martedì 19 maggio 2015

ARCHITETTI ARTISTI


ARCHITETTI ARTISTI         di   Gianfranco Vecchiato


Nel 1935 mentre in Europa si susseguivano parate militari e in
Manifesto 55^ Biennale d'Arte Venezia
Spagna si preparava la guerra civile, si costituiva a Parigi una Associazione 
denominata "Ligne et Couleur" come affiliazione della più antica associazione "Amants de la Nature" sorta in Francia nel 1881. Quell'esperienza artistica e culturale portò a favorire la nascita di analoghe associazioni  in Germania, Scozia, Inghilterra e Polonia, che superando i traumi del conflitto mondiale salvarono alla ragione quanto restava nelle coscienze della  civiltà europea sepolta tra l'Olocausto e le tenebre di distruzioni morali e materiali. A Venezia  l'antica tradizione artistica  era presente e viva nella Scuola d'Arte e all'Accademia,  innovata dalle Biennali d'Arte e dai Musei come il Guggenheim. L'elemento a cui si richiamava il sodalizio francese era l'Arte come soggetto e non complemento dell'opera di Architettura.
Venezia: Museo d'Arte xx° sec.
Peggy Guggenheim
Arch. Loris Moscheni :Associazione
Architetti Artisti 
Su tali basi nel 1989 sorse a Venezia l'Associazione Architetti Artisti (AAA) i cui fondatori, gli architetti Vincenzo Cherubini, Antonio Canato, Laura de Carli, Alfeo Pauletta,  scrissero nell'atto costitutivo l'obiettivo di promuovere iniziative fra gli architetti di inclinazione artistica, per rendere operante e stimolante la tendenza artistica, livellata dai processi di degenerazione urbana ed edilizia . Le attività espositive e gli studi indirizzati a valorizzare i rapporti fra la tecnica dell'architettura e l'armonia  data dalle forme e dai colori è di stretta attualità.  L'Associazione dal 1991 ha organizzato 16 mostre internazionali, con artisti di diversi Paesi, che hanno avuto il patrocinio sia della Regione del Veneto che del Comune di Venezia, utilizzando sedi prestigiose quali la Scuola Grande S.Giovanni Evangelista, il Palazzo delle Prigioni Nuove, la Schola dell'Arte dei Tiraoro e dei

Battioro, l'ex Convento di S.Anna, la Bottega del Tintoretto, l'ex Chiesa di S.Gioacchino, oltre a mostre a Verona, nel Salone del Castelvecchio, nella sala espositiva Renato Birolli a Milano, nella Certosa di Garignano e nel Convento dei Benedettini, ora sede di Università, a Catania. All'estero è stata presente a Praga ed a Sofia. Nel 2013 a Milano si sono tenuti due prestigiosi eventi uno dal titolo "Artepassante" e l'altro nel centro OCA alle ex Officine Ansaldo. In  venticinque anni si sono susseguiti nella Associazione molti giovani portando allo sviluppo di tecniche espressive ed artistiche, stringendo rapporti periodici con i colleghi europei a cui si sono aggiunti quelli americani della "The American Society of Architectural Perspectivists di Boston e di altre nazioni. I rapporti fra Arte e Tecnica, un tempo normalmente fusi nella realizzazione di ogni edificio importante, avrebbero bisogno di nuove manualità perdutesi in qualche decennio e sostituite da materiali e forme espressive assunte dalla produzione industriale.
Venezia: Museo Pinault alla Dogana
Anche per questi risultati, a volte interessanti, l'Arte si richiama alla Cultura ed alla sperimentazione. L'architetto Carlo Scarpa, si era diplomato all'Accademia di Venezia. Prima delle Facoltà di Architettura in Italia esisteva la figura dell'Ingegnere Civile mentre nelle Accademie D'Arte di derivazione ottocentesca, il settore di Architettura si interessava dell'Ornato, della pittura e dei materiali  da applicare agli stili delle facciate od agli interni di un edificio. Ma Scarpa dimostrò, da acuto osservatore ed  inventore di dettagli, che dalle analisi dei materiali, dalla conoscenza dei mestieri e 
delle tradizioni, si arrivava a ideare gli spazi e i loro rapporti. In questo fu insuperabile e controcorrente. 
Oggi in aree urbane esteticamente perdute, ci può essere un modo colto e innovativo per trasformarle in parti vitali della città. Con opere  d'arte, con l'uso del colore, con i dipinti, con diversi rapporti cromatici, con nuovi materiali tecnologici, affiancando alla tradizione  forme di innovazione. In Europa ed in Italia, questi sono ancora brani sparsi ma tendono a germinare interesse ed emozioni. Occorre diffondere e rinnovare le antiche qualità delle Arti e dei Mestieri. 
Manifesto Mostra  AAA a Catania
Si tratta di umanizzare la tecnologia con opere d'arte dotate di carattere ed individualità in modo che ogni intervento, segni un contesto e la sua durata nel tempo. Per tali ragioni l'Associazione Architetti Artisti ha il merito di credere che  tali valori siano innovativi compagni di viaggio per ogni idea creativa  chiamata ad affiancare l'architettura. 
Purtroppo lo sterminato panorama delle città contemporanee appare come una somma di edilizie e non di architetture.
Graz : isola sul fiume Mur
Se gli assessorati nei Comuni in Italia si chiamano all'Edilizia Privata e non all'Architettura privata, un motivo ci sarà e questo definisce il terreno culturale su cui si muovono le attività economiche in questo settore. Cambiarne il nome sarebbe modificare la filosofia di fondo ed  un passo per  ragionare sulle nostre identità storiche e sui valori dell'arte. Quando nella mia esperienza lo proposi, incontrai subito degli ostacoli corporativi. Ma ogni opera di qualità che divenga architettura, prescinde se a pensarla sia stato un architetto od un ingegnere. L'ingegnere Pier Luigi Nervi fece delle straordinarie opere di ingegneria che furono anche delle grandi opere di architettura. Sì, bisogna ammetterlo. 
Arte, Luci e Paesaggio
Molti atteggiamenti non fanno bene al mestiere ed al rinnovamento del mondo professionale. E pochi si curano di porvi rimedio. 
Sosteneva Sigfried Giedion (Controspazio, 1970) che l'Architettura è il prodotto di fattori di ogni genere, sociali, scientifici, tecnici, etnologici. Per quanto un'epoca cerchi di mascherarsi, la sua vera natura (nel Bene e nel Male)  trasparirà sempre attraverso la sua architettura.

