AVANTI SAVOIA di Gianfranco Vecchiato
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| Santuario di Vicoforte |


Davanti al Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo, una bara avvolta in
un tricolore con stemma sabaudo, è portata in Chiesa. A seguire il feretro solo poche decine di persone. Tutto è avvolto nella riservatezza. Ma il fatto storico è rilevante. La basilica è monumento nazionale fin dal 1880, e si staglia maestosa e solenne, sulle colline davanti alle Alpi Marittime. L'architetto Ascanio Vittozzi la progettò su incarico del Re Carlo Emanuele I° di Savoia alla fine del '500 ma furono necessari tre secoli per il suo completamento. Nel 1732 venne realizzata la cupola elittica secondo il progetto dell'ingegnere Francesco Gallo, discepolo del grande architetto Filippo Juvarra. Il Santuario è attorniato da un paesaggio dal sapore di antico Piemonte. In queste terre quando risuonava un tempo la marcia reale e il motto di "Avanti Savoia" non era solo per retorica ma per espressioni di fedeltà. In quella bara erano le spoglie del Re Vittorio Emanuele III° che seguivano di qualche giorno quelle della
Regina Elena. La notizia ha ridestato sentimenti contrapposti con dichiarazioni di cronaca che traevano spunto da quel Novecento dove quel Re vide durante il suo regno, più generazioni. La Sua immagine affissa sulle pareti scolastiche, negli edifici pubblici e nelle caserme, mostrava un volto severo, incorniciato dai baffi e da un divisa militare che lo traeva a mezzo busto. Il suo profilo era sulle monete in circolazione, aggiornate dopo il 1939 quando Egli assunse il titolo anche di Re d'Albania e di Imperatore di Etiopia. Ebbe dei soprannomi popolari: il "Re soldato" per essere stato al fronte durante la I^ guerra mondiale e il Re "sciaboletta" per via della sua piccola statura. A 100 anni dalla Grande Guerra occorre ricordare che se fu tra i fautori dell'intervento italiano, ebbe anche il merito di decidere che la difesa dell'esercito dopo Caporetto sarebbe stata sul Piave. Gli Alleati avrebbero lasciato tutto il Veneto al suo destino. Educato secondo una rigida disciplina militare, assunse il regno dopo che Suo padre Umberto I°fu assassinato da un anarchico.![]() |
| Vittorio Emanuele III° 1869/1947 |
Poi la rocambolesca partenza da Roma e l'arrivo a Brindisi dove la presenza del Re in quello che venne definito il "regno del sud", mantenne una parvenza di sovranità che consentì una formale continuità politica dello Stato e la cobelligeranza. Un epilogo triste e drammatico. Tra i 650mila soldati prigionieri dei tedeschi, la maggior parte restò fedele al giuramento al Sovrano, scegliendo di non combattere nella Repubblica Sociale di Mussolini. Diversi reparti partigiani si richiamarono alla monarchia, ma fu comunque guerra civile. Il Re Vittorio Emanuele III°, sostenuto dal governo britannico non venne messo in discussione dai ricostituiti partiti antifascisti, compreso il partito comunista guidato da Palmiro Togliatti, con la guerra in corso. Ma nel 1946, dopo aver abdicato a favore del figlio, il referendum portò alla Repubblica, anche se non fu un plebiscito. Vittorio Emanuele III° morì in esilio ad Alessandria d'Egitto il 28 dicembre 1947. Tutto quel
tempo ora si racchiude in quella bara . Nelle terre del Piemonte, che ogni tanto ci ricordano episodi scritti da Edmondo De Amicis, parte di un piccolo mondo antico raccontato da Guido Gozzano, dalle poesie di Giosuè Carducci e dalle parole di Mario Soldati, la modernità si stempera fra terre di vini e di castelli dalle antiche tradizioni militari. Qui regnò Casa Savoia, che partendo da Chambery valicate le Alpi, trasferì la capitale a Torino, facendone una grande città moderna europea. Ogni controstoria demolisce i miti ma nel bene e nel male, nella sintesi di emozioni, può esserci posto ![]() |
| Paesaggio a Vicoforte |
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| Interno del Santuario |








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