LA MAIN OUVERTE di Gianfranco Vecchiato
|
La Main Ouverte (Le Corbusier 1952) |
La "Main Ouverte" disegnata nel 1950 da Le Corbusier e divenuta nel 1952 un monumento alto 26 metri collocato nella città di Chandigarh in India da Lui progettata, è una immagine simbolica dal forte valore universale. Talmente forte che è stata a lungo una icona dell'architettura del Novecento e delle idee sociali del celebre architetto. L'Autore la volle così descrivere: "Questo segno della mano aperta per ricevere ricchezze create, per distribuirle ai popoli del mondo, deve essere il segno della nostra epoca".
|
Le Corbusier (1887/1965) |
|
Il Modulor |
E' un messaggio politico di eterna attualità che si rivela quando si discute di vera architettura, perchè affianca e propone grandi ideali. Anche il simbolo del "Modulor" ideato da Le Corbusier come una scala dimensionale per le proporzioni umane da considerare nel progetto degli ambienti e degli arredi, conteneva analoghe finalità sociali: seguire l'Uomo nelle sue funzioni secondo i bisogni e l'età evolutiva. Un richiamo all'Uomo Vitruviano disegnato da Leonardo da Vinci dove il rapporto tra geometria e forma è affrontato controllando i rapporti a grande scala tra architettura e territori. Gli obiettivi dell'architettura moderna, secondo queste teorie, si fondavano su fattori semplici ma fondamentali : l'utilità, i materiali e il sistema costruttivo, l'estetica nella sua interezza, i rapporti con l'ambiente. Concetti già in passato affrontati nel nostro Rinascimento ma che mutarono con la creazione di grandi città moderne e con la mobilità individuale e collettiva dei trasporti. Teorie che hanno a lungo nutrito le scuole di architettura come dottrine laiche non eludibili. Questo bagaglio culturale è rimasto ma col tempo molto è andato perduto. I valori labili |
Adolf Loos (1870/1933) |
mettono sotto esame le coscienze e risvegliano lo spirito critico. Adolf Loos (1870/1933 fu un antesignano del Movimento Moderno ma non appartenne alla cerchia di Le Corbusier. In quel circolo di modernisti lo ritenevano ambiguo col passato. Eppure Loos produsse rotture clamorose con le tradizioni accademiche e anche Le Corbusier utilizzò alcune sue idee come quelle del "Raumplan" sul piano delle strutture spaziali, le coperure a terrazza e i volumi sfalsati su più dislivelli. La casa Scheu sorta a Vienna tra il 1910 e il 1913 è |
Pianta urbana di Chandigarh |
ancora oggetto di studio ma oggi sarebbe irrealizzabile secondo i parametri di rispetto energetico in vigore. I compiti che sono stati affidati alla tecnologia stanno prevalendo sulle forme dell'architettura e le condizionano. Il Destino si muove sotto l'oscillare dei contrasti. Il passato, anche più lontano, sta dentro al presente e gli orizzonti divengono sempre più vicini, con la Natura che non trova pace, scossa da troppe variabili imposte al Pianeta: consumo incontrollato delle risorse naturali, danni vasti e irreversibili all'ambiente, inurbamenti giganteschi, dottrine politiche inadeguate rispetto ai processi in atto, economie da ripensare, esplosione demografica in vaste aree geografiche e assenza di un governo universale. L'Arte è un concetto fragile che si rivela per rispondere a moti dell'anima interiore |
A.Loos - villa Winternitz Praga |
in dialogo con quella esteriore. Nuovi materiali sono oggi a disposizione: pannelli fotovoltaici capaci di accumulare energia e di trasferirla ai bisogni collettivi, elettronica in grado di governare in modo intelligente le funzioni di un edificio: riscaldamento, illuminazione, sicurezza, qualità dell'aria e dell'acqua, seguendo le età evolutive e le patologie che possono colpire in diversi momenti della vita. Le abitazioni devono essere adattabili, strutturate con sistemi di automazione privata, i trasporti elettrici, le comunicazioni veloci ed intelligenti consentono di lavorare da casa, di ricevere merci con ordini on-line, sviluppano sinergie con l'ambiente circostante e possono migliorare i servizi a scala urbana e continentale. Tutto ciò sarebbe apprezzato da Le Corbusier che aveva parzialmente intuito e anche temuto quasi un secolo fa l'evoluzione dell'urbanesimo sui territori. Alcune variabili cambiando le scelte, modificano i percorsi e introducono nuove domande. Il Modulor non ha retto nei progetti a larga scala per la costruzione delle nuove città, non è stato amato dai progettisti e nemmeno dai costruttori. La "main ouverte" invece si rivela ancora fondamentale nel nostro tempo e per il futuro. E' una mano che duemila anni fu trafitta sulla Croce, ed è quella che ancora rivela l'amicizia tra individui. Essa segue quindi il nostro destino e fa parte dei nostri sensi e delle nostre paure. Si incrocia con un pensiero profondo di Adolf Loos che nel libro "Parole |
Interni progettati da A.Loos |
nel vuoto", scritto nel 1910, rifletteva: " ... A differenza dell'opera d'Arte che non ha bisogno di piacere a nessuno, una casa deve piacere a tutti. Dunque la casa non avrebbe niente a che vedere con l'Arte e l'Architettura non sarebbe da annoverare tra le Arti: proprio così... Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un Uomo. Questa è Architettura". Anche la "Main Ouverte" che è un simbolo, talvolta può essere una rivelazione.
Nessun commento:
Posta un commento