sabato 24 ottobre 2015

PITTURA

PITTURA                di  Gianfranco Vecchiato

Le spigolatrici 1881
Paolo Ferretti
Gaspar van Wittel
Roma-Castel Sant'Angelo
In un periodo in cui vengono travolti molti luoghi comuni e cambia sotto ai nostri occhi la percezione che abbiamo sul futuro, visitare un Museo, come quello di Reggio Emilia, che raccoglie molti dipinti sul paesaggio italiano o  contemplare dei quadri antichi, cercando il confronto con le filosofie di vita che hanno caratterizzato i nostri predecessori, può aiutarci a ritrovare un equilibrio con la Storia. La riflessione che ne consegue evidenzia perchè l'Urbanistica contemporanea sembra sempre più arrancare con le sue leggi, i suoi articoli, le discussioni sugli ampliamenti e sulle demolizioni di edifici e di parti urbane. Il bersaglio non è tecnico ma è culturale. Le trasformazioni del paesaggio, non solo italiano ma specialmente in quello italiano sono evidenti  confrontando questi dipinti con la nostra contemporaneità che, dopo aver  smarrito la forza di quelle realtà, appare a noi  quasi sconosciuta. La Cultura è socialmente alla base della formazione delle leggi e del rispetto civico che si nutre  con la conoscenza per la Storia dell'Arte. Il suo insegnamento dovrebbe quindi essere impartito fin dalle prime classi scolastiche e diventare, una vera lingua per la mente ed il cuore.
L'Alpe del Cusna 1870
Alfonso Beccaluva
J.Philippe Hackert
Cascata sull'Aniene a Tivoli
Una virtù  che ha fatto parte a lungo dell'anima profonda di ciascun italiano e che  era visibile nel paesaggio su cui si sono modellati paesi e campagne,  borghi, castelli, foreste, colori e sentimenti. La grande e lunga stagione che negli ultimi secoli hanno visto l'Uomo e la Natura confrontarsi e scoprirsi con l'Arte e con la Scienza, da alcuni decenni appare quasi spenta. Non si dipinge più un Paesaggio coi modi ereditati dal passato e il confronto con
l'attualità lascia tormentate riflessioni. In un recente articolo di Tomaso Montanari sul
Gaspar van Wittel
Roma porto sul Tevere
quotidiano "La Repubblica", prendendo spunto da un libro di Anna Ottavi Cavina dal titolo "Terre senz'ombra" nel quale l'autrice affronta il tema del paesaggio, si cita il ruolo che nella elaborazione della Costituzione italiana, sul tema del Paesaggio (art.9) ebbe Pietro Calamandrei che  fu uno degli artefici di quella stagione costituente.  

Quando nel 1944, si riaprì l'Anno Accademico nella città che  era stata da poco liberata,  da Rettore dell'Università di Firenze,  Pietro Calamandrei lanciò un altissimo richiamo morale: " L'Italia ha ancora qualcosa da dire.  Quello che più ci ha offeso è stato l'assassinio premeditato delle nostre città, dei nostri villaggi e delle nostre campagne, perfino del nostro paesaggio..." Ma Calamandrei non avrebbe potuto immaginare che nei decenni seguenti, si sarebbero trasformate spesso con le stesse leggi e con l'azione politica, luoghi di profonda armonia in grovigli di interessi mercantili, con investimenti demolitori ed uno
Il ponte dell'Ariccia  1853
Alessandro Prampolini
sviluppo che non ha considerato né la Storia del Paesaggio e nemmeno quella dell'Arte. Victor Hugo nel romanzo "I Miserabili" nel descrivere i moti insurrezionali di Parigi,  nel ribollire di tumulti e di aneliti alla libertà , tratteggia la figura del Ministro di polizia che rivolgendosi al Commissario Javer dice: "L'ignoranza è la migliore garanzia per l'Ordine". La Storia ha proseguito a sbalzi e ancora continuerà a farlo. Accanto a tante passioni, l'Arte attende, dentro lo spirito umano, come una parte inscindibile della sua esistenza, di essere sempre risvegliata. Trovare l'equilibrio fra noi e il mondo esteriore è la più forte garanzia di un cambiamento culturale profondo nella nostra concezione di sviluppo. Le vedute settecentesche di Gaspar van Wittel, che fu un pittore olandese, naturalizzato italiano e padre dell'architetto Luigi Vanvitelli, assegnano all'Arte il ruolo della memoria e della testimonianza. Quella che l'Architettura fatica a ritrovare. 

