domenica 16 novembre 2014

AVANTI POPOLO

AVANTI POPOLO                       di   Gianfranco Vecchiato


La Comune di Parigi. 1871
Democrazia e Popolo. Le antiche radici Dèmos: Popolo e Kràtos: Potere, si saldarono per creare il Governo del Popolo che, nella  Grecia antica,  si esercitava nell'Agorà, lo spazio urbano destinato ad ospitare la discussione delle leggi e le decisioni politiche. Nelle Piazze i pensieri e i contrasti furono il lievito delle prime democrazie popolari. Nell'antica Roma le insegne civili e militari portavano il simbolo S.P.Q.R. iniziali di Senatus Populusque Quiritium Romanus (Il Senato e il Popolo Romano). Secondo Cicerone nel suo "De re publica, (I,25)" per "Popolo non si intende un agglomerato di uomini riuniti in un modo qualsiasi  ma "una riunione di gente associata che ha per fondamento l'osservanza della giustizia e la    comunanza di interessi."  Concetti che percorsero il Medio Evo fino a Tommaso d'Aquino. Le prime forme di democrazia parlamentare documentate, riguardano l'Islanda e risalgono al 930 d.C. e  il Nord America dove, nella regione dei Grandi Laghi, si riunivano i rappresentanti delle cinque nazioni indiane federate, di "nativi americani" di origine irochese, per discutere e decidere il loro futuro.


Agorà di Atene
Tra il X° e il XIII° secolo in Europa sorsero associazioni mercantili che aprirono il tessuto sociale a nuove esperienze e regole di governo. Nel Baltico e nel Mare del Nord, fino alla Scandinavia città federate nei commerci formarono la Lega Anseatica di cui fu capitale Lubecca. Nell'Italia dei Comuni furono le Corporazioni a rappresentare i Tessili, i banchieri, i mercanti, i professionisti. Regolavano la produzione e il commercio, fissando i prezzi, la qualità dei prodotti, le ore lavorative, cercando di influire sulla vita politica. Le Assemblee popolari controllavano  le amministrazioni civili, in un equilibrio tra i Notabili, la borghesia riunita nelle Arti Maggiori, il popolo minuto della piccola e media borghesia, nelle Arti medie e Minori, con la plebe e gli operai salariati. Il governo della città si esercitava con i Consoli che erano in carica un anno,  con il Consiglio Maggiore dov'erano i capi delle famiglie più importanti, che avevano un ruolo negli affari ordinari della vita amministrativa.
Le Corporazioni Medioevali
E infine con un Parlamento, dov'erano tutti i notabili e borghesi, che eleggeva i magistrati. Ma era il Consiglio Maggiore che controllava e nominava chi emanava le leggi e le faceva rispettare.  Eleggeva i Consoli, i Podestà, i Dogi, i Capitani del Popolo e tutta la Magistratura. Il Popolo era sempre sullo sfondo ma contava in realtà sempre poco. Nel XVI° secolo Macchiavelli affermava la priorità dello Stato sul Popolo e nel  XVII° secolo per Hobbes lo Stato  definisce un Popolo attraverso il Sovrano. Ma fu con Rousseau che il pensiero moderno prese forma: "Gli uomini sono nati liberi ed uguali" e solo una Comunità può assumerne i diritti che ciascuno le ha ceduto attraverso un "patto" politico che la trasforma in un Corpo morale e collettivo, dove i componenti assumeranno in nome del 
Voltaire ( Francois-Marie Arouet)
1694/1778

popolo i ruoli di legislatori e di sudditi. Il filosofo tedesco Johann Gottfried Herder (1744/1803) affermò un concetto culturale del popolo come  espressione di lingua, di religione, di tradizioni, di comuni identità, affiancandolo all'idea di Nazione che si dividerà fra una linea di ispirazione democratica e un'altra di tipo autoritario. A metà del XVIII° secolo, Voltaire, pseudonimo di Francois-Marie Arouet.  il più noto rappresentante dell'Illuminismo, non aveva fiducia nel popolo che Egli non riteneva fosse in grado di governare. Non credeva in una forma di "democrazia" ma espresse il suo pensiero che con diverse varianti afferma : "Non condivido quello che tu dici ma mi batterò sempre finché tu possa dirlo." Voltaire combattè per le libertà politiche e civili e contro l'intolleranza religiosa. 

