giovedì 17 marzo 2016

ARCHITETTURA DELLA MENTE

ARCHITETTURA DELLA MENTE                     di Gianfranco Vecchiato


L'intelligenza artificiale non è più fantascienza ma una realtà che si sta diffondendo nelle attività umane. Nei laboratori è in atto una sfida silenziosa anche con finalità non trasparenti e condivisibili. L'obiettivo è la creazione ed il controllo di un nuovo "potere" sociale che da economico e scientifico si  trasformerà fatalmente  in  "politico" e strategico. La nostra vita quotidiana è  influenzata  dall'ambiente e dalla cultura, e le nostre azioni vengono mediate e frenate dalla  "coscienza"  e dalle leggi. Cose che sarebbero estranee ad una macchina e che pertanto vanno inserite nei processi di elaborazione e di costruzione delle "intelligenze artificiali". Si pongono quindi problemi di etica e riflessioni sulle finalità  delle  invenzioni. Lo sviluppo della scienza e della tecnica  continua a svelare  profonde e ancora ignote parti  con cui la mente umana si è strutturata  in milioni di anni di evoluzione.
Queste considerazioni valgono anche nei settori della tecnica e ingegneria. Un esempio sono le capacità di generare forme architettoniche astratte dalle  nuove stampanti tridimensionali  che  già trovano applicazioni nel campo dell'architettura. La evoluzione di strumenti sempre più grandi e complessi  genera anche il passaggio rapido da un progetto grafico alla sua costruzione, sia di  modelli e sia di componenti strutturali. Un meccano che giunge a trasformare tridimensioni virtuali in corpi reali. Si studiano applicazioni nel campo della medicina, nella costruzione di organi artificiali che sostituirebbero parti malate e in una prospettiva, teoricamente possibile, anche di cervelli artificiali. Jerry Fodor, scomparso di recente,  è stato un filosofo ed uno scienziato americano che si è occupato della "modularità della mente e del linguaggio del pensiero.
Secondo Fodor lo studio scientifico e fisico della mente fa ritenere che essa risponda in maniera comunque unitaria anche se generata da diversi stati cerebrali.
Prendendo spunto dalle ricerche di intelligenze artificiali, dalle comparazioni fra mente e computer,  Fodor ha paragonato gli stati mentali a quelli di un software che utilizza il cervello come una base hardware.  Essi vengono guidati dalla mente che assumendo i desideri, le volontà, i dubbi, li trasferisce secondo ciò che le  perviene dalla realtà circostante. Anche la Cibernetica si è occupata di comunicazione  di autoregolazione, sia di organismi viventi che artificiali. Fu così denominata dal matematico statunitense Norbert Wiener nel 1947, quando la scienza si aprì allo studio della comunicazione di animali utilizzando macchine nei settori delle telecomunicazioni e del linguaggio. Le prime  venivano viste come una estensione dei muscoli umani, controllate e comandate sempre dall'uomo.

