mercoledì 17 dicembre 2014

RADICI


RADICI                                  di      Gianfranco Vecchiato

Il Forte Marghera
Piazzale Sicilia
Quando sui territori cala la notte dell'ignoranza è facile che  sopraggiungano delle idee speculative  travestite da progresso, che con deboli analisi politiche e sociologiche fanno  danni economici e culturali profondi, duraturi, difficili  da rimarginare. Questo accade ad esempio, se si "tagliano" , metaforicamente, le radici su cui si regge l'albero della vita comunitaria, quello che un tempo si piantava nel luogo pubblico dove attorno si riunivano gli esponenti del villaggio, simbolo della memoria e della tradizione che cresce, si sviluppa, dà buoni frutti per l'intera società. E' ciò che lo psicologo James Hillman affermava  essere una connessione mentale e psicologica che lega l'uomo ai suoi archetipi e alla sua anima e che consentono di vedere noi stessi e il mondo. I conflitti si generano come una conseguenza anche dei luoghi in cui si abita. Un esempio di sradicamento urbano è stata la  Mestre contemporanea, città che fa parte del Comune di Venezia e che fino al 1926 aveva una sua autonomia amministrativa.
Mestre: Il Teatro 
Mestre anni '60
Associata nel disegno di aggregazione che comprese la laguna, la nuova zona industriale di Marghera, le aree agricole di cintura, e diversi nuclei urbani dove erano presenti molte varietà di situazioni storiche, ambientali, economiche e sociali che si sarebbero dovute subito riconoscere e valorizzare. In questo "Arcipelago" dove si componevano straordinarie immagini, si progettò una difficile missione: transitare un passato antico e di valore culturale mondiale, nella contemporaneità.
Il Canal Salso
Mestre anni '50
Questo obiettivo non ha dato i risultati sperati ed occorre riflettere per correggere, dove fosse ancora possibile, i limiti che si sono generati e che sono ancora in atto.  Molte analisi, dibattiti, libri, progetti, investimenti, sono andati nella direzione di ridare un carattere ed una storia a Mestre ed alla Terraferma. Si sono valorizzati e riletti i passaggi urbanistici fondanti di quel pensiero .  Dalla città giardino di Marghera, costruita fra le due guerre, su progetto dell'Ing. P.E. 
Mestre: Parco di san Giuliano
Emmer, che si ispirava alle teorie di Hebezner Howard, al progetto degli anni '50 del Villaggio San Marco, degli urbanisti Piccinato e Samonà, creato durante la grande espansione industriale di Marghera e l'aumento vertiginoso di nuovi abitanti. E il Parco di San Giuliano, in fregio alla Laguna, un'opera di riqualificazione ambientale su una ex discarica, che guarda Venezia ed è divenuto un grande spazio urbano frequentato e apprezzato.
Laguna di Venezia e Hinterland
Ma se si parte dall'Anima di un luogo, si noterà che le questioni economiche sono al traino delle analisi che ogni "innovazione" porta nelle relazioni sociali e che in ogni città sono sempre interdipendenti. Le dispersioni di risorse e le frammentazioni dei risultati anche formali vestono così una scacchiera casuale di punti sul territorio, modificandone le identità, coinvolgendo emozioni, stili di vita, relazioni personali. Se viene meno un progetto,  il risultato è una regressione che passa dai simboli  alla sostanza della vita quotidiana.
Mestre:Progetto P.zza Barche 2009
Si possono citare alcuni casi nella città di Mestre, che conosco, ma che sono presenti in altri modi in altri luoghi e situazioni.
Occorre dire che molti impegni pubblici e qualche sforzo privato, hanno migliorato nel tempo un contesto urbano che era indicato in negativo con il titolo di "città dormitorio". Tra i casi positivi si può citare la storia delle "Fornaci Da Re", un importante complesso industriale con fabbrica di mattoni  e case che la ricerca storica e documentale di un architetto e studioso, Giorgio Sarto ha avuto il merito di aver aiutato a salvaguardare e riscoprire. Ma ci sono luoghi dove si osserva il ritorno ad un abbandono crescente.
Nella zona centrale, nella via Pio X°, c'è un progetto, ancorché contestato e a suo tempo e ridimensionato, che si è impiantato sul semifallimento di una Impresa Edile.  
Nuovo Museo M9
Per quell'edificio si sono confrontate in Consiglio
Nuovo Museo M9
Comunale tesi opposte. Doveva prevalere un  recupero urbano  complessivo che riannodasse anche le funzioni della vicina medioevale Torre civica, in asse con gli spazi di una ex scuola elementare. Attualmente l'ex edificio scolastico  è abbandonato e reso spettrale mentre avrebbe dovuto essere già stato aperto ad uso pubblico con funzioni civiche. Cosa resterà dell'idea iniziale?
Progetto di recupero urbano:
Parco Ponci 

