
Strade, case, persone. Le piccole e le grandi storie nascono dall'impasto dei passaggi tra generazioni. I ricordi con gli anni lasciano quasi sempre il posto all'oblio. Il culto antico per gli "Avi" ed i loro territori, è stato sostituito dalla fragilità dei rapporti identitari. E' il risultato della globalizzazione che mescola e muove le persone e le rende nomadi nel mondo. La Memoria viene conservata e studiata negli Archivi, nelle Biblioteche, nei Musei, ma quei documenti e quelle immagini raccontano solo alcuni degli innumerevoli frammenti di vita che ciascuno lascia ogni giorno alle sue spalle. Partendo da questo, l'artista tedesco Gunter Demnig nel 1992 propose di fissare qualche memoria sul selciato delle città in cui vissero i deportati ebrei.
Chiamò "pietre d'inciampo" le formelle in ottone, di forma quadrata, di 10x10 cm su cui sono incisi i nomi e le date di eventuale morte, di chi entrò nella storia nel modo più tragico. Ne sono state fissate circa 74mila fino ad oggi, sparse in quasi tutti i Paesi europei. Ogni luogo contiene e raccoglie le ombre di chi l'ha attraversato. L'inciampo delle piastrelle in ottone non è di tipo fisico ma morale. Esse invitano a fermarsi ed a riflettere.![]() |
| Pietra d'inciampo |
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| Arch. H.Tessenow case a Hellerau |
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| Arch.H.Tessenow Teatro Hellerau 1911 |
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| Via Miranese/Cimarosa 1935 |


I giochi dei ragazzi avevano quel vago sapore descritto nel 1907 dal libro di Ferenc Molnàr : "I ragazzi della via Pal". I protagonisti di quel passato reso misterioso dal tempo, sono cambiati. Giuseppe che ha fatto l'architetto, a 95 anni è il decano della strada. Nel suo cortile crescono ancora i melograni e le viti d'uva bianca. Dalla sua memoria escono nomi a noi ignoti, visioni che sono il manifesto di un Novecento preindustriale. La strada dei sabbioni era ricca di villette, costruite dopo la Grande Guerra. Sulla prima abitò Gino, Maestro elementare, su un'altra un tassista e su un'altra un commerciante, quindi un medico e di fronte un fabbro e su un'altra ancora un sacerdote e poi un vigile del fuoco ed un astronomo.


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| Il ratto di Proserpina |
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| Manifesto di guerra |
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| Villa Querini |
Ma rimase a lungo l'abitudine di ritrovarsi alla sera a parlare davanti a casa, seduti nei giardini al lume di qualche lampada fioca o rischiarati solo dalla luna.
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La Caserma
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| Libera uscita |
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| Parco villa Querini |
Oggi non c'è più il vociare di una volta, tutti camminano in fretta.
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| Villa Sofia |















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