Amarcord - pensieri e parole - 1998- 2005.Gen./Febr. 1999

     CONVEGNO NAZIONALE AREE INDUSTRIALI 
UTILIZZO E RICONVERSIONE DELLE AREE INDUSTRIALI IN ITALIA ED EUROPA





Esiste un rapporto tra la legge Merloni, le modalità ed i criteri di diffusione dei bandi di gara e delle offerte di onorario con quanto avviene nel campo del “fare architettura” in Italia?
In altri termini i 228 articoli della bozza di Regolamento di attuazione della “Merloni Ter” , diversi dei quali sono già oggetto di osservazione da parte del Consiglio Nazionale Architetti
per incongruenze con la legge stessa, serviranno per migliorare la qualità della produzione architettonica pubblica nel nostro Paese?
In realtà nella nostra epoca sono sempre più strette le relazioni fra i temi della gestione dello sviluppo sociale e della salvaguardia dell’ambiente con i temi che attengono allo sviluppo della democrazia. E tali questioni riguardano tutti i cittadini, non solo gli architetti.
La partecipazione alla vita collettiva si è ridotta per la progressiva incapacità di infuire sulle scelte di temi a grande scala che hanno una prevalenza economica sugli altri bisogni
individuali. I punti di aggregazione sociale e culturale divengono sempre più rari a favore di scelte infrastrutturali e di mercato : strade, trasporti, zone commerciali,
industriali, periferie... Se con una battuta Woody Allen dice che “ Los Angeles è una città il cui unico contributo alla civiltà moderna consiste nel permesso continuo di svolta a sinistra”, dà con ironia il senso che nelle città si stanno confrontando sempre più aspetti di conftto
culturale oltre che politico e sociale. Verso quali orizzonti e con quali prospettive gli architetti intendono affrontare il rapporto con le trasformazioni e soprattutto come intendono
partecipare alla crescita democratica della società del XXI°secolo?
Ecco un grande orizzonte sul quale cimentarsi e sul quale varrà la pena di portare la propria analisi, accanto ai temi della quotidianità. Una tra le questioni che negli ultimi duecento anni ha fortemente modificato la vita delle nazioni e del paesaggio, è stata l’industrializzazione.
Dalla fne degli anni ‘40 ad oggi, molti Paesi hanno conosciuto trasformazioni straordinarie, che hanno spazzato via costumi, identità, modi di vivere, tradizioni, comunicando modelli omogenei di progresso e di comportamento che, come sosteneva Pasolini, le cui visioni sono state spesso anticipatrici nell'evoluzione dei costumi ,  sono stati cancellati nel volger di due decenni insieme ai simboli antichi della cultura e della "civiltà contadina".
L’economia sta quindi sempre più imponendo i suoi modelli di sviluppo e di rappresentazione. Così sul territorio sono sorti in poco più di un decennio nuovi oggetti : i centri commerciali, spesso banalizzati a capannoni kitch, illuminati da insulse scenografie, privi di relazioni con il contesto.
Anche con la dismissione e la rapida riconversione di aree industriali, cambiando i modelli produttivi, un patrimonio importante di archeologia industriale rischia di venir distrutto.
Ma specialmente la qualità ed il controllo delle trasformazioni dei paesaggi può essere oggi riproposto partendo proprio dalle aree nelle quali un tempo iniziarono anche esteticamente i conflitti tra città e campagna.
Il caso della zona industriale di Marghera, la più vasta dell’Italia nord-orientale, simbolo in questo secolo di tante contraddizioni ma ora anche di grandi opportunità di trasformazione, pone diversi argomenti di rifessione e di confronto.
Su tali temi il Convegno Nazionale degli Architetti, che intendiamo proporre per la fne del mese di marzo, desidera portare un contributo di analisi e di proposta credendo che l’impegno civile, professionale e culturale possa trovare nell'architettura il modo per rispondere all'impoverimento delle forme e della nostra vita collettiva. Verranno quindi invitati a confronto sia colleghi che hanno svolto esperienze in Italia ed in Europa e sia amministratori ed imprenditori che su questi temi hanno responsabilità di decisione, di indirizzo e di investimento.Poniamo quindi il problema che al contributo di crescita e di sviluppo che la tecnologia e la scienza stanno fornendo alla società, all’architettura spetti ancora il compito primario di rappresentare con le
forme, il senso e l’inscindibile bisogno di dare forza e poesia al futuro. Ed insieme di riconoscere il grande valore della cultura per ogni processo di evoluzione.



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