Venezia: Punta alla Dogana
Venezia: Museo Pinault alla Dogana
Interno del Museo d'Arte Moderna alla Dogana



Venezia:
Bottega del Tintoretto




Venezia: Anno 2001
Bottega del Tintoretto
Mostra AAA  

 Bottega del Tintoretto
Venezia: Schola Tiraoro e
Battioro. Sec. XVIII°
Arch. G.Giacomo Gaspari
Ettore Favini/Antonio Rovaldi:
Premio Suzzara
S.Benedetto Po (MN).
"La Terra si muove con il senso..."


Camogli: Colore e Architettura
Un Quadro di Camogli (Liguria)
Arch. Hunterdwasser : Vienna


Praga: Arch. F.Gehry
"Ligne et Couleur"




venerdì 15 maggio 2015

STO

Sto                        di  Gianfranco Vecchiato


Disegnatore, Regista, Attore, Sceneggiatore, Scrittore brillante, Sergio Tofano (1886/1973), firmava le sue vignette con lo pseudonimo di "Sto", le iniziali del suo nome. Fu il creatore di un famoso personaggio italiano dei "fumetti": il  "Signor Bonaventura". Era l'anno di guerra 1917 quando uscì sul "Corriere dei Piccoli",  supplemento domenicale del Corriere della Sera, il primo di brevi racconti descritti in 6 od 8 quadri con frasi in rima baciata, dove questo strano ometto, vestito sempre con bombetta e mantellina rosse, insieme al suo cane bassotto,   affrontava pericoli, sventure, imprevisti  che si concludevano sempre con un  lieto fine e il premio  dell'assegno di "un milione" (di lire). Con il tempo, causa inflazione monetaria, l'assegno divenne di "un miliardo". Al suo avvio nel 1908, il "Corrierino" fu  un'esperienza editoriale
R.F.Outcault : Yellow kid
Primo Fumetto (1896)
rivoluzionaria, perché per la prima volta si dedicavano ai piccoli lettori quattro pagine di giornale. Insieme alla Domenica del Corriere, che aveva straordinarie copertine disegnate da Achille Beltrame e poi da Walter Molino, si aprirono agli inizi del Novecento nuovi stili di informazione, che si diffusero con i Manifesti sia nella pubblicità di prodotti commerciali e turistici e sia nella propaganda politica e sociale. La nascita del "fumetto" ha origine negli USA quando nel 1896 dalla matita di Richard Felton Outcault uscì la prima storia con protagonista "Yellow Kid", pubblicata sul supplemento domenicale del quotidiano New York World.  Il successo si diffuse su
i quotidiani e il "Corriere dei Piccoli"  ospitò quei personaggi che divennero celebri anche da noi :
"Il capitano Cocoricò e la Tordella", "Bibì e Bibò (usciti in America nel 1897), il Gatto Felix o Mio-Mao, Fortunello (Happy Hooligan di F.Burr Opper), l'Uomo Mascherato... 
Il Novecento aprì queste novità editoriali ad un pubblico di lettori che si immergeva nelle avventure, facendo suoi gli eroi inventati e resi familiari dalla loro invulnerabilità e dalle loro caratteristiche e simpatie.
Nella fantascienza fu Flash Gordon il protagonista, creato nel 1934 dalla penna di Alex Raymond e tradotto nel 1938 anche da noi.
Le vignette entrarono in una società che era fortemente divisa fra campagna e città, con indici elevati di analfabetismo, contribuendo a unire in un lessico comune quanto nella scuola ufficiale si cercava di fare con il libro "Cuore",  di Edmondo De Amicis,testo sacro dell'Italia post unitaria, superato dai nuovi eroi e soggetti.  

