lunedì 9 maggio 2016

L' ORCOLAT

L' ORCOLAT                     di   Gianfranco Vecchiato

Paesaggio friulano

Ore 21,06 del 6 maggio 1976. La quiete di una sera di primavera venne stravolta da un boato spaventoso. L'Orcolat, il mostro sotterraneo delle antiche leggende friulane, si era risvegliato, spaccando la terra con una energia che si alzò fino a 6,5 punti della scala Richter. In 50 secondi l'intera regione friulana venne devastata. 5000 Kmq furono attraversati da dolori e macerie.  L'urto si propagò, scavalcò le Alpi, e provocò danni
anche in Slovenia ed in Austria. L'intensità fu tale che il tremore si avvertì in Germania, in Svizzera, in alcune zone della Francia, in Polonia, in Boemia, in Ungheria  e in Croazia.  Furono colpiti 120 comuni friulani e 130mila persone vennero sfollate.  Oltre  500mila persone tra Udine e Pordenone soffrirono per questo. Si contarono 990 morti ed oltre 3.000 feriti, sparsi su un vasto territorio anche montano.
Crollano campanile e chiesa
di Majano: maggio 1976
Campanile nuovo a Majano
L'epicentro fu individuato a nord di Udine e distrusse antichi paesi e cittadine: Gemona, Osoppo, Venzone, Artegna, Trasaghis, Buia, Magnano, Majano, Moggio Udinese... Quattro mesi dopo, l'11 e il 15 settembre, sul territorio martoriato e in ricostruzione si abbatterono altri colpi violentissimi. L'Orcolat ghignava ancora e  per molti edifici lesionati fu la fine. Si contarono altri morti e feriti. Oltre 17mila case vennero distrutte. Il 16 settembre 1977 ci fu un'altra forte scossa. L'ultima prima che "l'Orco" sazio di rovine, tornasse pian piano tra gli anfratti dell'inconscio in cui si  mescolano le storie di terre e di uomini scomparsi tra polveri e macerie. I geologi hanno spiegato che la placca adriatica verso nord est, si sposta ad una velocità di circa 1,8 mm all'anno, e spinge  sulla placca europea e balcanica, con il nodo della forbice individuato nell'area friulana, sotto le Alpi carniche. Dopo quarant'anni si commemorano quei mesi incancellabili di lotta e di coraggio, ammirando quella popolazione che dalla tragedia non fu mai piegata e seppe rialzarsi fiera e tenace.
Majano: gli anni del coraggio
Nuova Chiesa a Majano 1990
La ricostruzione di alcuni monumenti è ancora in corso. In molti casi il recupero è avvenuto in tempi rapidi ed in modi esemplari anche se non mancano episodi di progetti realizzati senza rapporto ai contesti ed alle tradizioni locali. L'architettura contemporanea a volte è stata "domata" o incanalata su mediazioni culturali, in altri casi ha esercitato un ruolo secondario od ha peggiorato degli antichi e perduti brani urbani. Ma in generale essa ne esce assolta, con diversi meriti.  Il Duomo di Venzone e le mura dell'antica città, la Chiesa di Gemona, molti campanili, case e monumenti sono stati ricostruiti al motto di "com'era e dov'era". Lo stesso che ebbe a protagonista la ricostruzione del campanile di S.Marco a Venezia, dopo il crollo del 1902 e ricostruito dopo dieci anni, con le stesse caratteristiche del precedente.
Interni della Chiesa di Majano
Nel caso del Duomo di Venzone, le oltre 9mila pietre crollate che lo costituivano, furono tutte raccolte, esaminate e numerate, riparate e ricollocate, riportandolo alla sua totale nuova vita. E' avvenuto a Gemona, a Osoppo, a Trasaghis, ovunque le comunità locali hanno saputo ben operare insieme alle strutture pubbliche, in una serie di rari esempi virtuosi, ricostruendo il sistema produttivo, storico e residenziale delle loro 
1976: Resti del Duomo di Venzone
comunità. La gente non si è dispersa ma ha continuato a lavorare, affermando la volontà di ripopolare i loro paesi. In viaggio tra quelle terre ho
tratto alcuni spunti: a Majano dove dopo molti studi, dibattiti e conferenze si decise di fare una

Il Duomo di Venzone ricostruito
(1988/1995)
Chiesa ed un campanile nuovi, funzionali nelle forme e utili alle strutture ecclesiali. A Venzone dove la ricostruzione del Duomo fu il risultato di un lavoro tecnico straordinario ed a Colloredo di Monte Albano dov'è tutt'ora in corso il recupero dell'imponente Castello, che fu tra i protagonisti della storia del Friuli. Tra le sue mura visse Ippolito Nievo che qui scrisse tra il 1857/58 il suo celebre romanzo "Le Confessioni di un italiano". Tra molti rinati paesi sono ormai rari i
Il Castello di Colloredo: lavori recupero 2016
vecchi negozi. Quelle tradizionali file di 

pannocchie appese alle travi in legno di case montanare e antiche, tra fienili e stalle, nei ricordi delle "gerle" caricate sulle spalle dalle donne d'alta montagna della Carnia, occorre cercarle nei libri di storia o in qualche ricostruzione di paese. C'è un altro Friuli che conserva tra le viscere tutti i suoi ricordi e tradizioni. Nel profondo c'è la stessa tenacia di allora, in un misto di forza d'animo e di fatale visione della vita. In queste vallate, tra quei paesi, l'Orcolat con le sue paure, non ha vinto. 
Majano: I resti della Chiesa dopo il  sisma

Majano: Nuovo campanile
Majano: Interni della nuova Chiesa
Il Castello di Colloredo com'era
Il Castello di Colloredo nel 1976
Tabella dei lavori di recupero del Castello
Torre di Colloredo
2016: Recupero
Tabelle del recupero del Castello

Panorama di Colloredo M.A.
Interni del Duomo di Venzone ricostruito



Il Duomo di Gemona nel 1976
Distruzioni nel 1976



Il Duomo di Gemona oggi



Anno 2016: Spilimbergo/ Casa Dipinta sec.XIV°

1976: Il Duomo di Spilimbergo a rischio crollo

Il Duomo di Spilimbergo anno 2106
Spilimbergo:Antica Porta
Facciata del Duomo di
Spilimbergo

S.Daniele del Friuli
Villa Ticozzi sec. XVIII°
Vistorta (Sacile): Torre e dintorni





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