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Giuliano da Sangallo (1445 /1516) |
Antonio e Giuliano da Sangallo e Francesco di Giorgio Martini furono, nel Rinascimento italiano, tra i migliori architetti nell'Arte militare. Fecero parte della Corte di Lorenzo il Magnifico, Signore di Firenze, che in continuità alle opere di Brunelleschi e di Leon Battista Alberti, raccolse artisti attorno ad una visione del mondo guidata dalla venustas, dalla firmitas e dalla utilitas di Vitruvio. Attorno a questi obiettivi, l'Arte guidava e plasmava anche le scelte tecniche. Quando gli eserciti si dotarono di artiglierie sempre più potenti, si dovette ripensare radicalmente ai luoghi di difesa con il rafforzamento o la modifica di castelli e la creazione di nuovi bastioni, per migliorare le resistenze ai proiettili e contrastare il tiro dei cannoni.
Mutarono così i rapporti fra le città murate e la campagna e questo influì per secoli anche sull'urbanistica. Le cinture murarie difensive costruite in mattoni risultarono più economiche e più adatte di quelle in pietra, che veniva comunque usata dai Sangallo per "cucire" ed irrigidire verticalmente le lunghe cortine di mattoni. La pietra divenne anche un elemento decorativo per esaltare le strutture ed ingentilire i borghi che esse contenevano.
Sulle Mura sorsero dei Bastioni pentagonali bassi, furono arrotondati gli spigoli in modo da
far "scivolare" i colpi in arrivo e piazzate delle lunette per collocare delle batterie non visibili dagli spalti. Il forte di Sansepolcro e quello di Arezzo, come la cittadella di Civita Castellana, la fortezza di Livorno e quella di Nettuno, furono alcune delle loro più significative realizzazioni. La Repubblica di Venezia accolse subito le novità adattando e rafforzando le mura di Padova e di Verona e a difesa dei territori dai Turchi, costruì la città-fortezza di Palmanova, in Friuli.
Così nell'Egeo si distinse la fortezza veneziana di Candia che resistette per 10 anni all'assedio Turco. La città degli Estensi di Ferrara si dotò della "Addizione Erculea" con l'ampliamento delle mura cittadine che sono ancora tra le sue caratteristiche urbane; in Toscana il Granduca Cosimo I° fu autore di imponenti lavori in diversi centri: da Siena a Pistoia, da Volterra a Pisa, da Empoli a Cortona, a Livorno ed a Portoferraio nell'isola d'Elba. A Roma si costruì il pentagono fortificato attorno a Castel Sant'Angelo e nel Regno di Napoli si rafforzarono Capua ed altri punti strategici. Sulle esperienze dei Sangallo si formarono generazioni di architetti e di ingegneri militari in ogni parte d'Europa. Ad Anversa, nelle Fiandre, Francesco Paciotto e Galeazzo Alghisi costruirono una "cittadella" militare che sarebbe diventata un modello. Si formarono specialisti come Menno van Coehoorn (1641/1704) che utilizzò fossati che circondavano forti a pianta stellare con murature e terra battuta e fu autore di numerosi forti a Nimega, a Breda, a Mannheim in Germania. In Francia dove le guerre portavano spesso ad assedi prolungati attorno alle fortezze si distinse Sebastien Le Prestre de Vauban (1633/1707), che divenne Maresciallo di Francia e servì il Re Luigi XIV°. Innumerevoli i forti da lui costruiti: Bayonne, Belfort, Arras, Cambrai, Perpignan, Maastricht, Namur, Lilla, etc..
