sabato 25 giugno 2016

LA MORTE

LA MORTE              di Gianfranco Vecchiato



Stoccolma: Arch.G.Asplund e S. Lewerentz
Cimitero del Bosco. Anno 1915 
"Vado a cercare un Grande Forse". E' una frase dello scrittore ed umanista francese,  Francois Rabelais prima della sua morte, avvenuta il 9 aprile 1553. In questo estremo momento fisico e biologico, si sono calati nei millenni tutti gli esseri viventi. Le religioni, le culture e le società lo hanno raccontato come la fine del ciclo dell'esistenza, un fatto che separa il mondo visibile dall'invisibile. "Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris". Ai credenti queste parole ricordano che la fragilità e la temporalità della materia  sono anche un sigillo per la sua spirituale grandezza. La "morte" è un fatto sia privato che collettivo. Dall'epoca preistorica, innumerevoli civiltà hanno lasciato tracce dei loro rapporti con questo "esattore" implacabile.  Dai monoliti alle piramidi egizie, dai sepolcri etruschi alle
Milano: Cimitero monumentale
tombe greche e latine, dai riti vichinghi a quelli dei cavalieri templari,  dalle steppe  dell'Asia  alle foreste dell'Africa, dai villaggi aztechi alle remote isole del Pacifico, in tutte le società, è risuonato il pianto per i defunti. Molti tra questi sono stati degli sconosciuti ed involontari eroi che non hanno avuto alcuna tomba, caduti sui tanti campi di battaglia, altri hanno avuto dedicati monumenti e statue che ne hanno ricordato le loro virtù. Il tempo però inesorabile cancella progressivamente le singole storie e restano quelle dei popoli e di alcuni che ne hanno guidato momenti di ricerca, di studio, di spiritualità, di comando, di filosofia. Seneca disse che ci vuole tutta la vita per imparare a vivere ma anche per imparare a morire.

Genova: Cimitero di Staglieno
particolare
Mentre nella antica civiltà contadina, la morte era
Cerveteri: Necropoli Etrusca
un avvenimento che accadeva spesso tra le mura di casa e che tutti, fin nella tenera età, erano abituati a vederla da vicino, nella cultura contemporanea e in quella urbana si è cercato di rimuoverne o di circoscriverne gli effetti essendo troppo in antitesi con un edonismo che si sviluppa su relazioni generate dai ritmi dei consumi e dai mercati. Tuttavia i Cimiteri, i luoghi dei defunti, sono sempre dei punti di devozione. Essi  accolgono innumerevoli testimonianze della parte più
Cimitero di Arlington (Virginia)
Mosca: Tomba di Lenin
importante della nostra esistenza: la Memoria. Tra i grandi poeti italiani Ugo Foscolo, nel suo scritto sui  "Sepolcri", datato 1806 in epoca "romantica", diede una lettura della storia come l'insieme di illusioni, generate dalla volontà dell'Uomo di dare significato alla sua esistenza. Per Foscolo nelle tombe, si perpetuano nell'avvicendarsi delle generazioni, quelle "corrispondenze di amorosi sensi" tra i vivi e il ricordo dei defunti che la poesia  eterna poi nel ricordo. Nello stesso anno, il 1806,  la Francia napoleonica aveva emanato regole nuove sulle pratiche sepolcrali che erano state applicate anche in Italia e che obbligavano a porre le tombe fuori
Cimitero di Polloe- San Sebastian (Spagna)
dalle mura cittadine, in luoghi aperti e fatte uguali, per evitare, secondo l'idea illuminista della uguaglianza, discriminazioni tra i morti. Per i defunti
 illustri l'epitaffio sulla lapide era poi sottoposto al giudizio di una Commissione, che aveva quindi un carattere di controllo ideologico-politico. Le tombe ed il culto dei morti fanno parte quindi della civiltà umana. Il cimitero di Stoccolma  progettato nel 1915 da due architetti poi divenuti famosi, Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz, è situato dentro ad un bosco e rappresenta in modo molto profondo, il senso che la cultura nordica trasferisce nei rapporti tra l'uomo, l'ambiente e la
Cimitero ebraico di Trieste
natura. La bellezza silenziosa e solenne di questo cimitero toglie qualsiasi tristezza alla contemplazione delle tombe, che sono semplicemente allineate tra gli alberi e sono attraversate  dal passaggio delle stagioni. Anche in Spagna ci sono numerosi esempi di cimiteri di grande valore artistico, come quello della Carriona ad Avilès, costruito  alla fine del XIX° secolo, a Ciriego nella regione della Cantabria, a Bilbao ed a San Sebastian nei Paesi Baschi,  in Catalogna ed Andalusia dove  è significativo il cimitero di Granada. Si scopre in questi luoghi di silenzio dentro o ai
Cimitero ebraico di Berlino
margini delle città, che essi raccontano più di tanti altri le storie delle popolazioni a cui fanno riferimento: epidemie, guerre, traversie politiche, spostamento di confini statali, accolgono uomini illustri, celebrati in vita e anche in morte. Un esempio in Italia sono i cimiteri di Trieste nelle sezioni che ospitano una cosmopolita serie di persone, divise fra credi religiosi, cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, ottomani, atei. E' il retaggio della città che fu capitale marittima di quella Mitteleuropa asburgica a cavallo fra ottocento e novecento. In Europa si distingue Berlino, la cui storia tragica si riverbera anche nei luoghi della memoria. Sculture, Natura, solennità e 