I  fumetti intersecarono  le tradizionali fiabe e il genere di fantasia entrò a far parte del cinema adatto alle famiglie, con i "cartoni animati", che ebbero un enorme successo di pubblico. 
Il più celebre autore fu Walt Disney che nel 1937 produsse un primo celebre film di animazione a colori "Biancaneve e i sette Nani" , tratto da una fiaba di Andersen, e che divenne il creatore di innumerevoli personaggi rimasti nella storia della letteratura per ragazzi del Novecento fra cui l'intramontabile Mickey Mouse. 
Pubblicazioni di fantasia uscirono con cadenza settimanale e fecero da sfondo a un genere nuovo descritto anche in film come in "Sogni proibiti" del 1947. Interpretato dall'attore Danny Kaye, la trama  vede mescolarsi le vicende di uno scrittore tra la realtà quotidiana e quanto avviene nei suoi sogni. In pochi decenni si era  creato un nuovo pubblico di lettori, di spettatori e di industria dedicata ai ragazzi. 
Ciò precorse gli anni della televisione e i successi che in Italia produssero le pubblicità affidate ai tre minuti di storie raccontate in  "Carosello".
Il "Corrierino" ebbe quindi un ruolo speciale in questo processo e nel quale diversi autori diedero vita a molti personaggi, da Pier Lambicchi a Maccarietto, anche superando guerre, anni difficili di ricostruzione e sistemi politici diversi.  Confrontandosi infine con nuove generazioni che stavano cambiando rapidamente stili e gusti. Giunsero in edicola i
"tascabili", con "Topolino" in testa e poi le avventure dell'Intrepido, di "Tiramolla", del "Monello", di "Nembo Kid", di Tex" e di tante pubblicazioni che conobbero una larga diffusione. 
Nell'editoria per adulti si aggiunsero i "fotoromanzi" , come Grand Hotelche univano nel "fumetto" immagini di attori reali, con storie generalmente sentimentali gradite ai gusti di un pubblico femminile e di vasti strati sociali in formazione negli  anni del dopoguerra .
L'editoria  allargò gli orizzonti in tanti Paesi. Nel 1950 nacquero in America i Peanuts, di Schulz, che creò Carlie Brown e Snoopy, durati fino alla sua morte nel 2000, poi fu la volta dei cartoons televisivi dai giapponesi "Mazinga a Goldrake", al mondo dei "Puffi" inventati dal Belga  Pierre Culliford o dalle avventure di Tin-Tin. 
Il Corriere dei Piccoli ospitò quindi le caricature e le storie di Benito
Jacovitti che, con il suo "Cocco Bill", i salami, le lische di pesce e le ironie di costume, divennero  un vero e proprio cult generazionale. Poi i format televisivi, l'informatica, il cinema con gli effetti speciali, hanno cambiato ancora gli interessi dei piccoli e dei grandi. Ma il "Signor Bonaventura" aveva da tempo già salutato, con discrezione i suoi lettori ormai anziani. Come Sergio Tofano che se n'era andato ed aveva chiuso la porta lasciando una parte di sé alla Cultura del Novecento. Alla nostra Cultura nazionale e alla visione del mondo, che lo vide spesso più 
avanti del suo tempo. Nel 2007 un francobollo ne ha commemorato il 90° dalla creazione. Nella storia recente del design questo settore è sottovalutato ritenendo, a torto, che  con il design industriale dei prodotti, le invenzioni e le storie dei fumetti c'entrino poco. Ma quanta fantasia latente hanno seminato quei racconti e quei disegni, nelle menti dei piccoli, germinando poi  nell'itinerario scolastico e in età adulta.
Secondo studi della moderna psicologia gli anni della prima infanzia
sono fondamentali per lo sviluppo creativo e della personalità . Quindi forse proprio al "Signor Bonaventura", a "Cocco Bill", a "Braccio di Ferro", a Mickey Mouse di Walt Disney, a Gordon Flash e ad altri eroi di cartapesta, molti ragazzi debbono qualcosa... Non solo in fantasia ma in positività e creatività, poi elaborata in altre forme e modi. 

Cosa avrebbe inventato per lui, il suo Autore, in questa nostra epoca?  Al perfido "Barbariccia", invidioso e collerico, il signor Bonaventura, opponeva la calma della ragione e la forza della verità, che in pochi quadri colorati descritti con parole eleganti, lo vedevano sempre vincente ed ottimista. Una positività  che spesso manca ai giorni nostri. Bonaventura è ancora presente oltre le storie del suo Autore. E Tofano, il Signor Sto,   pare sorridere davanti ai nostri perché.




Benito Jacovitti: Cocco Bill