martedì 31 maggio 2016

LA GIOSTRA

LA GIOSTRA                 di   Gianfranco Vecchiato

N.C. Wyeth 1922/
Duello di cavalieri
La grande personalità di Leonardo da Vinci ha illuminato  il Rinascimento. La sua capacità formidabile univa il genio alla passione per la ricerca. Questa ansia perenne di scoprire i misteri della Natura, consapevole del breve tempo che la vita concede agli uomini, ne accelerò gli sforzi, al punto che imparò a scrivere con entrambe le mani, spinse i suoi studi  dalla medicina alla botanica, dall'arte alla scienza, alle lettere, fino ad annunciare con   visioni profetiche, il tempo futuro. Precorrendo con invenzioni tecniche ciò che sarebbe stato compreso solo alcuni secoli dopo, Egli perseguì una idea di Umanesimo che la struttura sociale e culturale dell'epoca, concepiva come una necessità espressiva sul piano della vita quotidiana. Edifici pubblici, statue, sculture, pitture, affiancarono opere e tecniche complesse che in ingegneria si espressero con  la costruzione di canali artificiali per la  deviazione di fiumi, con la costruzione di ponti e di congegni idraulici, con lo studio di nuovi strumenti bellici,  con innovazioni nell'arte militare, dalle strutture murarie alle torri di difesa.
Manifesto 4° Centenario
Disfida di Barletta
Volo della rondine
Si interessò alla Natura ed in particolare al volo degli uccelli, all'anatomia dei corpi, allo studio della medicina,  traducendo con disegni, schizzi, modelli applicativi, una enorme quantità di idee. Tra queste ci sono anche quelle che riguardano il gioco.  La Giostra di Leonardo è stata ricostruita in anni recenti e permette di volare come una "rondine", e cioè a pancia in giù, senza motori, facendo un percorso circolare che ha
Donna con l'ermellino 1485
L. da Vinci-Museo Cracovia 
un diametro di oltre 25 metri. Sale da 1 metro fino a 12 metri di altezza e con una velocità che può variare da 1 metro al secondo ad 80 chilometri all'ora; questa giostra consente planate, salite e discese ed altre acrobazie. Ma più in generale la "giostra" come elemento di divertimento ha una origine molto più antica di Leonardo da Vinci. Furono i tornei medioevali , nati come confronti d'armi nel IX secolo in epoca medievale e che dal XV° secolo divennero sempre più sontuosi e meno cruenti che gradualmente, dopo il XVII° secolo, vennero trasformati in manifestazioni più popolari di  divertimento. Lontani dai "circenses" di epoca romana, dove si giungeva a scontri fisici ed a lotte con animali, il diffondersi del cristianesimo spostò a modificare riti pagani  in avvenimenti che si rinnovavano durante le ricorrenze dei Patroni e in feste civiche. La Giostra della Rocca, quella del Saracino, dell'Orso, della Quintana, il Palio del Niballo e di Siena, sono alcune delle più note. C'è anche un Museo della Giostra in un paese veneto, Bergantino, presso Rovigo, che raccoglie la storia delle attività popolari più
Six Flags Magic Mountain California
rilevanti e la loro trasformazione dalla fine del XIX° secolo nei moderni Luna Park, come luoghi di divertimento e di spettacolo.  Oggi queste aree del divertimento muovono milioni di persone e in alcune città sono diventati luoghi attrattivi di notevole valore economico e commerciale. Il primo al mondo è il Disney World Resort della Florida che ha 4 parchi a tema e 2 acquatici. Tra questi il Magic Kingdom muove 17 milioni di visitatori l'anno. Al secondo posto c'è il Puy Du Fou in Francia che ha la caratteristica di riprodurre una cavalcata indietro nel tempo e nella storia, e sono stati o ricostruiti dei villaggi medioevali, del XVIII° secolo e dei primi del XX° secolo.  E poi in questa classifica troviamo il Six Flags Magic Mountain in California dove si trovano le 2montagne russe" più alte del mondo, il Tokyo Diseny sea con 14 milioni di visitatori/anno, l'Europa Park in Germania che è il parco divertimenti più esteso d'Europa, il Port Aventura in Spagna con 5 aree tematiche per fare il giro del mondo, il Ferrari World degli Emirati Arabi e Gardaland con oltre 3 milioni di visitatori l'anno.

