mercoledì 4 novembre 2015

TOSCANA

 TOSCANA                   di Gianfranco Vecchiato



Dopo ogni viaggio in Italia un dubbio mi assale: "E se quel paesaggio scomparisse fra qualche anno? Se quel Borgo venisse modificato? Se fra qualche generazione su quelle terre non si parlasse più quella lingua e quei dialetti? " Come si sta costruendo il futuro da parte dei contemporanei è un tema complesso e non risolto specialmente in termini culturali. Gli spostamenti di masse di popolazioni in fuga da guerre e da carestie, verso una Europa frastornata e incerta, sono destinati a durare nel tempo e ad a mutare le società attuali. Ma come? Una visita in una terra come la Toscana può aiutare a capire le ragioni di tali pensieri. Lo scrittore Guido
Giovanni Michelucci
Stazione di S.Maria Novella Firenze (1935)

Piovene, nel suo Viaggio in Italia, così la descrisse: "La bellezza toscana è una bellezza di rigore, di perfezione, talvolta di ascetismo, sotto l'aspetto della grazia. A differenza della collina veneta, languida e fantasiosa, quella toscana si direbbe disegnata da un artista cosciente, che non lascia nulla al caso e aborra il superfluo, anche se poi, a lavoro finito, cosparge di gentili ornati, la fondamentale secchezza della sua concezione". Mario Luzi, interpretò quel paesaggio come una "visione antiretorica della natura umana". 
Terra di "mezzo" collocata nel centro della Penisola ed espressione di grandi civiltà, come
Vista di Siena
Tito Conti
Canale - Viareggio 1883
quella etrusca, che si contaminò e si compenetrò in quella romana,  è ancora un luogo di contemplazione dai forti valori ambientali. Fonte di ricchezza e non di povertà. Le ragioni storiche e culturali che animarono le generazioni del passato per trarre da quell'humus dolce, aspro e turrito, sono fatti con ingredienti e  caratteri  presenti non solo nelle città ma dall'impasto fra paesaggi, ambienti, lingue, tradizioni, costumi ed identità. Di questo sentire occorrerebbe far partecipi coloro che, per immigrazione, portano con sé lingue, tradizioni e costumi diversi e che vanno ad abitare in questi luoghi carichi di valori. Nessuna coercizione ma un insegnamento diffuso che spieghi e che non si disperda nel passaggio tra generazioni e con il mescolarsi di umanità diverse. Il caso di
Arch. Leonardo Savioli
Firenze: via Piagentina (1967) 
Prato con lo stravolgimento del suo tessuto sociale
 e produttivo dovuto alla massiccia 
Arch. Leonardo Savioli
1917/1982
concentrazione di attività, anche clandestine, di una attivissima comunità cinese, è stato qualche tempo fa al centro del dibattito nazionale. Alla fine dell'Impero romano nella "Tuscia"  si andò formando attorno ai castelli ed ai monasteri, una classe sociale e politica che crebbe nelle autonomie dei Comuni, con le città che si aprirono ai commerci ed all'arte. Sorse nelle Corporazioni di Arti e Mestieri un forte spirito civico che pur dividendosi in  opposte fazioni, rafforzò il tessuto civile con distinte peculiarità che  raggiunse tra il XV° e il XVI° secolo l'apice con il Rinascimento. La Cultura era presente ovunque.  I versi della Divina Commedia scritta da Dante Alighieri erano conosciuti e recitati a memoria sia dalle classi abbienti che dai contadini. Si gareggiava in bellezza. Venivano esposte nei luoghi pubblici le opere d'arte e le sculture di Artisti come Donatello e Michelangelo, gli affreschi e i dipinti di Cimabue, di Giotto, di Masaccio, di Pietro e di Ambrogio Lorenzetti, di Simone Martini, di 
Paesaggio toscano tra viti e cipressi

Raffaello Sanzio impreziosivano le Chiese, e le architetture di Leon Battista Alberti, di Lorenzo Ghiberti, di Filippo Brunelleschi, di Giorgio Vasari, le opere e le invenzioni di Leonardo da Vinci arricchivano i borghi e le città. Le elaborazioni politiche di Macchiavelli e la forza dei banchieri toscani influenzavano l'intera  Europa. 
Un vortice  di straordinarie personalità  che ebbero mecenati come Lorenzo e Cosimo Dè Medici formarono un cosmo giunto fino a noi disseminando il DNA di tante città italiane. Arrivando a Firenze in ferrovia, si entra nella Stazione di S.Maria Novella, una grande opera di architettura  degli anni'30 il cui autore fu Giovanni Michelucci. Un artista e un forte testimone del secolo scorso. Di buona scuola sono anche diverse  architetture come quelle di Leonardo Ricci, di Edoardo Detti, di Leonardo Savioli. Si coglie un parlar toscano dove è nata la lingua italiana  e una parte fondamentale della nostra cultura nazionale.
Firenze: Ponte vecchio
Nel confronto con le pitture di Giovanni
Telemaco Signorini
un borgo a metà '800
Fattori, di Telemaco Signorini, di Tito Conti e di altri esponenti nell'800 del movimento dei macchiaioli
appare un volto costante di queste terre: un mondo, di poesie e di natura che solleva sempre domande ma trova poche risposte.  Nei versi di "San Martino" di Giosuè Carducci: "La nebbia agli irti colli, piovigginando  sale e sotto il maestrale, urla e biancheggia il mar..." come in quelle di Mario Luzi : ".. amici  ci aspetta una barca e dondola nella luce ove il cielo s'inarca e tocca il mare, volano creature pazze ad amare..." il rapporto con l'acqua è costante, e lo sguardo la cerca fin dalle colline ondulate, sull'orizzonte e  lo ritrova nei luoghi  in cui  Carlo Collodi fa vivere
Le Avventure di Pinocchio
Carlo Collodi
le avventure del suo universale burattino di legno,  Pinocchio.  Atmosfere e colori,  pietre e  sentieri, creano un mondo atavico e  attuale che ha attirato nelle vallate molti inglesi, tedeschi, americani che qui hanno  preso la loro casa. Il cerchio si chiude. Un viaggio in Toscana può diventare anche un viaggio interiore.  
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-183281?f=a:3730>
Giovanni Fattori
Paesaggio toscano

Giardino di Boboli
Castello di Montalcino
Paesaggio 1
Firenze: Palazzo Vecchio: Sala dei 500
Paesaggio 2
Paesaggio 3
Paesaggio 4


Piazza della Signoria



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