La rivoluzione americana che portò all'indipendenza le ex colonie inglesi nel 1776 nel preambolo  della  sua Costituzione inizia con queste parole: "We the people" Noi, il 
Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato (1901)
popolo". Qualche anno dopo in Europa con la Rivoluzione Francese,   il Popolo irruppe nella Storia moderna in modo cruento: migliaia di teste mozzate e sanguinari "tribunali del popolo" seminarono il terrore tra le aristocrazie del Continente europeo.

Seguì la restaurazione, poi altri moti nazionali; quindi le rivoluzioni industriali  cambiarono volto alle città con case operaie e quartieri che Engels descrisse con le sue drammatiche riflessioni nella "Questione delle Abitazioni". Crebbero nuovi emarginati  a cui le trasformazioni tecniche e le conquiste scientifiche, diedero forza per rompere un sistema politico antiquato. Si confrontarono diverse idee sociali, massimaliste e liberali,  visioni religiose progressiste con altre chiuse nella tradizione, crebbe un "Quarto Stato", il Proletariato,  celebrato dal pittore Pellizza da Volpedo in un celebre quadro. Le teorie di Hegel e Marx trovarono molti ascolti. Per Hegel la storia è un susseguirsi di "Spiriti dei Popoli" che fanno tutt'uno con lo Stato ma Hegel rifiutò la concezione liberale e democratica di popolo. Per Marx l'unica classe che aveva dignità e coscienza di popolo era quella operaia. 
Affresco nel Campidoglio di Washington
"We the people" -Filadelfia 4 luglio 1776
Indipendenza Stati Uniti d'America
Nozioni dure e rivoluzionarie a cui nel 1917, la guerra fece da detonatore  in Russia. Le tragiche condizioni di sfruttamento sociale, i milioni di morti al fronte, il decrepito sistema politico zarista, furono lo sfondo alla conquista del potere dei Soviet che erano in teoria rappresentanti delle associazioni di operai, di sindacati e  del popolo. Quel periodo di tragedie umane non ebbe solo colpe ed ha attraversato quasi tutto il Novecento. Al popolo si  ispirarono anche le dittature fascista e nazionalsocialista, mentre le democrazie occidentali fecero fronte con sistemi che consentirono una progressiva e a volte solo apparente partecipazione al potere. Molti fenomeni richiedono analisi e profondità di pensiero. Di Antonio Gramsci (1891/1937) che fu tra i massimi teorici marxisti italiani, incarcerato dal regime fascista e morto dopo 11 anni di prigionia, furono pubblicati nel dopoguerra i "Quaderni dal Carcere", tradotti nelle lingue più importanti. In queste opere, Gramsci osservò che "l'elemento popolare "sente" ma non sempre comprende o sa; l'elemento intellettuale "sa" ma non sempre comprende e specialmente "sente". 
Siena: Le Corporazioni
I due estremi sono pertanto la pedanteria da una parte e il settarismo dall'altra. L'errore dell'intellettuale, sosteneva Gramsci, consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere..." Su altro pensiero emerse in Italia la figura di Luigi Sturzo (1871/1959),  sacerdote fondatore del Partito Popolare, in cui prevalse la centralità della persona su quella delle "masse". Per Sturzo la religione poteva influenzare ma non imporre le scelte che restavano individuali. Fautore di 
Lubecca: Capitale  della Lega Anseatica
