giovedì 13 gennaio 2022

LE TRE ARTI

LE TRE ARTI           di  Gianfranco Vecchiato

A.Canova: Paolina Borghese Roma 1804/1808
Il paesaggio veneto che scorre lungo la pedemontana verso il Grappa incrocia Possagno. Qui lo sguardo è attratto da due edifici posti in simmetria: la casa dove il 1 novembre 1757 nacque lo scultore Antonio Canova e il Tempio da Lui stesso progettato e che contiene la Sua tomba. Questi due caposaldi contengono dei simboli di carattere laico e religioso. La prima sosta è nella casa degli affetti e dei ricordi che fu nell'ottocento affiancata da una "gipsoteca" ampliatasi poi in due settori. Il locale realizzato nel 1836 dall'architetto Lazzari servì a contenere i modelli in 
Monumento funebrea Canova 
Chiesa dei Frari/ Venezia 1827
gesso e i bozzetti di argilla dell'artista. Questo spazio fu colpito dai bombardamenti che infuriarono sul Monte Grappa nella prima guerra mondiale e alcune copie andarono perdute. Nel 1957 a questo primo spazio si affiancò in ampliamento un nuovo magistrale ambiente progettato dall'architetto Carlo Scarpa che seppe  dare alla esposizione  dei modelli canoviani una qualità ed una luce che aggiunse all'ammirazione il contenitore stesso.  L'altro simbolo è il Tempio che dista qualche centinaio di metri dalla casa-museo e che si ispira al Pantheon. Progettato dallo stesso Canova ha una pianta circolare affiancata da un pronao sorretto da otto colonne doriche.  Sorge sul pendìo verso la montagna, su un piazzale ricavato al termine di un asse scenografico che racchiude il percorso tra il luogo di nascita e quello della morte. Le spoglie di Antonio Canova sono all'interno del Tempio e quest'anno si celebrerà il bicentenario dalla Sua scomparsa. Come a Potsdam così a Possagno, vi sono somiglianze di allegorie e di simboli. Dalla finestra della casa che ogni mattina al suo risveglio  il re di Prussia Federico II apriva sul parco antistante,  nella reggia di Sanssouci, Egli poteva riflettere sul destino dato agli uomini.  Il pendio iniziava con una piccola sorgente d'acqua, simbolo della nascita e dopo una breve salita il percorso si concludeva con una lapide che avrebbe ospitato la sua tomba. Così anche Canova volle saldare il suo testamento culturale, nelle stanze della casa dove era nato e dove scolpiva, disegnava, creava, con quello spirituale rivestito dall'armonia classica di una architettura: la Chiesa Arcipretale della Santissima Trinità.  
Tomba Brion ad Altivole/Carlo Scarpa 1970
Alla posa della prima pietra nel 1818 Canova fu presente ma non al suo completamento che avvenne nel 1830. Una "strada dell'Architettura" è stata suggerita per il suo itinerario in questi luoghi del trevigiano. Si incontrano lungo il percorso edifici e ambienti di grande fascino, come  la Villa Emo a Fanzolo e la Villa Barbaro a Maser progettate da Andrea Palladio, e poi la rocca di Asolo e S.Vito di Altivole dove c'è una particolare opera di Carlo Scarpa, la tomba monumentale  della famiglia Brion. Queste singolari condizioni di Arti destinate alla visione dei posteri, fu assai viva  dal periodo rinascimentale fino all'epoca del romanticismo ottocentesco. Sentimenti ripetuti e richiamati come nel caso del Canova che di sepolcri ne ha due. A quello di Possagno se ne aggiunge un secondo a Venezia, dove nella Chiesa dei Frari un monumento funebre contiene il suo cuore.  
Tempio canoviano Possagno. 1819/1830
Antonio Canova 1757/1822
Fu  prelevato dopo l'autopsia nel 1822 e posto in un vaso di porfido tratto dal "tesoro di San Marco" e inserito  in un monumento funebre realizzato da un modello che Canova aveva preparato per un suo committente e poi abbandonato. Entrando in chiesa appare su un lato il profilo di una piramide di 11 metri di altezza, attorniata da sculture realizzate da Zandomeneghi, Ferrari, Bosa, De Fabris, che rappresentano le tre arti: la Scultura, la Pittura e l'Architettura, discipline esercitate da Canova. I grandi ideali che andavano aprendosi con le idee illuministe nella società, i progressi nella tecnica e nella scienza, nella musica, le
Amore e Psiche. A.Canova 1793 Louvre Parigi

dottrine politiche nascenti per le masse di uomini e donne che sarebbero entrate nella storia con i loro diritti, in quegli anni a cavallo fra il 18° e il 19° secolo espressero i rivolgimenti di generazioni in tumulto, gli  eventi rivoluzionari portati dalla rivoluzione francese e dalle armate napoleoniche. Vide Canova la fine della Repubblica di Venezia, la Restaurazione, e l'anno prima della sua morte anche quella  di Bonaparte. Ma con le sue opere Canova ha raggiunto una analoga e feconda immortalità, data dall'Arte e dalla forza emotiva che da essa promana. Lo scultore amava
Gipsoteca Canoviana/ C.Scarpa 1957
trarre ispirazione osservando la Natura e ispirandosi alla classicità delle statue antiche. Fu  il più grande scultore classico e moderno dai secoli antichi.  Cosa direbbe oggi nel guardare il nostro tempo è esercizio superfluo ma  Canova ci ha lasciato in eredità visioni e sentimenti di bellezza e di armonia. Siamo perciò noi a doverci interrogare perchè troppo spesso quel suo insegnamento e pensiero lo abbiamo tradito o lo stiamo ignorando. Le tre arti Scultura, Pittura ed Architettura continuano a trasmettere con nuovo lessico, nuove forme, nuovi materiali, nuove ispirazioni valori culturali e sociali alla contemporaneità. Come espressioni del nostro mondo interiore esse tornano periodicamente ad affermare il legame e l'importanza delle Arti. Per questo Antonio Canova è un Artista che parla al mondo contemporaneo e  con le sue opere il passato entra  anche nel nostro futuro. 

Possagno/Gipsoteca 




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