Gaspar van Wittel
1653/1736
La Pietra di Bismantova 1960
Giovanni Fontanesi
Piero Calamandrei
Firenze 1889/1956


giovedì 1 ottobre 2015

MARTE

MARTE                      di Gianfranco Vecchiato

Pianeta Marte: Valles Marineris
Marte prese il nome che gli antichi greci
Marte. Diego Velazquez
1640 Museo del Prado
Madrid
 diedero a quei lontani punti nel cielo, i Planetes e cioè i "vaganti".  Là abitavano  gli Dei dell'Olimpo, e a quello che   emanava un colore rossastro venne dato il nome del Dio della Guerra.   Marte era presente nella antica mitologia romana del I° secolo a.C. Simbolo di forza, di energia e vigore è stato nei secoli al centro di molte fantasie. I primi film di fantascienza, come la Guerra dei Mondi del 1953, lo indicavano come il pianeta da cui provenivano gli alieni distruttori della Terra.  Nel 1877 l'astronomo italiano Schiapparelli vedendo con un cannocchiale i numerosi "canali" che ne solcano la superficie,  ipotizzò che potessero essere artificiali, frutto di intelligenze che lo avevano abitato.

Sistema solare
Film: La Guerra dei Mondi di
Byron Haskin (1953)
Successivamente con più potenti telescopi si vide che si trattava di solchi naturali la cui origine resta da scoprire se avvenuta in tempi remoti dallo scorrimento di acque. Essendo il più vicino pianeta alla Terra, è stato oggetto di ipotesi di colonizzazione nel futuro. Satelliti e sonde lanciate in questi decenni sul pianeta "rosso" rivelano sorprendenti scoperte.
 L'ultima è quella della presenza di rivoli acqua salata che scorrerebbe a tratti lungo alcune zone del
Modello di struttura abitativa
pianeta. La perfetta simmetria di alcuni "canali" hariproposto anche interrogativi sulla loro origine. Così i misteri oltre che a svelarsi, si allungano e non è impensabile che sia prossima anche la scoperta di una qualche forma di vita tra le rocce aride ed i valloni deserti, tra canyon maestosi e polvere spostata dai venti. Altre missioni sono previste   ed è possibile che entro il 2050 possa partire anche una spedizione umana verso Marte. Il viaggio di andata durerebbe circa 6 mesi. Seguirebbe un atterraggio sulla sua superficie e quindi un ritorno sulla Terra. Simili alle antiche caravelle, altri viaggi nei decenni successivi e nei prossimi secoli, con astronavi sempre più perfezionate e con laboratori organici, porteranno alla costruzione di basi permanenti sul suolo marziano ed infine, ad una colonizzazione umana stanziale.

