mercoledì 26 novembre 2014

I POSTERI

I POSTERI                                 di Gianfranco Vecchiato

"Quando stai studiando un qualunque argomento o considerando una filosofia, chiedi a te stesso soltanto: "Quali sono i fatti? Qual'è la verità che sostengono?" Non lasciarti sviare né da ciò che vorresti credere, né da ciò che potrebbe produrre vantaggi sociali se fosse creduto. Ma osserva solo e unicamente quali sono i fatti". A questo messaggio "intellettuale", il filosofo britannico Bertrand Russell (1872/1970) rispondendo nel 1959 ad una domanda su cosa avrebbe voluto lasciar detto ai posteri, ne aggiunse anche uno "morale": "L'amore è saggio, l'odio è folle. In questo mondo che sta diventando via via più interconnesso, dobbiamo apprendere a tollerarci l'un l'altro. Dobbiamo apprendere ad accettare il fatto che qualcuno dirà cose che a noi non piacciono. Possiamo vivere insieme solo in quel modo. Se vogliamo vivere insieme e non morire insieme, dobbiamo imparare una qualche forma di carità e di tolleranza, che sono assolutamente vitali per la sopravvivenza della vita umana  su questo pianeta". 
Sono parole che, rilette a distanza di oltre mezzo secolo, suonano come un monito.
Roma/ Tor Sapienza:
nuovi "ghetti"
Le periferie di molte città sono diventate una frontiera culturale, sociale, politica e morale. In questi luoghi, ci si può chiedere, come suggeriva  Russell, quali siano i fatti che determinano tali tensioni crescenti. La risposta è nota: sono le emarginazioni, le nuove povertà, i bisogni, le disperazioni, il degrado. Ma sono anche  progetti di marginalità, risultato di scelte politiche miopi, di incapacità di programmare e di investire senza sprechi ma anche senza creare "ghetti". In troppi casi vediamo a pochi chilometri tra loro, scenari urbani scombinati. Da una parte ci sono proposte e  finanziamenti avveniristici dall'altra ci sono realtà degradate. Se da una parte si celebrano "vernici" e conferenze con architetture che finiscono nelle riviste, dall'altra scoppiano scontri tra " poveri" e indigenti. Come è avvenuto di recente  a Tor Sapienza ed a Torrevecchia quartieri alla periferia di Roma. Il degrado urbano si trasforma in rabbia ed in paura. Noi che siamo già dei posteri rispetto all'epoca in cui parlava Bertrand Russell, vediamo come gli scenari mondiali siano già cambiati radicalmente.
Cesare Beccaria ( 1738/1794)
Antichi mezzi di tortuna
Tutto è divenuto più veloce e questo chiama anche ad una visione politica urbanistica nuova. Nella storia è accaduto che dei pensieri abbiano anticipato gli sviluppi sociali e ne abbiano influenzato i cambiamenti. Cesare Beccaria 250 anni fa pubblicò un testo che divenne fondamentale nel pensiero illuminista  : "Dei delitti e delle pene". Le sue riflessioni per prevenire il delitto, si indirizzavano sui sistemi sociali, educativi e allo sviluppo della scienza, più che nel comando e nelle ricompense. Esso influenzò molti uomini del suo tempo e la evoluzione delle leggi di Nazioni come la Francia, la Russia e gli Stati Uniti. Thomas Jefferson ne prese spunto per le leggi  costituzionali americane.  Noi, i posteri, saremo presto, già domani, antenati. E ci stiamo già interrogando, pochi decenni dopo Russell, su quale sarà il futuro. 
Periferie Urbane
Periferie Urbane
Periferie Urbane


lunedì 24 novembre 2014

LE ALPI !

