venerdì 30 maggio 2025

AUTONOMIE

AUTONOMIE        di Gianfranco Vecchiato

Palermo:Edicola liberty
Palermo:Edicola liberty
Due territori, il Suedtirol/Alto Adige e la Sicilia,  posti  agli antipodi nella penisola italiana, nelle loro diversità storiche, culturali ed ambientali  si confrontano con le loro specificità sul piano istituzionale. Se  fu Silvius Magnago il fiero, tenace  ed abile rappresentante della SVP a condurre il gruppo di lingua tedesca, minoranza in Italia e maggioranza in provincia, alla approvazione dello Statuto di Autonomia configurato nel 1972 e certificato dall'Austria come potenza tutrice, secondo gli accordi assunti nel dopoguerra da De Gasperi-Gruber, anche la Sicilia ha avuto politici come  Salvatore Aldisio, Giuseppe Alessi,  Luigi Sturzo ed altri,  che sostennero  la "autonomia speciale" per l'Isola, che nel 1946 era attraversata da forti pulsioni indipendentiste. 
Andrea Buglisi Murale a Ballarò Palermo
La storia dell'Italia contemporanea, forse più che in altre nazioni europee,  porta con sè un mosaico di appartenenze linguistiche e culturali che si sono formate in millenni di storia. La Valle d'Aosta anch'essa a statuto speciale, ha minoranze linguistiche francesi, nel Friuli Venezia Giulia ci sono minoranze di lingua slovena, la Sardegna ha una identità del specifica, sia linguistica che culturale. E poi ci sono regioni come il Veneto che non hanno fin qui avuto riconosciuta alcuna autonomia pur avendo avuto una lunga storia e una lingua che usò in diplomazia nei mille anni in cui fu uno Stato indipendente. L'Alto Adige/ Suedtirol e il Trentino, furono parte del Tirolo austriaco fino al 1919 quando, dopo la sconfitta dell'Austria nella Grande Guerra, vennero annesse, fino al Brennero, al Regno d'Italia. Confini confermati anche dopo il 1945. 
Fu questa una svolta della storia ricordando che nel 1847 il cancelliere austriaco Klemens von Metternich sostenne che per Lui l'Italia era una "mera espressione geografica". All'epoca la corona asburgica dominava sulla nostra penisola sia direttamente che attraverso  i governi di diversi Stati italiani. La buona amministrazione che caratterizzò quell'Impero multilingue, formò un equilibrio politico e culturale centro europeo, la Mitteleuropa a cui appartenne anche il Tirolo italiano e per un periodo il Lombardo-Veneto. 
Cefalù: Recupero edilizio
Laces in Val Venosta (BZ)
Tuttavia il crogiolo dei nazionalismi avrebbe infranto con la 1^ guerra mondiale quel quadro di relazioni cosmopolite di cui in Europa si sente ancora l'assenza. Nella  mia regione, il Veneto e il suo nobile passato, venne calpestato con la occupazione e la resa ai rivoluzionari francesi nel 1797. Per oltre 60 anni seguì  poi l'occupazione austriaca e alle sue genti, fino al 1866, non furono risparmiate  umiliazioni. I veneti concorsero all'Italia unita pur aspirando ad una autonomia finanziaria, che in parte lo Stato riconobbe il 16 aprile 1973, alle peculiarità di Venezia con una "legge speciale". Incuneata tra due regioni a statuto speciale, il Veneto ha riproposto il tema della autonomia con deleghe dallo Stato. Materia complessa non ancora risolta. Si assiste quindi ad un altro paradosso. I cittadini altoatesini e trentini ma anche i friulani sono  più privilegiati dei veneti. L'antica "dominante" ha oggi meno peso politico di loro, dentro lo Stato.  Se dalle faglie etniche dei popoli sono avvenute passate rivoluzioni, i Veneti, che  gli antichi romani definivano popolazioni tranquille e laboriose, attendono di essere protagonisti istituzionali così come già lo sono sul piano economico e culturale.
Le tre regioni confinanti a Nord Est
Nel sud il Regno dei Borboni (1734/1860), di discendenza spagnola, a metà ottocento appariva uno Stato ricco di contrasti. All'avanguardia in alcuni settori economici e nel confronto tra i sistemi bancari preunitari, il regno vantava due splendide città capitali: Napoli e Palermo. Alcuni storici hanno evidenziato che nel 1860 il Banco delle due Sicilie si stima avesse nei depositi circa 440 milioni di monete d'oro che si confrontavano con la ricchezza monetaria degli Stati preunitari che non raggiungeva la metà di tale somma. Se l'annessione e la caduta del regno,  con la confisca di molte ricchezze del sud, furono traumatiche, occorre anche ricordare come vi fossero masse di persone che vivevano in condizioni di  assoluta arretratezza economica e culturale. 
Il nuovo Stato unitario affrontò certamente in modo predatorio la questione meridionale, imponendo e mescolando l'amministrazione sabauda a quella borbonica. Una politica in stile semi coloniale. 
Le Saline di Trapani