Ma con l'espansione dell'elettronica si è passati dalle valvole e dai relè e transistor, a processori velocissimi fino a prototipi di umanoidi che stanno  progredendo con diverse funzioni.  Il controllo umano automatico è venuto meno. Da qui sorgono interrogativi sulle capacità di controllare sistemi globali sempre più complessi, le cui capacità superano grandemente quelle umane. L'Architettura della Mente si confronterà sempre più  con l'Architettura artificiale dei materiali, con  gli spazi pluridimensionali, concependo forme geometriche del tutto nuove  e fino ad oggi impensabili. Se la Teoria affiancherà lo sviluppo della Tecnica e rinnoverà quel patto antico, cardine e forza della nostra evoluzione, potremmo migliorare il nostro futuro. Guardando alle esperienze della rivoluzione industriale del Novecento, quando l'avvento delle macchine portò ad un radicale mutamento culturale che dall'economia si allargò a tutti i settori, comprese le nostre più soggettive ed intime convinzioni di vita, non si può dimenticare, che accanto ai benefici,  le conseguenze per l'ambiente dei modelli di sviluppo praticati, sono state devastanti. E  agli inizi tutto questo veniva visto come positivo e fortemente necessario. Quella nuova Società dei consumi prendeva il posto di quella contadina e statica. Correva il futuro, si formavano nuove classi sociali, irrompeva una
Mario Sironi: Periferia 1920
generazione di persone che cambiavano il volto delle città.  Nei dipinti di Mario Sironi, uno dei massimi esponenti del "Novecento Italiano", che fu tra l'altro un assertore convinto del ritorno alla pittura murale,   quegli anni "ruggenti li rappresentò  con le fabbriche e le ciminiere accanto alle case. Con un dinamismo dove i soggetti principali, gli uomini e le donne, in quei quadri non si vedono, ma ci sono. Nei ritratti c'è una parte profonda dell'inconscio che si nasconde nelle società. E questo ha favorito una  difficoltà a guidare i cambiamenti sociali.  L'architettura stessa ne è stata travolta. Se  la nostra Mente  non sonda e non rivela gli uomini come soggetti, non si crea il ponte tra il passato ed il futuro.  Tra le professioni più antiche quella dell'Architetto può ancora avere un compito di rilievo
se saprà mantenere alla sua cultura una visione organica della Storia.