uno schema liberale in cui lo Stato avesse un ruolo di garanzia, ritenne che avendo il cristianesimo dato qualcosa ad ogni corrente politica, nessun partito potesse perciò avere l'esclusiva sulla verità religiosa.    I movimenti popolari nel mondo contemporaneo hanno diverse letture storiche ma analogie di comportamento. E' sempre  dalla resistenza a trasferire potere tra settori sociali diversi che si giunge ai cambiamenti con violenze o con evoluzioni democratiche. Vale per l'Europa come per l'America Latina o l' Africa dove popolazioni giovani e demograficamente in crescita, trovano risposte sociali e politiche inadeguate. Sono questi nuovi soggetti, senza volto, ad animare il presente. In Oriente popoli di antica e profonda civiltà stanno ridisegnando l'economia mondiale. Il  modo con cui a queste "masse" si porrà la prospettiva del futuro, nelle diversità culturali, nelle tradizioni e nelle loro esigenze, segnerà la Storia di questo secolo e dei tempi a venire. 
Statua di Marx
nella città di Chemnitz (Ex DDR)
Mosca:Mausoleo di Lenin
Della Cina colpiscono quelle immagini di milioni di uomini che sfilano tutt'ora in parate oceaniche, tra sventolio di bandiere rosse e inni patriottici. Quel simbolo rosso, che fu della Comune di Parigi nel 1871, nata dopo la sconfitta della Francia contro la Prussia per impedire il ritorno alla monarchia, fu repressa nel sangue, con oltre ventimila morti e decine di migliaia di deportati  ma ebbe un forte significato evocativo e venne assunto come bandiera di lotta sociale dai movimenti operai. "Se un giorno il popolo vorrà vivere, il destino dovrà fargli strada". Parole di Abu'l-Qasim Ash Shabbi poeta tunisino (1909/1934) che in epoca coloniale aspirava all'indipendenza. Altri popoli sarebbero entrati nella scena contemporanea. E questo rimestare della storia giunge ai nostri giorni.  Alla Bandiera Rossa venne in Italia dedicato un Inno: "Avanti Popolo", scritto da Carlo Tuzzi  nel 1908, animato da idee socialiste e repubblicane, che inizia con le parole: "Avanti Popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà..." Guardare con rispetto agli ideali che hanno animato stagioni lontane è compito degli storici ma l'economia sta creando molti nuovi poveri e così  stanno crescendo coloro che  stanno ritornando sulle strade con le vecchie bandiere. Mentre tanti assistono rassegnati ad un progressivo impoverimento, miliardi di uomini sono tutt'ora emarginati. Non sono né popolo né soggetti ma numeri dimenticati dalla storia. Tuttavia i processi che si sono messi in moto e che cambieranno ancora il futuro avranno i popoli per protagonisti. Vi sono conseguenze per tutto questo anche nelle trasformazioni urbane dei territori, nei processi investimento produttivo, sulle qualità delle architetture, sull'ambiente, sui servizi. Questo dà oggi senso funzionale al " Popolo".
Roma: Piazza del Popolo
D'altra parte la presenza di una cultura democratica in una nazione è un tema di attualità. Nel 1949 Kenneth Arrow pervenne ad una teoria sul tema della democrazia che portava a conclusioni sulla sua irrealizzabilità. Paul Samuelson, che fu Nobel per l'economia nel 1970   
Aristofane
485/385 a.C.
e consigliere di Kennedy, da tale teoria trasse la convinzione che la ricerca della democrazia perfetta si sia rivelata una chimera della storia. Giunge quindi dal lontano passato un ammonimento alle inclinazioni del popolo. Nella Commedia "I Cavalieri", Aristofane vissuto tra il 485 e il 385 a.C.  così ne parlava: "Sicuramente, o Popolo, ben grande è il tuo potere, poiché ciascun temere ti deve come un re! Però, per il naso è facile menarti; e troppo godi di chi ti liscia e abbindola; e chi discorre, l'odi a bocca aperta; ed esule va il senno tuo da te!"

Roma: Piazza del Popolo  1793/1834
Arch. Giuseppe Valadier


Roma: In Piazza del Popolo


Manifestazione Sindacale
Eugène Delacroix 1830
La Libertà guida il Popolo

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