lunedì 12 giugno 2017

VEDUTISTI

VEDUTISTI         di Gianfranco Vecchiato

Canaletto:  Canal Grande 1730
Neurone umano
I ricordi fanno parte della storia individuale e collettiva. Essi permangono in una zona del nostro cervello chiamata "ippocampo" e che si trova nel lobo temporale. L'alterazione  delle connessioni fra neuroni, chiamate sinapsi,  genera segnali elettrici che nel provocare variazioni chimiche e strutturali, producono una catena di reazioni che coinvolgono diverse molecole e potenziandone gli effetti generano ciò che 
noi chiamiamo "memoria". Altre aree cerebrali hanno poi funzioni specifiche e complementari sulla registrazione dei ricordi vicini e lontani nel tempo. Le immagini di potenti microscopi elettronici, ci hanno rivelato le strutture dei neuroni nel cervello umano e si è così scoperto che c'è un vero micro universo interno a ciascuno di noi.
Pietro Bellotti : Il Canal Grande verso la Salute
Se a fissare i ricordi concorrono tutti i nostri sensi, dall'udito al tatto, dall'olfatto al gusto il più potente tra tutti è quello della vista. L'immagine che si imprime nel nostro inconscio è fonte di reazioni gradevoli o sgradevoli che coinvolgono la psiche e altri sentimenti. I nostri comportamenti sono stati influenzati nelle ultime generazioni dalla 
invenzione della fotografia e del cinema che hanno sospinto  i progressi tecnici, sociali, culturali e politici contemporanei.  Le ulteriori scoperte scientifiche hanno condotto alla invenzione  della microelettronica  digitale, che ha diffuso la fotografia, un tempo limitata dall'uso della pellicola e dai processi di sviluppo e stampa, a miliardi di persone che ne fanno abitualmente uso nei luoghi e nelle circostanze più diverse. Si tratta di un aiuto formidabile ed accessorio per la "memoria" del mondo, sia nella vita privata che pubblica.
Storicamente in tempi precedenti alla invenzione della fotografia, ebbero importanza le correnti pittoriche che si richiamavano al "vedutismo". A Venezia questo genere si sviluppò nel XVIII° secolo come richiesta
Francesco Guardi: La partenza del Bucintoro
culturale di chi era un turista facoltoso e voleva tenersi in casa una testimonianza virtuale ma veritiera, di un luogo della città che aveva visitato. Oppure si trattava di avere un disegno che mostrasse quei luoghi lontani, con i colori e i tesori artistici, sentiti decantare. D'altra parte la bellezza dei luoghi non aveva bisogno di invenzioni. Bastava fissarne le realtà per superare ogni possibile fantasia. Si distinsero in quell'epoca, che si protrasse anche nel secolo successivo, pittori come Antonio 
Canal, Luca Carlevarjis, Bernardo Bellotto, Francesco Guardi, Michele Marieschi, Gaspare Vanvitelli, Johann Richter, Antonio Visentini, Francesco Tironi, Antonio Stom, Giacomo Guardi,  ed altri. Una apoteosi di raffigurazioni si diffusero in Europa ed ebbero origine anche dalle idee razionaliste dell'illuminismo. Ciò dimostrò una grande utilità quando di tali quadri vedutisti, ci si servì  per documentare lo stato dei luoghi antecedenti alla loro scomparsa per eventi naturali o bellici e nelle forti trasformazioni urbanistiche.
Luca Carlevarijs: Veduta piazza S.Marco
Il vedutismo ci ha fatto osservare ciò che vedevano i nostri antenati e che il tempo ha fatto scomparire dalla contemporaneità. Più le descrizioni dei pittori si 
rivelarono esatte e maggiore divenne il valore documentale di quei dipinti. I centri storici di Varsavia e di Dresda, ad esempio, vennero cancellati dagli eventi bellici ed in diversi casi i quadri del veneziano Bernardo Bellotto  che aveva dipinto quelle antiche capitali alla metà del settecento, furono utili per ricostruire alcuni prospetti di edifici e di piazze, nelle loro proporzioni e colori. 
Questo vale anche per i paesaggi, dove il confronto con la realtà è motivo di scandalo.
Bellotto: Una veduta di Varsavia
Bernardo Bellotto : Veduta di Varsavia
Piranesi con le sue celebri incisioni di rovine della Roma antica, a fine settecento, coglie una città Eterna tra antica grandezza e decadenza dove  pascolano  greggi di pecore tra le rovine di templi dimenticati. Alcuni dipinti mescolavano realtà e invenzioni. L'Artista manifestava la sua volontà di testimoniare, nel ristretto spazio di una tela, sentimenti contrapposti: memorie suggestive  o malinconiche, paesaggi sullo sfondo di vedute reali e nuovi soggetti come viandanti, lavandaie, boscaioli o cavalieri di passaggio. Una nuova umanità quotidiana 
sostituiva le figure di principi e di santi, si apriva ad un realismo, paragonabile a quanto 
Francesco Guardi: La Piazzetta verso l'isola di san Giorgio
Francesco Guardi: La Piazzetta
avvenne nel cinema con il "neorealismo". Il vedutismo si diffuse in tutta Europa. La nostra memoria collettiva acquistò allora degli ingredienti di contemporaneità o modernità. I ricordi entrarono con la pittura nel nostro inconscio. Sarebbero stati protagonisti nella evoluzione della sociologia e psicanalisi. E l'Architettura ebbe dinanzi la scoperta della sua forza emotiva divenendo soggetto principale del suo rapporto fra noi stessi e il tempo.
B:Bellotto: Veduta di Dresda dal fiume Elba(1748)
B.Bellotto: Dresda e piazza del mercato (1749)

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