martedì 3 luglio 2018

SAAB

SAAB          di Gianfranco Vecchiato

Saab 92. Anno 1947
Trollhattan è una piccola città posta ad occidente della Svezia e creata tra il 1967 e il 1974 dalla fusione di alcune località fra loro confinanti. E' nota per essere stata la sede della storica casa automobilistica Saab. Un marchio che fu importante anche per il carattere e lo stile di un design  industriale che ebbe grande successo.  Nel 2012  la casa automobilistica, dopo diversi problemi finanziari  giunse al fallimento. Nonostante i tentativi di rilanciarla, la fabbrica si è chiusa, aggiungendosi ad una lunga catena di società colpite dalla crisi e dalla globalizzazione dei mercati. I modelli Saab sono ora  visibili in un museo della città e raccontano una vicenda iniziata nel 1947 con la  prima  auto Saab 92, dal design raffinato ed ispirato alle forme aeronautiche della Svenska Aeroplan AB, la società da cui derivò il settore automobili e che dal 1937 produceva aerei militari.
Primo modello Saab. 1947
ultimo modello Saab cabrio 2010
Altri casi in Europa, testimoniano  un'epoca di pionieri caratterizzato dai produttori nazionali.
"Triumph" e Mini per la Gran Bretagna, Citroen e Renault per la Francia, Volkswagen, Audi e Mercedes per la Germania, Skoda per la Cecoslovacchia, Fiat, Lancia e Alfa Romeo per l'Italia...  Nel nostro Paese le automobili e le moto sono stati fattori di successo e della immagine di un "italian style" riconosciuto. Anni fa una ricerca effettuata sulla utenza dei
Interno del Museo Saab a Trollhattan
diversi marchi automobilistici, 
rivelò che molti architetti erano tra i clienti della Saab. Li accomunava l'interesse per il rigore e le linee dei suoi modelli. Tra questi mi annovero anch'io e la mia Saab sta invecchiando con me. In una automobile si  saldano i ricordi di viaggi, di persone, di emozioni ed è per questo che essa resta, con tutti i suoi limiti,   un simbolo di autonomia e di libertà; un mezzo che è complice nella scoperta dei territori.
Quando con l'accordo di Schengen, si aprirono progressivamente le frontiere interne fra gli Stati della UE,  per il passaggio di merci e persone, l'impatto fu  salutato come una grande conquista storica. Si attraversavano dall'Italia le frontiere del Brennero, di Resia, di Tarvisio verso l'Austria, così come verso la Francia e la Slovenia. La differenza non era solo l'assenza di code ma si percepiva la sensazione di appartenere ad una comunità allargata di popoli e di valori condivisi.
Questo fu il messaggio più bello dopo secoli di divisioni e di sospetti. Accade però che i continui  afflussi  migratori di persone da Africa e Medio Oriente, stiano creando grandi resistenze nelle opinioni pubbliche di diversi Paesi e
ciò rischia di riportare alla chiusura delle frontiere interne, rompendo quanto faticosamente conquistato. Si sta diffondendo  la paura e una stagione diversa riappare all'orizzonte. Occorrerebbe che queste conquiste civili non fossero abbandonate ed agire insieme per risolvere o mitigare i drammi che portano milioni di persone verso l'Europa. I
Saab 9.2
nodi che vengono al pettine sono difficili da districare. In questo contesto l'automobile racchiude le contraddizioni e i  simboli di quest'epoca.  


In Arabia Saudita una recente legge  ha consentito finalmente che la guida sia consentita anche alle donne; in diverso modo  l'auto diventa uno strumento di morte, quando viene riempita di esplosivi e semina distruzioni e lutti da Kabul a Bagdad, da Damasco a Istanbul. Ci sono dei legami stretti tra un'auto e il territorio che attraversa. Nelle città e lungo le strade  si viaggia osservando il paesaggio. Si può fare senza vedere quello che ci circonda o si può analizzarlo criticamente. E sarà l'aspetto dei territori costruiti a raccogliere l'attenzione
Confine: Gorizia/Nova Gorica
del Congresso Nazionale degli Architetti Italiani che si svolgerà a Roma in questi giorni. L'impegno a  migliorare lo sviluppo della società, con la qualità del costruito e con la diminuzione del consumo di suolo, non può che iniziare da un viaggio metafisico:  il recupero e la valorizzazione dell'esistente che per una Nazione dove si consumano 9 mq di terreno al giorno, rappresenta una bella sfida. 
Non sono temi nuovi e non sono impossibili da realizzare se a volerlo sarà una intera società, rieducata e forse condotta su altri traguardi ed obiettivi che non siano solo quelli di bruciarsi, tra una generazione e l'altra, tutto il futuro. Se c'è un rapporto tra quel marchio Saab in cui la Casa costruttrice  si faceva vanto delle ricerche avanzate per i motori  dal basso valore di emissioni di CO2,  con ciò che viene percepito dalla società come necessario all'architettura oggi e nel futuro, questo sta nell'incertezza che i processi industriali stanno generando insieme ai grandi meccanismi di ricollocazione finanziaria.   Occorre vigilare e ricordare che niente è facile da conquistare 
Dogana vecchia
e da mantenere. Tutto può essere  a rischio, anche se è di qualità, se a guidare le scelte saranno solo le leggi del mercato e dei profitti.  L'Architettura ed il Design hanno radici e lingue universali. Devono quindi trasformarsi da  uno strumento nelle mani dei progettisti ad un mezzo condiviso e richiesto dalle nostre società. Viaggiamo senza frontiere mentali, aprendo lo sguardo sull'Universo che ci vede come una piccola cosa. E andiamo avanti nel tempo con i nostri sogni per raggiungere un futuro che "Il piccolo principe" descritto da Antoine De Saint-Exupery, ci insegnava a leggere con questa frase: "...l'essenziale è invisibile agli occhi..."



Il Piccolo Principe