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Progetto per Area di Bagnoli (NA) |
"Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza..." Sono versi di Lorenzo dè Medici detto il "Magnifico", Signore della Firenze del XV° secolo che era il centro culturale d'Europa. La scoperta del "Nuovo Mondo" avrebbe aggiunto nuove visioni e velocità al futuro fino ad allora rappresentato nella "città ideale" disegnata da Francesco di Giorgio Martini e da Leon Battista Alberti. Il "Domani" corrompe la "Giovinezza" ma l'opera d'Arte offre l'approdo per una incorruttibilità culturale della materia. Quanto dobbiamo alla scienza ed alla tecnica per la comprensione del mondo, appartiene all'umanità. La biologia ci condiziona nel presente, il tempo ci condiziona il "domani" ma ai limiti temporali si oppongono oggi le nuove dimensioni virtuali.
Così nelle Esposizioni, nelle Fiere, in varie Mostre, nei Concorsi di progettazione, si coglie anche una irrazionale fuga nell'astrattezza. I fermenti, le idee e i sorprendenti progetti innovativi che escono dalle scuole di design e di architettura nel mondo, parlano con nuove tecnologie e con materiali creati dall'industria.
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Spingono all'ottimismo contro ogni attualità e disegnano mondi che nel computer paiono cristallizzati e fermi nel tempo e nello spazio: persone in lettura, bimbi che giocano, visioni di serena compostezza. Un mondo virtuale e sempre più spesso inesistente, per le difficili convivenze urbane e sociali che i programmi di disegno dei progettisti non colgono nella realtà, e che non portano a leggere correttamente il futuro ma lo pubblicizzano come un prodotto, come una merce. In altri casi anche quando si opera seriamente i drammi ambientali sovrastano le idee. Renzo Piano ha presentato per Genova, sua città natale, un progetto che ridisegna nuovi margini portuali e marittimi, e che vuole far riconquistare al mare territori dai quali l'acqua era stata allontanata: " Si procederà a togliere più che a mettere": un canale largo fra i 20 e gli 80 metri penetrato dall'acqua circonderà il Porto Antico collegando con un percorso pedonale di tre chilometri il Palasport che sembrerà un'isola. Alcune costruzioni maschereranno alla vista la vecchia strada sopraelevata e una nuova Torre piloti alta 70 metri sarà costruita sulla diga.
Sarà un progetto urbano di riqualificazione a distanza di 20 anni dall'Expo per le Colombiadi dove già l'architetto era intervenuto ridisegnando le aree e le banchine centrali del porto di Genova. L'opposizione al progetto si è già fatta sentire da chi ha interessi nella zona ma è lo stato precario e il dissesto urbanistico della città e dell'hinterland, dove ad ogni pioggia si contano danni e spesso vittime, a cui occorrerebbe dare la precedenza prima di ricostruire il futuro. Sul mare c'è anche un intervento di recupero ambientale ed urbano nell'area di Bagnoli, vicino a Napoli, sul Golfo dove sorgevano le acciaierie. Un'area di grande pregio che era stata devastata in passato potrà recuperare il suo ruolo. Su questi ed altri casi sorgono sempre degli interrogativi. Basteranno i finanziamenti? Ci saranno scandali? Andrà tutto secondo i tempi ed i programmi prefissati? Ci sono poi dei simboli che l'Architettura esalta nella riflessione delle forme che essa propone. E' il caso, tra tanti, del "percorso della memoria" nel cimitero di Stoccolma progettato dallo svedese Sigurd Lewerentz nel 1915 insieme ad Erik Gunnar Asplund o degli spazi della Chiesa di S.Marco a Bjoerkhagen del 1960. Nelle architetture del messicano Luis Barragàn (1902/1988), ci sono plasticità, colori, espansioni di volumi. L'Unesco nel 2004 ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità la sua casa-studio costruita nel 1948. Ci sono opere neoespressioniste dello statunitense Steven Holl, quelle ispirate ad un neorazionalismo del tedesco Mathias Ungers dove convivono in dimensioni diverse, forme espressive in trasformazione.
La modifica della realtà è un ruolo dell'architettura, tanto più utile se nell'immergersi sui problemi dei territori, aiuta a risolverli senza utopie virtuali. Questo potrà influire sulle trasformazioni del tempo, e quindi anche sul "domani". In questo senso ogni vera architettura ha in sé un fine "rivoluzionario" oltre che espressivo che gareggia filosoficamente con l'età biologica della "Giovinezza" che è il primo tratto della vita umana, quello ascendente di conoscenza, di pensieri, di passioni. Le Forme, in quel periodo della vita, influiscono sulla nostra mente così come l'ambiente condiziona l'architettura ed essa a sua volta segna il tempo che l'ha generata. In questo si cela quel "mistero" di cui parlava A.Aalto. E' un fine in parte anche morale. Appartiene all'individualità che ha dinanzi qualcosa di inafferrabile: " ... che si fugge tuttavia. Del doman non c'è certezza..."
IMMAGINI DAL ... DOMANI
Così nelle Esposizioni, nelle Fiere, in varie Mostre, nei Concorsi di progettazione, si coglie anche una irrazionale fuga nell'astrattezza. I fermenti, le idee e i sorprendenti progetti innovativi che escono dalle scuole di design e di architettura nel mondo, parlano con nuove tecnologie e con materiali creati dall'industria.
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Genova/ Arch. Renzo Piano Progetto del "Porto Antico" |
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Alluvione a Genova |
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Arch. Sigurd Lewerentz (1885/1975) Percorso della memoria |
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Arch. Steven Holl |
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Città Ideale Rinascimentale Francesco di Giorgio Martini |
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Arch.Mathias Ungers (1926/2007) |
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Messico/Arch. Luis Barragàn (1902/1988) |
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Casa Studio (Unesco 2004) Arch.L.Barragàn
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Bjoerkhagen/ Arch.Sigurd Lewerentz Chiesa di S.Marco 1960 |
IMMAGINI DAL ... DOMANI
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Arch. Steven Holl |
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Arch. Steven Holl |
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