mercoledì 13 maggio 2015

IL VERDE

IL VERDE (1^ Parte)      di Gianfranco Vecchiato


Ville Radieuse
Manhattan (New York)
"Dall'erba dei campi alle stelle del cielo... c'è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella Natura,  perché nulla di quanto la compone cerca di trasgredire i suoi limiti.(Tagore)". Qui sta un primo insegnamento: la Natura ha e impone le sue leggi, che dovrebbero essere anche le nostre, costringendo l'Uomo a misurare le gravi conseguenze delle sue trasgressioni. Ma dopo piogge torrenziali, cambiamenti climatici, deviazioni di corsi d'acqua, riscaldamento del Pianeta, constatiamo che quanto studiato e conosciuto, non ha generato saggezza ma alimentato lo sfruttamento dell'ambiente. Tutto questo con miopi prospettive. Si prevede che oltre il 70% della popolazione mondiale abiterà  nelle città. E' urgente attrezzarci meglio  per affrontare questo enorme problema. Le funzioni naturali del verde, specie se urbano, sono note e vanno da quelle protettive e di tutela dal degrado, a quelle ricreative e sociali,  igieniche e psicologiche, culturali e didattiche, alle funzioni estetiche, paesaggistiche e architettoniche.  
La "forestazione urbana" è, ad esempio, una disciplina diffusa in particolare nei paesi anglosassoni  e riguarda la compresenza di una ruralità negli ambiti urbani. Il Bois de Boulogne a Parigi o la foresta  che si innerva nella città di Berlino, ne sono alcuni esempi.  Nel territorio Veneto e in parte della Pianura Padana che è stata definita di carattere "agropolitano" per la diffusa e antica presenza di culture agricole e  urbane, queste intersezioni ambientali dovrebbero essere naturali e invece  accade spesso il contrario.
La concezione della città giardino (new Town)  faceva ben sperare nel XIX° secolo e si diffuse in  Inghilterra e Francia, sulle teorie di Ebenezer Howard. Essa era  l'erede di grandi tradizioni aristocratiche ma fu  travolta dall'industria edilizia e da diversi progettisti, che privilegiando l'uso intensivo del mattone e del cemento, tolsero alla cultura di molte città europee, presente  fin dal medioevo, tale carattere.
Le Corbusier (1887/1965)
In tal modo alcuni decenni di devastazioni urbanistiche, sorrette da un falso "modernismo", hanno prodotto operazioni speculative nelle città del secondo Novecento. Negli ultimi anni è ritornata una sensibilità crescente sui temi ambientali e molte leggi e normative aiutano un percorso di recupero territoriale. Recenti pubblicazioni confermano che trascorrere  parte della giornata immersi nel verde porta benefici all'organismo aiutandolo a guarire da stress emotivi e da alcune malattie. Gli effetti dati dagli odori emanati dal legno degli alberi, dal suono dell'acqua, dalla contemplazione di un paesaggio, sono stati analizzati da ricercatori di diversi Paesi. I colori e gli odori delle piante aiutano a migliorare alcuni effetti della depressione, il diabete, l'asma, l'ipertensione, allergie e malattie degenerative. Si sta sviluppando la Eco-Psicologia che studia con l'ecologia comportamenti e nuove terapie curative.  La salute  e l'equilibrio emotivo e psicologico fu analizzato e studiato già cento anni fa, pensando che l'avvento dell'automobile come mezzo di 
trasporto di massa e  l'espansione industriale che si allargava nelle campagne, richiedessero nuove fondamenta e regole all'urbanistica moderna.  Le Corbusier propose già nel 1921/22 con la "Ville Radieuse",  piani con nuove gerarchie fra persone, ambienti, edifici, strade e trasporti. Era un disegno che fissava delle regole di sviluppo urbano limitando nelle intenzioni gli eccessi della speculazione fondiaria.  L'impianto viario fu pensato per definire i lotti e le funzioni. Al centro della città c'era la struttura commerciale e direzionale con i servizi attorniati da residenze che si estendevano su una ulteriore fascia perimetrale suburbana. Nel 1925 vi fu l'occasione per passare dalla teoria alla pratica con il "Piano Voisin", dal nome di un costruttore di autoveicoli, su un'area di
Milano: Edifici come boschi verticali /2014
Studio Arch. Stefano Boeri (Premio Highrise Award)
240 ettari nel centro di Parigi, oggetto di demolizione e ricostruzione. La concezione del verde diffuso portava, nella separazione fra percorsi pedonali e carrabili, a svincolare gli assi di scorrimento  dalle zone edificate, a metropolitane sotterranee e ad una divisione fra isolati seguendo geometrie ad angolo retto.