I giardini posteriori sono rimasti sulla carta ed un ex spazio bancario, da tempo vuoto non è stato ancora acquisito per funzioni civiche complementari con la ex scuola e la Torre. Il
Mestre: Il Forte Vallon
 risultato è un "buco nero" nel centro di Mestre che si aggiunge all'area ex Ospedaliera : oltre 5 ha chiusi da anni che, secondo le dichiarazioni dei promotori finanziari, avrebbero dovuto essere completati in gran parte fin dal 2014. L'antica Piazza Barche, altro luogo storico è desolatamente ancora un anello di scorrimento viario. 
Mestre: Apertura del fiume Osellino
Doveva diventare un boulevard alberato. Poi l'area di Piazzale Cialdini e del Mercato fisso: era stato indicato un progetto che prevedeva una struttura pensile, un pendio a prato che saliva di quota fino a proiettarsi a pensilina  coprendo la stazione centrale del Tram e dei servizi per gli utenti, caratterizzandosi come un nodo urbano fondamentale.
Mestre: Progetto in centro città
Questo progetto è stato prima bloccato, facendo entrare in crisi tutta l'operazione di rigenerazione urbana e poi trasformandosi in una proposta  minimale, con una struttura avente solo funzioni di scambio. Il fiume-canale Osellino che attraversa il centro storico di Mestre, è stato riportato alla luce con lavori di esasperante lentezza. Ma il risultato progettuale appare deludente: spallette dei ponti piene e rivestite in 
Mestre centro: lungo il fiume
marmo, sponde del canale in pietra fugata dove prosperano graminacce, acqua non filtrata che è di color marrone, ringhiere grigie simili a rastrelliere... E questo migliora la percezione urbana? La storica settecentesca Villa Erizzo, recuperata ad uso pubblico bibliotecario ha portato ad una rivitalizzazione di quello spazio centrale. Ma accanto a questo intervento di recupero  è stato ampliato un edificio privato aggiungendo in altezza volumi che l'hanno aggredita sul suo lato  ovest. Si è dimenticato che  a tutela degli edifici storici, il 
Mestre: Antica Provvederia
limite di altezza dei fabbricati a loro adiacenti e distanti meno di 100 metri,  non deve superare quello degli edifici codificati. Invece...
Il fiume Marzenego 
Sulla via Piave sorgono delle ex Lavanderie Militari: un valore storico che poteva essere acquisito dal Demanio e utilizzato per rigenerare quella strada un tempo florida e preda di sbandati. Non si è  mosso niente e così questa importante area è ormai nell'utilizzo della Guardia di Finanza, quando si sarebbero potute trovare delle alternative di scambio fra Enti pubblici. Il quartiere di Altobello si è in parte riqualificato ma il secondo lotto Ater, una vasta area centrale,  dove era previsto un complesso edilizio ad uso residenziale, oggetto di vent'anni di dibattiti, discussioni e modifiche, è stato cassato e ora resta un vuoto non previsto nei piani .
Progetti all'Arsenale di Venezia
Il recupero del percorso delle antiche mura medioevali, dove restano le tracce lungo una via chiamata Spalti? Niente. L'area di via Ulloa, sul lato di Marghera: siamo arrivati alla quarta proposta progettuale nell'arco di trent'anni. Chissà! Nuovo Mercato Ortofrutticolo? C'è ora la proposta di collocarlo tra la rampa del cavalcavia per Marghera e via della Pila.  Può essere un compromesso accettabile che è visto con favore anche dagli operatori economici.
Mestre: Torre civica 
Ma non era questa la destinazione concordata a suo tempo con il Comune e quindi tanti cambiamenti hanno ripercussioni sulla viabilità su altri investimenti, sui valori delle aree...
Mestre: Galleria Matteotti
