giovedì 27 febbraio 2020

LA FERMATA

LA FERMATA           di  Gianfranco Vecchiato


Vò Euganeo (Padova) 
Giovanni Boccaccio
Il percorso della vita è segnato da partenze e da fermate improvvise. Il virus giunto in qualche modo anche in Italia dalla Cina, pur se non paragonabile alle antiche pestilenze, ci sta facendo attraversare uno spazio temporale dove i ricordi bussano alle nostre porte. Giovanni Boccaccio nel Dècameron, raffigurò la società fiorentina del XIV° secolo, devastata dalla peste nera con  un'opera letteraria che è considerata la più importante del Trecento europeo. 
John William Waterhouse (1916) 
In una delle 100 novelle in cui si sviluppano i racconti, Boccaccio fa dire: "Donne mie care, voi potete, così come io, molte volte avere udito che niuna persona fa ingiuria chi onestamente usa la sua ragion". C'è da chiedersi se gli avvenimenti non stiano offuscando le menti degli uomini e stravolgendo i nostri rapporti sociali. In Lombardia, nel Veneto ed in Emilia, aree che sono il cuore economico dell'Italia gli episodi di contagio si sono caricati di presagi  che hanno coinvolto i pensieri. Questi si rincorrono nella psicologia profonda delle persone, creando il timore irrazionale di ulteriori sventure mentre, nei paesi colpiti dall'epidemia, la gente vive questa situazione  in modo serio e composto. Le reazioni di isolare gli "italiani" perchè portatori del virus, ricordano fatti dolorosi. Sembra di rileggere il romanzo storico "La colonna infame", scritta da   Alessandro Manzoni a metà Ottocento, dove si descrive il processo farsa agli "untori", durante la peste a Milano del 1630. 
Quando prevale la paura dell'invisibile, si sente l'eco dei tempi in cui l'incapacità della scienza lasciava alla superstizione riempire il vuoto dell'ignoranza.  Si tratta di una esperienza spiacevole e sorprendente per milioni di persone che vivono in una società avanzata del XXI° secolo, nel cuore dell'Europa.
Codogno (Lodi)  -ex Ospedale
Ma può essere anche una condizione che insegna a riflettere su noi stessi e su ciò che ci circonda, sui valori e sul significato della nostra visione del mondo. Le popolazioni hanno tutte il ricordo dei tempi in cui il colera e le pestilenze facevano milioni di vittime. Siamo vulnerabili ad un virus quasi influenzale, dalla veloce propagazione, che sta sconvolgendo le regole della globalizzazione, del commercio, del turismo, delle relazioni umane. Le fragilità, le colpe e anche qualche virtù, sono dinanzi a noi e ci interrogano sul futuro.
Sull'altra riva del Mediterraneo c'è un intero continente, quello africano, che potrebbe aggiungere più vaste conseguenze pandemiche alle migrazioni in corso.
I Casoni a Caorle (Venezia)
Nessuna isola potrà fermarli. Perciò le questioni irrisolte si presentano prima o poi e chiedono il conto. La Comunità Internazionale che ha molti comportamenti disomogenei, dovrà rispondere oltre che interrogarsi e accettare una idea diversa del proprio destino. In attesa di un vaccino che riporti serenità, l'esperienza di un forzato 
isolamento territoriale può anche far riscoprire alcuni luoghi dell'infanzia, quelli vicini e  trascurati per viaggiare nel mondo.

