Amarcord- pensieri e parole- 1998 - 2005. Gennaio 2000

BRUNO ZEVI : CRONACA E  STORIA            di Gianfranco Vecchiato


Nella protesta delle masse e specie in quelle giovanili, vi è un’esigenza ormai esplicita di qualità, di
carica creativa e di valori artistici. Per governare oggi, un minimo di fantasia appare indispensabile. E quindi "l’immaginazione al potere" può essere un’indicazione di straordinaria portata. È un fatto 
F.L.Wright :1936
Casa sulla cascata
B.Zevi e Wright
che alle inadempienze quantitative corrisponde in Italia uno scadimento qualitativo in tutte le opere pubbliche…  Siamo noti nel mondo per la genialità nel design, ma il nostro panorama urbano e rurale degrada ed intristisce. Oggi il nichilismo e la mistica dell’anti-cultura perdono presa… perciò contro l’irriducibile miopia burocratica, si chiede competenza e qualità ed una volontà inventiva ..."
Bruno Zevi
 (8 febbraio 1970. Da L’Espresso: La qualità, antibiotico della rabbia). Infaticabile animatore di un dibattito sull’architettura intesa come strumento di crescita civile e di impegno sociale e culturale, Bruno Zevi ha accompagnato costantemente, con la sua critica corrosiva e lucidissima, la vicenda storica dell’architettura non solo dei nostri tempi, teso a scrutare l’intreccio che ogni progetto propone. Portava in ogni circostanza l’usuale cravatta a farfalla quasi a sottolineare anche in questo la sua coerenza un po’ fuori dal coro. È scomparso quando con il nuovo secolo Egli vedeva dischiudersi i profili di una lettura della storia dell’arte di cui aveva sondato in profondità le origini, le qualità, le tensioni. Nel suo ultimo scritto sosteneva ancora una volta il pieno valore delle sette invarianti ossia i sette princìpi che Theo van Doesburg aveva approntato per dotare di una grammatica e di una sintassi l’architettura moderna, emulo di quell’elenco dei contenuti e delle funzioni che William Morris già nella seconda metà dell’800 aveva individuato: elenco dei contenuti e delle funzioni; asimmetria e dissonanza; tridimensionalità anti prospettica; scomposizione quadridimensionale; coinvolgimento strutturale; lo spazio-tempo; il continuum urbano e paesaggistico. Attraverso i suoi libri: Saper Vedere l’Architettura e Storia dell’Architettura Moderna, ha insegnato a migliaia di architetti, ad analizzare il loro mestiere.
Scriveva: «...come non esiste un’adeguata propaganda per diffondere la buona architettura, così 
F.Gehry:
Praga: Ginger e Fred
non esistono strumenti efficaci per impedire la realizzazione di brutture edilizie. Così se la censura funziona per i films e per la letteratura non viene utilizzata per evitare scandali urbanistici ed architettonici le cui conseguenze sono assai più gravi e prolungate di quelle della pubblicazione di un romanzo pornografico. Ognuno è padrone di chiudere la radio e di disertare i concerti, di
aborrire il cinematografo od il teatro e di non leggere un libro, ma nessuno può chiudere gli occhi di
fronte all’edilizia che forma la scena della vita cittadina e porta il segno dell’uomo nella campagna e
nel paesaggio. Il disinteresse del pubblico per l’architettura non ci si può limitare a constatarlo. C’è molto da fare in questo senso e sarà un compito degli architetti. Anche dei professionistiche pur soffrendo i problemi dell’edilizia contemporanea mancano, in gran parte, di una cultura che dia loro diritto di entrare legittimamente nel dibattito storico e critico, perché troppo spesso legata alla loro cronaca polemica…». Tra i suoi testi si ricordano quelli su Biagio Rossetti, l’architetto della rinascenza ferrarese che è ritenuto il primo urbanista moderno europeo; Saper vedere una città; Michelangiolo architetto. Nel libro Storia e Controstoria dell’architettura in Italia, Zevi ritorna sul rapporto di distanza fra comuni professionisti, costruttori ed i valori alti del progetto di architettura.
La sua passione civile, condotta fino all’ultimo, resta uno dei più importanti lasciti che Egli ha trasmesso ai tanti che ne hanno apprezzato forza di vivere,coerenza, prorompente protagonismo.
Anche in solitudine.



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