LA VENEZIA DI BRAGADIN di Gianfranco Vecchiato
SS.Giovanni e Paolo |
SS.Giovanni e Paolo |
Nella storia di Venezia l'anno 1571 resta uno tra i più tragici ed
epici. E' l'anno che vede in agosto la caduta in mano ai Turchi della fortezza veneziana di Famagosta nell'isola di Cipro. Ma è anche l'anno, due mesi dopo, della vittoria delle navi veneziane, alla guida nella battaglia di Lepanto. Famagosta stremata, che aveva resistito per 11 mesi in armi con 7 mila uomini, ottimamente guidati dai comandanti veneziani, all'assedio di 200mila Turchi, fu indotta alla resa, garantendone onore e salvezza. Kara Mustafà, comandante ottomano, violò il patto.
Fortezza di Famagosta |
M.Bragadin |
Tomba di M.Bragadin SS.Giovanni e Paolo |
Territori di Venezia e Impero Ottomano |
Antica torre veneziana sulla costa adriatica |
possesso veneziano. Si tratta di un tema storico rilevante sul piano culturale dove sono tanti i "rammendi che riguarderebbero Venezia, per 1000 anni Stato sovrano. E' il caso del "Bucintoro", di cui esiste per ora solo un modello fatto nel 1824. L'originale nave da cerimonia del Doge, utilizzata nel giorno dell'Ascensione per lo "sposalizio del mare", quando Egli, gettando nell'acqua un anello, pronunciava le parole: "in segno di vero e perpetuo dominio". L'ultimo Bucintoro, varato nel 1728, fu distrutto
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dagli occupanti Francesi nel 1797. Lo trovarono all'Arsenale e la furia ideologica che li animava portò a bruciarlo come simbolo di un potere detestato. Bruciò lentamente davanti all'Isola di S.Giorgio, umiliando i veneziani e distruggendo una grande opera d'arte. In quel periodo la città fu depredata di enormi ricchezze artistiche: quadri, monili, statue... Napoleone fece poi demolire la antica Chiesa di San Giminiano che sorgeva da secoli di fronte alla basilica di S.Marco, per il progetto delle nuove "Procuratie". Le demolizioni furono centinaia e molte confische portarono all'abbandono di isole in laguna un tempo floride ed abitate. Ferite che ancora da quell'epoca non si sono più rimarginate. Nei 60 anni di successiva occupazione austriaca, fino al 1866, Venezia è
Modello del Bucintoro |
stata urbanisticamente modificata con l'interramento di numerosi canali. La costruzione nel 1846 del ponte ferroviario, che collegandola alla Terraferma la tolse dall'isolamento, fu seguita dallo spostamento delle attività portuali nella zona di S.Marta, dove tutt'ora si trovano. Negli ultimi 150 anni molte altre traumatiche trasformazioni hanno inciso sul corpo della città.In qualche caso si cerca di "ricucire" gli strappi col passato. Il progetto di rifacimento del
Leone con la spada: Venezia era in guerra |
Bucintoro, ad esempio, ha preso forza in questi anni. Recentemente i Francesi contemporanei, a parziale riparazione, hanno tagliato dalle foreste dell'Aquitania e donato a Venezia, oltre 600 tronchi di rovere e quercia, predisposti per i cantieri che a Venezia si cimenteranno nell'impresa. Il Sindaco si è recato a Bordeaux per suggellare l'avvenimento. Nella sua storia anche Venezia ha depredato. Dal tragico saccheggio di Costantinopoli nel 1204, deviando dall'obiettivo della Terra Santa, furono portati via fra l'altro, i 4 antichi cavalli bronzei che ora in copia, sono sulla basilica di S.Marco, l'icona della Madonna di Nicopeia e
Coste dalmate |
molte altre preziose reliquie. Le colonne di Todaro e S.Giorgio, pietre e marmi tolti dall'arena romana di Pola; i leoni antichi a guardia dell'Arsenale e altre statue provenivano dalla Grecia... La storia si muove tra ragioni e torti. Camminando fra le calli veneziane, guardando case e monumenti, il turista frettoloso non coglie il racconto, guarda "il colore", le bellezze delle vedute, la vita sull'acqua. E nella cinica visione degli interessi, è accaduto spesso che anche architetti e urbanisti abbiano tagliato il passato come un ostacolo al progresso. Ma dall'uso di nuove tecnologie, dalla conoscenza dei materiali, dal rispetto dei "vincoli", da una autentica visione "storica" ed urbana, si alimentano le ragioni di una professione al servizio di una città giunta su un crinale della sua lunga esistenza. I nomi di architetti come Jacopo Sansovino, Andrea Palladio, Mauro Coducci, Antonio da Ponte, Baldassarre Longhena,
Venezia. Fondamenta alle Zattere. Casa Cicogna 1953/1956 Arch. Ignazio Gardella |
Michele Sammicheli, Gianantonio Selva e poi ancora di Sardi, Frigimelica, Massari, Scamozzi, Scarpagnino, Tirali... sono impressi in case e palazzi. Le loro testimonianze sono di pietre e di memorie. Molti nomi di contemporanei paiono non reggere il confronto . Se all'architetto Ignazio Gardella con il progetto di casa Cicogna, terminato nel 1956, si deve una tra le opere più rappresentative del '900, inserite nel tessuto storico della città, altri grandi nomi non sono riusciti a lasciare che proposte di carta. Le Corbusier, Louis Khan, F.Ll. Wright e altri non hanno visto tradursi in
opere i loro progetti. Carlo Scarpa ha lasciato alcune opere di interni tra le più importanti del '900, alla Fondazione Querini Stampalia, nel Negozio Olivetti a S.Marco, nelle Sale dell'Accademia.L'architetto Giancarlo de Carlo ha progettato tra il 1979 e il 1985 residenze nell'isola lagunare di Mazzorbo.
E' giustamente difficile progettare a Venezia. Il caso recente del Fondaco dei Tedeschi lo testimonia. E' stato l'architetto Rem Koolhaas a dover modificare l'approccio progettuale al tema proposto e ancora al centro di polemiche. Ma questo è un capitolo tutt'ora da scrivere e da interpretare. Il tempo, si sa, a Venezia fa con calma la sua parte.
Arch. Carlo Scarpa Fondazione Querini Venezia |
Arch.G.de Carlo (1919/2005) Case a Mazzorbo 1985 |
Arch.G.de Carlo Disegni per i progetti di residenze a Mazzorbo |
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