Il Veneto  con le sue città e i  paesi, sparsi tra le Dolomiti e il mare Adriatico, le lagune,i laghi, i fiumi, le colline, le pianure.
Andrea Zanzotto

Forse nel ripercorrerlo, dopo averlo martoriato e trasformato,
Paesaggio veneto
contaminandolo e usandolo, si capiranno i rimpianti del poeta  Andrea Zanzotto che fino alla fine dei suoi giorni lo ricordava come negli anni della sua infanzia: "... tutta l'acqua d'oro è nel secchio, tutta la sabbia nel cortile e fanno rime con le colline..." 
I viaggiatori semplici che  a piedi andavano lungo le strade del Veneto,  annotavano le voci, i lavori comuni e familiari di gente dall'antico volto contadino. Questo è ancora nei nostri pensieri? In una canzone "Io e il mare", scritta  anni fa da Umberto Bindi, ci sono queste parole: "... vibrazioni dell'anima, che comincia a conoscere emozioni semplici, che comunque abituano la nostra età ad andare sempre dove il cuore vuole. Io non torno mai a trovare lei. Lei la spiaggia della foce, che mi ha fatto amare il mare..."
Paesaggio veneto
Arquà Petrarca
Le foci dei fiumi veneti, descritte da Hemingway,  con forti espressioni emotive, richiamano  le nostre radici. Nessuno si senta solo ricordando che  per amare il mondo si deve amare anche la propria terra. Meglio se insieme ad altri. Amici irlandesi, spagnoli, francesi, inglesi, russi, tedeschi, cinesi, americani... In quei paesi lombardi e veneti  c'è anche qualcosa di vostro e che ci unisce in una universale cultura.
Madonna della Salute -Venezia-
Nei colli euganei intaccati dall'epidemia, si incontra tra gli angoli di Arquà l'ultima dimora di Francesco Petrarca. Nel suo "canzoniere" Petrarca si rivolse così alla Madonna : " Vergine se mai l'estrema miseria delle cose umane ti ha mosso a pietà, chinati alla mia preghiera e vieni in soccorso alle mie pene; anche se io sono una creatura mortale e tu la regina del cielo..." Lungo il cammino, ciascuno racconta la vita tra fermate e partenze e raccoglie e semina qualcosa di sè. Tra queste terre si staglia la devozione alla Madonna della Salute, protettrice nei secoli di Venezia dalle epidemie,  segno di una fede rimasta nel profondo della nostra identità e mai dimenticata.