Modello di trasporto spaziale
Si immagina una progressiva se pur secolare e lenta fertilizzazione del pianeta,  favorendo la creazione di una atmosfera a cui lo scioglimento di ghiacciai dalle sue calotte polari e  l'estendersi della vegetazione, come avvenne sul nostro pianeta, determinerebbe anche una diversità  della sua temperatura. Teoricamente è una ipotesi che funziona ma non sappiamo se l'uomo sarà mai in grado di durare nel tempo e di perseguirla, superando enormi rischi, grandi avversità, adattamenti fisici, genetici, filosofici e culturali.
Kepler-186f: Una nuova Terra?
Forse sarà  inevitabile una colonizzazione di Marte perché la Terra è  a rischio e nella natura umana, fin dalle sue origini, c'è la spinta verso l'ignoto. 
Di tutto questo cogliamo ora solo i bagliori di un avvenire lontano secoli o millenni. Quali architetture, quali giardini, quali panorami vedrebbero quegli esseri umani nel loro nuovo habitat? La scienza aggiungerà  scoperte od invenzioni che nel nostro tempo non sono nemmeno immaginabili. Molti aiuti  verranno da "intelligenze artificiali", dai robots, da macchine create per aiutare a sopravvivere in queste zone inospitali. La
Ipotesi di cellule abitative su Marte
fantascienza sta cedendo il posto a realtà fatte di progetti e di programmi. Da quando nel 1969 , Neil Amstrong, fissò per primo la sua impronta sulla Luna, (" un piccolo passo per un Uomo, un grande passo per l'Umanità" ) il nostro sistema solare è stato studiato continuamente. Si sono ampliati i nostri orizzonti. Una sonda ha fotografato il suolo di Plutone, altre sonde si sono avvicinate a Giove, e verso i più remoti confini dell'Universo viaggia dal 1977 l'oggetto terrestre più antico: il "voyager" dove si trovano dei messaggi e una mappa stellare che indica a improbabili intercettatori, la nostra posizione. E' una specie di bottiglia lanciata in un immenso oceano ma c'è chi, come lo scienziato britannico Stephen Hawking, che ha una straordinaria quanto drammatica storia personale, paventa che sia per noi un grave rischio farci trovare da 
Rover Curiosity su Marte
eventuali "alieni". Egli ritiene che, come fu
 per gli "Indios", i
Ipotesi di cupola abitata su Marte
"Conquistadores" potrebbero essere loro e giungere allo scopo di colonizzarci o di distruggere l'umanità per i loro fini. Non lo sappiamo. Dibattiti su tali tematiche, sviluppate in congressi internazionali da diverse personalità scientifiche, indicano come la nostra evoluzione sia giunta ad una fase di maturazione che porta allo sviluppo anche della filosofia e della religione, su tali argomenti.   Ogni mese nuove scoperte, aggiungono e modificano le nostre idee sullo "spazio" profondo, su zone che rivelano la presenza di altri pianeti molto simili alla Terra. Come quello individuato nella 
Modulo spaziale italiano
Un trasporto spaziale
via Lattea denominato Kepler-186f, distante 500 anni luce dalla Terra, più grande del 10% rispetto al nostro pianeta e con caratteristiche che consentirebbero la presenza di forme di vita, posto in rotazione ad una stella nana. E' evidente che ormai è solo questione di tempo prima che arrivi l'annuncio  atteso dai primordi dell'umanità e cioè che non siamo soli nell'Universo e che anzi esso "pullula" di forme di vita.  Un  "contatto" anche se solo a distanza, con forme
di vita intelligenti, diverse dalla nostra cambierebbe la nostra filosofia e le analisi della scienza. Inciderebbe sulle religioni,  non necessariamente abolendo le Fedi nel soprannaturale e nel trascendente, ma dandone una diversa e più profonda lettura.
Ipotesi di prime colonie su Marte
I cambiamenti storici che seguirono alla scoperta delle Terre poste oltre il "mare Oceano", e all'incontro di popoli e di culture diverse, sarebbero poca cosa al confronto con la prova che nell'Universo la "vita" non fosse  una eccezione, ma una costante, sia pure difficile da incrociare per le enormi distanze che separano i luoghi nello spazio. Dobbiamo quindi non essere impreparati rispetto alla Scienza,  e considerare con razionalità l'ignoto per affermare, come sosteneva un teologo cristiano (S.Anselmo)  che "Fides quaerens intellettum" : "La Fede cerca la Ragione". 
Lo scienziato Stephen Hawking
Suolo di Marte
Suolo di Marte
Immagine tratta dal Film "The Martian"

Primo passo sulla Luna:
21 Luglio 1969