sabato 18 giugno 2022

LO STADIO

LO STADIO              di Gianfranco Vecchiato   


Planimetria Area Sportiva Venezia

Da tempo la realizzazione di un grande stadio cittadino a nord-ovest della città di Venezia ha animato contrasti e contrapposizioni. Il luogo rientra nel Comune di Venezia nelle vicinanze delle aree che sono attorno  all'aereoporto internazionale  di Tessera, il terzo in Italia per numero di transiti. Quando si pose la prima pietra per la costruzione di quell'opera nel 1958, non si andò per il sottile pur sapendo che le aree interessate potevano contenere giacimenti archeologici. Si coprirono tratti di laguna, molti reperti che vennero trovati furono eliminati o fatti sparire, venne intercettato e deviato verso la laguna un tratto del corso di un fiume, si superarono interessi e scandali locali sulle proprietà dei terreni. Mancavano allora molte tutele urbanistiche e quei lontani antefatti hanno lasciato cicatrici ai posteri. Negli anni '90 quelle aree tornarono a destare interesse perchè una corrente politica propose che su quelle aeree agricole si organizzasse una grande fiera internazionale, una Expo per rilanciare investimenti, attrarre capitali e probabili prebende. Spuntò in quei mega progetti anche la proposta di un'isola artificiale in laguna, giustificando il tutto nel nome della modernità.
Venezia: Stadio Bosco dello Spor
Simulazione tra stadio e palazzetto sportivo
Quella operazione, che qualcuno ancora rimpiange,  si arenò con il crollo del sistema dei partiti innescato dalle azioni della Magistratura che vengono riassunte con la parola "Tangentopoli". Il vecchio sistema di potere politico che saltò in aria si portò dietro i mega progetti.  E anche di questo sono rimaste cicatrici. Ora venendo ai nostri giorni, nel pieno di una grave conflitto internazionale, attraversato da crisi economiche e finanziarie dagli oscuri approdi, con un sistema urbanistico che è attraversato da diversi problemi demografici e di gestione della città storica irrisolti, è ritornato e si è anzi avviato  un vecchio  progetto per creare  una grande area sportiva e polifunzionale, con la approvazione di ingenti risorse e investimenti. Questo tema che ha alcune ragioni oggettive, è stato variato nel corso del tempo. Tuttavia è un obiettivo che per i precedenti storici accende l'attenzione e la sensibilità di molti.  Negli anni gli interessi di fondo sono rimasti per la strategicità dell'area , mentre si sono mescolate proposte , come era prevedibile avvenisse, cercando di mettere pace nei conflitti giuridici tra privati e pubblico. La questione peraltro non ha molto animato la Opinione Pubblica alle prese con altri problemi quotidiani e perchè le aree sono lontane dal centro città in un contesto considerato oggi periferico. Le necessità di costruire un Palasport sono passate  dall'accordo tra Save, società che amministra l'aeroporto,  e Comune sulle rispettive zone di influenza attorno al "Quadrante di Tessera". Una volta definite le proprietà sulle aree di Tessera, oggetto di un terminal che in passato è stato oggetto delle attenzioni dei Magistrati,  ricevute le disponibilità dei fondi del PNRR e  approvato il progetto dalla maggioranza del Consiglio Comunale, si è aperta la strada al nuovo progetto.  

Ambiente e Stadio di Venezia
Stadio di Sant'Elena 
Diverse associazioni ambientaliste e culturali che non
sono d'accordo ritengono l'operazione inutile, dispendiosa, ambientalmente nociva e foriera di consumo di suolo pregiato.  Dosate le alchimie economiche e strategiche tra interessi e patti incrociati dei vari Enti si è giunti alla approvazione di un progetto complesso che in parte ha qualche similitudine con quello realizzato dalla Fondazione CassaMarca a Cà Tron di Roncade qualche chilometro più a nord, dove è stato creato da H Farm un Campus nel campo della digital economy europea, un Hub tecnologico ed educativo in mezzo alla campagna.   Si pongono però alcune riflessioni per la tutela del valore storico ed ambientale di queste zone. 