 
Panorama di Milano contemporanea


mercoledì 12 febbraio 2020

L'IMPREVISTO

L'IMPREVISTO               di Gianfranco Vecchiato

Lazzaretto Vecchio - Venezia
Sul Canal Grande, di fianco a San Stae, si staglia il Palazzo di Cà Tron, divenuto da tempo una  sede universitaria dell'Istituto di Architettura di Venezia (IUAV). Nel salone al primo piano tenni la mia Tesi di Laurea, in una calda giornata di ottobre. La ricerca proponeva una nuova struttura sanitaria nell'isola di Murano, storico centro di arte vetraria. Le fervide discussioni con i Docenti,  avvenivano in una sala che guardava su un cortile dove si respirava l'humus della città. Le voci che si stemperavano al calar della sera, passando tra le calli, attraversavano una Venezia accogliente e generosa.  Eppure in laguna si impegnò  per secoli  una indomita lotta contro periodiche pestilenze. Gli
Isola Lazzaretto Vecchio Venezia
ammalati finivano nei "lazzaretti", luoghi oggi di grande fascino ma un tempo isole di derelitti dove i contagiati là ammassati, 
Sala a Cà Tron
morivano a migliaia. Le navi che giungevano da Oriente, se portavano issata la bandiera gialla, simbolo di contagio, finivano in quarantena. La promiscuità urbana tra case e abitanti, le condizioni igieniche e una scienza medica ancora primitiva, non dava scampo. La pandemia detta "spagnola" che devastò il mondo alla fine della Grande Guerra, uccise decine di milioni di persone in due anni. In Italia si contarono più di mezzo milione di morti che si aggiunsero a quelli provocati dalla guerra. Si trattò della più grave
Salone piano nobile a Cà Tron
epidemia dopo la peste "nera" del 1347/52. Poi vi fu una svolta. Alexander Fleming nel 1928 scoprì casualmente la penicillina e circa dieci anni dopo Ernst Chain e Howard Walter Florey avrebbero ottenuto  il Nobel per la medicina con i primi antibiotici in forma pura. Dal 1935 ai giorni nostri sul mercato sono stati immessi circa 135 diversi tipi di antibiotici, ciascuno adatto a diversi casi. La cura di malattie contagiose, come avviene in queste settimane per il "coronavirus" risveglia paure ancestrali. H
a destato meraviglia
Ospedale di Wuhan
la notizia che a Wuhan, città da cui è partito il contagio, sia stato costruito un ospedale per mille posti letto e di 25mila mq, in poco più di 10 giorni. Si sono utilizzate strutture prefabbricate seguendo un metodo usato nel 2003 durante la epidemia della SARS, quando in sette giorni si costruì un ospedale a Xiaotangshan. Nelle emergenze si possono esprimere solidarietà e capacità inventive. In periodo bellico l'ingegnere britannico Donald Bailey, concepì l'uso di strutture reticolari modulari e componibili che  trasportate e montate in breve tempo, formarono ponti transitabili per mezzi e truppe ma anche per usi civili. In
Ing.Donald Bailey (1901/1985)
Normandia nel giugno del 1944, sul mare dinanzi ad Arromanches gli alleati costruirono un porto artificiale usando cassoni prefabbricati e componibili in
Palazzo Cà Tron
calcestruzzo, trasportati lungo la Manica,  che consentirono lo sbarco di oltre 2milioni e mezzo di uomini, di 500mila autoveicoli e di 4 milioni di tonnellate di rifornimenti. Anche la prefabbricazione edilizia si espanse nel
 dopoguerra, per le gigantesche necessità di ricostruzioni post belliche. Vi è un aspetto che le persone, oltre che i progettisti, devono considerare. Fu la prima lezione universitaria e si chiamava: l'imprevisto. Per un incidente, una malattia, per l'età avanzata, tutto può cambiare improvvisamente. Un piccolo gradino diviene un ostacolo, una porta stretta, una barriera invalicabile, una scala un ostacolo insuperabile. Per questo in ogni progetto si chiede di considerare anche i casi di "adattabilità" di un edificio, in modo che sia possibile risolvere delle emergenze. L'imprevisto del virus cinese è calato come una saetta su tutti i grafici economici, sulle abitudini dei viaggi e dei commerci, sulla fragilità
La peste a Venezia nel XVII° secolo
della nostra
Pontile per porto in Normandia 1944
comune condizione umana. Ci stiamo accorgendo che il mondo è una casa comune e che ogni pensiero passa in secondo piano se c'è di mezzo la salute. Una lezione va trasmessa ai contemporanei ed ai posteri, non pensando al passato come ad una irripetibile fatalità, L'imprevisto deve far parte della nostra intelligenza e d
ell'agire sociale e culturale. Senza una forte consapevolezza delle nostre fragilità, la politica economica si ritrova indifesa e impreparata. Sono stati fermati i voli, sono 
Ponte Bailey sul Piave
crollate le visite turistiche, sono state annullate fiere e convegni.Alla fine del 1631, cessata la peste, Venezia contò 82175 morti che si aggiunsero ai 600mila sul territorio dell'antica Repubblica. Vent'anni di lavoro, iniziato nel 1633, furono necessari per completare la Basilica della Salute, in omaggio alla Vergine per la cessazione della pestilenza. Il Doge superstite si rivolse al popolo dopo una immensa processione
Basilica della Salute Venezia
e "deposta la corona ai piedi del Crocefisso, stette in silenzio per qualche minuto. Quell'aspetto venerando umiliato dal comune disastro, quel raggio di speranza e quella confidenza che il dignitoso corteggio riponeva nell'onnipotenza di Dio, tante perdite sofferte, l'unità di intenzioni ed affetti, la santità del luogo, l'atto imponente che si stava per celebrare, fece tutti prorompere in dirottissimo pianto".. "vedi come i nostri passi vacillano, come si dilegua il coraggio della Nazione... saran dunque perduti i monumenti delle nostre imprese? Diverranno deserti e solinghi questi edifici, magnifici testimoni del valore dei nostri Padri?" Il tempio della Salute ricorda ancora a tutti i segni di una umana pietà e di una umile grandezza. Fu un'opera di architettura, di un giovane di 33 anni, a lasciare il segno di una speranza oltre ogni lutto e rovina. 

