Amarcord-pensieri e parole- 1998-2005. Gen./Feb.2001


PROSPETTIVE DI ARCHITETTURA                              di Gianfranco Vecchiato 

Si è tenuto a Padova il 19 e 20 gennaio il primo Congresso Regionale delle professioni,
con la presenza di circa mille rappresentanti del Veneto in un settore che in Italia conta 1.600.000 addetti. La mozione finale approvata quasi all’unanimità segna la presa di coscienza del mondo professionale nella società con l’obiettivo di costituire un terzo riferimento accanto ai sindacati ed alle imprese. Ciò comporta anche lo sviluppo di iniziative e di rapporti sociali più profondi che segnino la presenza di qualità sul territorio in cui operiamo. Mestre per gli architetti non è solo il nome di una località ma un concentrato di temi complessi che la qualità del pensiero è chiamato a risolvere. Dopo l’appellativo storico di “fedele” Mestre ha avuto quelli di “città dormitorio e città
periferia” piovutigli negli anni col “sacco” urbanistico. Questo antico borgo veneto posto tra la terraferma e laguna, ai confini della Marca trevigiana che qui vi costruì, nel medioevo due castelli, crebbe gradualmente in epoca moderna dopo la costruzione della ferrovia austriaca nel 1846 che spostò i transiti commerciali ed un primo sviluppo urbano a sud ovest della Piazza Barche e del Canal Salso che erano stati per secoli il punto di connessione verso Venezia. Prima della rivoluzione industriale di Marghera del ‘900, la città era circondata dai forti militari del “campo trincerato”, da reti ferroviarie, dalla convergenza di strade e vie d’acqua e da un’ampia campagna che giungeva a poche centinaia di metri dal centro della città. Con l’allargamento nel 1926 del confine amministrativo del Comune di Venezia, furono inglobati oltre a Mestre tre altri piccoli Comuni di Terraferma: Chirignago, Zelarino, Favaro Veneto. Per effetto della crescita delle attività industriali di Marghera che è andata poi affievolendosi ed è entrata in crisi dalla metà degli anni ’70, il processo di crescita degenerò nella struttura urbana ed edilizia , con ondate migratorie provenienti dalle campagne circostanti, dal centro storico di Venezia e da altre regioni. Il combinato effetto del risveglio di qualità
negli interventi pubblici e privati, è cosa recente ed è accompagnata da un processo di adeguamento degli strumenti urbanistici amministrativi, spesso attraversati da forti contrapposizioni politiche sui temi ambientali, delle grandi infrastrutture e delle aree di nuova espansione. Oggi la Terraferma veneziana conta circa 170 mila abitanti che rappresentano quasi il 60% della popolazione del Comune di Venezia. I problemi urbanistici ed ambientali coinvolgono con il Comune di Venezia una vastissima area, di tipo metropolitano, compresa fra Padova e Treviso che giunge anche a Vicenza, a Bassano ed oltre. Le concentrazioni dell’aeroporto, del porto, del flusso turistico verso Venezia,
di attraversamento autostradale e ferroviario, dei centri commerciali, dello sviluppo delle attività nell’hinterland, sono un complesso problema che richiede proposte, progetti, investimenti, qualità di scelte anche in architettura. Gli architetti iscritti nel nostro Ordine sono ormai 2000 ed oltre il 65% risiede nel Comune di Venezia od in Comuni limitrofi. È tempo che nella categoria si rianimi un dibattito su questi temi, che investono aspetti pianificatori e la qualità dei luoghi urbani, pubblici e privati. Alcune occasioni come il riuso di forti militari, sono andate fin qui perdute, ma sul confronto di idee vi sono ancora molti luoghi in cui l’architettura può portare novità: con concorsi, studi, programmi e coinvolgendo i cittadini e le categorie. Alcuni anni fa l’Ordine organizzò una mostra di idee degli architetti su tali argomenti. È tempo di riprendere un dibattito da cui provenga specialmente dai nostri giovani iscritti, il senso di un impegno anche etico della professione. L’Ordine se ne farà promotore e chiede fin d’ora agli iscritti di ricevere adesioni e proposte.

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