Amarcord - pensieri e parole -1998-2005 -Luglio /Agosto 1998









CONCORSI, PROGETTI,
PROPOSTE, IDEE, RISULTATI

Originali ed avveniristici i dieci progetti selezionati dalla Giuria per la nuova Sede di Architettura ai magazzini di San Basilio a Venezia.
Con questo positivo giudizio sono stati presentati alla stampa gli esiti del percorso di esame dei quasi 500 progetti presentati al Concorso Internazionale allo IUAV.
Della Giuria hanno fatto parte anche due nostri Consiglieri Nazionali: l’Arch. Piero Missio e l’arch. Nevio Parmeggiani, che hanno contribuito certamente a condurre i giudizi di selezione ad un risultato che ha dato, fin qui, almeno due esiti positivi: ha consentito una vasta partecipazione a livello nazionale ed europeo ed ha condotto alla selezione da parte della Commissione giudicatrice di alcuni giovani professionisti accanto a quelli di studi di architettura noti a livello internazionale.
Per la Giuria si può parlare di un orizzonte nazionale che si sta muovendo dopo essere stato chiuso a pochi grandi.
Tra settembre e gennaio, partendo da un seminario pubblico, questi dieci finalisti si contenderanno l’ambizioso traguardo di
progettare il primo edificio pubblico che sorgerà a Venezia dopo moltissimi anni.
Tra i nomi degli architetti selezionati figurano: lo spagnolo Eric Miralles, Leone d’oro ‘96, che propone di mantenere il perimetro dei magazzini realizzando all’interno un campus di volumi più piccoli; l’olandese Ben Van Berkel che immagina un guscio traslucido attorno ad una rampa elicoidale; il gruppo romano di Maria Laura Arlotti che con Michele Beccu, Paolo Desideri e Filippo Raimondo propone un grande volume in vetro; il fiorentino Marco Casamonti, direttore di “Area” che,
con Laura Andreini, Giovanni Polazzi, Silvia Fabi e Nicola Santini, propone una costruzione che riprende lo skyline della zona, ricoperta in griglie in cotto; un secondo gruppo romano di Carmen Andriani, docente a Pescara, che punta sui collegamenti con l’ex cotonificio di S.Marta.
Il veneziano Carlo Magnani, dello IUAV, che con Mauro Frate, Piero Vincenti, Daniele Paccone, C.Alberto Cegan e Giorgio Grazian, progetta una sede accanto a darsena e polo sportivo.
Quindi gli olandesi Giuseppe Mantia e Karl Amann, che progettano una costruzione attorno ad una rampa con trasparenze.
I poco conosciuti Paolo Veronica Dell’Aira, Gaetano di Gesu, Paola Misino con un progetto con tre corpi diagonali sospesi su pilastri; Gianna Parisse, Cristina Monti, Federica Morgia che incentrano il progetto sugli assi di collegamento; Enrico Piero Garbin
che propone tre elementi simili a tre navi, ricoperti in legno.
Dall’11 luglio fino a settembre sarà esposta la mostra di tutti i progetti nella sala delle Corderie all’Arsenale di Venezia.
La circolazione delle idee e le possibilità di far emergere delle capacità professionali sono elementi di ricchezza per tutta una società.
Da tempo gli Ordini si battono per un obiettivo : quello di creare trasparenza, dibattito, qualità, contando sulle capacità intellettuali più che su quelle economiche. 
Devono essere create le occasioni perché, così com’è stato nella migliore tradizione italiana, ma anche europea, l’architetto possa esprimersi secondo capacità, lasciando testimonianza del proprio tempo.
Il cosiddetto “incarico fiduciario” previsto dalla Legge Merloni che regola fin qui il settore dei Lavori Pubblici, in assenza del Regolamento attuativo e di nuove disposizioni, continua a privilegiare rapporti professionali di tipo discrezionale che comportano
fatti negativi: 
A) in primo luogo frenano il ricambio e la diffusione di esperienze professionali in grado di far emergere capacità, volontà ed intelligenze.
In presenza di centinaia di iscritti e di giovani laureati, ciò contribuisce ad un aumento di disoccupazione intellettuale, ad una perdita di capacità, ad un freno sociale e culturale, che la Società, prima ancora che un Ordine, non può tollerare in misura così diffusa.
B) Per altro verso, si possono produrre degli inviluppi di interessi tra amministratori e studi professionali che proprio nello spirito della legge nata dopo “tangentopoli”, debbono essere ancor più evitati. Tali interessi non sono solo di tipo economico ma possono
riguardare particolari relazioni e rapporti che fatalmente rendono più facili, più usuali le discrezionalità e quindi le convenienze verso certi studi e determinati interessi locali.
Questioni assai delicate specialmente nei piccoli e medi Comuni di cui è tappezzato il nostro territorio provinciale e regionale.
La facilità di rapporti deve risiedere normalmente nelle regole di convivenza ma non deve creare condizioni di privilegio che conduca a facilitazioni artificiali delle pratiche e quindi dei tempi professionali.
La stagione di Concorsi forse è ancora agli inizi ma per una volta vorremmo non disperare che potrà condurre a risultati positivi.

Gianfranco Vecchiato

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