Leonardo da Vinci(1452/1519)
Autoritratto 1513 circa
A differenza dei tornei di origine medioevale o di feste religiose in cui si mescolano tradizioni sacre e profane, risalenti alle vicende urbane e civiche delle antiche città e che ne proseguono le abitudini anche culturali, nei moderni luna park prevale un asettico consumismo eterogeneo e impersonale, dove è presente un concetto dell'uso del tempo libero molto  simile a quello che caratterizza i centri commerciali e che è presente anche in molti parchi a tema. Questo è il nostro tempo. Pur se alcuni di questi luoghi urbani erano già famosi in Europa agli inizi della modernità, in grandi città europee come ad esempio a Vienna con il "Prater", la cui ruota panoramica divenne fin dal 1896 un simbolo della città.
Vienna: Prater
Ruota panoramica 
Distrutta nella seconda guerra mondiale fu subito ricostruita. Così questi simboli si sono diffusi in altri luoghi come a Londra, a Parigi, a Berlino ed in tante altre città fino ad essere come per  Disneyland a Parigi, o Gardaland presso Verona in Italia, o quelli ancor più giganteschi negli Stati Uniti, un corollario economico per l'uso del tempo libero, dove si inserisce la visione del gioco come strumento di evasione e come una allegoria necessaria allo spazio urbano ed alla società contemporanea. Gli antichi menestrelli che cantavano l'arte e gli amori dei paladini e dei cavalieri nelle fiere di paese, i teatri dei burattini, le giostre con i cavalli, le barche in laghetti artificiali, le canzoni melodiose che scandivano le ore tranquille di famiglie con bambini, sono da tempo ormai nella storia raccontata dai nonni, illustrata da libri polverosi, in fotografie in bianco e nero. Sono una parte del mondo che è finita, come tante altre, nella memoria collettiva di una società che era più povera ma forse anche più vera.



Ferrari World, Emirati Arabi (2010)
Puy Du Fou- Francia: viaggi nel tempo
Gardaland -Italia
Leonardo da Vinci
Macchina volante: modello
Luna Park contemporaneo