Vale la pena di ricordare che qui avrebbe dovuto sorgere il Palais Lumière proposto dal noto stilista italo-francese Pierre Cardin, che secondo i promotori avrebbe comportato investimenti per oltre due miliardi di euro. Il progetto, alto 250 metri,  si è arenato su un mare di contestazioni e di previsioni contrapposte. Un progetto a cui personalmente non ho mai creduto perché arrivava come un meteorite su un Piano Urbanistico generale che avrebbe dovuto essere completamente ripensato. L'Area degli operatori di San Giuliano? Si tratta di decine di strutture precarie poste illegalmente sul margine del canale che porta dalla laguna a Venezia, ai lati del grande Parco cittadino che ne prevedeva il trasferimento. Sono ancora là... Nuovo Porto: ci sono diverse proposte.
Il Palais Lumière
un falso mito
Lo scavo del canale Contorta, che è un piccolo alveo fluviale nella laguna, che verrebbe allargato a 100 metri e approfondito di  oltre 10 metri,  per consentire alle navi da crociera di arrivare  al Porto nell'attuale zona della Marittima, senza transitare per il bacino di san Marco, poi c'è un progetto a Marghera che prevede anche la trasformazione ad uso ricettivo e residenziale di aree ex industriali e la rigenerazione urbana di parti della zona 
Porto Marghera
Marittima a Venezia, riutilizzabili per fini abitativi e  altre  proposte di un porto artificiale e galleggiante, sul mare fuori della laguna, al largo del Lido. In questo momento le scelte governative pare spingano sulla proposta, a mio parere, peggiore. La più "incolta" e contestata da esperti di fama nazionale in campo idraulico come il professor d'Alpaos. Quella appunto dello scavo ed allargamento in laguna del Canale Contorta. La mia personale preferenza, sposa quella che un antesignano ambientalista e architetto, Pino Rosa Salva, ora scomparso, fece fin dagli anni '60: sul lato mare. I negozi commerciali nel centro di Mestre. Ne sono scomparsi in 10 anni almeno il 30% in alcuni casi si arriva al 70% in parte per la crisi e soprattutto per la dissennata politica di investimenti ed espansione di centri commerciali a cintura. Se ne contano a decine a pochi chilometri di distanza; una concentrazione che non ha eguali. Come si può pensare di salvare le attività in un centro 
Mestre/Venezia: Tensioni urbane
città con pochi parcheggi  gravati dal costo orario, mentre quelli dei tanti Centri Commerciali sono gratuiti e facilmente accessibili?  E' una scelta politica. Come lo è quella alberghiera e di gestione dei flussi turistici che va ripensata completamente. Non si può espandere in questo modo, tra B & B, Affittacamere, Residenze turistiche, Ostelli ed Alberghi, assecondando un turismo "mordi e fuggi" che ha raggiunto vette insostenibili e incontrollate. Si è in colpevole ritardo di 60 anni nella costruzione dei due terminal esterni di Tessera e di Fusina , mentre  l'asse centrale, verso Piazzale Roma ed a Venezia, dovrebbe essere ad uso prevalentemente urbano.
Il fabbricato "Vega" a Marghera
Area Vega/Marghera
Recupero ex strutture industriali
Se una civiltà si misura anche dalla qualità della vita dei
suoi cittadini, è anche sotto esame la capacità della azione politica di essere alla guida dei cambiamenti in una fase storica che è lo specchio delle fragilità culturali ed etiche della società.
Quello che può dare forza e traccia agli obiettivi, sta nelle riserve della Storia che sono ancora straordinarie e animate dal giudizio degli Antenati. Essi sapevano e temevano che il tempo avrebbe potuto cancellare bellezza e forza. Per questo le pietre e i palazzi e i monumenti furono fatti per durare il più a lungo possibile, finché la loro presenza non avrebbe incontrato sempre qualcuno disposto a tramandarla. 

