lunedì 23 novembre 2015

FLUCTUAT

FLUCTUAT NEC MERGITUR                     di Gianfranco Vecchiato


Parigi:
Pilastro dei Nauti
Parigi
E' un motto latino quello che in questi giorni è apparso  su alcuni muri di Parigi. Significa: "Naviga tra i flutti e non affonda".  Della romana "Lutetia Parisiorum", nata sulla sinistra della Senna, oggi quartiere latino,  appartiene una colonna, rinvenuta nel 1711 durante dei lavori a Notre-Dame. E' il "Pilastro dei Nauti", che fu eretto nel periodo in cui governava l'imperatore romano Tiberio. Faceva parte di un monumento religioso in cui c'erano divinità galliche e romane e dal bilinguismo delle sue iscrizioni si capisce che intendeva celebrare la pacifica coesistenza tra diversi credi e religioni.
Resti di Terme romane a Parigi
Museo di Cluny


Questa "tolleranza" politica  tra popolazioni con tradizioni
diverse, è stata più volte spezzata da  "integralismi" e fanatismi. Nel Museo Cluny di Parigi, dove si trova la colonna , ci sono i resti  delle antiche Terme e altri oggetti a testimoniare i legami delle nostre identità culturali  e perciò Parigi oggi è anche la nostra città. Dopo l'attacco terrorista del 13 novembre al Bataclan, allo Stadio e in un locale di ristoro, tra le decine di corpi straziati, c'era anche quello di  una giovane ventottenne veneziana che studiava alla Sorbona: Valeria Solesin. Venezia si è
Valeria Solesin
Venezia 1987/Parigi 2015
stretta attorno ai genitori, manifestando con migliaia di persone in Piazza S.Marco un dolore composto con una intensa corale partecipazione. I genitori affranti non hanno avuto parole di odio ricordando con parole dolcissime la figlia, persona colta, solare, giunta a Parigi per un corso di specializzazione.  Ma tutto questo ha aperto numerose riflessioni e veementi reazioni. In un editoriale Eugenio Scalfari ha scritto che "Il Potere e la Guerra dominano da sempre la storia del mondo, interrotti brevemente dall'amore e dalla pace." Ma sono per Scalfari solo degli intervalli perché il sopravvento del Potere e delle Violenze proviene dalla incapacità di sottomettere il nostro consapevole "io". C'è un aspetto che lega  le tre principali Religioni monoteiste, quella ebraica, cristiana e musulmana:  si riconoscono in Abramo, come il capostipite nella rivelazione di Dio. Secondo le varie "scritture" in Abramo si esprime anche la
Venezia: Piazza S.Marco
"misericordia" di Dio che lo mette alla prova chiedendogli di sacrificare suo figlio. Mentre con l'angoscia nel cuore, sta per eseguire la sentenza di morte, Dio lo ferma e lo benedice, indicando nella "Misericordia" l'atto fondante della fede. Se la violenza distrugge la misericordia non può essere invocata come uno strumento di giustizia divina. Mentre si discute da secoli, con periodiche carneficine,  nella Storia umana tutte le religioni hanno provato a condizionare le società. Oggi che la tecnica e la scienza paiono  più avanti della nostra filosofia, molte persone si muovono dentro a recinti mentali difficili da scardinare. I valori morali dati dalla bellezza della Natura e dell'Arte potrebbero unire oltre le fedi e le indifferenze e per questo sono valori che minacciano gli integralismi medioevali che li trovano intollerabili e blasfemi. Perciò hanno fatto esplodere i Buddha di Bamiyan in Afghanistan, le rovine romane di Palmira in Siria, i reperti archeologici a Ninive. Con un clamoroso furto al Museo del Castelvecchio di Verona  sono stati rubati  17 dipinti di inestimabile  valore. Sono 
Alcuni dei capolavori d'arte
trafugati a Verona
dipinti  di Mantegna, di Tintoretto, di Bellini, del
Parigi: Palazzo di Giustizia
Arch. Renzo Piano
Pisanello, di Rubens... Un furto su commissione o un calcolato oltraggio alla nostra cultura, oggetto di una furia iconoclasta perché giudicata "eretica" ? In questo momento si sovrappongono timori e reazioni. L'architetto Renzo Piano ha posto l'attenzione sui danni derivanti dalle emarginazioni di migliaia di persone nelle periferie che sono covi di degrado anche morale. Egli ritiene che portando in queste aree la "bellezza" e la cultura, attraverso l'architettura, il design, l'arte, si aiuti la crescita sociale e la partecipazione alle scelte. Per il nuovo Palazzo di Giustizia a 
Parigi,  è stata scelta una periferia con un progetto che intende aiutare a "fertilizzarla" e ad innescare dei cambiamenti. Utopie? Forse l'architetto Piano ha ragione ma ci sono profonde fratture nel pensiero culturale tra mondi molto diversi. Un paradigma che mi è tornato alla mente guardando la colonna nel Museo Cluny, è quello del monolite descritto nel film "2001 Odissea nello Spazio" di Kubrick. Dopo che degli astronauti
Il Monolite di 2001 Odissea nello spazio
 trovano sulla luna questo oggetto levigato e misterioso lasciato da una antica civiltà superiore alla nostra, partirà una missione verso un punto dello spazio indicato dal misterioso oggetto. Sarà un viaggio che approderà nella metafora che contiene l'enigma della nostra evoluzione. Anche il "pilastro dei nauti" ci porta a viaggiare tra religioni e  lingue ormai scomparse. Torna alla mente quanto osservava lo storico Pierre Chaunu : "la nostra è la prima cultura moderna postindustriale che non ha elaborato una cultura della morte e l'ha rimossa..."  Chi invece si fa esplodere cerca la morte, sfida la nostra comprensione e la nostra civiltà. Non riconosce il valore della "misericordia"  come un fondamento teologico universale che a volte scompare e riappare nelle tragedie della Storia. Nel tempo però qualcosa di profondo ci sospinge   ed è contenuto anche in quelle parole latine della città di Parigi: "Fluctuat nec mergitur" . Parole vive affidate anch'esse ad una lingua morta.  

