mercoledì 10 agosto 2022

MARCUSE OGGI

MARCUSE OGGI          di Gianfranco Vecchiato

H.Marcuse
Herbert Marcuse (Berlino 1898/Starnberg Baviera 1979)  sociologo tedesco che fu un riferimento culturale per le generazioni studentesche negli anni '60 e '70,  è scomparso ormai da oltre quarant'anni. Il tempo cambia gli uomini e le cose. Ma qualche intellettuale di quei tempi lontani sta oggi riflettendo: "Vedi che il vecchio Herbert aveva ragione?...". Le condizioni in cui è avvenuto lo sviluppo dei mercati nei processi di globalizzazione hanno generato un  appiattimento dello spirito critico e l'accettazione di regole di  concorrenza compulsiva indotte dal consumare sempre e comunque. C'è in Italia un dibattito tra i sostenitori ed i critici  dei risultati di alcuni provvedimenti legislativi che in edilizia hanno avuto effetti contrastanti. Tra gli imputati e i protagonisti di queste discussioni c'è il "Superbonus" edilizio del 110% che ha dato una spinta drogata ad un settore da tempo in difficoltà. I tempi ristretti della sua esecutività hanno alimentato aumento di prezzi e costi dei
Megalopoli del futuro
materiali edili, diminuendo i  vantaggi economici. In un anno l'acciaio, il polietilene, i materiali di coibentazione, le stesse impalcature edili, hanno visto salire i costi ad oltre il 100/150%, in una spirale dove si è infilata anche la malavita, con truffe e raggiri.  Si è attivato l'impiego di personale edile in migliaia di cantieri, con operai assunti in fretta e furia  non preparati in tema di sicurezza, aumentando incidenti,  creando distorsioni di mercato, sofferenze nelle imprese e nelle comittenze per crediti non esigibili causati da procedure burocratiche farraginose e complesse.  Se non si può negare l'utilità data dal rinnovamento e miglioramento di una parte del vecchio patrimonio edilizio con i cappotti isolanti di pareti perimetrali e  coperture, con l'impiego di nuovi serramenti, con l'inserimento di pannelli solari, di caldaie a condensazione, di pompe di calore etc, altre questioni assai più complesse e di sistema investono le società urbane. Il tema ambientale nel suo insieme incide sui comportamenti individuali e collettivi, investe i problemi dello smaltimento e del recupero dei rifiuti urbani, dei mezzi di trasporto, della produzione alimentare e delle regole per competere sui mercati internazionali, fino al consumo di risorse con l'impiego di
Contestazioni studentesche nel 1968
energie alternative. Da diversi decenni convegni, ricerche, studi, hanno lanciato l'allarme sulla drammaticità della situazione innescata dalla crescita demografica e dalle crisi ambientali: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti. In questo contesto il "Superbonus" è  un palliativo perchè non affronta i problemi alla radice: come rigenerare, recuperare,  diminuire la quantità di costruito e favorire la qualità edilizia ed urbana. Come invertire il gigantismo metropolitano che rende inefficaci soluzioni ai trasporti, ai servizi, alle infrastrutture di città regione, con quartieri spesso senza volto ed anima.  L'ONU ha lanciato in questi decenni molti appelli  rivolti ai problemi di diversi continenti e tuttavia lo sgretolarsi dell'equilibrio mondiale sta generando molte incertezze sul futuro. Ci sono  le condizioni per non disperdere le esperienza degli urbanisti e dei ricercatori e dotare le città e le abitazioni di
Città policentriche: Il modello veneto
nuove tecnologie e di nuovi materiali. Ma servirebbe anche una diversa spinta critica e di riflessione sui sistemi economici che si sono sviluppati. Occorre partire dalla storia e ancorarla al futuro perchè noi siamo il prodotto del nostro passato. E su questi temi torna di attualità Marcuse. Da una parte la 
delocalizzazione delle industrie manifatturiere nei Paesi con il minor costo della manodopera e dall'altra la localizzazione nei centri delle città delle funzioni direttive con le sedi dei servizi nei settori terziario e quaternario, hanno creato vuoti urbani e necessità di rigenerazione, modificando il rapporto casa-lavoro con impatti sulla mobilità.  
Nuove infrastrutture e logistica, spingono le città ad ampliare ed innovare quegli spazi necessari alla connessione globale, porti, stazioni ed aeroporti,  per facilitare lo scambio di persone e di merci, e proporsi nel sistema dei flussi mondiali come luoghi interconnessi, dotati di strutture logistiche e capacità tecnologiche. Gli effetti di questi fenomeni agiscono, indirettamente anche sulle relazioni tra le città ed i territori generando polarizzazioni,  vuoti urbani e nuove tensioni speculative. Tutto ruota attorno alla mobilità dei capitali che vanno e vengono condizionati da strategie complessive. In ambito transnazionale, si sono generate delle reti dove le città assumono funzioni di comando dentro ad una nuova geografia dei flussi dell’economia mondiale, sospinta dal massimo profitto. Gli sviluppi del settore delle comunicazioni e l’espansione dell’industria dell’informazione hanno disperso sui territori le attività economiche mentre la concentrazione di attività ad alta specializzazione e direzionali,  hanno creato nuovi nodi territoriali. L’assetto urbano delle città assume nuove configurazioni spaziali, infrastrutturali e logistiche con diverse opportunità di sviluppo e tipo di funzioni internazionali. In questi processi si è notata l'importanza della identità dei luoghi, in quanto la diversità è un valore aggiunto. Perciò anche l'architettura è un soggetto attivo di crescita  e di rafforzamento identitario. E come tale è sottoponibile a critiche e 
Megalopoli in Africa
discussioni. Il sistema veneto, policentrico, ad esempio, ha il vantaggio di strutturarsi per reti e nodi con diversi poli funzionali che si connettono con altri sistemi locali, aumentando le proprie potenzialità competitive. Tutti questi meccanismi in continua evoluzione con la scienza e la tecnica, sono condizionati dalla politica che governa sui territori e dalla concezione filosofica  del mondo. Il successo di Marcuse tra i giovani di due generazioni fa si basava sulla critica  ai modelli di società consumistica dove si  annullavano ed assorbivano al proprio
interno le opposizioni. Una società di massima integrazione che inglobando in sè anche l'ideale che avrebbe dovuto o potuto confutarla, sviluppava  un modello dove si appiattiva il contrasto fra cultura e società che non opponeva più alcuna resistenza alla conferma e convalida di una realtà che appare quasi senza alternative. E quella teoria disegnava una immagine che in molti casi è stata nel tempo persino superata dalla realtà. Ogni modello urbano deve quindi sostenersi anche sul piano critico mediando con una efficace contrapposizione gli interessi dei singoli e quelli collettivi. Ma gli interessi collettivi occorre essere  in grado di riconoscerli, di affermarli e di difenderli. E questo è o sarebbe uno dei ruoli e dei compiti che dovrebbero assumere gli architetti non solo come progettisti ma in quanto  operatori sociali e culturali presenti sui territori. 

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