sabato 10 settembre 2016

CORSARI

CORSARI          di Gianfranco Vecchiato

Manifesto Biennale Architettura 2016
La Storia ci racconta che ogni tempo è stato segnato da lotte tra popoli e tra Stati per il controllo e l'uso del "Potere". Furono i cambiamenti nella tecnica, nelle scienze, negli studi filosofici e sociali, l'urbanesimo e i nuovi processi industriali che imposero un    diverso uso del Potere. In questa evoluzione  i cittadini sono stati trasformati soprattutto in consumatori e come tali in  elettori a sovranità limitata, simili a pedine nei processi di mercato che formano i modelli di vita sociale. Se i cambiamenti   tra le ristrette aristocrazie  terriere sono passati attraverso la borghesia e i rappresentanti  popolari per mezzo dei partiti, di Sindacati, di Associazioni, oggi paiono approdati in una media ed indistinta galassia dove regna una persuasione di massa. Pur essendosi moltiplicate le condizioni di sviluppo culturale,  i problemi si sono spostati sulla qualità  della Democrazia.  Dei concetti di Libertà, di Uguaglianza, di Fraternità che pervennero dalle due Rivoluzioni : quella francese e quella
americana, restano le enunciazione e leggi sempre più  mascherate. Da fine Ottocento nella lettura dei fenomeni politici si inserì il marxismo e poi le devianze nazionaliste del fascismo e del nazismo, fecero esplodere il sistema internazionale. Per tutto il Novecento il mondo si  è confrontato sul piano ideologico aspramente, su idee di potere molto diverse. Ma a prevalere non è stata la Cultura, quanto il confronto tra i sistemi economici marxista e capitalista. Quest'ultimo  ha prevalso ma ha lasciato molte ferite aperte. Ora siamo impantanati nel rilancio di economie globali prive di vere regole etiche. Se i nobili e i grandi proprietari terrieri che governavano un tempo su masse di diseredati e di sottomessi per i loro prevalenti interessi si contendevano gli equilibri territoriali, scambiandosi regioni come le Fiandre o la Lombardia, in attesa di una guerra successiva, oggi con altri metodi ma per fini economici, si stanno ridefinendo i confini e le zone di influenza internazionali. Il vecchio motto "o Francia o Spagna purchè se magna", In uso tra le genti del XVII° secolo, pare tornato di attualità .   
Tra   riforme costituzionali e legislative, il Potere cerca in primo luogo di controllare le informazioni, mentre  alla finanza interessa quello dell'uso delle risorse. Il Potere è quindi ancora seduto sulle armi e sugli interessi economici e finanziari prima che sui Diritti e sui Doveri. Le antiche potenze coloniali e marittime, tra cui anche la Repubblica di Venezia, accumularono nei secoli fortune economiche strappando ricchezze ad altri, dominando i commerci, controllando i traffici e reinvestendo i proventi sulle rendite fondiarie ed urbane. È uno schema che si ripete in altri modi ed in peggio.  Ad esempio reinvestendo i grandi profitti del mercato della droga e della prostituzione per finalità di corruzione e di condizionamento, anche politico. In molte oscure operazioni della finanza internazionale, si cela  il riciclaggio di denaro non solo con operazioni immobiliari ma anche  attraverso   la innocente vendita di prodotti commerciali o di tecnologie innovative. Si disegnano nuove frontiere ma è ancora lo spirito dei "Corsari" a dominare il mondo.
Essi furono strumenti utili, tra il XVI° e il XVII° secolo per aumentare le ricchezze di diverse Case regnanti.  Quello spirito è sopravvissuto in altre forme. Si incrociano oggi due grandi fattori di instabilità e precarietà: la formazione di nuovo "proletariato" povero che si sta scaricando sui paesi più  sviluppati e in particolare in Europa, con centinaia di migliaia di persone in fuga, che incrocia la regressione di un ceto medio impoverito dalla crisi economica e finanziaria. Questi due fattori stanno già incrinando alcuni strumenti democratici e il funzionamento di Istituzioni locali e nazionali. Il rischio è che i sistemi non reggano e che si entri in una spirale di frantumazione e di conflitti crescenti che facciano da detonatori per nuove crisi internazionali, di cui i fenomeni terroristici sono solo una avanguardia. È  una tesi espressa dal prof. Massimo Cacciari nel dibattito tenutosi  Mestre sui temi internazionali.

Anche se il mondo non rischiasse di diventare una polveriera, è utile ricordare che uno dei motti dei Corsari era questo: "Nel bene o nel male, sia giusto o sbagliato, mi batterò per la mia Patria". La globalizzazione non è un male in sé ma occorrerebbe che  venisse governata da principi di forte etica sociale e di attenta analisi culturale. I metodi corsari danno alle forme di governo i caratteri di brutalità. Il rinserrarsi dentro a confini, anche culturali  creando "Poteri" in conflitto fra loro,  sarebbe una grave regressione nel nostro tempo.  Purtroppo in economia è già avvenuto verso molte  aziende in difficoltà e negli investimenti speculativi di finanziarie che distruggono in breve i risparmi di milioni di persone. Sono visioni e comportamenti corsari anche quelli che costruiscono ghetti sociali ed urbani  nelle periferie delle città. Gli Architetti e gli urbanisti che usano  tecnologie evolute e  programmi di design sofisticati, vedono che all'orizzonte si addensano nuvole minacciose? Occorre rompere una cattiva tradizione che ha spesso visto un ruolo passivo dell'architetto, tecnico o artista,  porsi al servizio del potere in modo acritico pur di lavorare. Non è facile andare oltre ai propri interessi ma  ricordiamo gli anni nei quali il Movimento Moderno divenne ostaggio delle dittature perché pochi vollero vedere in Europa la chiusura degli spazi di pensiero e di libertà.
Queste sensazioni si hanno anche visitando la Biennale Architettura di Venezia 2016 che affronta il tema delle nuove emarginazioni. I luoghi  dove si concentra questo nuovo proletariato non sentono prioritario l'arredo urbano curato o il buon design. Vanno oltre e  portano a domandarci  come invertire i meccanismi che costruiscono ancora oggi e nel futuro le decisioni del Potere e le scelte nelle nostre Società. Anche utilizzando strumenti Culturali e "Saperi" che restano troppo indifferenti a ciò  che avviene nei grandi mutamenti internazionali. Oltre 40 anni fa Pasolini aveva denunciato nei suoi "Scritti corsari", pubblicati nel Corriere della Sera tra il 1973 e il 1975, gli effetti della "omologazione" culturale derivante dal mercato e gli effetti che questa avrebbe determinato nel riassetto del Potere. Mai parole furono più profetiche. Tra le questioni aperte in architettura, la rivista Domus
Carmelo Baglivo: Disegni Corsari- Venezia
dedicò nel novembre 2013 un editoriale  all'architetto Carmelo Baglivo , cogliendo gli spunti dalla sua Mostra "Disegni corsari". L'autore esprimeva così il suo dissenso :  "In un momento di totale stallo teorico e pratico, in cui l'architettura è stata ridotta a 
rispondere solo a delle esigenze funzionali, i disegni si chiedono come tornare a pensare la città". Ma questo è un problema perché i pensieri sulle città richiedono di fare sintesi ed analisi, sulle culture, sui valori, sulle economie, sulle prospettive e sulle priorità con integrità intellettuale e  senza conflitti di interessi.  E questo è ciò che manca a molti architetti in questa fase storica e professionale.

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