mercoledì 8 febbraio 2017

CAMPAGNA

CAMPAGNA               di   Gianfranco Vecchiato


Venti milioni di tonnellate è  l'impressionante stima della enorme quantità di neve caduta in poche ore sulle località già martoriate dal terremoto nelle regioni italiane dell' Abruzzo e delle Marche. Nello stesso periodo il nord Italia era da mesi in siccità con le località alpine senza neve. La ulteriore tragedia della caduta di una enorme valanga su un albergo costruito colpevolmente sul tracciato  di un vallone del Gran Sasso, ha allargato il dibattito sulla Protezione Civile, sul dissesto idro geologico, sulla organizzazione delle emergenze e sui progetti di messa in sicurezza delle parti più vecchie del patrimonio edilizio nazionale.  Dal 24 agosto si sono   superate nell'Italia centrale, il numero di 50mila scosse, con entità diverse. 
Come si può vivere in una continua tensione così? Sono crollati paesi antichi, chiese secolari, torri medioevali, ricordi e molte speranze. C'è un disegno della Natura, che appare indifferente alle pene degli uomini, od occorre conoscere e adeguare alle sue leggi, le nostre?  Sui percorsi che da secoli venivano attraversati dai pastori con le loro mandrie e greggi, per portare alla fine dell'autunno  gli animali al sicuro, si incontrano paesaggi e ambienti plasmati sulle regole che hanno portato vita sulla terra.  Sono i frutti delle stagioni, il clima, gli organismi viventi, la composizione chimica e biologica dei terreni, la qualità dell'aria e dell'acqua, la esposizione solare, i venti, la vegetazione, le conoscenze sviluppate nel tempo, ad aver coinvolto anche la cultura delle popolazioni sui diversi territori. Ora ce ne accorgiamo.
Tanti fattori che precedono ed anzi definiscono i modi con cui si sono espanse  le forme e le relazioni umane. Questo è ancora oggi un aspetto fondamentale per il futuro che ci presenta sfide formidabili a causa della crescita esponenziale della popolazione mondiale. Da meno di due miliardi ad oltre sette miliardi in 100 anni. La pressione urbanistica sui territori ha trasformato le campagne della Valle Padana in spazi rari. Fino a qualche tempo fa le aree agricole non avevano nessuna definizione nelle cartografie che si occupavano invece delle destinazioni d'uso immobiliari e dei valori economici delle rendite catastali. Tutto ha invece un Valore e specialmente lo hanno quei terreni agricoli che sono spazi essenziali all'equilibrio naturale ed alla vita sulla Terra. Si assiste da qualche anno ad un fenomeno crescente di giovani che
tornano a coltivare i campi.  Con il titolo "Banca della Terra" alcune regioni italiane hanno avviato alcuni esperimenti. Come quella di affittare  le tante superfici non coltivate  a chi si impegna per recuperarle e a coltivarle. Precedenza ai giovani. Oltre 50mila aziende agricole italiane sono oggi in mano a persone sotto ai 35 anni e l'Italia è ai vertici europei in questa impresa. La crisi immobiliare ha però solo di poco rallentato le pressioni sui terreni che da agricoli vengono resi edificabili e questo è anche il risultato degli effetti di una idea squilibrata di globalizzazione. Si propongono rinnovate identità ai territori. Fragilità ambientali e cambiamenti
climatici pongono grandi sfide per il futuro. È  possibile ridisegnare le città partendo dalle loro periferie ponendo al centro il vuoto che ancora le delimita nel loro perimetro. Qui la terra ha valore come fonte di vita e di antico progresso legato ai tempi della Natura. Riportando a coltivazione aree dismesse forse potremmo anche se parzialmente ricucire molte ferite dovute alle scelte del '900. Ai tempi che il giornalista Giorgio Bocca descriveva  negli anni '60, guardando campagne ed appennini abbandonati dai contadini per andare a lavorare nelle fabbriche. Case vuote attraversate dal vento e dalla nostalgia ma anche dalle durezze implacabili nelle quali si era spenta una antica cultura con i suoi valori.