sabato 29 marzo 2014

IL MISTERO DELLA FORMA

AALTO : IL MISTERO DELLA FORMA           di Gianfranco Vecchiato

Alvar Aalto è stato tra i grandi architetti del Novecento. Ha svolto il suo mestiere come se fosse una "missione" a cui era predestinato.  Assunse le nuove conoscenze della psicologia, come guida nell'elaborare gli spazi per le sue architetture e la pianificazione del territorio. La sua idea sociale si può capire da questa sua dichiarazione: " Il ruolo degli edifici pubblici nella società dovrebbe essere importante quanto quello degli organi vitali nel corpo umano". E questo concetto porta in sè qualcosa di rivoluzionario ! E' una idea culturale, etica e sociale, spesso trascurata ai nostri giorni. E quando gli ideali della nascente architettura moderna furono ristretti
A.Aalto . Rovaniemi 1946/1950
Disegno preparatorio Biblioteca
A.Aalto. Chiesa S.M. Assunta
a Riola di Vergato (Bologna)
dalle ideologie totalitarie, che portarono nella guerra anche la Finlandia, in Aalto rimasero vivi per rispuntare nelle sue proposte progettuali in tempo di pace. La città di Rovaniemi, nella Lapponia finlandese, al circolo polare artico,era uscita distrutta dai bombardamenti. Aalto nel 1946 la ripianificò e costruì diversi edifici pubblici. Questo luogo è poi divenuto un manifesto della sua idea di architettura e di urbanistica. Si sono succedute molte generazioni di architetti, la società è oggi cambiata e si è disarticolata una certa visione del mondo. 
A.Aalto.
Poltrona in legno curvato
A.Aalto
Chiesa a Riola (BO)






Sono mutate  le famiglie, le dottrine, le scuole, e molti valori. E siamo arrivati ai nostri giorni a riflettere se non si debba nuovamente riprendere a credere in più forti ideali. Allora aiuta ricordarsi di chi già li aveva avuti, rileggere i loro insegnamenti, guardare le loro opere, comprendere la cultura che le animava, riflettere. Per questo se  ripercorriamo la biografia di questo architetto finlandese, nato a Kuortane  nel 1898, notiamo come Egli abbia rappresentato nelle sue opere non solo la Sua cultura e quella del suo Paese ma  una ricerca che  ha avuto la definizione di  "organica". Essa affonda le radici nelle terre nordiche dove le foreste, i laghi, i silenzi, le luci chiare, avvicendano molte stagioni. Alvar Aalto fu un precursore della odierna "bioarchitettura", perchè prediligeva tra i materiali costruttivi il legno e il mattone e la simbiosi con l'ambiente.  Durante la mia formazione universitaria fu  attraverso Aalto che pervenni al piacere della scoperta dell'architettura come "valore", avvicinandolo in questo a Carlo Scarpa e ad altri "umanisti" che credevano all'architetto come nobile mestiere. Il Palazzo della Ragione di Padova, ospita in queste settimane, una Mostra sulle opere di Renzo Piano, tra i più noti architetti italiani contemporanei. Le opere di Piano hanno una costante. Sono il frutto della ricerca, dell'analisi del luogo, del rispetto per l'ambiente, e caratterizzano architetture di grande qualità. Alvar Aalto e Renzo Piano, sono divisi temporalmente da circa 60 anni di distanza professionale. Aalto è scomparso nel 1976. Ma vi sono molti elementi comuni che li uniscono: dalla ricerca sui materiali 
Arch. Renzo Piano 1998
Jean Marie Tjibaou  Centro Culturale
Nomea- Nuova Caledonia
Londra Arch. R.Piano 2010
Central St Giles Court 
Berna Arch.R.Piano. 2005
Zentrum Paul Klee 
al desiderio di far emergere, ogni volta, ciò che appartiene al "mistero della forma". In Italia Aalto ha lasciato due opere: il padiglione finlandese alla Biennale di Venezia ed una piccola Chiesa a Riola di Vergato, sull'appennino bolognese. L'interno di quest'ultima, sembra reggere lo scheletro di un organismo vivente, attraversato dalla luce. La navata è unica e raccoglie molti spunti dello stile di Aalto che è dato dall'essenziale e dal "movimento" degli spazi a cui perviene. Come dichiarò
A.Aalto
Intervento a Rovaniemi
A.Aalto
Egli stesso: "...la soluzione dei problemi architettonici è un necessario processo di umanizzazione. La questione della forma e della monumentalità resta attuale per gli architetti. Tutti i tentativi di cancellarle sono destinati al fallimento così come è destinata al fallimento  l'idea di  cancellare il concetto di "paradiso" dalla religione. Qualunque cosa si tenti di fare  resta pur sempre primario per l'architetto rendere un pò più umana questa nostra età della macchina; e ciò non deve essere fatto a scapito della forma. La Forma è un mistero 
Arch.M. Fuksas.
Il Mistero della Forma:
"Le Bolle"  Bassano d.Grappa
A.Aalto
che sfugge ad ogni definizione ma procura all'uomo una sensazione di piacere ed un aiuto di natura sociale..." Aalto studiò sistemi costruttivi di tipo industriale che garantissero la libertà e la varietà di progettazione. Ed è un'altra analogia,  che in modi distinti caratterizza Renzo Piano, nei suoi progetti.  Aalto ci ha lasciato oggetti che
1950 -
A.Aalto  con
 la moglie Elissa