Parigi: il Bataclan
Sito archeologico di Palmira in Siria
distrutto dall'Isis

I Buddha di Bamiyan distrutti dai talebani


I Buddhha rinascono con la tecnologia
Proiezioni sul vuoto creato dalle distruzioni




martedì 10 novembre 2015

ARCHISTAR

ARCHISTAR                     di Gianfranco Vecchiato

Frascati:Nido d'Infanzia 2009
Arch. Carlo Melograni , G.Fumagalli e altri
Carlo Melograni classe 1924, Architetto,  già professore e Preside di facoltà,  ha raccontato le sue esperienze nel  libro: "Architettura nell'Italia della ricostruzione". Entrando nell'attualità attraverso quella lontana stagione e scavando sulle differenze tra il significato di "modernità e  di modernizzazione",  Melograni  ritiene che nella prima  si confrontino con fatica e in profondità i  modelli sociali e i problemi della vita collettiva, nella seconda si risponda affidandosi a progetti episodici, appariscenti e spettacolari. Più che di soluzioni, si tratta di icone che divengono fatalmente aggressive e malamente componibili in un disegno urbano.   L'anziano architetto ricorda le esperienze dei progetti di Quartieri popolari , l'Ina-Casa di via Harrar a Milano  di Giò Ponti, e Figini e Pollini,  il Quartiere Bernabò-Brea di Genova e quando scrisse che occorreva  " Progettare per chi va in tram" e cioè per i più deboli.  Giudicandoli oggi quei "serpentoni" edilizi di Genova a me pare che non siano la soluzione ma una parte dei problemi che l'urbanistica contemporanea ha ereditato da un recente passato. Resta tuttavia indiscutibile l'affermazione di Giovanni Michelucci per il quale  essere architetto voleva dire pensare alla città come fine di ogni fatto progettuale.  Invece si è diffuso un simbolo, quello dell' Archistar ,  che pare il nome di un prodotto, di un marchio, ed è il paradigma nell'architettura di un successo in termini