Mario Sironi: Paesaggio Urbano 1920



giovedì 3 marzo 2016

EUROPA,EUROPA

EUROPA, EUROPA               di Gianfranco Vecchiato


Immanuel Kant
Altiero Spinelli
Altiero Spinelli (1907/1986) ha legato la sua vita all'idea federalista dell'Europa. Ne fu uno dei propugnatori fin da quando, incarcerato come antifascista dal 1928 al 1937 e poi confinato fino al 1943 nell'isola di Ponza ed a Ventotene, maturò la convinzione che per superare i distruttivi conflitti nazionali, fosse necessaria una nuova struttura politica ispirata ad un federalismo europeo, gli Stati Uniti d'Europa, che avesse competenze in politica economica, estera e militare. Nel giugno del 1941, dal confino di Ventotene, con Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann, scrisse un testo che è considerato il fondamento ideale dell'Unione, che ebbe il titolo: "Manifesto per una Europa libera e unita". Per Spinelli occorreva creare forze politiche esterne ai partiti tradizionali e nazionali per approdare ad una idea sociale comune. In questa visione furono traccia anche gli scritti di
Konisberg inizi '900
Immanuel Kant che nel 1795 scrisse un'opera politica da
ltitolo:" Per la pace perpetua" nella quale immaginava la costruzione di un ordinamento giuridico che abolisse la guerra e che pertanto fosse necessaria la creazione di uno Stato Federale. Kant riteneva infatti che fra Stati occorresse il rispetto di tre forme di Diritti: un Diritto interno dove la costituzione civile fosse repubblicana; un Diritto internazionale fondato sul federalismo di liberi Stati; un Diritto cosmopolitico che riconoscesse condizioni di libertà di movimento per le merci e per le persone, come condizione per una costituzione mondiale. Sono trascorsi oltre due secoli da quella Utopia e il cammino appare ancora lungo. La città di nascita di Kant fu l'antica Konisberg, capitale della Prussia Orientale, che andò quasi interamente distrutta durante il secondo conflitto mondiale. Occupata dai sovietici e incamerata nella URSS come risarcimento alla sconfitta della Germania nazista, mutò nome in Kaliningrad e dopo il 1989, è divenuta parte del territorio della Repubblica di Russia. E' una exclave tra Polonia e Lituania, bagnata dal Mar Baltico. Nel 1968 ciò che restava del Castello della città e di altri edifici di antica impronta tedesca, fu oggetto di demolizione. Si volle cancellare alla radice ogni legame con un passato che ricordasse non solo il militarismo prussiano ma l'identità tedesca della città. I cittadini di lingua tedesca ancora presenti in città vennero di forza trasferiti nella ex DDR. Furono quindi costruiti edifici con l'intento di "russificare" la città ed al posto del Castello fu eretta una monumentale quanto brutale costruzione: la "Casa dei Soviet", mai peraltro completata. Ciò che più di tutto Kant temeva, il sonno della ragione, avvolse i posteri suoi connazionali e quella città perse la Patria. Spinelli trasse dunque anche da quel pensiero filosofico e da altri idealisti, come fu Giuseppe Mazzini, animatore del Risorgimento italiano e propugnatore di una Europa dei popoli per leggere oltre il buio che
gravava sull'anima del continente negli anni di prigionia. Egli immaginava per il futuro  un progetto di solidale forza e grandezza. Nel dopoguerra, quando nel 1979 si insediò il primo Parlamento Europeo eletto a suffragio universale, molti guardarono a Lui con gratitudine e riconoscenza. Era un primo passo a cui avrebbero dovuto seguirne altri decisivi ma in questi ultimi tempi la Unione Europea sta vacillando nella sua ispirazione originaria. Si fa sentire la mancanza di una Costituzione Comune, riaffiorano i nazionalismi e le chiusure agli interessi particolari, prevale una invadenza burocratica su una più profonda idea politica comune. Le migrazioni di massa di milioni di persone verso l'Europa, che assediano i suoi confini, lacerano la costruzione comunitaria e ne mettono in evidenza le fragilità e le contraddizioni. L'Europa che con le sue instabilità ha provocato due guerre mondiali, ha un destino geografico particolare:
è su una parte del mondo che dall'Oceano Atlantico arriva, attraverso l'Asia, all'Oceano Pacifico. Nella sua estensione di 10 milioni di kmq, abitano circa 740 milioni di persone. Si parlano 28 lingue diverse e ancor più numerosi dialetti. Tutto questo è una ricchezza che si è disseminata nella storia in diversi campi: dall'Arte, alla Musica alla Letteratura, alle Scienze. Nel nostro tempo queste cose debbono saldarsi in un consolidamento sociale e democratico.  Nel 1970 uscì un libro dal titolo: "Medioevo prossimo venturo". Lo scrisse un ingegnere e matematico italiano, Roberto Vacca, che preannunciava una regressione di civiltà dovuta all'esplosione demografica che avrebbe portato ad imponenti migrazioni verso i Paesi più evoluti economicamente e ad un blocco dei sistemi tecnologici che
Kaliningrad
avrebbe colpito il mondo. La seconda ipotesi non si è avverata ma la prima sta diventando sempre più una realtà. Essa riguarda sia l'ingovernabilità delle economie, le congestioni urbane, l'inquinamento  della terra, la scarsità di fonti primarie come l'acqua, la qualità dell'aria. La carenza della qualità politica per governare questi temi si è aggiunta a quella che immaginava Spinelli a metà del secolo scorso. E tutto questo si aggraverebbe con un ritorno ai recinti nazionali.  Scrisse nel 1924 Thomas Mann nel suo libro "La Montagna incantata" : "... l'Europa è la terra della ribellione, della critica e dell'attività riformatrice". Ora questi tre fattori, dovrebbero essere ricomposti e guidati dall'attività  riformatrice. La statua di Immanuel Kant, che sorge tutt'ora a Kaliningrad/Konisbergh, diventa un simbolo di speranza e rappresenta la perenne testimonianza del pensiero e della memoria, sulle alterne vicende della storia.


Konisberg inizi del '900


Konisberg-Kaliningrad : Statua ad Immanuel Kant

Konisberg inizi '900

Konisberg negli anni  '20
Konisberg nel 1945
Anno 1968 : Demolizione resti del Castello di Konisberg
Casa dei Soviet (1970) costruita al posto
del Castello di Konisberg
Kaliningrad oggi
Konisberg attorno agli anni '20
 
Kaliningrad (ex Konisberg) oggi
Kaliningrad  oggi
Ex Stazione di Konisberg


kaliningrad oggi