IL GIOCATTOLO di Gianfranco Vecchiato
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Amsterdam/Rijksmuseum: la casa delle bambole sec.XVII° |
La sinfonia dei giocattoli è un'opera di fine settecento attribuita da alcuni ad Haydn, da altri a Leopold Mozart. Si rivolgeva non solo ai ragazzi ma ad una platea che si andava allargando, in quella Vienna multiculturale dove la musica ispirava anche la società in cambiamento. I giocattoli diventavano un soggetto di analisi non solo musicale. La creatività che è un aspetto strutturale nella vita umana, inizia da bambini e si sviluppa anche attraverso il gioco. L'inglese John Locke (1632/1704) fu il primo pedagogo ad affermarne l'importanza nella formazione evolutiva ma tale assunto faticò ad affermarsi nella Inghilterra metodista dove prevaleva una idea religiosa ed austera di educazione civica e personale che non dava molto spazio ai sentimenti. Fu il dibattito illuminista a spezzare queste barriere e i temi delle libertà individuali coinvolsero anche gli aspetti ludici. Nel 1762 , scrivendo l'Emilio, Jean Jacque Rousseau sostenne non solo l'utilità ma la funzione positiva del gioco necessaria a procurare divertimento e gioia nei piccoli e negli adulti. Questo aspetto veniva messo in relazione con lo sviluppo delle libertà espressive. Il giocattolo fu quindi inteso come un mezzo per formare la creatività e mettere in relazione il mondo interiore con quello esterno. Le complessità delle invenzioni tecniche ed industriali aggiunsero dalla fine del '700, fino a tutto il XIX° secolo, nuove tipologie meccaniche al tradizionale giocattolo, le cui antichissime origini si trovano anche tra le tombe etrusche e dell'antica Roma, come in Cina e in tutti i continenti. Le idee pedagogiche di Friederich Frobel a metà ottocento, poi di Jean Piaget ed altri, l'uso educativo nel metodo scolastico sviluppato da Maria Montessori contribuirono alla consacrazione dell'utilità formativa del gioco e del giocattolo: " i giochi dell'infanzia sono i germi di tutta la vita a venire...". Si sviluppò una imponente industria del giocattolo, specialmente in Germania, in Francia ed in Gran Bretagna, dove nuovi strati sociali chiedevano prodotti sempre nuovi e migliori. |
Palazzo Rospigliosi (Zagarolo) Museo del giocattolo |
Lanterne magiche, bambole parlanti, giocattoli di latta, meccani, navi, trenini, carrozze e poi automobili, soldatini, piccole case in miniatura, si aggiunsero ai classici giochi dell'oca, della tombola, degli abecedari. Una storia a parte è quella del gioco degli scacchi che ebbe una antica origine orientale, introdotto in Italia attorno all'anno mille. Ritenuto un gioco sottile e nobile venne adottato dalla aristocrazia come elemento di distinzione. Un esempio di tradizione urbana viene dalla città murata di Marostica sulla cui piazza è disegnata una grande scacchiera che ospita ogni due anni dei tornei con persone in costume. Nel 1899 sorse a Brooklin il Children Museum, il primo Museo dei bambini, seguito da un secondo museo che si aprì a Boston; oggi negli Stati Uniti se ne contano circa 300. Gli Stati Uniti sono poi la patria di Walt Disney che rivoluzionò con i cartoni animati il cinema moderno. In quei cartoons i giocattoli si animano di vita |
Il soldatino di stagno (Andersen) |
propria e uno dei più noti si ispira alla favola di Hans Christian Andersen, "il soldatino di stagno", dove si immagina che allo scoccare della mezzanotte, i giocattoli nella stanza dei ragazzi prendano vita e per qualche ora esprimano i loro sentimenti. In Italia a Genova nel 1998 è stato aperto l'Mper Ebanisteria, che si rivolge al settore dell'intaglio e dell'intarsio, un'arte antica che ebbe in passato grandi tradizioni con la creazione di vere opere d'arte. Un noto esempio è dato dalla "casa delle bambole", capolavoro di miniatura del XVII° secolo che un privato, Johannes Brandt regalò alla moglie Petronella Oortman. L'opera è esposta al Rijksmuseum di Amsterdam. In questo settore l'Italia ebbe ebanisti di fama indiscussa. Nel 2005 in provincia di Roma a Zagarolo è stato aperto nel Palazzo Rospigliosi un museo del giocattolo che è per dimensione il più grande d'Italia. Numerose collezioni private non hanno ancora in Italia un adeguato pubblico e questo settore, che può certamente avere una funzione culturale e pedagogica potrebbe essere un tema per realizzare nuove diverse realtà sui territori di più antica tradizione.
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