Arch.R.Piano 2012
Auditorium a L'Aquila
per il loro design fanno parte dell'arredamento in molte abitazioni e che ancora vengono prodotti: posate, sedie, tavoli, mobili, vasi, oggettistica; per Lui valse il concetto totalizzante del mestiere di architetto : "dal cucchiaio alla città". A.Aalto è scomparso da tempo. E' entrato nei libri di storia ed il suo nome è stato scavalcato dalla velocità dei cambiamenti e si è inserito nell'elenco di generazioni quasi remote. Ma per Lui parlano ancora molto le sue opere. Entrando nella Chiesa di Riola, si può capire che in fondo il tempo e il "mistero" della forma a cui Egli alludeva, racchiudono nello stesso recinto anche l'uomo. L'architettura, a volte, riesce a sciogliere quel dubbio e dare un senso altissimo alla nostra esistenza. Ma solo a volte, purtroppo.
Padova 2014.
Palazzo della Ragione
Mostra : Renzo Piano Building Workshop
















venerdì 21 marzo 2014

VENEZIA E LE GRANDI NAVI

LE GRANDI NAVI                                    di Gianfranco Vecchiato

Prof.G.Astengo
Urbanista
1915/1990
Dimensioni a confronto:
Nave da crociera nel
 canale della Giudecca
"L’analisi delle cause dei mali di Venezia è stata compiuta in questi anni: esse si 
conoscono in tutte le loro componenti ma ciò che manca, prima del passo decisivo, è ancora l’analisi globale e politica che sintetizzi in un unico coerente discorso la somma dei mali specifici e settoriali ed il loro negativo sinergismo... La scoperta della logica che sta dietro alle singole azioni è analisi politica che dall’analisi urbanistica può trarre elementi di concretezza e di valutazione specifica. Occorre quindi una visione di insieme , politica e urbanistica. Occorre un Piano in cui siano necessariamente comprese anche le attività industriali e il Porto, che finora si sono considerate come forze indipendenti e privilegiate nell’uso del territorio. Un Piano siffatto per esercitare la sua efficacia deve 
Rapporti tra Grandi
Navi e struttura urbana
Navi da Crociera a Venezia
essere formato e gestito. Ma nessuna delle formule finora 
proposte sembra in grado di offrire atti operativi in cui siano garantiti la priorità dell’interesse pubblico ed il controllo democratico” Questo scriveva nel 1972 l’Urbanista Giovanni Astengo, in un periodo in cui erano in discussione la Legge Speciale, i progetti sulla “Sacca” del Tronchetto, le questioni dell’Idrovia, mentre era incipiente la crisi della zona industriale, continuava l’esodo da Venezia e l’espansione caotica della Terraferma. C’è da chiedersi perché a molte di queste riflessioni non siano state date, a 40 anni di distanza, ancora risposte sufficienti. Ho anch’io verificato, da Assessore all’Urbanistica, come la suddivisione di competenze sul territorio comunale e la frammentazione di interessi e di pareri a volte invalicabili abbiano triturato processi decisionali alimentati
Gigantismo nave da crociera
Paratie mobili del MOSE
per fermare l'acqua
alta del mare in Laguna
dalla sovrapposizione di decine fra Enti, Organismi e Settori Pubblici e Privati che nel fornire contributi ad un continuo dibattito, hanno spesso dato appigli giuridici a difesa di interessi settoriali. Ma la questione è forse più profonda e riguarda il Pensiero sulla Città, la cui visione fin dall’Ottocento, ha condotto ad una serie di Atti che hanno demolito progressivamente il tessuto urbano e sociale del Centro Storico e che è particolarmente visibile nelle aree attorno alla "Testa di ponte" Ferroviaria, Stradale e Marittima e dallo