LE ALPI !                    di   Gianfranco Vecchiato


" I monti sono Maestri muti e fanno discepoli silenziosi" (Johann Wolfgang von Goethe).  Così fu per lungo tempo fino a quando sul finire dell'800  il valore turistico ed economico di tante vallate alpine aprì progressivamente   ai processi di urbanizzazione che avrebbero condotto negli ultimi 50 anni a conoscerne ma anche a comprometterne  i caratteri. Il turismo di massa ha prodotto centinaia di nuovi progetti edilizi, comprensori sciistici,  allargato quelli esistenti, nuove funivie, seggiovie e  rifugi alpini in alta quota. 
Se la Natura  è stata un elemento centrale e distintivo delle Alpi, la loro progressiva antropizzazione ha un costo ecologico altissimo che si aggiunge ai fenomeni del riscaldamento del pianeta. 
Alpi Svizzere: a 3000 m.
ponte tra 2 vette
Peak Walk /Scex Rouge 
L'uso dell'acqua dei torrenti con la captazione dei loro percorsi per scopi idroelettrici, la manomissione di zone umide, di nuove cabinovie come quella sul Monte Bianco, le sovrapposizioni di competenze amministrative com'è nel caso delle Dolomiti, aumenta lo sfruttamento economico di un Habitat che andrebbe tutelato integralmente. Nel 1991 fra otto Stati alpini si pervenne alla firma di una Convenzione, sottoscritta anche dalla Unione Europea, finalizzata a coordinare le politiche culturali ed ambientali su questo territorio dove vivono 14 milioni di abitanti  e per preservarne caratteri ed identità.
Piste da sci ...

Dal 1997 si è poi costituita una "Associazione" fra le città presenti nell'arco alpino che annualmente sceglie una Capitale, tra chi presenta le proposte più interessanti nella rigenerazione ambientale.  Per l'anno 2015 la prescelta è stata Chamonix Mont-Blanc, città di 10mila abitanti nella Alta Savoia, per le sue iniziative di sviluppo sostenibile. Le città alpine italiane prescelte in passato sono state Belluno, Trento, Bolzano, Sondrio e Lecco.  Tutte queste iniziative si confrontano con alcune realtà territoriali pesanti che contraddicono spesso  i buoni propositi, aiutati da una generale cultura che vorrebbe arrivare, potendo, con l'auto in  vetta! L'ambiente alpino ha una storia straordinaria perché rappresenta geologicamente e ambientalmente il lontano passato e un possibile avvenire.  Le Alpi con le loro diversità culturali, ambientali, linguistiche e storiche si sviluppano su un arco di circa 1300 km dalla Liguria all'Austria, con molte cime che superano i tremila metri. E' oltre a questa quota che le nevi ed i ghiacciai restavano perenni finché l'effetto "serra" non ha iniziato a sciogliere progressivamente anche questi.
SOIUSA
Sintesi delle Città nominate
Capitali Alpine 
Monte Rite: Museo delle Nuvole
Da queste montagne originano grandi fiumi e laghi che sul versante sud innervano la Pianura Padana. L'ambiente ha come elemento valoriale il silenzio. Lo colsero poeti come Goethe e Giosuè Carducci che nel suo "Mezzodì alpino" scrive: "Nel gran cerchio de l'Alpi, su 'l granito squallido e scialbo, su' ghiacciai cangianti, regna sereno intenso ed infinito nel suo grande silenzio il mezzodì..." In questi luoghi aspri e solenni, paesi, villaggi, città, castelli, chiese, hanno identità in cui l'architettura ha sempre avuto un forte segno distintivo.  Agli albori dell'epoca moderna, le Alpi erano ancora un territorio ignoto, inospitale, difficile da attraversare e da raggiungere, non considerato nell'economia degli Stati, se non per ragioni militari. La Encyclopèdie di Diderot a fine '700,  trattava l'argomento in poche righe. Fu il medico e poeta svizzero Albrecht von Haller, nato e vissuto a Berna tra il 1708 e il 1777 che  pubblicando nel 1732  una raccolta di poesie dove esaltava la vita sobria della montagna e dei suoi abitanti rispetto a quella corrotta dei costumi delle città, contribuì ad accrescerne l'interesse.
Belluno Capitale 1999
Marburgo Capitale 2000
Haller associando la Natura alla presenza Divina percorse le vallate svizzere a piedi, descrivendo  paesi e  comunità, i costumi,  le tradizioni, le lingue di un mondo arcaico.   Anche la storia dell'alpinismo è un capitolo importante nel rapporto tra l'Uomo e la Natura. Reinhold Messner, scalatore altoatesino famoso in tutto il mondo, ha dichiarato: "Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cime io non lascio niente se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto, cancellerà ".
Chamonix Capitale 20015
Messner è stato il protagonista di una iniziativa partita nel 1997 con un incarico assunto dall'Università di Architettura di Venezia, con la Regione Veneto e fondi europei per creare sul Monte Rite, nel Comune di Cibiana di Cadore, un Museo alpino. il "Museo delle Nuvole", che è anche un manifesto al rispetto per la Natura. Non è una contraddizione perché in questo caso è stata trasformata una fortezza preesistente, nel Museo che dai suoi 2183 metri è il più alto d'Europa.  Ma la costruzione di altre strutture in alta quota si sta espandendo. Nel 2011 sul ghiacciaio Frèboudre sotto la parete est delle Grandes Jorasses, in Val d'Aosta, è stato installato un prototipo prefabbricato, dotato di cogeneratore, trattamento dell'aria, gestione dei rifiuti organici, riscaldamento e di acqua calda e doccia, che ha fatto molto discutere per la sua forma cilindrica orizzontale, che è sembrata estranea alla tradizione alpina.
Modulo italiano :Arch. Luca Gentilcore
Interno del Modulo italiano
Ma tale progetto ha incontrato interesse e il LEAP (Leaving Ecological Alpine Pad) dell'architetto torinese Luca Gentilcore e di Stefano Testa, è stato ordinato per una stazione ad uso turistico,  a 4mila metri di quota sul Monte Elbrus, un vulcano spento alto 5.642 metri, sul Caucaso. Tre moduli sono stati installati e resi funzionali in soli tre giorni. C'è un grande dibattito in corso sui limiti all'uso della montagna. E su quale sia il limite dell'urbanistica e dei caratteri architettonici. Tutto questo può indurre alla speranza che si possa ristabilire un principio: arrivare in alta quota con fatica, ammirare un panorama, conoscere e rispettare la Montagna. E lasciare che il tempo continui la sua opera, malgrado la nostra resistenza a non accettarne per noi l'epilogo. 