Quartiere Ina-Casa di Bernabò Brea a Genova
1956 / Luigi Carlo Daneri
politici e di propaganda. Quando nel 1997 a Bilbao, allora in decadenza,  si inaugurò quel nuovo straordinario Museo progettato da F.Gery, l'enorme afflusso di turisti, rilanciò quella città e spinse altre Amministrazioni a seguire la strada  del progetto "firmato", pensando che l'attrazione garantisse il successo. L'elenco è lungo: a Roma  c'è il Museo Maxxi progettato dall'Archistar  Zaha Hadid,    a Valencia ci sono le strutture  di Santiago Calatrava, a Torino  il discusso Palazzo della Regione di  Massimiliano Fuksas.  Fu nel 1971 che a seguito  del Concorso al Beaubourg di Parigi, si pervenne ad un primo oggetto-simbolico di forte richiamo : il Centre Pompidou di Richard Rogers  e Renzo Piano che con altri furono i vincitori. E nel tempo fino a  Daniel Libeskind autore della Freedom Tower di New York e dei palazzi della Citylife nella zona fiera di Milano, di Jean Nouvels  con le Galeries Lafayette a Berlino del 1996,  di Rhem Koolhaas , etc ...
Quartiere Ina -Casa di via Harrar Milano
Arch. Giò Ponti, L.Figini e G. Pollini
Si è assistito ad un fenomeno di emulazione che ha condotto in molte città ad edifici "firmati", affidati per sostituire nelle difficoltà politiche una garanzia ai veti della burocrazia.  L'architettura può essere un potente strumento di consenso. E' un argomento antico quanto il mondo, già ampiamente collaudato sia nelle Dittature che nelle Democrazie. Per questo gli architetti non si fanno spesso problemi, a costruire ovunque li si chiami.   Per trovare un equilibrio tra i vertici e la base si cercano scorciatoie. Oggi si pongono problemi mai affrontati nel passato. Sarà possibile risolvere  questa evoluzione a volte drammatica, con le parole, i  linguaggi, le teorie del nostro passato, od occorrerà ammettere che i compiti storici dell'architettura sono ormai divenuti inapplicabili?  A Singapore gli studi Oma e Buro Ole Scheern hanno realizzato nel 2013 un intervento gigantesco:  31 blocchi residenziali  ciascuno alto 6 piani, impilati con disposizioni esagonali e intorno a 8 grandi cortili. Spazi esterni comuni, appoggiati e sospesi , intrecciati e 170mila mq di superfici costruite per oltre mille alloggi di diverse dimensioni, con vista sui parchi, la città e il mare. E' un progetto che è stato fatto per rispondere in luoghi urbani densi alle necessità di  creare dei luoghi identitari. Sarà questo il futuro?  L'enorme crescita demografica pone visioni complesse e straordinarie.
Concorso per le Barene a S.Giuliano (Venezia)
arch.L.Quaroni
Si capisce che se siamo orfani del Novecento,
Bilbao : Museo 1997
Arch. F. Gery
quello non è più il nostro secolo. Guardando il mondo dall'alto dei suoi anni, Carlo Melograni ci avverte però che il degrado sociale insito nelle periferie urbane, si sta  allargando sul pianeta  e che questo è il tema centrale per la nostra società. Non occorre spiegare che altre volte nella Storia, dai diseredati è cresciuta nella coscienza collettiva, una nuova forma di Società. Dubito che  le condizioni date dalla globalizzazione dei mercati porteranno ad  un nuovo Rinascimento. Occorre però guardare molto più avanti del nostro tempo. Affinchè non accada, come ricorda Melograni, ciò che disse Ludovico Quaroni su un progetto di un quartiere incompiuto: "nella spinta verso la città, ci si è fermati al paese".  
Roma- Progetto Ina-Casa
Quartiere Tiburtino
L.Quaroni, M. Ridolfi, C.Melograni
Valencia. 1991: L'Humbracule
Città dell'Arte e della Scienza
Arch. Santiago Calatrava

Centre Pompidou- Parigi 1977
Richard Rogers e Renzo Piano

New York : Freedom Tower
Arch.D. Libeskind

Arch. M. Fuksas -Torino:
Torre Regione Piemonte

Londra: "The Gherkin" 2004
Arch. Norman Foster

Museo MAXXI di Roma 2009
Arch. Zaha Hadid


Milano. Il "Bosco verticale"
Arch. Stefano Boeri 2014

Padiglione Italia Expo Milano 2015
Studio Nemesi

Singapore: The Interlace 2013
Arch. Ole Scheeren


Singapore 2013
Sarà questo il futuro?

mercoledì 4 novembre 2015

TOSCANA

 TOSCANA                   di Gianfranco Vecchiato



Dopo ogni viaggio in Italia un dubbio mi assale: "E se quel paesaggio scomparisse fra qualche anno? Se quel Borgo venisse modificato? Se fra qualche generazione su quelle terre non si parlasse più quella lingua e quei dialetti? " Come si sta costruendo il futuro da parte dei contemporanei è un tema complesso e non risolto specialmente in termini culturali. Gli spostamenti di masse di popolazioni in fuga da guerre e da carestie, verso una Europa frastornata e incerta, sono destinati a durare nel tempo e ad a mutare le società attuali. Ma come? Una visita in una terra come la Toscana può aiutare a capire le ragioni di tali pensieri. Lo scrittore Guido
Giovanni Michelucci
Stazione di S.Maria Novella Firenze (1935)