Proteste a Venezia sul
transito Grandi Navi
Stazione Marittima
al Porto di Venezia
squallido sky-line del Garage al Tronchetto e adiacenze. Tra le grandi questioni urbane quello del passaggio delle Grandi navi da crociera dentro a Venezia, aggiunge altri elementi alle patologie di un modello urbano da ripensare. In queste settimane , su tale questione  sono stati presentati sette diversi progetti all' esame del Ministero delle Infrastrutture. Un tema che muove interessi economici rilevanti per Venezia e per tutto l'Alto Adriatico.
Transito di fronte a
Piazza S.Marco
Porto:Proposta di scavo
canale Contorta-in giallo-
in blu : l'attuale transito
Il Porto sostiene lo scalo alla Marittima e propone lo scavo di un "canale" , il Contorta, profondo dieci metri e largo più di duecento, lungo sette chilometri per collegare il canale dei Petroli con l'attuale stazione marittima. Il prof. d'Alpaos  che è fra i più stimati esperti di idraulica ha espresso, con altri,  contrarietà a tale  scavo che ritiene devastante per la morfologia lagunare. Un secondo progetto presentato da Vtp,conferma lo scalo della Marittima ma attraverso un canale "tangenziale" retrostante all'isola della Giudecca. Un terzo progetto, caldeggiato dal Comune e da alcuni industriali, presentato da uno studio di architettura locale, propone una nuova stazione Marittima a Porto Marghera, lungo due canali industriali esistenti e 
Venezia vista dall'alto
Proposta di Banchine
sul mare Lido di Venezia
con lo scavo di una bretella  per il loro collegamento. In questo progetto
sono presenti poi interventi a terra ad uso congressuale e appartamenti oltre ad approdi per yacht. Tale progetto è osteggiato dal Porto che lo ritiene incompatibile con la commistione del  traffico navale commerciale e  dai Sindacati e Confindustria per il timore che ciò alimenti l'abbandono degli investimenti industriali a Porto Marghera cambiando le finalità urbanistiche su quelle aree.   Quattro altri distinti progetti, presentati da docenti universitari, architetti e società di ingegneria, spostano lo scalo delle navi in mare, fuori della laguna, di fronte all'isola del Lido. In parte propongono una stazione galleggiante formata da banchine poste tra punta Sabbioni e un'isola artificiale creata dai lavori del MOSE; le navi attraccherebbero in un numero variabile tra quattro e sei. Lo studio e le proposte affrontano  anche i modi in cui i
Manifesto Italia Nostra
contro il transito Grandi Navi
Porto Marghera (Venezia)
Cantieri Navali
passeggeri" potrebbero  entrare in laguna su battelli e transitare
guardando la città in modo più compatibile per fare quindi scalo nell'area dell'attuale Marittima che continuerebbe a svolgere un ruolo organizzativo e di porto per natanti di minori dimensioni. In questo caso molti spazi collaterali potrebbero essere riconvertiti ad uso urbano, modificando parte delle aree attorno a S.Marta che a partire dall'Ottocento, in epoca austriaca, furono destinate ad attività portuali. Tra queste proposte ritengo che la migliore soluzione di attracco per le "grandi navi" sarebbe quest'ultima.  Un attracco sul lato del mare con pontili reversibili e compatibili con le necessità, impegnando minori risorse e utilizzando  alcune opere fisse create con il M.O.S.E. Il Porto sul mare fu anche  la convinta visione culturale di uno storico antesignano ambientalista come fu l'architetto

