I PENSIERI DEL PRINCIPE di Gianfranco Vecchiato
Carlo d'Inghilterra |
Mantova. Palazzo Ducale |
In questo caso non si confrontano opinioni politiche ma culture diverse. La valutazione di "Patrimonio dell'Umanità" decretata dall'Unesco rischia di essere compromessa. Si riapre il tema di come si possano difendere e trasformare luoghi di grande bellezza senza alterarne definitivamente la loro identità. In Liguria lungo la costa stretta fra il mare e i monti, dove l'equilibrio geologico è messo alla prova dai mutamenti climatici, aumentare la cementificazione significa accrescere i rischi per il territorio. E questo vale per tanti altri casi. Dalla Sicilia, al Veneto, nei luoghi dove al turismo viene proposto un modo inutilmente aggressivo, di investire su insediamenti che hanno una breve durata di utilizzo e una perdita definitiva di immagine.La Costituzione italiana all'art 9 afferma: "La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Questi "beni" rappresentano l'identità culturale del Paese e un lascito da trasmettere alle future generazioni. Non sono Beni "nostri" ma un patrimonio universale. La formazione culturale parte dalla scuola e si estende poi all'intera società. Questo è il vero antidoto per far crescere una coscienza civica all'altezza della storia e del patrimonio artistico in Italia. Ai problemi dell'architettura e delle trasformazioni in luoghi di antica tradizione ha voluto qualche anno fa dedicare il suo pensiero anche il Principe Carlo d'Inghilterra.
Pianta antica di Mantova |
Borgo Ligure
Villaggio Inglese
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Digione(Francia) Un angolo del centro storico |
Praga. Arch. F. Gehry :"Ginger e Fred" Una "Contaminazione" riuscita. |
E' nota la sensibilità del Principe di Galles su questi temi e sono interessanti le sue osservazioni che non temono di andare, a volte, controcorrente. Amante dell'arte italiana, il Principe ha creato una fondazione che ha sede a Todi, in Umbria. Egli è entrato spesso in polemica con l'establishment culturale del suo Paese e specialmente con gli architetti che, sostiene, abbiano in molti casi trasformato nel dopoguerra lo stile e la qualità degli edifici e servito politiche speculative. In un passaggio del suo libro si legge: "...l'architettura contemporanea deve rispecchiare, secondo gli architetti, il dominio dell'alta tecnologia e l'evidente trionfo meccanico dell'uomo sulla natura che, per tanto tempo, l'ha tenuto in scacco. Evidentemente, in questo ordine di idee, il passato è ampiamente irrilevante e il suo significato e le sue lezioni devono essere cancellate. Credo che quando l'uomo perde il legame con il passato, perde l'anima. Allo stesso modo se respingiamo il passato architettonico, allora anche i nostri edifici perdono la loro anima. Se abbandoniamo i principi tradizionali su cui l'architettura si è basata per 2500 anni o più, la nostra civiltà ne soffre. Non c'è nulla di erroneo nell'imparare dal passato... Non siamo i soli a nutrire inquietudini per la strada intrapresa dall'architettura moderna..."
Mantova
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Londra. Arch. Inigo Jones |
La Rotonda
Arch. Andrea Palladio
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Monticello (Virginia)
Arch. Thomas Jefferson
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Avvenne anche negli Stati Uniti con il Presidente e architetto Thomas Jefferson (1743/1826) che fu influenzato dal classicismo visto in Europa. La casa da lui progettata a Monticello, presso Charlottesville, in Virginia, è stata a lungo un prototipo per molti edifici americani. E' una casa che mescola molti stili ma che, come scrisse Bernard Oudin nel suo "Dizionario degli Architetti": "parla con la sua fredda e commovente grandezza".
Veneto. Villa Emo. Arch. Andrea Palladio
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Palladio nel 1570 scrisse nei "Quattro libri dell'Architettura" una guida per costruire secondo regole di antica sapienza. Egli annotava in premessa che prima di costruire si debbano considerare : "... Tre cose senza le quali nessun edificio meriterà di essere lodato. E queste sono l'Utilità, la Durata, la Bellezza..." Sono le raccomandazioni di Vitruvio da Lui messe in pratica. Il tema si sposta quindi sul contesto dove un nuovo progetto si propone. E in questo caso anche l'architettura contemporanea nelle sue contaminazioni fra stili e rapporti di scala, deve saper rispettare i luoghi, le identità, i passaggi delle generazioni nel tempo. In un certo senso avere l'umiltà nel rapporto con la storia. A volte rinunciando a prevalere sulle preesistenze, in altri casi sapendo leggere e interpretare il passato e il futuro con il rispetto che questo percorso deve sempre avere. Accanto al Centro storico di Praga, rimasto intatto dalle vicende belliche del '900, in una testata d'angolo presso il fiume
Moldava, Frank Gehry ha costruito circa 20 anni fa un'edificio di non grande dimensione, che sembra danzare con le preesistenze. Uno sfregio? No. Un simbolo di modernità che ha riscontrato un vasto consenso fino a divenire una "icona" della Praga contemporanea. Integratosi nella fila di splendidi edifici in stile liberty, questa architettura ha saputo trovare con ingegno, innovazione e ironia, gli strumenti per contaminare positivamente il contesto. E così facendo ha storicizzato anche se stessa.
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