Piovene, nel suo Viaggio in Italia, così la descrisse: "La bellezza toscana è una bellezza di rigore, di perfezione, talvolta di ascetismo, sotto l'aspetto della grazia. A differenza della collina veneta, languida e fantasiosa, quella toscana si direbbe disegnata da un artista cosciente, che non lascia nulla al caso e aborra il superfluo, anche se poi, a lavoro finito, cosparge di gentili ornati, la fondamentale secchezza della sua concezione". Mario Luzi, interpretò quel paesaggio come una "visione antiretorica della natura umana". 
Terra di "mezzo" collocata nel centro della Penisola ed espressione di grandi civiltà, come
Vista di Siena
Tito Conti
Canale - Viareggio 1883
quella etrusca, che si contaminò e si compenetrò in quella romana,  è ancora un luogo di contemplazione dai forti valori ambientali. Fonte di ricchezza e non di povertà. Le ragioni storiche e culturali che animarono le generazioni del passato per trarre da quell'humus dolce, aspro e turrito, sono fatti con ingredienti e  caratteri  presenti non solo nelle città ma dall'impasto fra paesaggi, ambienti, lingue, tradizioni, costumi ed identità. Di questo sentire occorrerebbe far partecipi coloro che, per immigrazione, portano con sé lingue, tradizioni e costumi diversi e che vanno ad abitare in questi luoghi carichi di valori. Nessuna coercizione ma un insegnamento diffuso che spieghi e che non si disperda nel passaggio tra generazioni e con il mescolarsi di umanità diverse. Il caso di
Arch. Leonardo Savioli
Firenze: via Piagentina (1967) 
Prato con lo stravolgimento del suo tessuto sociale
 e produttivo dovuto alla massiccia 
Arch. Leonardo Savioli
1917/1982
concentrazione di attività, anche clandestine, di una attivissima comunità cinese, è stato qualche tempo fa al centro del dibattito nazionale. Alla fine dell'Impero romano nella "Tuscia"  si andò formando attorno ai castelli ed ai monasteri, una classe sociale e politica che crebbe nelle autonomie dei Comuni, con le città che si aprirono ai commerci ed all'arte. Sorse nelle Corporazioni di Arti e Mestieri un forte spirito civico che pur dividendosi in  opposte fazioni, rafforzò il tessuto civile con distinte peculiarità che  raggiunse tra il XV° e il XVI° secolo l'apice con il Rinascimento. La Cultura era presente ovunque.  I versi della Divina Commedia scritta da Dante Alighieri erano conosciuti e recitati a memoria sia dalle classi abbienti che dai contadini. Si gareggiava in bellezza. Venivano esposte nei luoghi pubblici le opere d'arte e le sculture di Artisti come Donatello e Michelangelo, gli affreschi e i dipinti di Cimabue, di Giotto, di Masaccio, di Pietro e di Ambrogio Lorenzetti, di Simone Martini, di 
Paesaggio toscano tra viti e cipressi

Raffaello Sanzio impreziosivano le Chiese, e le architetture di Leon Battista Alberti, di Lorenzo Ghiberti, di Filippo Brunelleschi, di Giorgio Vasari, le opere e le invenzioni di Leonardo da Vinci arricchivano i borghi e le città. Le elaborazioni politiche di Macchiavelli e la forza dei banchieri toscani influenzavano l'intera  Europa. 
Un vortice  di straordinarie personalità  che ebbero mecenati come Lorenzo e Cosimo Dè Medici formarono un cosmo giunto fino a noi disseminando il DNA di tante città italiane. Arrivando a Firenze in ferrovia, si entra nella Stazione di S.Maria Novella, una grande opera di architettura  degli anni'30 il cui autore fu Giovanni Michelucci. Un artista e un forte testimone del secolo scorso. Di buona scuola sono anche diverse  architetture come quelle di Leonardo Ricci, di Edoardo Detti, di Leonardo Savioli. Si coglie un parlar toscano dove è nata la lingua italiana  e una parte fondamentale della nostra cultura nazionale.
Firenze: Ponte vecchio
Nel confronto con le pitture di Giovanni
Telemaco Signorini
un borgo a metà '800
Fattori, di Telemaco Signorini, di Tito Conti e di altri esponenti nell'800 del movimento dei macchiaioli
appare un volto costante di queste terre: un mondo, di poesie e di natura che solleva sempre domande ma trova poche risposte.  Nei versi di "San Martino" di Giosuè Carducci: "La nebbia agli irti colli, piovigginando  sale e sotto il maestrale, urla e biancheggia il mar..." come in quelle di Mario Luzi : ".. amici  ci aspetta una barca e dondola nella luce ove il cielo s'inarca e tocca il mare, volano creature pazze ad amare..." il rapporto con l'acqua è costante, e lo sguardo la cerca fin dalle colline ondulate, sull'orizzonte e  lo ritrova nei luoghi  in cui  Carlo Collodi fa vivere
Le Avventure di Pinocchio
Carlo Collodi
le avventure del suo universale burattino di legno,  Pinocchio.  Atmosfere e colori,  pietre e  sentieri, creano un mondo atavico e  attuale che ha attirato nelle vallate molti inglesi, tedeschi, americani che qui hanno  preso la loro casa. Il cerchio si chiude. Un viaggio in Toscana può diventare anche un viaggio interiore.  
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-183281?f=a:3730>
Giovanni Fattori
Paesaggio toscano

Giardino di Boboli
Castello di Montalcino
Paesaggio 1
Firenze: Palazzo Vecchio: Sala dei 500
Paesaggio 2
Paesaggio 3
Paesaggio 4


Piazza della Signoria