lunedì 3 febbraio 2020

LA SELVA OSCURA

LA SELVA OSCURA             di  Gianfranco Vecchiato


...mi ritrovai in una selva oscura...
Nella Divina Commedia alla fine del suo viaggio onirico tra l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, Dante Alighieri sente di dover affermare la convinzione che l'Universo esteriore e quello interiore siano fra loro uniti da una forza e da un principio morale: "E' l'amore "che move il sole e l'altre stelle". Non ha dubbi il Poeta dopo aver attraversato il tempo tra gli smarrimenti della "selva oscura", che le difficoltà, le 
Bartolomeo Manfredi:Caino e Abele 1610
paure e i limiti della natura umana, trovino conforto, secondo la mistica cristiana, nell'Amore di Dio, che pur se continuamente sfregiato, risorge e sostiene le leggi della materia così come quelle degli uomini. Nella Selva si cela l'oscurità del Male che pervade il mondo e ci sgomenta; esso interagisce nelle nostre società e nelle nostre coscienze. Nella pittura metafisica di Giorgio De Chirico secoli dopo, tra visioni interiori e virtuali realtà fatte di ombre, silenzi, foreste urbane di portici e di colonne, si coglie nei quadri l'assenza degli uomini che porta all'assenza del male.  Tra i filosofi per Socrate se il male era frutto dell'ignoranza priva di principi etici, il bene era il prodotto della conoscenza e della cultura.