Corriere della Sera: anni '60
Battaglia per Venezia

Indro Montanelli
1909/2001
veneziano Giuseppe Rosa Salva, che fin dagli anni '60 si era battuto con Italia Nostra ed altri, come il  giornalista Indro Montanelli, per la salvezza di Venezia e della sua Laguna.    L'esame degli aspetti tecnici e logistici fisserà anche i destini culturali  per l'intera città. Per questo i progetti di  riconversione delle aree industriali dismesse a Porto Marghera e del 
Canaletto
Navi in riva degli Schiavoni
loro relativo indotto, pur dovendo essere coordinati, propongono piani distinti. Si tratta di questioni che in
Venezia
Zona Marittima
altri casi hanno coinvolto in profondità  l'Hinterland. Da noi si continuano invece a disperdere molte risorse tra aree in concorrenza come avviene tra il progetto di  "Veneto City" a Dolo, con i troppi  Ipermercati fra Mestre, Marcon, Mogliano, Noventa, Spinea,  dove  ciascun Comune lancia proposte urbanistiche che insieme appaiono sovradimensionate e a volte estemporanee.  Ciò lastrica strade irte di ostacoli per la nascente "Area Metropolitana".  Questo interrogativo riguarda anche gli  investimenti che nascono sulla spinta dell'Expo 2015. In altri casi si è assistito,  dopo l'avvenimento, alla caduta dell'investimento economico e finanziario senza che si creassero reti logistiche stabili e ponendo altri problemi alle destinazioni urbanistiche e infrastrutturali.


Venezia XVIII° sec.
Bellotto. Ingresso Canal Grande
Il Porto svolge certamente dei ruoli fondamentali per l'economia non solo di Venezia ma questi obiettivi debbono coincidere con quelli della città e della sua Storia.  C'è quindi la necessità di riportare a soggetto Venezia e la sua Laguna. Significa che si devono ridefinire le prospettive compatibili storicamente e anche legislativamente e che le soluzioni  debbono essere trovate con il più alto livello di conoscenza tecnica e scientifica.  La recente vicenda della proposta edilizia, "calata dall'alto", del "Palais Lumière" di Pierre Cardin, con le contrapposizioni tra Amministratori e una parte di  Pubblica Opinione, fra Circoli e Cittadini, ha già testimoniato che siamo entrati in una sorta di "faglia", una fenditura della Storia, nella quale molti problemi, per le  evidenti difficoltà della politica a riformare se stessa, si sono erroneamente semplificati cercando scorciatoie. 
Venezia.
La Regata Storica  
Nel restringersi a “concetti” che vagano contrapposti sulla laguna, il dibattito viene portato a volte con furbizia tecnica sulle secche delle ideologie, facendo entrare la "Politica" su piani di discussione a cui spesso mancano basi scientifiche certe.  Ma le soluzioni che invece si richiedono anche in nome dell'antica 
Rendering
Palais Lumière
"Potenza" evocativa della città e della sua Storia, dovrebbero delinearsi in ciò che Astengo indicava ancora 40 anni fa.  Esse quindi, non possono che essere guidate dalle relazioni tra le complessità, dove il rispetto per  questo Ambiente,  è parte integrante del dibattito sul futuro di Venezia. 
Post Scriptum:
Questo articolo è stato scritto molte settimane prima che le indagini della Magistratura sulle opere del MOSE e sui lavori, aprissero una finestra desolante su quanto avvenuto. Ora il Governo dovrà assumere delle decisioni che non ripetano le scelte fin qui foriere di strappi e di forzature tra interessi economici che sembrano contrapposti. Le condizioni per lanciare un grande piano di trasformazione urbana e ambientale che sia di riqualificazione dell'economia della città, ci sono e a me appaiono serie e circostanziate. Ma come spesso è accaduto, alla Politica non piacciono le soluzioni più intelligenti ma quelle che creano un consenso sul breve dei settori economici che contano. E' in parte inevitabile che sia così solo quando essa perde il senso della propria natura e resta prigioniera delle proprie paure e carenze. Non vorrei anche delle proprie incompetenze. D'altra parte i timori espressi da Giovanni Astengo sono ancora là a dimostralo. 


Venezia: 
"Vaporetto" in transito

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Nave da crociera Costa Fortuna
La Nave da crociera Costa Fortuna , ad esempio, che è del 2003, ha queste caratteristiche: Stazza di 102.587 tonnellate. Misura 272,20 metri di lunghezza, 66 metri di altezza, 35,50 di larghezza. Ha un pescaggio di 8,20 metri. E' formata da 17 ponti, con 1358 cabine e 1027 uomini di equipaggio. Può ospitare fino a 3470 passeggeri.  



