venerdì 4 marzo 2022

IL VENTO DELLA STORIA

IL VENTO DELLA STORIA        di Gianfranco Vecchiato

Leopoli (Galizia/Ucraina)
George Grosz
Leopoli definita anche la Parigi dell'est, Patrimonio Unesco e
dell'Umanità è in pericolo. Lo sono anche le popolazioni di altre città ucraine come  Kiev, Khirkin ed Odessa. La regione della Galizia in Ucraina, conserva diversi caratteri,  segni culturali e  architetture che provengono dalla sua passata storia asburgica, polacca e poi Ucraina.  Tutto può essere travolto, colpito e distrutto dalla guerra. Quelle terre fecero da sfondo al romanzo "Il buon soldato Sc'vèik" scritto un secolo fa dal ceco Jaroslav Hasek. Pazzia ed idiozia sono ingredienti che nella assoluta obbedienza di Sc'vèik conducono nell'assurdo i protagonisti 
Leopoli
 sullo sfondo della Grande Guerra. Nel tramonto del vecchio Impero Asburgico si dissolvono nel ridicolo le autorità e le istituzioni, dalla monarchia, al clero, dalla burocrazia all'esercito.
Leopoli 
Mentre va  al fronte e attraversa in treno villaggi e stazioni verso Leopoli, gli episodi di Scveik diventano ancor più paradossali. Nei luoghi del romanzo, si sono diffuse nel tempo, in suo ricordo disegni e statue di varia foggia che sono sorte in Boemia, in Slovacchia, a Budapest, a Leopoli, e che ora si trovano mute davanti al vento della storia che sta soffiando impetuoso indietro nel tempo.
Tumulti dell'anima e bombardamenti visti in
Leopoli: graffito di Scvejk
diretta televisiva scuotono i paesi europei e il mondo.  La Russia ha aggredito l'Ucraina, come si faceva nei tempi andati,  ma l'orgoglio e la tenacia di questi ultimi, documentato anche dallo stordimento di giovani soldati russi prigionieri, la  dignitosa disperazione di  popolazioni assediate e in fuga, la distruzione di infrastrutture e case, l'incubo di radiazioni nucleari, di estensione del conflitto, la lotta impari dei difensori, i reciproci proclami patriottici, percorrono i frammenti di quella Mittelleuropa che da Trieste a Budapest, da Vienna a Praga, andò in frantumi insieme a   tre grandi Imperi.
Gerge Grosz: I pilastri della società -1926
Le storie di quel soldato stralunato, hanno ispirato manifesti e statue in Boemia, in Slovacchia ed in Ucraina a Leopoli. Gli effetti della notorietà del personaggio letterario, che l'Autore non vide perchè mori prematuramente, passarono dalla satira antimilitarista ai quadri di George Grosz e ai drammi rappresentati da Bertolt Brecht, all'alba  di nuovi totalitarismi. Per quelle terre passarono altri  soldati, alcuni nel 1942 anche del regio esercito italiano,  diretti in Russia. Ottanta anni fa il giovane Mario Rigoni Stern, 
sergente maggiore  alpino di Asiago, arruolato nella divisione Tridentina, e  noto scrittore nel dopoguerra, raccontò: "...  Quell'estate era molto calda e la campagna ucraina era rigogliosa di grani e di girasoli in fiore. In principio pareva che le otto settimane previste dal Comando Supremo fossero un tempo attuabile: gli scontri erano rapidi e violenti; le armate russe si ritiravano lasciando centinaia di migliaia di prigionieri. 
Alpini della Tridentina sul Don 1943 
Ma dopo due mesi nelle retrovie si era organizzata la guerra partigiana; nelle ritirate i russi sgomberavano le fabbriche e facevano metodicamente saltare i binari ferroviari; e quando decidevano di combattere lottavano fino all'ultimo uomo..."  Erano le avvisaglie della tragedia per gli invasori.
E' storia diventata attuale ma a parti invertite. Ora sono gli ucraini che si difendono dai russi. Nel corso di tre-quattro generazioni i nazionalismi sono ricomparsi in  Europa pur se attutiti nella zona UE
E' in corso un riordino della carta politica e militare internazionale, con strumenti cruenti, a trent'anni dalla riunificazione della Germania, dalla espansione ad est della UE e della NATO e dalla fine dell'URSS. Servirebbe sedersi tutti attorno ad un tavolo e parlare.
Migliaia di  russi protestano contro le autorità con  loro grave rischio e spesso nell'anonimato e nella censura. Sanzioni internazionali colpiscono la Russia. La Cina attende.
Kiev: Chiesa di Santa Sofia
