PAESAGGI PERDUTI di Gianfranco Vecchiato
Bassano /il Monte Grappa fronte di guerra |
Gorizia,
San Michele, San Martino del Carso, Doberdò del Lago, monte Hermada,
sono nomi che si incontrano in prossimità dell’attuale invisibile
frontiera fra Italia e Slovenia.
Luoghi un tempo remoti
dove finirono le loro vite, dalle due parti del fronte, migliaia di
giovani.
Dopo una curva e un
leggero pendio, si entra in una fitta vegetazione che in autunno
acquista i colori infuocati del rosso e del giallo. Pare incredibile
ma è accaduto.
“Si sta come
d’Autunno sugli alberi le foglie… E’ il mio cuore il Paese più
straziato…” Scriveva il fante poeta
Giuseppe Ungaretti giunto nel 1915 sul Carso di Sagrado. “…
Avevo davanti un paesaggio di desolazione, dove non c'era niente; era un pò
Vegetazione a S.Michele del Carso |
come il deserto: c’era il fango, poi c’erano dei pietroni ... Il fango del Carso , come una delle cose più orribili
che si possano immaginare: un fango liscio, rosso. Si sdrucciolava su
quel fango e poi si rimaneva appiccicati…” Ricorre un secolo
dall’inizio della “Grande Guerra” che provocò, secondo diverse stime oltre 17 milioni di
morti, la caduta dell’Impero in Russia, in Austria-Ungheria, in
Germania, di quello Ottomano, la crisi delle Democrazie occidentali,
la nascita di nuove Nazioni, la germinazione di nuovi Nazionalismi,
del Fascismo e dell’instabilità che portò poi al Nazismo,
Cimitero di Redipuglia Raccoglie 100.000 morti (Gorizia) |
alla
guerra di Spagna, ad un’altra e più devastante guerra mondiale.
Cosa si legge peregrinando fra quegli Ossari, tra Paesaggi aspri
che, sul fronte italiano, percorsero gallerie scavate nella roccia
delle Dolomiti, sull’Altopiano dei 7 Comuni o lungo il Piave e fra
le colline del Montello, in un itinerario fra memorie lontane,
fissate da foto in bianco e nero, tra volti di rassegnato destino?
Forse si legge la richiesta di non essere dimenticati. Anni fa visitando a Verdun, il monumento che i francesi
Fante tedesco 1915 |
eressero negli anni’20 ai
caduti su quel terribile fronte, era stata allestita una mostra dove erano allineate le fotografie di
anziani reduci che tenevano ciascuno in mano la foto della loro
giovinezza in divisa. Erano dei “sopravvissuti” che senza
retorica si mostravano al tempo nel declinare della loro esistenza a
ricordare quanti ebbero spezzata la loro vita ed il loro destino. Nell'odierna
Cimitero Monumentale a Verdun |
Europa, ancora attraversata da crisi e da tensioni, sarebbe
importante riunire ciascuna memoria a quelle stratificazioni urbane,
di arte e di vita quotidiana che sono state distrutte e cancellate
da due guerre mondiali e che le ricostruzioni successive hanno
sepolto e dimenticato. L'attuale tecnologia
potrebbe fornire gli strumenti per questi obiettivi, e
l’Architettura e il Design saprebbero certamente dare una immagine alla rilettura
di paesaggi che sono cambiati profondamente e intimamente anche per il
caotico sviluppo edilizio di anni recenti. Una parte enorme del
patrimonio culturale dell’Europa uscirebbe dall’oblio e dalla
rimozione delle coscienze. Questo contributo collettivo attraverso
il Continente, richiamerebbe le comuni radici e sarebbe la migliore
sfida per dare profondità
al futuro, che è sempre prodotto da
stratificazioni a cui ogni generazione dà e toglie. Penso che su questo nuovo
“fronte” l’Architettura potrebbe fare la sua parte più
autentica.
Fronte italiano 1915/1918 |
Cimitero americano in Normandia |
Cimitero Britannico in Italia |
Berlino - Karlshorst Museo di Guerra Tedesco-Russo |
Caen 1945 |
Dresda 1945 |
Stalingrado 1945 |
Vienna 1945 |
Nessun commento:
Posta un commento