Fondovalle Alpino invaso da case






domenica 16 novembre 2014

AVANTI POPOLO

AVANTI POPOLO                       di   Gianfranco Vecchiato


La Comune di Parigi. 1871
Democrazia e Popolo. Le antiche radici Dèmos: Popolo e Kràtos: Potere, si saldarono per creare il Governo del Popolo che, nella  Grecia antica,  si esercitava nell'Agorà, lo spazio urbano destinato ad ospitare la discussione delle leggi e le decisioni politiche. Nelle Piazze i pensieri e i contrasti furono il lievito delle prime democrazie popolari. Nell'antica Roma le insegne civili e militari portavano il simbolo S.P.Q.R. iniziali di Senatus Populusque Quiritium Romanus (Il Senato e il Popolo Romano). Secondo Cicerone nel suo "De re publica, (I,25)" per "Popolo non si intende un agglomerato di uomini riuniti in un modo qualsiasi  ma "una riunione di gente associata che ha per fondamento l'osservanza della giustizia e la    comunanza di interessi."  Concetti che percorsero il Medio Evo fino a Tommaso d'Aquino. Le prime forme di democrazia parlamentare documentate, riguardano l'Islanda e risalgono al 930 d.C. e  il Nord America dove, nella regione dei Grandi Laghi, si riunivano i rappresentanti delle cinque nazioni indiane federate, di "nativi americani" di origine irochese, per discutere e decidere il loro futuro.


Agorà di Atene
Tra il X° e il XIII° secolo in Europa sorsero associazioni mercantili che aprirono il tessuto sociale a nuove esperienze e regole di governo. Nel Baltico e nel Mare del Nord, fino alla Scandinavia città federate nei commerci formarono la Lega Anseatica di cui fu capitale Lubecca. Nell'Italia dei Comuni furono le Corporazioni a rappresentare i Tessili, i banchieri, i mercanti, i professionisti. Regolavano la produzione e il commercio, fissando i prezzi, la qualità dei prodotti, le ore lavorative, cercando di influire sulla vita politica. Le Assemblee popolari controllavano  le amministrazioni civili, in un equilibrio tra i Notabili, la borghesia riunita nelle Arti Maggiori, il popolo minuto della piccola e media borghesia, nelle Arti medie e Minori, con la plebe e gli operai salariati. Il governo della città si esercitava con i Consoli che erano in carica un anno,  con il Consiglio Maggiore dov'erano i capi delle famiglie più importanti, che avevano un ruolo negli affari ordinari della vita amministrativa.
Le Corporazioni Medioevali
E infine con un Parlamento, dov'erano tutti i notabili e borghesi, che eleggeva i magistrati. Ma era il Consiglio Maggiore che controllava e nominava chi emanava le leggi e le faceva rispettare.  Eleggeva i Consoli, i Podestà, i Dogi, i Capitani del Popolo e tutta la Magistratura. Il Popolo era sempre sullo sfondo ma contava in realtà sempre poco. Nel XVI° secolo Macchiavelli affermava la priorità dello Stato sul Popolo e nel  XVII° secolo per Hobbes lo Stato  definisce un Popolo attraverso il Sovrano. Ma fu con Rousseau che il pensiero moderno prese forma: "Gli uomini sono nati liberi ed uguali" e solo una Comunità può assumerne i diritti che ciascuno le ha ceduto attraverso un "patto" politico che la trasforma in un Corpo morale e collettivo, dove i componenti assumeranno in nome del 
Voltaire ( Francois-Marie Arouet)
1694/1778

