mercoledì 9 gennaio 2019

IL BREVE DI S.ANTONIO

IL BREVE DI S.ANTONIO                           di Gianfranco Vecchiato

Simboli, esoterismi e leggende  intrecciati con credi religiosi e con elementi storici, spuntano a volte tra case e luoghi di antica presenza umana.  E  lo raccontano non solo i monumenti ma anche semplici pietre  nelle nostre città. E' il caso di una scritta incisa su una lapide posta sopra il portico di un edificio restaurato che recita:  "Ecce crucem Domini, fugite partes adversae, vicit leo de Tribu Juda radix David. Alleluia!". Queste parole latine, tratte dai versi dell'Apocalisse di S.Giovanni (5,5) : "Ecco la Croce del Signore! Fuggite o Spiriti del Male ( in altri casi tradotte con : fuggite forze nemiche), ha vinto il Forte della Tribù di Giuda, la radice di Davide (il nostro Redentore), Alleluia!. I versi sono una preghiera, detta  il "breve di S.Antonio", che il santo portoghese venerato a Padova, dettò ai fedeli perchè ottenessero la protezione nei pericoli spirituali temporali.

E' ritenuta anche un potente antidoto contro i danni del demonio. Siamo a Mestre, lungo una strada che secoli fa circondava le mura del castello cinto da 14 torri. Un restauro  avvenuto alcuni decenni fa, ha interessato alcune vecchie case e una corte interna in stato di abbandono. Qui nel XIX° secolo vi era una locanda "Alla Luna"  con annesse stalle per cavalli. Divenne in seguito un luogo secondario dove lavoravano un falegname, un fabbro,


Obelisco di Piazza S.Pietro
un fotografo, un meccanico e alcune abitazioni. Un vecchio portone in legno chiudeva l'accesso dalla strada. Un giorno mi capitò di entravi. Attraversato il portico e giungendo in una corte delimitata da due pareti parallele, fui sorpreso nel vedere che qui le finestre e le porte avevano una forma gotica, di carattere orientale, contornate da scritte in ebraico e da stemmi biblici. Chi abitò in quelle stanze ormai vuote?  Una antica tradizione giudaica detta del "mezuzah",  raccomanda agli ebrei osservanti di scrivere sull'esterno della casa, nella porta di ingresso e nelle finestre, alcuni passi del "Devarim 6, 4-9": "Ascolta Israele… questi comandamenti che oggi ti do, ti staranno nel cuore, li inculcherai ai tuoi figli… e li



scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città". Era  usanza toccare la "mezuzah" al momento di varcare la soglia, in segno di riconoscimento delle parole che vi sono contenute e per manifestare l'osservanza alle leggi del Signore. In alcuni casi erano considerate anche degli amuleti, degli esorcismi nei luoghi ritenuti infestati da spiriti". Durante il restauro e la trasformazione di quei luoghi, i graffiti furono malamente ricoperti e il tutto ora è decorato in modo artificiale. La forma delle finestre ad arco acuto, tutt'ora visibili, non  spiega più la storia di origine. Che uso ebbero quelle stanze: abitazioni o luoghi di preghiera, spazi di lavoro, di insegnamento o che altro?  
E perchè accanto a quelle stanze abitate con tutta probabilità da ebrei fu fissata sul muro


Antica casa ebraica?
sopra all'adiacente portico, quel "breve" di Sant'Antonio? Quella stessa scritta latina si trova anche incisa sulla parte bassa dell'obelisco che sorge dal 1586 in Piazza S.Pietro a Roma. Voluta da Papa Sisto V, che fu un Papa francescano. L'obelisco in granito rosso raggiunge con il basamento e la croce aggiunta in sommità, l'altezza di quasi 40 metri. Simboleggia un raggio di sole e si stima abbia circa 4mila anni. Secondo lo storico Plinio proviene da Heliopolis e fu prima trasferita ad Alessandria d'Egitto e poi l'imperatore Caligola la fece portare a Roma attorno al 40 d.C. per collocarla nel Circo di

Mezuzah
Nerone.  Fu poi l'architetto Domenico Fontana che su richiesta del Pontefice Sisto V, la spostò e la innalzò davanti a S.Pietro. Secondo la leggenda nel globo che aveva in sommità erano contenute le ceneri di Giulio Cesare. Ora vi sarebbe una reliquia proveniente dalla "Vera Croce". Il basamento, che pesa 175 tonnellate, porta incise le parole  esplicitamente volute da Sisto V per celebrare il trionfo della Chiesa sul paganesimo e sull'eresia. Accade che testimonianze  sopravvissute agli abitanti, divengano utili per capire non solo la storia urbana ma anche quella spirituale e sociale di chi ha vissuto in precedenza.  Lewis Mumford osservò che: "ogni generazione si rivolta contro i suoi padri e fa amicizia con i propri nonni".


Schola Italiana- Ghetto di Venezia