A qualche chilometro di distanza ci sono i labili confini del Parco Archeologico di Altino e quelli delimitanti la gronda Lagunare dove  si sono avanzate proposte per lo scavo di nuovi canali e di nuovi approdi. Altino è poi un luogo sacro non solo per la storia di Venezia, che da qui prelevò i materiali lapidei per gli insediamenti nei primi secoli in laguna. C'è la qualità agricola dei  113 ha  di aree da espropriare, ricche di fauna selvatica, di habitat, di zone inserite e salvaguardate dagli obiettivi del "consumo di suolo zero". Cogliendo alcune osservazioni nel marzo scorso il Consiglio Comunale ha  modificato e approvato il progetto ridefinendolo come "Bosco dello Sport" prevedendo la costruzione di uno stadio da 16mila posti, di un'arena polifunzionale  da 10mila spettatori, di altre strutture per spazi sportivi ed edifici per istituti di ricerca e di riabilitazione, foresterie per atleti, spazi per spettacoli all'aperto, un centro natatorio indoor con piscina olimpionica e vasca tuffi. Saranno escluse volumetrie per attività commerciali ed alberghiere, che erano previste nel piano,  realizzandole sui terreni del vicino quadrante coordinato da Save. Si afferma nella relazione progettuale che la piantumazione di migliaia di alberi porterà alla nascita di un bosco di 70 ha che si collegherà con l'area boschiva già presente sul territorio, completando il progetto di verde ad anello attorno alle zone edificate. A questo punto occorre fare un passo indietro e raccontare la breve storia dei due attuali esistenti piccoli stadi cittadini.

Quando furono realizzati Mestre e Venezia erano Comuni separati con due distinte squadre calcistiche. Venezia era una città dove risiedevano oltre 170mila abitanti e Mestre ne aveva circa 50mila quando nel 1926 venne annessa al Comune di Venezia. Per diversi anni tuttavia la squadra di calcio "Mestrina" rimase attiva e separata rispetto a quella del Venezia e le due tifoserie erano distinte. A Venezia lo Stadio di Sant'Elena, collocato nella omonima isola lagunare, prese poi il nome di Pier Luigi Penzo. Fu inaugurato nel 1913 e ristrutturato in più riprese le ultime tra il 1991 e il 2021.  Fino al 1958 il campo sportivo ospitava partite di rugby e attività di atletica ma dal 1991 con la sua ristrutturazione fu adibito solo ad attività della squadra di calcio del Venezia, ed in Italia è dopo lo stadio di Genova,  l'impianto in attività di più vecchia origine. Il campo misura 105x68 metri e sulle gradinate vi è la capienza di 11150 posti a sedere. In oltre un secolo di vita questo stadio è stato numerose volte adattato alle esigenze ed alle necessità che si andavano ponendo, raggiungendo nella partita di calcio tra il Venezia ed il Milan del 1966 la presenza massima di 26mila spettatori. Nel 1970 una tromba d'aria causò gravi danni alle strutture che unita alle sfortunate vicende sportive della squadra condussero a  sistemazioni parziali, riducendo la capienza dello Stadio a 5mila spettatori. Nel 1987 si giunse ad una  contestata fusione tra le squadre del Venezia e della Mestrina e le partite si tennero inizialmente nello stadio di Mestre, il Francesco Baracca. Fu dal 1991 che con la promozione del Venezia alla serie B del campionato italiano di calcio che si cominciò a parlare di un nuovo stadio  da realizzarsi nella zona di Tessera, presso l'aereoporto Marco Polo senza andar oltre ad un incessante dibattito. Quest'anno la squadra del Venezia è retrocessa in serie B e l'interesse per un grande nuovo

Stadio è di nuovo tramontato. 
Ma la struttura che si intende realizzare a Tessera è a scala metropolitana e questo significa che non c'è una necessità locale e la questione investe un territorio più vasto. Questo vale anche per lo Stadio di Mestre la cui struttura fu inaugurata nel 1896 come ippodromo che divenne stadio calcistico nel 1919. In anni successivi si affiancarono un campo da tennis e piste per attività ciclistiche mentre la locale squadra di calcio cresceva in qualità e in prestazioni fino ad approdare alla serie B del campionato nazionale all'inizio degli
Immagine dell'area nuovo stadio

anni '50. Lo stadio Baracca è assai modesto ed ha una capienza di soli 2mila posti a sedere. Mentre le due squadre locali di basket che militano nel campionato superiore, sono di successo le ambizioni sportive cittadine si sono trovate mescolate dentro ad ingredienti diversi. Dato che l'urbanistica disegna scenari, come controllo pubblico deve mantenere e possedere le capacità di analisi indipendenti per controllare e correggere nel tempo il deviarsi di  obiettivi originari che conducano ad esiti diversi da quelli conclamati. Ma queste cose stanno nel futuro e nel futuro si nasconde l'ignoto. Ed è questo in fondo il vero problema.