Leonardo da Vinci: Studio dell'elica



lunedì 9 maggio 2016

L' ORCOLAT

L' ORCOLAT                     di   Gianfranco Vecchiato

Paesaggio friulano

Ore 21,06 del 6 maggio 1976. La quiete di una sera di primavera venne stravolta da un boato spaventoso. L'Orcolat, il mostro sotterraneo delle antiche leggende friulane, si era risvegliato, spaccando la terra con una energia che si alzò fino a 6,5 punti della scala Richter. In 50 secondi l'intera regione friulana venne devastata. 5000 Kmq furono attraversati da dolori e macerie.  L'urto si propagò, scavalcò le Alpi, e provocò danni
anche in Slovenia ed in Austria. L'intensità fu tale che il tremore si avvertì in Germania, in Svizzera, in alcune zone della Francia, in Polonia, in Boemia, in Ungheria  e in Croazia.  Furono colpiti 120 comuni friulani e 130mila persone vennero sfollate.  Oltre  500mila persone tra Udine e Pordenone soffrirono per questo. Si contarono 990 morti ed oltre 3.000 feriti, sparsi su un vasto territorio anche montano.
Crollano campanile e chiesa
di Majano: maggio 1976
Campanile nuovo a Majano
L'epicentro fu individuato a nord di Udine e distrusse antichi paesi e cittadine: Gemona, Osoppo, Venzone, Artegna, Trasaghis, Buia, Magnano, Majano, Moggio Udinese... Quattro mesi dopo, l'11 e il 15 settembre, sul territorio martoriato e in ricostruzione si abbatterono altri colpi violentissimi. L'Orcolat ghignava ancora e  per molti edifici lesionati fu la fine. Si contarono altri morti e feriti. Oltre 17mila case vennero distrutte. Il 16 settembre 1977 ci fu un'altra forte scossa. L'ultima prima che "l'Orco" sazio di rovine, tornasse pian piano tra gli anfratti dell'inconscio in cui si  mescolano le storie di terre e di uomini scomparsi tra polveri e macerie. I geologi hanno spiegato che la placca adriatica verso nord est, si sposta ad una velocità di circa 1,8 mm all'anno, e spinge  sulla placca europea e balcanica, con il nodo della forbice individuato nell'area friulana, sotto le Alpi carniche. Dopo quarant'anni si commemorano quei mesi incancellabili di lotta e di coraggio, ammirando quella popolazione che dalla tragedia non fu mai piegata e seppe rialzarsi fiera e tenace.
Majano: gli anni del coraggio
Nuova Chiesa a Majano 1990
La ricostruzione di alcuni monumenti è ancora in corso. In molti casi il recupero è avvenuto in tempi rapidi ed in modi esemplari anche se non mancano episodi di progetti realizzati senza rapporto ai contesti ed alle tradizioni locali. L'architettura contemporanea a volte è stata "domata" o incanalata su mediazioni culturali, in altri casi ha esercitato un ruolo secondario od ha peggiorato degli antichi e perduti brani urbani. Ma in generale essa ne esce assolta, con diversi meriti.  Il Duomo di Venzone e le mura dell'antica città, la Chiesa di Gemona, molti campanili, case e monumenti sono stati ricostruiti al motto di "com'era e dov'era". Lo stesso che ebbe a protagonista la ricostruzione del campanile di S.Marco a Venezia, dopo il crollo del 1902 e ricostruito dopo dieci anni, con le stesse caratteristiche del precedente.
Interni della Chiesa di Majano
Nel caso del Duomo di Venzone, le oltre 9mila pietre crollate che lo costituivano, furono tutte raccolte, esaminate e numerate, riparate e ricollocate, riportandolo alla sua totale nuova vita. E' avvenuto a Gemona, a Osoppo, a Trasaghis, ovunque le comunità locali hanno saputo ben operare insieme alle strutture pubbliche, in una serie di rari esempi virtuosi, ricostruendo il sistema produttivo, storico e residenziale delle loro 
1976: Resti del Duomo di Venzone
comunità. La gente non si è dispersa ma ha continuato a lavorare, affermando la volontà di ripopolare i loro paesi. In viaggio tra quelle terre ho
tratto alcuni spunti: a Majano dove dopo molti studi, dibattiti e conferenze si decise di fare una

Il Duomo di Venzone ricostruito
(1988/1995)
Chiesa ed un campanile nuovi, funzionali nelle forme e utili alle strutture ecclesiali. A Venzone dove la ricostruzione del Duomo fu il risultato di un lavoro tecnico straordinario ed a Colloredo di Monte Albano dov'è tutt'ora in corso il recupero dell'imponente Castello, che fu tra i protagonisti della storia del Friuli. Tra le sue mura visse Ippolito Nievo che qui scrisse tra il 1857/58 il suo celebre romanzo "Le Confessioni di un italiano". Tra molti rinati paesi sono ormai rari i
Il Castello di Colloredo: lavori recupero 2016
vecchi negozi. Quelle tradizionali file di 

pannocchie appese alle travi in legno di case montanare e antiche, tra fienili e stalle, nei ricordi delle "gerle" caricate sulle spalle dalle donne d'alta montagna della Carnia, occorre cercarle nei libri di storia o in qualche ricostruzione di paese. C'è un altro Friuli che conserva tra le viscere tutti i suoi ricordi e tradizioni. Nel profondo c'è la stessa tenacia di allora, in un misto di forza d'animo e di fatale visione della vita. In queste vallate, tra quei paesi, l'Orcolat con le sue paure, non ha vinto. 
Majano: I resti della Chiesa dopo il  sisma

Majano: Nuovo campanile
Majano: Interni della nuova Chiesa
Il Castello di Colloredo com'era
Il Castello di Colloredo nel 1976
Tabella dei lavori di recupero del Castello
Torre di Colloredo
2016: Recupero
Tabelle del recupero del Castello

Panorama di Colloredo M.A.
Interni del Duomo di Venzone ricostruito



Il Duomo di Gemona nel 1976
Distruzioni nel 1976



Il Duomo di Gemona oggi



Anno 2016: Spilimbergo/ Casa Dipinta sec.XIV°

1976: Il Duomo di Spilimbergo a rischio crollo

Il Duomo di Spilimbergo anno 2106
Spilimbergo:Antica Porta
Facciata del Duomo di
Spilimbergo

S.Daniele del Friuli
Villa Ticozzi sec. XVIII°
Vistorta (Sacile): Torre e dintorni