mercoledì 27 aprile 2016

IL MODULOR

IL MODULOR                             di Gianfranco Vecchiato

Il Modulor fu ideato tra il 1946/1948 da Le Corbusier dopo un lungo studio sulle funzioni dell'abitare e sull' urbanistica. Nel suo "Plan Voisin" del 1925 e in successive  teorie del Movimento Moderno  prevaleva questo pensiero: "la geometria pura deve regnare, dettare tutti i tracciati e svolgerli fino alle estreme conseguenze; la città attuale sta andando in rovina per non essere geometrica." Una idea radicale che ispirò anche molte demolizioni nei centri storici, fornendo strumenti alla supposta razionalità di progetti intensivi e che lasciò tremende cicatrici in contesti culturali delicati. Le Corbusier pensò fin dagli anni '20 ad una urbanistica in cui venivano separati i percorsi meccanici da quelli pedonali e che si immergeva nella Natura. 
Bergamo: Casa della Libertà già Littoria (1938)
Arch. Alziro Bergonzio
Ma rivisitando quell'Uomo di Vitruvio che
 nel Rinascimento era stato ispiratore delle architetture classiche nei rapporti di Sezione Aurea, Egli creò in realtà una Utopia. Quel forte convincimento di trasformare l'abitante della moderna "Città Radiosa", permeabile e solare, in un "uomo nuovo", in un soggetto di riferimento nella progettazione degli spazi, fu ostacolato da diverse correnti di pensiero e da interessi opposti: i regolamenti edilizi, la speculazione fondiaria, le regole di mercato. Tra chi ne criticò gli esiti ci fu  il professor Giuseppe Samonà, celebre Rettore dell'Università di Architettura di Venezia, secondo il quale il "Modulor"  condusse ad un " dissidio espressivo tra le proposte di interni abitativi ricchi di articolati valori e le composizioni degli esterni 
Bergamo: Palazzo delle Poste
1932 Arch. A. Mazzoni
degli edifici, contro i quali questa varietà si infrangeva". 
Bergamo:Torre dei Caduti
Arch.M.Piacentini 1924
Venezia nel suo progetto per il Nuovo Ospedale Civile a San Giobbe, Le Corbusier, negli anni '60, immaginò un modulo sanitario con rapporti di luce e di misure, articolate in un delicatissimo tessuto urbano come è l'area di San Giobbe, nel perimetro esterno di Venezia affacciata sulla laguna verso la Terraferma. Progetto mai decollato, che fu da molti osteggiato per il suo impatto urbano e da altri ammirato per le sue proposte spaziali.   Scrisse allora Le Corbusier su questo progetto veneziano: "Impiegate il cemento armato e non cercate di copiare il vecchio mattone fatto a mano della vecchia Venezia". Vorrei dire che per fortuna questo consiglio restò lettera morta. Quel progetto ha lasciato il posto, molti anni dopo,  al recupero ed alla costruzione di padiglioni per l'Università di Cà Foscari. Una
Plastico del progetto del nuovo ospedale
a San Giobbe a Venezia di Le Corbusier 1963
trasformazione  che  ha rigenerato con la presenza di giovani un angolo di città ormai abbandonato dai residenti,  ma che ha anche sancito la fine di tradizioni e di ritmi quotidiani che furono diversi da quelli di una scuola. Nel '900 l'Uomo Modulor ebbe degli antagonisti ideologici formidabili. Non furono solo i totalitarismi che esaltarono la classicità e le proporzioni di giganteschi colonnati, di finestre portentose, di spazi e di rapporti scenografici,  ma anche la cultura del tempo che  era prevalentemente accademica e che puntava alla monumentalità come mezzo
Venezia- San Giobbe  2015
Vista aerea del recupero urbano per
la sede universitaria


Porte Pal.Poste
indicato per durare nella Storia. Esaltazioni retoriche e richiami al passato, ispirarono molte trasformazioni nelle città italiane del ventennio. Tra gli esempi più significativi  il "centro piacentiniano" di Bergamo "bassa".  Una trasformazione urbanistica e architettonica di straordinaria efficacia, che si è espressa dagli inizi del '900 fino agli anni '40, nell'area che ospitava l'antica Fiera, con sullo sfondo il panorama della città alta. Durante ilventennio fascista, una serie di edifici pubblici sorsero in sequenza, costituendo un nuovo quartiere, e qui lavorarono architetti, pittori e scultori, formando il centro più attivo della città "bassa", con edifici 
Bergamo:Torre dei Venti
Arch.A.Bergonzio 1938
Atene:arch. A. Kirristes
Torre dei Venti 100 a.C.
per diverse funzioni: politiche, amministrative, finanziarie , giudiziarie ed artistiche. Oggi che molte questioni affrontate dal Movimento Moderno, ritornano di attualità, vengono discusse quelle teorie generatrici di ricerche esasperate e di formalismi tanto spettacolari quanto superficiali che hanno prodotto diverse architetture recenti. Lo scarto tra Teoria e Prassi  è sotto ai nostri occhi, mescolato in una umanità sofferente e priva di necessità elementari che approda sulle nostre coste. Ma anche in quelle parti di società più ricche, si avverte che il concetto di progresso chiede anche agli architetti  una vera svolta nel loro ruolo sociale oltre che produttivo e tecnico. Questo può significare anche cambiare passo con una etica che non abbia un "Modulor" come forma di riferimento. 
Palazzo della Libertà /Littoria (1938) Particolare
L'Uomo medio non ha proporzioni perfette ma ha una ricchezza interiore che misura il proprio libero pensiero e che va coltivata e costruita. Negli spazi di relazione e nella struttura sociale. Quando al posto di obiettivi costruiti su formule di geometria radicale si arriverà ad una forte affermazione che l'architettura fa parte della storia in quanto sorregge i bisogni primari dell'uomo, con i suoi limiti e le sue fragilità, avremo ridisegnato un altro e più autentico "Modulor".


Bergamo: Monumento ad Ancillotto
Bergamo: Sede Banca d'Italia 1914
Arch. M. Piacentini

Bergamo

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