Ravenna: Tomba di Dante Alighieri
semplicità fanno da sfondo a questa città dei morti, evidenziandone il grado di civiltà e di
severa compostezza. Ma tra i più monumentali cimiteri d'Europa vi sono quelli italiani di Genova Staglieno, di Roma al Verano e il Famedio di Milano. "L'amore è più forte della vita e tanto vicino alla morte" è una frase attribuita a Dante Alighieri, il "sommo"poeta che descrisse con la sua "Divina Commedia"  i misteri dei luoghi dei defunti, incastonati tra gironi dell'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. La sua tomba, nasconde ancora il mistero che la sua morte non sia stata dovuta a febbri malariche contratte nel viaggio da Venezia verso Ravenna, ma per un avvelenamento ordito dai potenti nemici che si era fatto in vita. Egli è ancora oggi lontano dalla natìa Firenze. "Die Toten mahnen uns" I morti ci ammoniscono, sta scritto sulla stele del Cimitero Socialista di Berlino, la cui storia ha
Stele nel Cimitero Socialista
a Berlino
segnato il novecento europeo. Un luogo in cui i contrasti
Campo di sterminio: Monumento
ideologici, le spinte ideali, di persone morte per una visione sociale diversa del mondo, furono poi sostituiti nel periodo nazista da altri credi e passioni, fino ad arrivare agli orrori dei campi di sterminio dove milioni di uomini, ridotti in cenere, non hanno avuto alcuna sepoltura. Anche quei luoghi della memoria, sono ora la più viva testimonianza che quanto è accaduto. Non è stata solo una follìa ma l'esito di una precisa e inimmaginabile volontà. Il pensiero che vi sia un senso profondo che spinge la Storia del mondo e dell'Universo, attutisce e circoscrive  il confine della morte. La fine della vita racconta il senso della esistenza di ciascuno. "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi... saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio" (Cesare Pavese).

Venezia: Cimitero di San Michele
Parigi: ingresso cimitero
Père-Lachaise 1804

Cracovia: Cimitero
Copenhagen: cimitero Assistens 1760
Buenos Aires: Cimitero Recoleta
Cimitero cinese
Cimitero in Irlanda
Piccolo cimitero italiano in montagna
Clusone (Bergamo) :Trionfo della Morte
Cappella degli Scrovegni (Padova): 1303
Resurrezione di Lazzaro/ Giotto di Bondone
Tomba di Federico il Grande
Potsdam
Milano: Famedio- Cimitero monumentale

Roma: Cimitero monumentale del Verano

Sansepocro/Arezzo: Resurrezione 1463
Piero della Francesca