor" come forma di riferimento.
L'Uomo medio non ha proporzioni perfette ma ha una ricchezza interiore che misura il proprio libero pensiero e che va coltivata e costruita. Negli spazi di relazione e nella struttura sociale. Quando al posto di obiettivi costruiti su formule di geometria radicale si arriverà ad una forte affermazione che l'architettura fa parte della storia in quanto sorregge i bisogni primari dell'uomo, con i suoi limiti e le sue fragilità, avremo ridisegnato un altro e più autentico "Modulor".

Bergamo
![]() |
Plastico del progetto del nuovo ospedale a San Giobbe a Venezia di Le Corbusier 1963 |
![]() |
Venezia- San Giobbe 2015 Vista aerea del recupero urbano per la sede universitaria |
![]() |
Porte Pal.Poste |
![]() |
Bergamo:Torre dei Venti Arch.A.Bergonzio 1938 |
![]() |
Atene:arch. A. Kirristes Torre dei Venti 100 a.C. |
![]() |
Palazzo della Libertà /Littoria (1938) Particolare |
![]() |
Bergamo: Monumento ad Ancillotto |
![]() |
Bergamo: Sede Banca d'Italia 1914 Arch. M. Piacentini |

Bergamo
Nessun commento:
Posta un commento