La divisione delle aree edificate avveniva con regolari maglie quadrate di 400 metri di lato. Quelle destinate ad uso direzionale e scolastico e per uffici pubblici, erano servite da ferrovie  ed aeroporto, avevano alberghi ed edifici di rappresentanza. La zona industriale era suddivisa fra  pesante e di depositi, da quella della industria leggera. Infine la zona residenziale, situata fra queste due, era protetta da quella industriale da  una ampia fascia verde. L'uso dei suoli indicava uno standard di superficie lorda per abitante di 14 mq,  occupando solo il 12% della superficie fondiaria, con una densità di 1000 abitanti per ettaro. In tal modo lo spazio libero da costruzioni veniva destinato in gran parte a verde mentre le strade ad alto scorrimento venivano sopraelevate su pilastri. Le residenze erano costituite da grandi edifici lineari, di 11 piani, piegati a 90°, con il suolo totalmente permeabile a qualsiasi percorso, diffondendo servizi sociali e spazi ricreativi. A tali studi se ne affiancarono altri, provenienti dalle scuole del Movimento Moderno, da una disciplina urbanistica che stava divenendo sempre più importante nella politica dei territori e nelle previsioni di sviluppo, incontrando successo negli studi universitari, in parti di piani di urbanizzazione delle città, non riuscendo però a svolgere mai un ruolo trainante perché le realtà e le condizioni pianificatorie incontrarono, nella pratica politica, diversi condizionamenti. Le esperienze e la coerente rigidità del sistema proposto metteva in evidenza le conflittualità di tanti localismi e la debole cultura politica fissava continue mediazioni. Lo spostamento rapido e incessante di nuovi abitanti nelle città, richiese poi una rapida risposta a bisogni crescenti, limitando proposte innovative solo in ristretti settori urbani sovente separati fra loro.
Arch. Patrick Blanc :Giardino Verticale
Queste pianificazioni settoriali, quasi mai organiche portarono a far  prevalere concezioni urbane fondate sulla progressiva aggregazione di funzioni portando ad espansioni di aree commerciali di grande distribuzione nella prima cintura urbana, incrementando effetti distorsivi fra centri storici e hinterland. Non esiste più lo spazio "vuoto", quello che in urbanistica per decenni veniva segnato senza colore e retini e che era definito come  agricolo. In quel "vuoto", che è andato riempiendosi nel tempo senza razionalità proprio perché non pensato, si trova ora una gran parte del nostro futuro e del nostro equilibrio eco-psicologico. Dato che alcune recenti generazioni di urbanisti ed architetti sono stati cattivi apostoli di una urbanistica autoreferenziale,  occorre non solo capire gli errori compiuti ma rafforzare quelle culture 
Francia: Ponte e verde verticale
multi disciplinari che forniscono antidoti alla valutazione tecnica ed ingegneristica dei processi di sviluppo. La Società, ed anche le scuole che presiedono alla loro cultura , avrebbero vantaggio nell'affermarsi di questi princìpi. Molti edifici recenti si sviluppano sullo studio della cogenerazione energetica, sulle spinte di una visione ecologica, con progetti che hanno sviluppato "giardini verticali", o come alcuni in maniera eccessiva hanno voluto denominare "boschi verticali". Ci sono proposte indubbiamente rivoluzionarie, che giovano sugli equilibri dell'ecosistema urbano ma alla base sta  una massima che esprimeva Lao Tzu : " La Natura non ha fretta, eppure tutto si realizza". La Natura lo realizza.   


Mestre(Venezia): Parco di S.Giuliano ed adiacenze
Progetto in parte realizzato Anno 2002
Parco di S. Giuliano Mestre/Venezia
Parigi : Bois de Boulogne Un bosco urbano
Tivoli (Roma): Villa Adriana 120 d.C.
Arch.Jean Nouvel: Parigi / Giardino Verticale 

Parigi: Bois de Boulogne
Singapore : Verde Urbano nelle città

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