Villa Erizzo-Biblioteca e
Contrasto edilizio adiacente
Mestre: Murales 2014
Antica Mappa di Mestre
Municipio di Mestre
Mestre: Chiesa di S.Girolamo
Città Giardino di Marghera:
Ing. P.E. Emmer 
Mestre: Villaggio S.Marco
Arch.Samonà / Piccinato
Mestre Ricostruzione Ambientale
lungo il fiume Marzenego
Antiche Fornaci Da Re /Altobello
(Ricerca e libro : Arch. Giorgio Sarto)
Proposta su Piazza Barche:
Nuovo Mercato 
Zona industriale di Porto Marghera
Zona Industriale di porto Marghera
Mestre. P.zza Ferretto anni '60
Mestre: P.zza Ferretto 2003
Mestre: Quattro Cantoni anni '50
Mestre: Contrasti Urbani
Venezia: Padiglione all'Arsenale restaurato
Arsenale di Venezia
Arsenale di Venezia

venerdì 12 dicembre 2014

FOTO / GRAFIA

FOTO / GRAFIA                        di Gianfranco Vecchiato


Louis Daguerre. Boulevard du Temple 1839
Pima Fotografia J.Niépce 1826
La prima immagine fotografica fu quella di una Architettura. Anno 1826, autore Joseph Niépce. Una incisione su una lastra di peltro utilizzando un bitume di  Giudea, su cui si fissò un paesaggio visto dalla sua terrazza. Già nell'antichità Aristotele descrisse come la luce attraversando un piccolo foro, proiettasse una immagine circolare e così, nei secoli successivi, dall'arabo Ibn Al-Haitham a Leonardo da Vinci a Gerolamo Cardano a Daniele Barbaro ed altri , si colsero questi  aspetti della fisica nell'uso di una camera oscuraMa fu l'artista e fisico  Louis Daguerre (1787/1851) che alcuni anni dopo l'esperimento di Niépce mise a punto una macchina oscura che utilizzava una lastra a ioduri d'argento con pose tra i 15 ed i 30 minuti. Anche in questo caso le prime immagini sono strutture stabili. Nacque quindi insieme alla fotografia anche la  foto di architettura, figlia di esperimenti e teorie di secoli, che coinvolsero artisti, architetti, pittori. Questa invenzione avrebbe poi avuto un enorme impatto sul progresso e sulla cultura delle società successive. 
Image and video hosting by TinyPic
Architettura di Aldo Rossi
fotografata da Luigi Ghirri
Le immagini riprese nel secolo XIX° mostrano costumi, carrozze, luoghi, paesaggi, che sono l'espressione di società agli arbori dei grandi cambiamenti sociali e tecnici. Le città e i paesaggi senza l'automobile 
Paesaggio 
sembrano statiche e pure affascinanti, come cartoline tratte da quadri antichi dove i monumenti, non gli uomini,  sfidano il  tempo. Le fotografie però non mentivano più documentando la miseria di vasti strati della popolazione, le condizioni dei suburbi,  l'inquinamento delle industrie nascenti, le distruzioni nei conflitti come durante la guerra di Secessione Americana, l'ultima epopea del West, il periodo della Belle Epoque, le Tribù primitive in zone inesplorate in Africa, in Sud America, in Asia. Il racconto per immagini dei fatti, cambiò il modo di fare giornalismo; la fotografia diventò un formidabile strumento di propaganda, di studio, di confronto ideologico, di analisi anche politica e sociale perché  poteva essere spietata. Anche l'architettura se ne servì  come mezzo di lavoro, come strumento di conoscenza e di progettazione. I Movimenti artistici e le Avanguardie trassero forza per annunciare una nuova èra; dalla tecnica fotografica i pittori assunsero le profondità che proveniva da questo strumento.  
Firenze:Foto Alinari
Il "Futurismo" lo contrappose alla fissità della pittura antica che dava movimento e spinta  agli avvenimenti. Dalla fotografia si pervenne al cinematografo. Alle tre dimensioni classiche di altezza, larghezza e profondità, si aggiunse quella del "tempo". La pittura stessa evolse e nacquero il cubismo, i dadaismo, l'astrattismo..La fotografia entrò nelle pareti domestiche, da fatto pubblico divenne una esperienza privata. Milioni di persone fissarono un'istante, imprigionando il  tempo in una immagine "immortale". Si videro i volti 
Venezia:Foto Alinari
di persone sconosciute,  si documentarono nei giornali i fatti di cronaca e di storia. Usata nei Regimi  e nelle Democrazie la fotografia documentò tutto il Novecento.  Dopo le pellicole a colori e le cineprese meccaniche,  si pervenne qualche tempo fa ad una nuova straordinaria evoluzione tecnica con l'avvento dell'elettronica. Non fu più la pellicola con il suo lento e complicato sviluppo o i  rullini con poche decine di fotografie o la "Polaroid", mito di una generazione, ma la macchina fotografica "digitale" che fissò su microscopiche schede migliaia di fotografie di grande precisione e qualità.  E' il XXI° secolo. Oggi la fotografia è uno strumento usuale, tra 
Architetto Le Corbusier
miliardi di persone. Si scatta con i telefoni cellulari, i tablet e gli smartphone e anche da piccoli "droni", con capacità fotografiche aeree. Le fotografie sono uno strumento di analisi anche nella archeologia e nel restauro dei monumenti e sono anche un mezzo di rappresentazione artistica. Ma un rapporto speciale, un marchio di origine, dopo tanti progressi, la fotografia continua a riservarlo all'architettura. Fissando una macchina fotografica su un cavalletto, inquadrando una piazza, e scattando periodicamente durante le varie ore del giorno, un fotogramma, si possono analizzare poi in sequenza i percorsi, gli ostacoli, le vocazioni di uno spazio urbano. E' ciò che a volte la psicologia e la psichiatria fanno con le persone, osservandone i comportamenti, le devianze, i sintomi. Tra i fotografi contemporanei Gabriele Basilico è un Artista che privilegia nelle sue fotografie, città senza abitanti con il loro potere 
La Sindone
Negativo
Londra a fine '800
evocativo che aumenta nell'assenza dall'immagine. Assimilando in ciò le pitture di De Chirico: piazze vuote, ombre lunghe, architetture sullo sfondo. Gropius e Le Corbusire utilizzarono negli anni '20/40 molte fotografie industriali  come fonti di ispirazione e di elaborazione critica,ed altri architetti  usarono e ancora lo fanno, il fotomontaggio come uno strumento nella elaborazione progettuale e  di sperimentazione visiva. Il rendering che esce dai programmi  di disegno grafico con i potenti computers ne sono una evoluzione. Se negli spazi pubblici la fotografia, elaborata su materiali o in forma interattiva potesse
 documentare l'evoluzione dello spazio fisico, urbano o del paesaggio,

