sabato 21 dicembre 2019

ARCHETIPI

ARCHETIPI      di Gianfranco Vecchiato


A.Rossi
Spinoza, Voltaire, Beccaria, hanno ciascuno scrutato nell'animo umano indicando come sia necessario per l'equilibrio tra i singoli individui e le comunità l'esercizio del libero pensiero. A distanza di secoli questo obiettivo non è stato ancora  raggiunto. Nella attuale visione del mondo, così diversa dall'antichità, resta senza risposta anche l'indecifrabile origine del male,  "un abisso di cui nessuno, secondo Voltaire, ha mai scrutato il fondo."  Quando le  teorie praticate dalle religioni conosciute, non fornirono ai filosofi illuministi  nessuna spiegazione convincente, l'utopia della concordia universale si infranse contro la realtà di una perpetua battaglia. Voltaire raccontò una favola, dove alle Olimpiadi si presentarono la Ricchezza, il Piacere, la Salute e la Virtù, ciascuna reclamando il primo premio.
Se la Ricchezza riteneva di essere  il sommo bene,  perchè avendola, chiunque poteva procurarsi qualunque altra cosa, il Piacere vantava per sè il primato sostenendo che "gli uomini cercano la ricchezza per avere me". La Salute fece  presente che senza di lei non vi poteva essere piacere ed era inutile la ricchezza. Ma infine fu la Virtù che pretese la superiorità sulle altre tre perchè con la ricchezza, coi piaceri e con la salute, si può tuttavia ridursi alla infelicità se non si sa vivere. La Virtù ebbe il premio ma per Voltaire  la Virtù non doveva vincere perchè non è un Bene, ma un Dovere: "appartenendo  ad un genere differente, ad un ordine superiore che non ha niente a che vedere con le sensazioni dolorose o piacevoli." 
Arch E.Louis Boullée 1728/1799
Aldo Rossi 1931/1997
Fu così che si lasciò irrisolta la questione del Sommo Bene. E questo fatto perdura. La continua competizione tra il male ed il bene, porta l'uomo  ad agire secondo sua  convenienza. Come entrano l'Architettura,  l'Urbanistica,  la Musica, la Pittura e la Scultura in tale discussione? Ci entrano sotto il profilo etico e per il ruolo che assumono nella società.  Non sono neutrali e sono state spesso strumenti docili nelle mani dei potenti. 
Centro direzionale Fontivegge (PG) Aldo Rossi
Questo "carosello" gira in ogni generazione e lungo la storia.  Cesare Beccaria  nel testo "Dei Delitti e Delle Pene" scritto nel 1764, riguardo ai diritti dell'uomo, commentava: "alcuni delitti distruggono immediatamente la società o chi la rappresenta... Ogni cittadino vedrà che le passioni di un secolo sono la base morale dei secoli futuri;  vedrà che le passioni forti, figlie del fanatismo e dell'entusiasmo, indebolite e rose dal tempo, diventano la prudenza del secolo e lo strumento utile in mano del forte e del prudente.
A.Rossi: Il Teatro del Mondo
In questo modo nacquero i nomi di onore e di virtù e tali sono perchè essi si cambiano con le rivoluzioni del tempo che fa sopravvivere i nomi alle cose..."  Prima di lui Spinoza , ragionando sulla libertà di pensiero, osservò che "la pietà più alta è quella che ha per oggetto la pace e la tranquillità dello Stato,  tuttavia, si può anche stabilire che nello Stato sono sediziose quelle dottrine la cui osservanza implica l'annullamento del patto per cui i singoli hanno rinunciato al diritto di agire secondo il loro arbitrio.
Cesare Beccaria 1738/1794
Aggiungeva Spinoza che perciò "occorre salvaguardare la libertà della Ragione, sapendo che la fedeltà verso lo Stato la si può conoscere soltanto dalle opere, cioè dall'amore verso il prossimo. Ciò che è impossibile proibire va quindi necessariamente concesso  e per prima
Voltaire 1694/1779
la libertà di pensiero che è una Virtù ed è insopprimibile". Il Bene Comune si riconosce quando genera concordia e progresso civile. Per questo gli interessi dei singoli devono essere     sottoposti  agli interessi generali e lo Stato nel garantire la libertà di pensiero ne garantisce anche la libertà culturale. L'Architettura traendo dagli "archetipi" sepolti nel grande magazzino della sua storia, può quindi credere ancora di perseguire il bene comune alle condizioni
 vitruviane della Firmitas, della Venustas, della Utilitas ? E limitarsi ad esse? 
A.Rossi -Cimitero di S.Cataldo -Modena
Baruch Spinoza 1632/1677
Etienne Louis Boullée le mise già in discussione, due secoli or sono ma provò a ricomporle nel Novecento più di qualche scuola di pensiero. L'architetto Aldo Rossi ad esempio  affrontò il tema della forma urbana, dell'architettura e del design, nella evoluzione dei bisogni delle nuove classi sociali,  utilizzando gli archetipi per fondere stili ed emozioni.  Costruì un linguaggio architettonico singolare, molto imitato ma spesso banalizzato. Mentre l'architettura di Aldo Rossi era una poesia emotiva che finì con la sua scomparsa avvenuta nel 1997, alle soglie del nuovo secolo. Così gli interrogativi di Voltaire risorgono quando incontrano pensieri fragili.  Il filosofo Herbert Marcuse, che fu l'ideologo dei giovani contestatori negli anni '60, nell'opera l'Uomo ad una dimensione", scrisse che "una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico. Si tratta di una libertà che dà solo la possibilità di scegliere tra molti prodotti diversi." La generazione attuale riconosce questo pensiero e non ne fa più una bandiera. E' un fatto che a molti questa situazione sta bene . L'utopia  settecentesca della concordia universale  continua ad infrangersi, anche ai nostri giorni,  contro la realtà in una perpetua battaglia. 

Lo stile del Novecento visto da Aldo Rossi