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| Campagna del WWF contro la plastica |
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| Radio in Bakelite |

fiumi, di milioni di tonnellate di prodotti di plastica non degradabile. Un problema enorme che sconvolge l'ecosistema del Pianeta. Ne è un esempio quanto avvenuto di recente a causa di fenomeni estremi in vaste zone d'Italia : venti, piogge, mareggiate, hanno devastato la costa ligure e le montagne venete, causando la distruzione di interi boschi, spianati dalla furia di venti che hanno raggiunto i 200 km/ora. Si stima che la perdita superi i 300mila alberi sull'Altopiano di Asiago e milioni di piante in Cadore. L'acqua alta ha raggiunto 166 cm su Venezia e sulle isole lagunari e causato danni gravi anche alla basilica di S.Marco. Questi drammatici eventi si uniscono a quelli causati dall'uomo. Nel Pacifico settentrionale è stata individuata un'area di circa 1 milione di kmq dove, per le correnti, si è formata una sorta di "isola" artificiale, densa di 335mila oggetti di plastica per kmq. La plastica che è un prodotto indispensabile in epoca moderna, costituisce il terzo materiale più diffuso sulla Terra, dopo l'acciaio e il cemento. Un settore delle Nazioni Unite (Ump) ha calcolato che di 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno raggiungono i mari, 2/3 provengono da 5 Paesi Asiatici: la Cina con 3,5 milioni di rifiuti di plastica è in vetta alle classifiche, seguita dall'Indonesia, dalle Filippine, dalla Thailandia e dal Vietnam. Poi vi sono la
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| Un mare di plastica |
Un materiale che conobbe un grande successo ed utilizzo e che aprì un territorio inesplorato anche al nuovo settore del Design. Il processo per la produzione del PVC (polivinilcloruro) venne scoperto nel 1912 dal chimico Fritz Klatte ed aprì anch'esso sviluppi industriali enormi. Nel 1913 vi fu la creazione del primo materiale flessibile e trasparente, il Cellophane. Nei decenni successivi con lo studio dei polimeri naturali e sintetici, l'industria chimica utilizzando come materia prima il petrolio, produsse e diffuse altri materiali come
il "Nylon" che fu utilizzato nel settore tessile e diede sviluppo alle fibre sintetiche, seguito dal "PET" usato per l'imballaggio anche alimentare e che nel 1973 brevettato per bottiglie leggere e resistenti agli urti, divenne di uso comune per acque minerali e bibite. Tra le tante altre varianti si possono citare negli anni '50 la "Fòrmica" usata per laminati di rivestimento per mobili e per stoviglie, il "Polietilene" che ci porta al nome del chimico italiano "Giulio Natta", premio Nobel nel 1963. Scoperto nel 1954 questo materiale ha avuto una diffusione enorme, con il nome di
"Moplen", invadendo con l'industria ogni continente. Da tanti prodotti divenuti indispensabili ma praticamente indistruttibili in Natura, occorre perciò passare a prodotti "biocompatibili" e perciò degradabili interamente. Una società italiana come la "Bio On" sembra all'avanguardia in questo campo. Studiando ed utilizzando prodotti totalmente degradabili che sono derivazione di scarti alimentari, ha testato l'uso di batteri presenti in natura che dissolvono in breve tempo la plastica. Tali batteri possono eliminare sversamenti di petrolio, sostituire materiali plastici in tutti i campi: tessile, medico, automotive, giocattoli, alimentare.
Oggi movimenti ambientalisti sono attivi in ogni Continente. ![]() |
| Auto elettriche del futuro |
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| Inquinamento dei mari |
frontiera del XXI° secolo. Occorre che in tutte le sedi ci sia la volontà che questi ideali si trasformino in comportamenti etici e che nelle economie rispuntino vecchie idee dimenticate. Come quelle che già 50 anni or sono erano lo slogan di studenti visionari e di pochi professori, scandite sulle strade : "Contro i sensi vietati, bisogna percorrere le strade del possibile". In uno dei manifesti stava scritto: "1968 niente come prima" . Illusione o profezia? Ancora oggi il giudizio resta sospeso.







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