Dopo tre secoli all'inizio dell'800 i concetti di Fortezza cambiarono e mutarono rapidamente le condizioni di utilizzo. I luoghi delle costruzioni di fortezze furono i confini. Ma la loro staticità era diventata anche la maggiore ragione della loro vulnerabilità. I forti corazzati costruiti durante la prima guerra mondiale e specialmente i due sistemi difensivi contrapposti, costruiti prima della seconda guerra mondiale tra le sponde del Reno, furono resi sostanzialmente inutili dagli eventi bellici. In Francia la Linea Maginot, dal nome del Ministro francese che la avviò nel 1928 e che terminò nel 1940, posta tra il Belgio e la Svizzera a cui si agganciavano fortezze sulle roccaforti alpine, dimostrò, alla prima prova, tutta la sua inefficacia. L'enorme e costosa opera con gallerie e ferrovie sotterranee dotata di strutture corazzate fu rapidamente aggirata, nel 1940, dalla Wehrmacht che passando per il Belgio la resa inoffensiva . Mentre quella opposta, il Westwall, lunga 600 km oltre il fiume Reno, non poté nulla, alla fine del 1944, quando fu investita dalle truppe alleate che penetrarono in territorio tedesco. Nel libro "Il deserto dei Tartari" lo scrittore Dino Buzzati, racconta la vita nella immaginaria fortezza "Bastiani" dove la ossessiva attesa di un nemico spegne e consuma nel tempo le energie di soldati ed ufficiali nella monotonia dell'isolamento. La più imponente muraglia difensiva umana, Patrimonio Universale, è la Grande Muraglia cinese la cui lunghezza è ancora discussa. Si va dai 7mila se si considera quella parte costruita sotto la dinastia Ming (1388/1644) ai 20mila e oltre se si considerano nel suo sviluppo le parti iniziate già nel IX° secolo a.C. e concluse da Chin Shih-Huang-Ti tra il 244 e il 210 a.C. Queste opere segnano aspetti storici e culturali dell'uomo che superano la razionalità e ne sondano la sua più profonda Natura.
Per questo le nostre fortezze antiche, ci richiamano all'Italia del Rinascimento che era ricca d'Arte, di colori, di passioni, di condottieri, di artisti, di banchieri. Era al centro del mondo occidentale e sviluppò in tre secoli una tale spinta nel campo delle innovazioni, da conquistarsi il primato nella bellezza. Anche dentro a luoghi minuti, abbarbicati su colli, rocce e declivi o vicino al mare, si scontrarono in guerre intestine, famiglie potenti, avventurieri, armate in transito per la Terra Santa, Saraceni e Crociati. Quelle mura di difesa, un tempo create per "Potere", sono oggi un suggello e un simbolo d'arte e di armonia, dinanzi ad un'altra violenza urbana. Quella di una edilizia che ha stravolto molti territori e che comprende l'invadenza delle auto e molti interventi di cattivo gusto. In quel lontano periodo in cui si concepirono strutture di difesa costruite nel primato della bellezza come se dovessero durare nel tempo e non temere la rovina, le radici culturali traevano forza dall'antichità classica e fiorirono con l'Arte come senso comune e valore civico quotidiano, frutto di grande manualità, di gusto, di equilibrio, di composta misura nei rapporti fra vita personale e vita pubblica. E' necessario annodare quei fili lontani per dare al nostro presente una lettura diversa. Si può fare conoscendo la storia ed avendo rispetto per essa. In una Nazione come l'Italia ciò dovrebbe essere una qualità naturale e per certi aspetti obbligatoria. Da una crisi che non è soltanto economica ma di Valori, si esce ripensando anche al proprio grande passato e ricordando quanto scriveva il filosofo e politico Niccolò Macchiavelli (1469/1527): " La Natura ha creato gli uomini in modo che desiderino ogni cosa e non possono conseguire ogni cosa: talchè essendo sempre maggiore il desiderio che la potenza di acquistare, ne risulta la mala contentezza di quello che si possiede e la poca soddisfazione".
Mutarono così i rapporti fra le città murate e la campagna e questo influì per secoli anche sull'urbanistica. Le cinture murarie difensive costruite in mattoni risultarono più economiche e più adatte di quelle in pietra, che veniva comunque usata dai Sangallo per "cucire" ed irrigidire verticalmente le lunghe cortine di mattoni. La pietra divenne anche un elemento decorativo per esaltare le strutture ed ingentilire i borghi che esse contenevano.
Sulle Mura sorsero dei Bastioni pentagonali bassi, furono arrotondati gli spigoli in modo da
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Rocca di S.Leo (Rimini) |
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Roma: Castel Sant'Angelo Arch. Antonio da Sangallo: nuove fortificazioni nel XVI° sec. |
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Bastione di Civita Castellana Arch.Antonio Sangallo |
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Palmanova Fortezza Veneziana 1593 |
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