Venezia:  inizi del '900
transito in bacino di 

un piroscafo
Altre Grandi Navi da Crociera sono in mare e in cantiere con  dimensioni ben maggiori:  oltre i 300 metri di lunghezza e stazza lorda da 150.000 ad oltre 200 mila Tonn. ed altezze superiori ai 70 metri... Movimentano una domanda in crescita. Venezia si  è collocata  nel 2013 al 2° posto in Italia, dopo Civitavecchia, per attività crocieristica.
Questi alcuni dati sul numero di passeggeri nello scalo di Venezia nell'anno 2013:  totale di 2.073.953 passeggeri così suddivisi:  1.815.823 giunti con navi da crociera (n.568) + 138.648 con navi traghetto (n.213) + 92.984 con Aliscafi (n.334) + 26.498 con navi fluviali (n.130). Nei porti italiani transita il 30% del traffico crocieristico del Mediterraneo.


Nave Costa Diadema :
In costruzione alla Fincantieri di Porto Marghera
entrerà in servizio nel novembre 2014. Lunghezza di 306 metri
altezza di 69 metri, larghezza di m. 37,19 e 132.500 Tsl

Il Galeone. Tra le più grandi Navi presenti
un tempo a Venezia :
Dimensioni: Lunghezza 47 metri
Larghezza 7,47 pescaggio m 2,30
Tonnellate circa 2.000

Galea veneziana sec. XIII°
Francesco Guardi (1712/1793) : il Bucintoro
Venezia XVIII° sec. navi nel Bacino di S.Marco
Quadro di Navi nella Battaglia di Lepanto
di Paolo Veronese












martedì 18 marzo 2014

SMART CITY

SMART CITY                             di Gianfranco Vecchiato

Los Angeles. Notturna
Arch.Antonio Sant'Elia 1888/1916
Disegno di Città futura 
Georg Orwell nel  1949 pubblicò un libro divenuto famoso, dal titolo : "1984".
Descriveva un futuro  denso di incognite, dove i controlli sulle persone erano totali ed esercitati  dal  "Grande Fratello", un "potere" che teneva il pianeta  in schiavitù tecnologica senza democrazia e libertà individuali. L'Architetto Antonio Sant'Elia agli inizi del secolo scorso sulla
Venezia  
spinta delle visioni del "Futurismo" aveva pensato ad edifici
verticali per città nuove e complesse dominate dalla macchina. La fantascienza ha
"Gotham City"
Città Immaginaria
immaginato città  automatizzate: tante "Gotham city" in continuo conflitto fra il bene e il male.   Alcuni di questi scenari del futuro  appaiono oggi vicini alla realtà, Lo spionaggio elettronico condotto dai servizi segreti di diversi Paesi ( Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia...) sulle attività anche private di cittadini e di Aziende di Paesi alleati, ha sollevato sconcerto e proteste. Molti tumultuosi processi di cambiamento  portano ad interrogarci sulla qualità delle trasformazioni nelle città e su quale sarà  il livello di "libertà" individuale. L'uso della tecnologia e il controllo dell'economia  generano la qualità della  domanda e della partecipazione collettiva alle scelte ed ai bisogni soggettivi. La "smart city" è quindi
Urbanizzazione. Visione Notturna 
un luogo in cui lo sviluppo urbano  e le relazioni tra le persone nelle diverse fasi della vita, saranno aiutati dalla diffusione della tecnologia. Ma questo aspetto da solo non basta perchè a sostegno deve esserci la libertà di assumere "Cultura" e la possibilità di trasferirla sulle scelte e sul modo di vivere. Quella "Cultura Urbana" che nel mondo in due secoli ha progressivamente spostato più abitanti  nelle città e che oggi superano gli insediamenti nelle zone rurali, si è sostenuta su diversi fattori.  I luoghi di lavoro, le fabbriche, i Teatri, le Biblioteche, le scuole, l'organizzazione sociale,  nel rapporto quotidiano anche conflittuale, hanno costruito  processi di maturazione civile e politica, creando a volte problemi di gestione democratica,  sviluppando la ricerca nella mobilità e nell'uso delle risorse. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un cambiamento dei modi, dei tempi e degli spazi associativi, in funzione dello sviluppo della tecnologia, dell'elettronica, e dei sistemi di relazione "virtuali".
San Paolo. Notturna
Oggi si comunica tra Continenti attraverso la "rete" informatica. Si hanno notizie in tempo reale di luoghi remoti, in angoli della Terra che erano sconosciuti fino a qualche generazione fa. Tutto questo ha condotto a molti cambiamenti e ancora più ne produrrà. La velocità delle trasformazioni ha trovato impreparati i sistemi politici e sociali di massa. Non può essere quindi solo la "politica" tradizionale o l'economia a fissare le leggi e gli spazi di "libertà".  Deve essere la nostra mente, la nostra "cultura", la nostra capacità di scelta a prendere
le decisioni. Nella "smart city" è  dallo scambio fra questi aspetti che si generano gli elementi propulsivi e di avanzamento sia nella ricerca quanto nella applicazione degli strumenti e delle invenzioni. Se ad esempio, la ricerca in architettura
Todi

