mercoledì 31 agosto 2016

IL CUORE D'ITALIA

IL CUORE D'ITALIA                di Gianfranco Vecchiato

Amatrice prima del terremoto
La notte del 24 agosto 2016 una scossa di terremoto di forte intensità ha colpito in Italia un'area dell'Appennino centrale, causando quasi 300 morti e centinaia di feriti. L'epicentro ha investito  una zona non molto abitata ma ricca di antichi borghi di grande bellezza e con valori artistici e ambientali. Qui si incontrano quattro regioni: l'Umbria, le Marche, il Lazio e l'Abruzzo, e il fulcro ruota sul Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Gli affascinanti caratteri ambientali del vasto altopiano dove sorge il paese di Castelluccio di Norcia, fanno convergere ogni anno nei mesi della fioritura, tra giugno e luglio,  migliaia di turisti.  Ma il terremoto, come fenomeno fisico,  è sempre  presente sulla dorsale appenninica dove passa il margine tra la placca africana e quella asiatica che spinge le faglie su due fronti opposti che muovendosi provocano lesioni su molti edifici costruiti secoli fa in modo semplice, a volte povero e non antisismico.   
In queste zone la storia si ripete. 
Nel settembre del 1702 si scatenò un terremoto che con alterne scosse, giunse fino al febbraio dell'anno successivo quando fu rasa al suolo l'Aquila, un po' più lontana ma contigua, spopolando per molto tempo paesi e montagne. I geologi ed i tecnici sanno cosa occorrerebbe fare per prevenire le conseguenze tragiche dei crolli. Ci sono leggi antisismiche ed esperienze di grande livello in Italia, che si sono rafforzate con la ricostruzione del Friuli dopo il 1976.
Si può quindi fornire e dare soluzioni a questi problemi. Forse non risolvendoli del tutto perché il 64% del nostro  patrimonio edilizio è stato costruito prima degli anni '70 e solo nel 2009 le Norme Antisismiche, aggiornate, sono state raccolte in un testo unico. Ma il ripetersi ciclico di tali vicende non è più compatibile con una società moderna, tecnologicamente avanzata e che conserva un patrimonio artistico mondiale. Tra gli antichi che avevano affrontato questi problemi si ricorda oltre a Leonardo da Vinci, il trattato del 1571 di Pirro Ligorio sui terremoti, nel quale Egli prescrisse e realizzò, a Ferrara, quella che è definita  la prima casa antisismica, fatta con criteri che vengono ancora oggi considerati di grande efficacia. L'architetto Ligorio che fu successore per un breve periodo di Michelangelo nella Fabbrica di San Pietro a Roma,  affrontò il tema della staticità  delle case con 
 Arch.Pirro Ligorio: disegni per la prima casa
antisismica progettata a Ferrara nel 1571
grande capacità, ritenendo che "sapere quali danni provocano  i terremoti è pertinenza della razionalità umana e che difendersi è un dovere dell'intelletto". Considerò quindi la necessità di controventare i fabbricati per farli resistere non solo ai carichi verticali ma anche alle sollecitazioni trasversali. Con questi sistemi realizzò a Ferrara una casa antisismica, anticipando di due secoli quella "gaiola" portoghese ideata dopo che Lisbona venne distrutta dal sisma del 1755. E' una lezione che ci giunge da un passato lontano  più di 4 secoli  e che non è stata ancora bene
Altopiano di Castelluccio di Norcia