popolo i ruoli di legislatori e di sudditi. Il filosofo tedesco Johann Gottfried Herder (1744/1803) affermò un concetto culturale del popolo come  espressione di lingua, di religione, di tradizioni, di comuni identità, affiancandolo all'idea di Nazione che si dividerà fra una linea di ispirazione democratica e un'altra di tipo autoritario. A metà del XVIII° secolo, Voltaire, pseudonimo di Francois-Marie Arouet.  il più noto rappresentante dell'Illuminismo, non aveva fiducia nel popolo che Egli non riteneva fosse in grado di governare. Non credeva in una forma di "democrazia" ma espresse il suo pensiero che con diverse varianti afferma : "Non condivido quello che tu dici ma mi batterò sempre finché tu possa dirlo." Voltaire combattè per le libertà politiche e civili e contro l'intolleranza religiosa. 

La rivoluzione americana che portò all'indipendenza le ex colonie inglesi nel 1776 nel preambolo  della  sua Costituzione inizia con queste parole: "We the people" Noi, il 
Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato (1901)
popolo". Qualche anno dopo in Europa con la Rivoluzione Francese,   il Popolo irruppe nella Storia moderna in modo cruento: migliaia di teste mozzate e sanguinari "tribunali del popolo" seminarono il terrore tra le aristocrazie del Continente europeo.