Todi
può servirsi della "domotica" e le città delle nuove comunicazioni, le economie possono  orientarsi con diverse idee del "futuro" che possono generare un positivo mescolarsi fra strati sociali e  sistemi produttivi, fra bassa e alta tecnologia. E l'esperienza delle "Smart City" sta diventando utile per creare  un "futuro" più vicino al rispetto delle libertà personali. Nella classifica internazionale stilata di recente sono state indicate 10 città pilota nel settore della sostenibilità e della innovazione: 1.Vienna 2. Toronto 3. Parigi 4. New York 5. Londra 6. Tokyo 7. Berlino 8. Copenaghen 9. Hong Kong 10. Barcellona.  Il primato
Todi
Todi. Arch. Bramante
Chiesa S.Maria Consolazione
di Vienna è basato sul migliore mix fra innovazione urbana, qualità degli
spazi e qualità della vita, per diffusione digitale, per sistema dei trasporti, spazi   culturali, ambiente. In questa classifica
non compaiono città italiane. Purtuttavia ricordo che qualche anno fa una Università
Americana, dopo una lunga e articolata
Bolzano.
Tra le città italiane "smart"
Bolzano.  
Prospettiva sui dintorni
analisi, individuò quale fosse, nel mondo, la città ideale  per qualità di vita, per ambiente, per storia, paesaggio, arte, per il numero equilibrato di abitanti. Vinse Todi, una piccola antica città italiana dell'Umbria. Todi ha battuto tante altre grandi città. Basta visitarla e si comprende perchè. Sono tante le nostre piccole città a possedere buoni requisiti.  Ciò che a volte le danneggia è la scarsa qualità amministrativa. Ma tra le eccezioni nel nostro Paese, secondo le classifiche stilate ogni anno dal quotidiano "Il Sole 24 ore" si trovano città come Bolzano, Trento, Gorizia, Trieste. In questi casi si tratta già di Smart City con  spazi urbani dove coesistono  identità antiche e nuove  culture. Questi elementi costitutivi delle "città intelligenti" trovano in Italia  ingredienti che furono eccellenti
Bolzano. Via Portici 
Centro Storico
Bolzano. Sfondo urbano
nel loro tempo, quando l'Arte era lo strumento nella competizione fra città vicine. Se la domotica può fornire mezzi innovativi per la rigenerazione e la conservazione  degli spazi e degli edifici, la differenza, a parità di tecnologia, sarà data dal grado di armonia, di equilibrio e di sicurezza che riguarderà specialmente le megalopoli, mostri urbani di decine di milioni di abitanti.  Todi e Hong Kong sono mondi diversi.  Ma in fondo in
Bolzano.
Piazza Mercato Centro Storico
Bolzano. Nuove cantine
Tra innovazione e tradizione
tutti i luoghi  è sempre presente "un'anima" che nelle città antiche prevale più facilmente sulla "materia" confusa delle metropoli. Quando in passato quelle Comunità  mettevano in "rete"  la pittura, la scultura   l'architettura,  i
Bolzano. Piazza Walther Centro storico

loro paesaggi, aggiungevano poi un altro valore:  quello della ricerca della "Trascendenza", dove l'intelligenza sfidava se stessa per dare un senso all'esistenza. E questo servirebbe ancora oggi mentre aumenta la estensione delle metropoli, la commistione
Michelangelo Buonarroti (1511)
Cappella Sistina /La creazione
di culture e della tecnologia. Al concetto di "smart" e di "libertà" può essere utile che si aggiunga quindi anche un elemento più profondo che dia senso al futuro e alla conoscenza di noi stessi. Nel "Giudizio Universale" di Michelangelo Buonarroti, nella Cappella Sistina, l'Arte risponde così al Mistero. Quel contatto fra Uomo e il Creatore che attraversa il Tempo,  quell'attimo in cui si manifesta l'intelligenza, dà inizio alla
nostra storia .