applicata per mettere in sicurezza le abitazioni. Questo modo miope e anche inconcepibile viene tollerato da molti, anche da istituzioni sempre affaccendate a far quadrare i bilanci, a sperperare risorse in maniera elettoralmente più visibile e quindi ritardando una vasta messa in sicurezza delle case. Ma ci sono molte  responsabilità anche dei privati. Il valore degli edifici continuano a farlo le agenzie immobiliari e questo si basa soprattutto sulla rendita di posizione tenendo in scarso conto le regole di sicurezza. Ho sentito riproporre in trasmissioni televisive il "fascicolo del fabbricato". Si tratta di un manuale che dovrebbe contenere la 
storia tecnica e strutturale di ciascun edificio e che consentirebbe di verificare nel tempo la sua condizione fisica. Questa proposta fu posta
all'attenzione già nel 2000 dall'Ordine degli Architetti di Venezia, che io presiedevo e che  portai all'attenzione della mia categoria e dell'Amministrazione di Venezia. Ebbe all'inizio tanti consensi, ma incontrò una rigida opposizione degli amministratori di Condominio e di altre categorie di proprietari per il timore dei costi insostenibili che questo fascicolo avrebbe comportato e specialmente della messa in discussione dei valori artificiali di mercato degli immobili, affidati alla speculazione fondiaria. E non se ne fece praticamente nulla. Dopo 16 anni siamo ancora punto a capo. Il dolore per la perdita di tante persone è stato affrontato nelle prime ore con l'invio imponente di mezzi della Protezione Civile che hanno affrontato bene l'emergenza. Ma i costi in vite umane e materiali sono diventati anche una occasione per una ennesima riflessione generale. La politica parla e promette. Si sono inseriti nei dibattiti i professionisti ed i rappresentanti di categorie, le Imprese, molti soggetti animati in parte da buone intenzioni ed in parte desiderosi di entrare a far parte del vorticoso sistema degli appalti 
Periodo della fioritura sull'altopiano
e dei finanziamenti. I
l Governo, sulla base di esperienze precedenti, nominerà un "Commissario" per le opere di ricostruzione che vigilerà anche sui modi in cui verranno destinate le risorse. Tuttavia per una Nazione come l'Italia, fatta da migliaia di paesi sparsi lungo la Penisola, da molti luoghi antichi caratterizzati dall'uso della pietra a secco, dai mattoni, da campanili e chiese con  pareti affrescate, statue e opere d'arte, ogni intervento di consolidamento, pur leggero, come è stato suggerito, con catene e controventi, non eliminerà mai la possibilità di danni rilevanti e anche mortali. Il terremoto che ha in questi giorni colpito Accumoli, Pescara del Tronto, Arquata e Amatrice, ha colpito dei simboli. Amatrice, uno tra i "borghi più belli d'Italia" era famosa anche per aver dato il nome ad una delle più apprezzate pietanze alimentari nel mondo.
Castelluccio (Umbria)
In questo borgo ci sono stati i morti più numerosi. La Chiesa di S.Francesco risalente al Trecento era decorata da affreschi rinascimentali con un chiostro che conserva un portale gotico del 1428. Attorno ci sono aceri campestri, querce roverelle, ruscelli, distese di boschi e prati. La Natura in questa parte d'Italia  esprime tra montagne maestose , gole profonde e fertili pianure, qualcosa di sacro che riporta sulle tracce pagane della "Sibilla" ed ai santi San Benedetto da Norcia e Rita da Cascia. Siamo nel "cuore" dell'Italia. E come un cuore batte  e pulsa , attraverso le scosse, raccontandoci, anche nel dramma del crollo, che l'Europa ed il Mondo debbono a questi paesaggi ed a quella gente, che è nata e vive accanto a simboli antichi,  tenaci ed insostituibili, una parte delle comuni radici culturali. Ed è proprio la Cultura che dovrà fare da spartiacque anche tra la burocrazia e la speculazione, alla memoria ed alla nostra visione del futuro.