Seguì la restaurazione, poi altri moti nazionali; quindi le rivoluzioni industriali  cambiarono volto alle città con case operaie e quartieri che Engels descrisse con le sue drammatiche riflessioni nella "Questione delle Abitazioni". Crebbero nuovi emarginati  a cui le trasformazioni tecniche e le conquiste scientifiche, diedero forza per rompere un sistema politico antiquato. Si confrontarono diverse idee sociali, massimaliste e liberali,  visioni religiose progressiste con altre chiuse nella tradizione, crebbe un "Quarto Stato", il Proletariato,  celebrato dal pittore Pellizza da Volpedo in un celebre quadro. Le teorie di Hegel e Marx trovarono molti ascolti. Per Hegel la storia è un susseguirsi di "Spiriti dei Popoli" che fanno tutt'uno con lo Stato ma Hegel rifiutò la concezione liberale e democratica di popolo. Per Marx l'unica classe che aveva dignità e coscienza di popolo era quella operaia. 
Affresco nel Campidoglio di Washington
"We the people" -Filadelfia 4 luglio 1776
Indipendenza Stati Uniti d'America
Nozioni dure e rivoluzionarie a cui nel 1917, la guerra fece da detonatore  in Russia. Le tragiche condizioni di sfruttamento sociale, i milioni di morti al fronte, il decrepito sistema politico zarista, furono lo sfondo alla conquista del potere dei Soviet che erano in teoria rappresentanti delle associazioni di operai, di sindacati e  del popolo. Quel periodo di tragedie umane non ebbe solo colpe ed ha attraversato quasi tutto il Novecento. Al popolo si  ispirarono anche le dittature fascista e nazionalsocialista, mentre le democrazie occidentali fecero fronte con sistemi che consentirono una progressiva e a volte solo apparente partecipazione al potere. Molti fenomeni richiedono analisi e profondità di pensiero. Di Antonio Gramsci (1891/1937) che fu tra i massimi teorici marxisti italiani, incarcerato dal regime fascista e morto dopo 11 anni di prigionia, furono pubblicati nel dopoguerra i "Quaderni dal Carcere", tradotti nelle lingue più importanti. In queste opere, Gramsci osservò che "l'elemento popolare "sente" ma non sempre comprende o sa; l'elemento intellettuale "sa" ma non sempre comprende e specialmente "sente". 
Siena: Le Corporazioni
I due estremi sono pertanto la pedanteria da una parte e il settarismo dall'altra. L'errore dell'intellettuale, sosteneva Gramsci, consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere..." Su altro pensiero emerse in Italia la figura di Luigi Sturzo (1871/1959),  sacerdote fondatore del Partito Popolare, in cui prevalse la centralità della persona su quella delle "masse". Per Sturzo la religione poteva influenzare ma non imporre le scelte che restavano individuali. Fautore di 
Lubecca: Capitale  della Lega Anseatica
uno schema liberale in cui lo Stato avesse un ruolo di garanzia, ritenne che avendo il cristianesimo dato qualcosa ad ogni corrente politica, nessun partito potesse perciò avere l'esclusiva sulla verità religiosa.    I movimenti popolari nel mondo contemporaneo hanno diverse letture storiche ma analogie di comportamento. E' sempre  dalla resistenza a trasferire potere tra settori sociali diversi che si giunge ai cambiamenti con violenze o con evoluzioni democratiche. Vale per l'Europa come per l'America Latina o l' Africa dove popolazioni giovani e demograficamente in crescita, trovano risposte sociali e politiche inadeguate. Sono questi nuovi soggetti, senza volto, ad animare il presente. In Oriente popoli di antica e profonda civiltà stanno ridisegnando l'economia mondiale. Il  modo con cui a queste "masse" si porrà la prospettiva del futuro, nelle diversità culturali, nelle tradizioni e nelle loro esigenze, segnerà la Storia di questo secolo e dei tempi a venire. 
Statua di Marx
nella città di Chemnitz (Ex DDR)
Mosca:Mausoleo di Lenin
Della Cina colpiscono quelle immagini di milioni di uomini che sfilano tutt'ora in parate oceaniche, tra sventolio di bandiere rosse e inni patriottici. Quel simbolo rosso, che fu della Comune di Parigi nel 1871, nata dopo la sconfitta della Francia contro la Prussia per impedire il ritorno alla monarchia, fu repressa nel sangue, con oltre ventimila morti e decine di migliaia di deportati  ma ebbe un forte significato evocativo e venne assunto come bandiera di lotta sociale dai movimenti operai. "Se un giorno il popolo vorrà vivere, il destino dovrà fargli strada". Parole di Abu'l-Qasim Ash Shabbi poeta tunisino (1909/1934) che in epoca coloniale aspirava all'indipendenza. Altri popoli sarebbero entrati nella scena contemporanea. E questo rimestare della storia giunge ai nostri giorni.  Alla Bandiera Rossa venne in Italia dedicato un Inno: "Avanti Popolo", scritto da Carlo Tuzzi  nel 1908, animato da idee socialiste e repubblicane, che inizia con le parole: "Avanti Popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà..." Guardare con rispetto agli ideali che hanno animato stagioni lontane è compito degli storici ma l'economia sta creando molti nuovi poveri e così  stanno crescendo coloro che  stanno ritornando sulle strade con le vecchie bandiere. Mentre tanti assistono rassegnati ad un progressivo impoverimento, miliardi di uomini sono tutt'ora emarginati. Non sono né popolo né soggetti ma numeri dimenticati dalla storia. Tuttavia i processi che si sono messi in moto e che cambieranno ancora il futuro avranno i popoli per protagonisti. Vi sono conseguenze per tutto questo anche nelle trasformazioni urbane dei territori, nei processi investimento produttivo, sulle qualità delle architetture, sull'ambiente, sui servizi. Questo dà oggi senso funzionale al " Popolo".
Roma: Piazza del Popolo
D'altra parte la presenza di una cultura democratica in una nazione è un tema di attualità. Nel 1949 Kenneth Arrow pervenne ad una teoria sul tema della democrazia che portava a conclusioni sulla sua irrealizzabilità. Paul Samuelson, che fu Nobel per l'economia nel 1970   
Aristofane
485/385 a.C.
e consigliere di Kennedy, da tale teoria trasse la convinzione che la ricerca della democrazia perfetta si sia rivelata una chimera della storia. Giunge quindi dal lontano passato un ammonimento alle inclinazioni del popolo. Nella Commedia "I Cavalieri", Aristofane vissuto tra il 485 e il 385 a.C.  così ne parlava: "Sicuramente, o Popolo, ben grande è il tuo potere, poiché ciascun temere ti deve come un re! Però, per il naso è facile menarti; e troppo godi di chi ti liscia e abbindola; e chi discorre, l'odi a bocca aperta; ed esule va il senno tuo da te!"

Roma: Piazza del Popolo  1793/1834
Arch. Giuseppe Valadier


Roma: In Piazza del Popolo


Manifestazione Sindacale
Eugène Delacroix 1830
La Libertà guida il Popolo