Dal passato europeo ricompare  la falce senza martello. Se la memoria  fa difetto tra i popoli, o la memoria spaventa, costruiamo  "Case della Memoria e del dialogo" nelle città di tutta Europa. Più che monumenti, siano questi i luoghi e gli spazi di cultura,  di confronto, di integrazione, se i governi non si sanno parlare. Il sindaco di Firenze La Pira fu creatore di rapporti fra distanti e si può seguire questa strada. Primo Levi, scampato dai campi di sterminio sentì il bisogno di testimoniare che 
"in quell'ora il ricordo dei salvamenti biblici nelle avversità estreme, passò come un vento per tutti gli animi". Nicolaj Gogol, ucraino e russo, un grande della letteratura mondiale, nel primo '800 scrisse che "Innumerevoli come le sabbie del mare sono le passioni umane e tutte diverse l'una dall'altra: e tutte, basse e sublimi, all'inizio obbediscono all'uomo e solo in seguito ne diventano terribili dominatrici". 
Kiev sotto i bombardamenti dei russi
Quando nel 1962 Kennedy reagì alla installazione dei missili sovietici a Cuba, si sfiorò la guerra mondiale. Fu cosi' che Papa Giovanni XXIII° scrisse l'enciclica "Pacem in Terris", una guida di saggezza e di  attualità, nei rapporti tra le Nazioni.   Il vecchio Papa di Roma, che sarebbe morto da lì a poco,  lasciò questo testamento  al mondo.  Nella introduzione si legge: " I progressi delle scienze e le invenzioni della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l'Universo, regni un ordine stupendo e attestano pure la grandezza dell'Uomo. All'ordine mirabile dell'Universo continua a fare da stridente contrasto  il disordine che regna tra gli esseri umani e tra i popoli, quasi che i loro rapporti non possano essere regolati che per mezzo della forza..." 
Si sostiene che tra le Nazioni i rapporti  vadano regolati dalle stesse leggi che si intrecciano nella natura umana. Essi sono: il diritto all'esistenza e ad un tenore di vita dignitoso; i diritti riguardanti i valori morali e culturali; il diritto di onorare Dio secondo il dettame della retta coscienza; il diritto alla libertà nella scelta del proprio Stato; i diritti attinenti il mondo economico; i diritti di riunione ed associazione; i diritti di emigrazione  e di immigrazione; i diritti di contenuto politico; i diritti e i doveri nei rapporti e nella stessa persona; la reciprocità di diritti e doveri  fra persone diverse; i doveri nella mutua collaborazione: la convivenza nella verità, nella giustizia, nell'amore, nella libertà. 
I valori  letterari dei russi Tolstoj e Dostoevskij sono parte della cultura universale e sono una barriera verso tutte le violenze. Nessuna ragione o verità può spegnere questa luce.
Fedor Dostoevskij (1821/1881)
Non si può quindi censurare  Dostoevskij, l'autore di "Delitto e castigo", dei "Fratelli Karamazov", del "Sogno di un uomo ridicolo", di opere straordinarie,  di uno scrittore che disse : " Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna, arriva al punto di non saper distinguere la verità nè dentro se stesso, nè intorno a sè e quindi perde il rispetto per se stesso e per gli altri".
Winston Churcill  in un celebre discorso pronunciato il 1 ottobre 1939, dopo la spartizione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica,   osservò che la Russia gli sembrasse allora come una "matrioska", "un indovinello dentro ad un mistero contenente  un enigma". 
Papa Giovanni XXIII°
Profughi, famiglie e vite spezzate si affollano in questi giorni. Torna alla mente che nell'assedio di Leningrado  la russa Ol'ga Berggol'c, ripeteva alla radio  "Nessuno dimentichi, nulla sia dimenticato" e  che Konstantin Sìmonov  nel 1941 rivolgeva alla moglie una accorata richiesta: 
Ol'ga Berggol'c
1910/1975
"Aspettami e io tornerò. Solo aspettami fortemente. Aspetta quando ti rendono triste  le piogge gialle, quando infuriano le tormente di neve... che gli amici si stanchino pure di aspettare, tu aspettami. Con la tua attesa mi hai salvato. Semplicemente tu hai saputo aspettare. Come nessun altro." E' ancora un enigma la Russia? Leone Tolstoj sosteneva che "non c'è grandezza là dove non c'è semplicità, bontà e giustizià". Perchè allora tanta violenza?