Arch. Giuseppe Terragni:  Danteum (1938)
Per Platone e per Aristotele il male riduceva l'essere ad un non-essere; per Sant'Agostino male e peccato erano congeniti alla natura umana,  e portavano alla "punizione per una trasgressione". Questa teoria religiosa ha influito sui sistemi giuridici, fino a quando Freud e Jung non hanno studiato la mente umana, mettendo su piani diversi l'evoluzione della specie e le reazioni psichiche individuali. Filosofia e Scienza hanno proceduto per un tempo appaiate, ritornando a ripetere secondo Hegel che l'uomo è cattivo per natura e per Kant che l'inclinazione innata al male porta alla impurità della nostra coscienza morale. Nietzsche fu  il più radicale. Ritenendo una mera finzione la verità, il progresso, la scienza e la religione, tutto sarebbe " un caos irrazionale.
Monumento alla Shoah a Bologna
Sosteneva che "Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso." Nietzsche ammise che l'uomo cerca di imprimere nella sua vita l'immagine dell'eternità ma confidava in una religione nuova, di anime più libere, nella quale si formasse il "superuomo". Teorie in seguito, attinte e abusate dal nazionalsocialismo. Per Schopenhauer poichè la nostra esistenza è sempre insoddisfatta da bisogni da perseguire, ciò porterebbe ad una costante nevrosi che dai singoli si estende alla società. E qui un esempio sugli attuali aspetti indotti dal consumismo compulsivo pare dargli ragione.  Hanna Arendt parlava della "spaventosa banalità del male" che  trova terreni fertili nell'appiattimento dei valori e nel cedimento delle coscienze. Si 
Adolf Hitler: un simbolo del Male
riferiva all'Olocausto e ad altre tragedie nella storia. Ora prevale l'idea della società "liquida" di Baumann, il quale osserva come si siano liquefatti i legami affettivi, sia personali che sociali e istituzionali, alimentando il dramma della indifferenza al male.
Foto del 1926 Gruppo del Bauhaus a Dessau
 Nella letteratura si affronta  questo tema costantemente. Dostoevskij e  Manzoni, due scrittori cristiani, descrissero il contagio del male come un "terribile strumento della libertà dell'uomo". Con stili diversi i loro protagonisti giungono al bene confidando sui disegni della Provvidenza e nella forza della compassione, una  decisiva arma tratta dal precetto "ama il prossimo tuo come te stesso."
Miami: Holocaust Memorial
Daniel di Palma
Le esperienze attuali della neuroscienza ci confermano che nel nostro cervello convivono ancestrali impulsi istintivi di violenza, rimasti dopo milioni di anni di evoluzione. Tale condizione umana, possiede  due strumenti per contrastare le nostre pulsioni negative: la coscienza e la memoria.
100° Anniversario Bauhaus (Dessau) 1919/2019
Nel 2019 si sono celebrati i 100 anni dalla nascita del Bauhaus che ebbe tra gli obiettivi quello di promuovere la crescita e il rinnovamento delle comunità attraverso l'Arte.  L'uomo nuovo, secondo Walter Gropius, era ben diverso da quello niciano. Egli intuì che le soluzioni ai problemi  dovevano venire dalla creatività,cercata nella mutevolezza delle forme tese ad esaltare le esigenze della fluidità mutante della vita. Fu un messaggio semplice e di per sè rivoluzionario.  Seguendo tale principio e partendo dalla presenza di un monumento o da una lapide, o partecipando nelle comunità, alla difesa di un paesaggio, alle discussioni e alle analisi che ne derivano, sostenendo che ciò che è utile può essere anche bello,  si aiutano e rafforzano nelle coscienze i valori della memoria. Un filosofo arabo vissuto nel XII° secolo, Averroè, sostenne che
Berlino: Monumento alla Shoah Arch. Peter Eisenman
l'intelletto materiale sia unico per tutti gli uomini, in quanto è il prodotto di pura potenzialità. La percezione di ciò che si considera come sensibile, essendo legata alla fantasia e alla immaginazione, varia da uomo a uomo e produce l'individualità della conoscenza. Nel Buddismo il bene è il fondamento 
naturale della "illuminazione" data da una profonda conoscenza di sè. "L'oscurità innata" viene dal sentire la propria vita priva di un significato profondo e per questo, nel buddismo vi è la consapevole necessità di un lotta continua per trasformare il male in bene. Uno sforzo interiore che accomuna anche  Dante Alighieri, il quale riteneva che la conoscenza fosse l'elemento e il bagaglio con cui  attraversare la selva oscura. Lo scrittore Claudio Magris afferma che  "noi non potremmo vivere senza stabilire una differenza sostanziale fra ciò che sentiamo  come relativo e ciò che sentiamo come assoluto".

Giorgio De Chirico: Finestre sull'Arte
La coscienza e la conoscenza quindi si fondano anche su simboli. I monumenti ad esempio, dedicati alla Shoah, in un'epoca di revanscismi, hanno questa funzione.  Quello di Bologna, inaugurato nel 2016, è stato l'esito di un concorso internazionale. Pensato da Onorato di Manno, Andrea Tanci, Gianluca Sist, Lorenzo Catena, Chiara Cucina, è costituito da due blocchi di acciaio alti 10 metri che si avvicinano tra loro.
La fessura che li divide, consentendo il passaggio di una sola persona alla volta, simboleggia una oppressione incombente ed aiuta a riflettere su un passato che si fa presente. La poesia fu strumento  ed espressione di libertà, con cui Dante Alighieri ha iniziato il suo cammino di conoscenza. Lungo la strada si incontrano forme e si aprono i rapporti tra  spazi ignoti, quello esteriore e quello interiore. Anche tra questi vi è una fessura attraverso la quale l'intera umanità, nel suo vagare, cerca  risposte senza posa.