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NEOM: città-territorio futura in Arabia Saudita |
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Antonio Sant'Elia |
comunicazioni, gli spazi di relazione, la qualità della vita, dovrebbero essere i più avanzati al mondo. Lo Stato Arabo ha garantito investimenti per circa 500 miliardi di dollari al fine di trasferire le enormi riserve economiche derivanti dalla vendita del petrolio ad un nuovo sistema economico articolato che dovrebbe modificare anche la vita sociale e politica del Paese. Questa è una enorme scommessa. Oggi questa Monarchia ereditaria è ancorata nel rigido connubio fra Religione e Leggi, lontana dalla parità di genere e da standard di democrazia così come concepiti in occidente. Quale città sarà quindi Neom, attorno alla quale già si sono precipitati imprenditori da tutto il mondo per entrare in un gigantesco affare economico, senza confronti nel panorama internazionale? In Cina dove si erano già fatte le esperienze di investimenti per decine di nuove realtà urbane, i risultati sono oggetto di una riflessione e di una analisi critica. In Europa abbiamo avuto esperienze fin dal XVIII°/XIX* secolo di nuove città. Su tali presupposti sono nate teorie politiche e sociali, con la storia dei territori e delle città, mescolate fra stratificazioni impresse dalla cultura dei luoghi e dall'impronta del tempo. Le sfide urbanistiche portano con sé, travolte o dimenticate, le analisi del Novecento. Tutte le varianti del Socialismo apparse nell'ultimo secolo e che avevano l'obiettivo di conseguire libertà ed eguaglianza per tutti, si sono gradualmente spostate sul piano diretto e controllato della finanza dove la tecnologia è utilizzata per allargare la uniformità di pensiero e quindi spingere spesso verso una certa falsificazione della storia.
Herbert Marcuse, scomparso nel 1979, scrisse nel 1964 un saggio che ebbe grande popolarità, intitolato "L'Uomo a una dimensione" dove si analizzavano le distorsioni nelle società industriali, tra potere e democrazia. Queste appaiono ancora attuali e ci spiegano che senza analisi non si sorregge alcun impianto culturale e politico, perché la tecnologia è uno strumento non sufficiente per governare la qualità dei comportamenti collettivi. Georg Simmel (Berlino 1858/ Strasburgo 1918), che fu uno storico e pioniere nella sociologia , scrisse nel 1900 "La Filosofia del denaro e nel 1918 "Il conflitto della cultura moderna". Ad un secolo di distanza l'attualità di tali concetti è sorprendente. E ci
confermano come teoria e prassi, anche in architettura ed urbanistica, sorreggano un articolato e profondo sistema di rapporti individuali e collettivi. Secondo Simmel la vita è un fluire incessante che produce forme in continua tensione. La vita " è la lava del vulcani che, emergendo dalle profondità, si raffredda e si rapprende con forme sempre diverse generatrici di nuove emozioni. La tensione continua tra contenuto e forme produce il cambiamento culturale". Sui territori dove più sono presenti le generatrici dei rapporti sociali ed economici, la tecnologia si è sviluppata grandemente ma le idee e le emozioni sono spesso chiuse nel recinto perché fanno paura. Progettare città significa ospitare uomini liberi e l'architettura quando è vera, è un inno alla libertà.
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