Castelluccio: Area colpita dal Terremoto del 24/08/2016




venerdì 12 agosto 2016

OGGETTI

OGGETTI                       di Gianfranco Vecchiato

Il Design che nei prodotti industriali accompagna la
William Morris (1834/1896)
ricerca di materiali nella plastica, nel vetro, nell'acciaio e nel legno, ha avuto una origine  nutrita da ideologie ed ideali di stampo sociale e non solo artistico ed economico. Fu William Morris (1834/1896) a comprendere che l'arte stava attraversando società in profondo cambiamento e che nuovi compiti e bisogni chiedevano di strutturare teorie necessarie ad un mondo che si staccava sempre di più da un passato preindustriale. La storiografia lo considera un precursore del "Movimento Moderno" pur non essendo lui un architetto. Quello studio di Design fondato insieme all'artista Edward Burne-Jones ed al poeta Dante Gabriel Rossetti, si occupò di innovare gli aspetti
decorativi e di produzione nell'arte tessile tradizionale e si impegnò nella protezione degli edifici antichi, con una Società che gettò le basi alla disciplina di questo settore in Gran Bretagna. Aprì nel 1884 la Lega Socialista animando sul piano politico il dibattito sui diritti di nuove masse popolari. Se per Morris il "design" non fu un mestiere superfluo, altri dopo di Lui crebbero vedendo come nell'oggetto si nascondesse un elemento primigenio. 
Lampada biologica che "mangia" anidride carbonica"
Designer Peter Horvath 
Come uno scienziato cercava nell'atomo le basi fondative della materia, per un artista quella analisi primaria si concentrò partendo dagli oggetti più comuni e di uso quotidiano. Fu una rivoluzione culturale profonda che prima nel Werkbund e poi nel Bauhaus si espressero quasi un secolo fa, ad altissimo livello. Il design puro cerca la qualità aggiuntiva, contenendo i costi di produzione per raggiungere  sia un risultato economico che una funzione sociale e spesso anche educativa. Ad esempio il metodo "Ikea", nelle sue basi teoriche e commerciali ha traslato dal "Movimento Moderno", la personalizzazione delle scelte di acquistare e di arredare da sé i propri ambienti di vita, con oggetti di costo contenuto e pensati nel loro design ed utilità. Quando Walter Gropius cercò a Weimar nei suoi laboratori di lanciare "la prima pietra di una repubblica dello spirito" trovò tra i suoi massimi oppositori i nazisti che stroncarono qualche anno dopo tale disegno in quanto
fautori di una omologazione totale dei singoli ad un Partito che a sua volta esprimeva lo Stato. Mentre l'individualismo, pur nei suoi limiti ed imperfezioni , si nutre nella democrazia, è se non impossibile quantomeno improbabile che esso trovi espressione nei regimi dittatoriali. Nel nostro tempo, molti decenni dopo, la globalizzazione commerciale si sta scontrando con ideologie e costumi che rischiano la loro sopravvivenza per l'enorme rivoluzione etica impressa dai modelli di mercato e dagli stili di vita prevalentemente  occidentali. Gli oggetti più disparati sono diventati miliardi e riempiono ogni cosa.   Questa enorme quantità di oggetti sia utili che superflui, ha modificato il senso dei 
nostri rapporti con lo spazio che ci circonda. E per analogia anche con i nostri spazi interiori.  Il colore, la forma, il materiale, e l'uso, si confrontano con i luoghi privati e  pubblici che si raccontano  non più solo attraverso le case, le strade, le piazze  ma  attraverso il design contemporaneo. Nel loro insieme fissano stili, culture, caratteri a monumenti storici, ad antiche architetture, ad aree in degrado e monumentali, in un'epoca nella quale le individualità stanno sparendo sommerse dal conformismo e da fenomeni di globalizzazione estetica. Dobbiamo porci una domanda:  procedere lungo questa via è diventato un obbligo dettato dai modelli finanziari ed economici su cui si
regge l'equilibrio instabile dei commerci internazionali ? Molti sono consapevoli che questo percorso è entrato in una fase delicata trovando reazioni sempre più forti e anche violente,  dai contatti e dalle mescolanze senza integrazioni di culture molto diverse, che resistono a modelli  imposti, traendo da ciò una base pseudo ideologica per respingere usi, costumi e anche stili di vita lontani dai propri che, come è sempre avvenuto nella storia, sostituiscono tradizioni ataviche e cancellano anche i poteri di controllo di masse spesso manovrate da concezioni religiose in contrasto con lo sviluppo delle scienze e della filosofia moderna. In questo contesto  anche "l'oggetto" si deve proporre  in modo diverso. 
Il design non potrà restare neutrale perché, come all'epoca di William Morris, si è spesso nutrito di una idea sociale e culturale. Occorre quindi ricordare che non si possono imporre modelli ma solo proporli. Ed essi debbono poter fornire le ragioni di un adattamento all'economia ed alle tradizioni. In tal senso la storia del design italiano è davvero esemplare. Ha accompagnato fin dagli inizi del XX° secolo le migliori virtù, culture e capacità artigianali delle popolazioni che abitano la penisola. Ne ha fatto una icona ed uno stile. Ma da solo il design non basta. Quando com'è avvenuto, esso si è discostato dalla evoluzione della struttura sociale e politica, non ha potuto frenare la volgarizzazione e la distruzione di territori ed il degrado delle periferie quando sono
mancati educazione civica,  onestà e forza culturale, capacità politica, rispetto delle leggi. La forma in ogni oggetto è comunque un catalizzatore che accompagna Il design in un lento procedere che si nasconde nelle pieghe della storia. E aspetta di poter essere pienamente riconosciuto anche nelle sue finalità etiche come antidoto alla imperante insensibile globalizzazione di uomini e cose.