 mettendo in evidenza  le parti scomparse, le distruzioni, i cambiamenti, sarebbe un modo per educare  la memoria, uno 
strumento di apprendimento culturale sul nostro passato, uno stimolo per il nostro futuro perché anche la nostra contemporaneità lascerà presto il posto ad altri. Dentro alle città e non solo nelle Mostre chiuse, andrebbero portate le testimonianze in continuo e periodico divenire. Come nei Musei più recenti ci si confronta "sfogliando" la storia con immagini virtuali in movimento. La fotografia  entrò nel "mistero" in occasione della esposizione della Sacra Sindone a Torino nel 1898.  L'avvocato e fotografo Secondo Pia, autorizzato a scattare alcune fotografie della reliquia, si accorse con stupore che dalla elaborazione del negativo, era apparsa l'immagine nitida del  corpo martoriato dell'Uomo avvolto nel telo secondo le tradizioni di sepoltura antica. Era l'immagine di Gesù Cristo? L'Uomo della Sindone, venerato da secoli, nasconde ancora  misteri non risolti dalle contraddittorie indagini recenti. Ma quella immagine potente fissa un contatto  fra la tecnica fotografica, il passato remoto e il tempo a venire. Potrà aiutare la scienza mentre sostiene alcune ragioni di fede. Noi contemporanei siamo d'altra parte spesso scettici anche sul nostro presente come nel caso dello sbarco sulla Luna del 21 luglio 1969. Io c'ero tra gli spettatori che fissarono in televisione quello storico fatto. Nonostante molte fotografie e riprese, alcuni sostennero che si trattasse di una finzione cinematografica. Ma il Modulo lunare e la bandiera  ci sono e una sonda recentemente li ha anche rilevati. Non occorreva dubitarne. Neil Armtrong il primo uomo che giunse sul nostro satellite quel giorno, fissando con la sua scarpa un'orma sulla Luna la affiancò con le parole: "Questo è un piccolo passo per un Uomo ma un grande passo per l'Umanità". "That's one small step for (a) man, but (a) giant leap for mankind". Quella immagine resterà un documento fondamentale nella nostra evoluzione. 


Gianni Pezzanti: Milano Notte
Foto di Oliviero Toscani
Kevin Carter  1994: L'avvoltoio
Il Missionario e il bambino
Elliott Erwitt 1950: Razzismo
Alfred Eisenstaedt 1945: Il bacio

Peter Leibing 1961: In fuga da Berlino Est

Murray Becker 1937: Disastro dell'Hindenburg
New York: Le Torri gemelle 2001
Capo Pellerossa
Giuseppe Garibaldi
Fanti in trincea 1916
Case foto metà  '800