Profetiche furono le riflessioni dell'esponente della "sinistra storica", il napoletano Giustino Fortunato (1848/1932) sui problemi, in parte irrisolti, del "mezzogiorno" e che per la Sicilia lo scrittore Tomasi di Lampedusa (1896/1957) colse nel suo celebre romanzo il  Gattopardo. Queste terre lontane fra loro sono unite da questioni inseparabili,  nell'Europa contemporanea. Hanno valore nell'unità dello Stato e le loro specificità non lo indeboliscono ma ne consolidano la funzione di rappresentarle e coordinarle.  La tutela dei  cittadini di madrelingua tedesca, ladina e italiana, in A.Adige/Suedtirol  e quelle delle specificità storiche e culturali in Sicilia, sono atti di fiducia dello Stato che può a ragione vantare tra i modelli di convivenza , quello del Sudtirolo che ha pochi eguali al mondo. Esaminando lo stato di diverse minoranze in Europa, dal calderone balcanico, alle repubbliche baltiche, dai baschi ai catalani, dall'Irlanda al Kosovo fino alla Corsica, alla Turchia e poi osserviamo i drammi del Medio Oriente... Ora il tema è in continua evoluzione e si presenta con i milioni di nuovi cittadini extracomunitari nei paesi europei che hanno introdotto diversità di religioni, di culture, di idiomi.  Dobbiamo riflettere sul come vivere insieme, mantenendo ciascuno alcune tradizioni, traendo dalle esperienze del nostro Paese. Quindi l'Alto Adige e la Sicilia possono essere due casi di confronto.
Lago di Resia
Sicilia e Natura
In Sicilia la storia culturale è ricca per ambiente, per le architetture, i monumenti, le vivacità espressive dei quartieri popolari. Qui si sono  combattute nel tempo le baronie feudali, il malaffare amministrativo, l'atavica presenza della mafia. L'Assemblea Regionale siciliana che si riunisce nel Palazzo dei Normanni, già Palazzo Reale e scrigno di vicende storiche, riassume il mosaico di questa terra: prima greca e punica, poi romana,  quindi araba, normanna, spagnola, borbonica e infine italiana. Lo Stato italiano, sorto con fatica, si è trasformato  e saldato  nel corso del secondo Novecento più per merito della tecnica, con la diffusione  della televisione che ne ha amalgamato la lingua e per la progressiva industrializzazione, che per le retoriche nazionaliste del ventennio o il pur grande sacrificio delle trincee.
Veduta della Valle Aurina (BZ)
Negli  anni l'Italia è cambiata anche con il turismo che ha  contribuito a far conoscere gli italiani fra loro. Ci sono le nuove frontiere da affrontare e superare insieme, nord e sud: come favorire le relazioni tra comunità, come migliorare infrastrutture, come aprire chiusure culturali. Un mio recente viaggio in Sicilia mi ha fatto apprezzare alcuni trasporti pubblici locali, facendomi correggere prevenzioni negative, certificando che la bellezza di antiche architetture è un mezzo di comunicazione potente che aggrega e non divide.
Paesaggio Siciliano
Come in Alto Adige si è sviluppato un design di qualità che ha coinvolto opere pubbliche e private, mutando forse fin troppo le  immagini del vecchio Tirolo, anche in Sicilia l'architettura ha un posto di rilievo. I murali di Palermo vivificano lo sconquasso di quartieri degradati. Gli incroci si arricchiscono tenendo salde le tradizioni, la propria appartenenza, assimilando con intelligenza i nuovi venuti. Per affrontare i problemi di insicurezza sociale affiancati dalle intolleranze, si può attingere alle esperienze positive esistenti nel nostro Paese, posto all'incrocio geografico tra Centro Europa e Mediterraneo.
Una corte a Palermo in una sera d'estate
Ai nuovi arrivati  può essere efficace mostrare  esempi culturali virtuosi che meglio educano ai doveri oltre che ai diritti personali. Occorre sostenere i valori di convivenza. Molti sono i motivi per sentirsi  parte dell'Italia che fu sognata da W.Goethe e fu cara al mondo tedesco. Spinto ad un viaggio in Sicilia, tra i resti archeologici  della Magna Grecia o alle pendici dell'Etna, scrisse nel suo  "Viaggio in Italia"  (1787-1788):  " In Sicilia c'è la chiave di tutto", è un luogo fondamentale per la comprensione dell'Italia.
"L'Etna quella montagna colossale  che sembra innalzarsi e strappare il cielo, non è solo un monumento della Natura, ma anche un simbolo della forza e della potenza dell'Italia". Nasciamo e viaggiamo nel nostro tempo di vita incrociando e mescolando valori e sentimenti. Nel conoscerci possiamo meglio comprenderci reciprocamente. L'Italia come il futuro, non sarà più quello delle piccole patrie, che  resistono tra le pieghe dei territori.  Heimat è una parola importante. Si capisce che le radici non vanno recise.  Una Patria dove crescono i grandi ideali di libertà, di tolleranza, di rispetto comune, va costruita e sorretta. Quella è una Patria comune.  W. Goethe in una sua lirica, scriveva: Conosci il paese dove fioriscono i limoni? "Kennst du das Land, wo die Zitronen bluhn?" Brillano tra le foglie  cupe le arance d'oro. Una brezza lieve dal cielo azzurro spira... Tra i venti  che scuotono in questi tempi l'Europa, teniamo alte le comuni bandiere.  

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