martedì 4 aprile 2023

AGORA'

AGORA'             di  Gianfranco Vecchiato  

Progetto anni '80 di V.Gregotti per l'Arcella di Padova
Tra le maggiori conquiste della civiltà emerge dalla storia il ruolo che ebbe nella formazione della democrazia lo spazio urbano dell'Agorà. Un luogo nel quale convergevano il commercio delle merci e le discussioni popolari che portavano alle decisioni collettive. Questa commistione fra relazioni urbane e persone era un tassello essenziale della "polis", dalla quale derivarono filosofia, arti, cultura che seminarono nei secoli stagioni di pensiero.  Con il periodo illuminista si aprì nel XVIII° secolo il valore del pensiero individuale che Voltaire riassunse in questo modo: " Non sono d'accordo con quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo". Ascoltare per decidere è in democrazia una necessità da coltivare specialmente nelle attuali società complesse, spesso attraversate da bisogni diversi e da interessi divergenti. 
 Progetto a Celerina (CH) di M.Botta
Ascoltare gli "ultimi e i penultimi" dando loro voce non è meno importante del rispetto per l'uso  dei "beni comuni" sanciti da diverse Costituzioni tra le quali la nostra: il rispetto del Paesaggio, dell'ambiente, della cultura dei luoghi e del decoro così come la necessità di coltivare la bellezza, di  difendere l'uso di spazi comuni, di costruire una società con minori diseguaglianze. In questo l'urbanistica e l'architettura pur se  impegnate su fronti comuni, paiono a volte divergere nelle loro finalità. L'architettura in particolare viene usata per operazioni di marketing dove per  finalità commerciali si usa la moneta dell'estetica.  In anni recenti lo scarso ascolto tra interessi diversi ha prodotto un distacco tra Istituzioni e cittadini facendo crescere Associazioni, Comitati, Gruppi di proposta e di protesta impegnati a difendere alcuni diritti.  Diversi progetti edilizi hanno trovato opposizioni spesso trasversali, da coloro che non si sono sentiti tutelati o rappresentati nelle loro istanze, inascoltate o respinte dalla lettura tecnica di regolamenti o di cavilli giuridici delle amministrazioni pubbliche. 
Progetto di edificio di 9 piani a Cervinia 
E' ritornata l'idea dell'Agorà con l'esercizio della consultazione anche referendaria sulle opportunità o convenienze. Diversi casi hanno riguardato progetti edilizi contestati da cittadini. A Padova nel 2006 l'Amministrazione Comunale consultò gli abitanti del quartiere dell'Arcella su un progetto dell'architetto Vittorio Gregotti concepito negli anni '80 e in parte modificato. Si prevedevano quattro edifici a torre e spazi razionalisti che parevano ispirati ai quadri metafisici di De Chirico. Una fredda idea di città-macchina ed industriale, che risultava avulsa dalla comprensione della gente. Si recarono a votare il 25% delle 29.100 persone aventi diritto ma l'esito fu una solenne bocciatura che indusse l'Amministrazione ad archiviare il progetto. Quel voto è risultato saggio perchè negli anni sono mutate le idee urbane e anche sociali e pochi ne rimpiangono la bocciatura. 
1947/55Casa del sole  di Carlo Mollino Cervinia 
Anche a Mario Botta è accaduto nel 2008 nella sua Svizzera, che una consultazione popolare nel paese di Celerina, vicino a St Moritz, ha portato con 296 voti contro 88 al respingimento di un suo progetto che prevedeva quattro edifici a torre, il più alto di 77 metri. In quel caso la gente non voleva che questo intervento ne stravolgesse i caratteri tradizionali. Sta avvenendo in questi mesi un fatto analogo a Cervinia dove sono state raccolte oltre tremila firme di cittadini in subbuglio contro il progetto di  un edificio di nove piani che muterebbe il paesaggio del luogo. Alcuni lo hanno definito un obbrobrio e una vergogna. Le regole sarebbero però state rispettate e il premio di cubatura del 35% del Piano Casa avrebbe fatto il resto. Soprintendenza e Commissione edilizia si sono espressi positivamente. Lo studio di architetti "The Stone"  ha spiegato che l'edificio si ispira ai "megaliti" in Val d'Aosta e che è in regola con le normative, citando anche il progetto di 8 piani degli anni '50 fatto da Carlo Mollino a Cervinia noto nel mondo.  La questione resta accesa. A Mestre è contestato il progetto di una torre residenziale alta 60 metri con piastra commerciale, inserita in uno spazio fin qui verde, dentro ad un piano urbanistico organico concepito da valenti architetti come Giuseppe Samonà, Luigi Piccinato ed Egle Trincanato, nel 
periodo tra gli anni '50 e '60. Si tratta di un edificio che imita il "bosco verticale" progettato da Stefano Boeri a Milano, un esempio di prodotto che ha incontrato l'interesse del mercato immobiliare ma ne ha anche mercificato la tendenza. 
Torre verticale nel Villaggio S.Marco a Mestre 
Si tratta di una operazione urbanisticamente discutibile che è contestata da gran parte degli abitanti e che ha diverse fragilità culturali. Perchè non aprire anche in questo caso ad un referendum tra cittadini? Anche a New York fu coinvolta la popolazione nelle proposte del masterplan di Daniel Libeskind dopo la distruzione delle torri gemelle con l'attentato dell'11 settembre 2001, per la loro sostituzione con la torre Freedom Tower.  Si è diffusa una tendenza di International style nell'architettura che la rende prevalentemente indifferente ai luoghi, basata sulle referenze delle brochure delle agenzie di vendita. 
Piazza d'Italia De Chirico 1937
L'architetto Mario Cucinella al proposito ha affermato che "bisogna elaborare, metabolizzare e restituire la cultura dei paesi e intersecarla con le competenze... la differenza è sinonimo di ricchezza mentre la globalizzazione è una forma di impoverimento culturale". Incrociando aggiungerei l'urbanistica all'architettura e alla cultura locale. Non si può pensare di imporre un progetto non condiviso. Lo si può discutere, perfezionare, modificare o anche spostare in altro luogo. Si può quindi convenire con quanto affermava l'architetto Oscar Niemeyer:  "l'opera non è soltanto l'oggetto ma anche gli spazi vuoti e quello che lo circonda". E questo a  volte lo capiscono prima le persone semplici dei progettisti.