LA PESTE E LA GLORIA di Gianfranco Vecchiato

Venezia fu contagiata insieme all'Italia centro orientale e da qui in Austria fino a Vienna. La "Peste nera" ruppe un periodo di crescita demografica in Europa, di prosperità
artistica e letteraria, di sviluppi commerciali ed urbani, caratterizzati dalla costruzione di grandi architetture gotiche. Per affrontare questa immane tragedia, agli ideali spirituali e alle preghiere occorreva affiancare cure e conoscenze scientifiche allora ignote. L'arcaica medicina non capiva l'origine del male e non sapeva curarlo. La mancanza di igiene nelle città, i cumuli di rifiuti anche organici versati nelle strade dalle case, l'assenza di fognature, agevolarono il propagarsi del contagio che si scatenò con le pulci, che erano i vettori del bacillo della peste, attraverso i topi. Tra il 1347 e il 1353, in soli sei anni la Peste uccise oltre un terzo dell'intera popolazione europea, circa 25 milioni di persone! Il morbo risparmiò alcune zone mentre in altre fu virulento. Fu spietato a Venezia e sul territorio della antica Repubblica. Intere popolazioni scomparvero e l'economia, basata essenzialmente sulla manodopera ne risentì a lungo. In Europa si diffuse l'idea del contagio per colpa degli Ebrei e ai lutti si aggiunsero massacri di intere comunità, con altre morti e rovine.
Furono necessari alcuni secoli prima che la popolazione europea tornasse ad una densità di abitanti precedenti all'epidemia. Ma dopo quel periodo, la popolazione rimasta conobbe un aumento del tenore di vita con la ristrutturazione economica e anche culturale che seguì alle decimazioni delle popolazioni precedenti. Fu meccanizzato il lavoro mancando manodopera, ci fu un rivolgimento di classi sociali e la terribile prova creò divisioni nell'unità dei cristiani mettendo in crisi l'autorità della Chiesa che fu colpita e decimata al pari della popolazione. Altre pestilenze squassarono il Continente nei secoli successivi. La Peste colpì nuovamente Venezia nel 1630, giungendo dai territori del Ducato di Milano e qui portata a seguito dei soldati Lanzichenecchi che erano giunti dal centro Europa. Episodi che intrecciano il romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni. Tra luglio ed agosto
![]() |
La Peste Nera |
![]() |
Arch.Baldassarre Longhena |

Il generale Francesco Morosini portò a Venezia, con l'armata superstite, questa immagine che era stata da secoli venerata nella grande Cattedrale di Candia, decretando il 21 novembre la data annuale per la visita votiva. Nella guerra contro i Turchi, durata 25 anni, caddero quasi un milione di musulmani, 30mila soldati cristiani e 282 patrizi veneti. L'assedio di Candia si protrasse per 28 mesi e prima di cederla agli occupanti i veneziani spogliarono tutte le Chiese delle immagini sacre, portarono via armi e munizioni ed altri oggetti preziosi. Se ne andarono tutti gli abitanti e la città fu svuotata interamente. Quella antica immagine della Madonna è sull'altare maggiore della Chiesa della Salute. Sul progetto della Basilica scrisse il professor Giulio Lorenzetti: " Il grande architetto nel presentare il suo progetto, contro cui si appuntarono le invidie e le critiche degli altri concorrenti, affermava che l'opera da lui ideata era fatta in forma di rotonda macchina, che mai più si è veduta né mai inventata, né in tutto né in parte per altre Chiese di questa città..." Il Longhena immaginò il suo tempio coperto da una colossale cupola, rinfrancata al di fuori da imponenti volute che le servono da contrafforte. La pianta ottagonale fu ricoperta da prospetti architettonici, ornata da pilastri, timpani, nicchie, statue. Aprendo nel mezzo un superbo portale, diede alla facciata principale proporzione e grandiosità, accrescendone l'imponenza con una scalinata e un rialzo. La Chiesa sembra così sorgere dalle acque. Il diametro della cupola è di oltre 25 metri, alta 17,85 su cui sorge una lanterna di altri 13 metri di altezza sopra alla quale si erge la statua della Madonna.
In totale si superano i 60 metri dalla base al culmine esterno. Da quei tempi la Basilica è rimasta un luogo in cui si rinnova la devozione di tutta la città. Segno del passato, opera di ingegno e d'arte, è l'immagine di un trionfo sulla morte. Un suggello che l'architettura, come in altri casi, ha tradotto secondo il suo tempo, mostrando quanto si intreccino nella storia i segni della cultura. Scriveva Dante Alighieri (Paradiso XXXIII 85 ss.)a proposito del mistero di Dio: "Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna" I vari quaderni si unificano in un libro che solo nel suo insieme può dare senso alle singole parti... Questa caratteristica dà significato ad ogni opera di vera architettura così come ad ogni sistema costituito da equilibrate relazioni sociali.
In totale si superano i 60 metri dalla base al culmine esterno. Da quei tempi la Basilica è rimasta un luogo in cui si rinnova la devozione di tutta la città. Segno del passato, opera di ingegno e d'arte, è l'immagine di un trionfo sulla morte. Un suggello che l'architettura, come in altri casi, ha tradotto secondo il suo tempo, mostrando quanto si intreccino nella storia i segni della cultura. Scriveva Dante Alighieri (Paradiso XXXIII 85 ss.)a proposito del mistero di Dio: "Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna" I vari quaderni si unificano in un libro che solo nel suo insieme può dare senso alle singole parti... Questa caratteristica dà significato ad ogni opera di vera architettura così come ad ogni sistema costituito da equilibrate relazioni sociali.
![]() |
Isola Lazzaretto Vecchio |
![]() |
Isola Lazzaretto Vecchio |
![]() |
Isola del Lazzaretto Nuovo a Venezia dove si ricoveravano gli appestati |
Nessun commento:
Posta un commento