lunedì 11 luglio 2016

TRENTO E BATTISTI

TRENTO E BATTISTI      di Gianfranco Vecchiato

Cesare Battisti sul patibolo. Quadro di A.Colombo
"Il Condannato"
Trento, Castello del Buonconsiglio, 12 luglio 1916. Di prima mattina, dopo un rapido e sommario processo militare, il tribunale austriaco condanna all'impiccagione per alto tradimento   il tenente degli alpini Cesare Battisti.  L'esecuzione avviene in un cortile sul retro del Castello. Nato a Trento nel 1875, dal 1911 Battisti, che fu giornalista, geografo, politico socialista e convinto irredentista, era deputato al Parlamento di Vienna. Nell'agosto del 1914, quando l'Austria era entrata in guerra contro la Serbia, Egli decise di stare dalla parte dell'Italia. Si prodigò anzi con scritti e discorsi perché essa scendesse in guerra contro l'Impero e annettesse quelle terre di lingua italiana che facevano parte della Monarchia Asburgica. Arruolatosi negli alpini si distinse per ardimento e fu decorato al valor militare nelle azioni belliche seguite al maggio del 1915, prima sul Monte Baldo e poi sul monte Pasubio. Cesare Battisti Tenente del 6° Reggimento Alpini, venne catturato, insieme al sottotenente Fabio Filzi, istriano di origine e anch'egli irredentista , dopo un sanguinoso scontro sul Monte Corno, nella zona di Rovereto.
Anziché ritirarsi scelse di  restare, pur consapevole che andava probabilmente al martirio. Riconosciuto da un kaiserjager di lingua italiana della Val di Non, venne subito trasferito a Trento, tra il dileggio e le ostilità non solo dei militari austriaci ma anche di parte della popolazione. "Vigliacco, traditore, cane! " Lo si vede immortalato in vecchie fotografie passare in catene, il volto impassibile e fiero, tra ali di soldati su strade a lui familiari e trascinato verso la prigione e la morte. Rapidamente si formulò la sua condanna  che fu studiata in modo che la impiccagione fosse eseguita due volte, usando una corda inadatta, per aumentare la pena al condannato. Inutilmente Egli  richiese, come militare catturato in combattimento, di veder commutata la condanna in fucilazione. Vestito con abiti civili allo scopo di denigrarlo, Egli morì con coraggio e inneggiando all'Italia. Alle foto di scherno del boia sorridente sul cadavere, si sovrapposero quelle di ufficiali e soldati del reggimento  austriaco che assistettero alla sua morte, tributargli il saluto di suffragio dovuto ai defunti. Nello stesso giorno anche il compagno d'arme Fabio Filzi subì la stessa sorte. Sarebbe seguita qualche giorno dopo la impiccagione anche di Damiano Chiesa, altro soldato originario di Rovereto e quindi suddito austriaco.
I fatti che portarono quelle terre, da alcuni secoli parte del Tirolo
Doss Trento; Monumento a C.Battisti
austriaco, a lacerarsi durante il conflitto mondiale, sono ricordati a 100 anni di distanza con una Mostra al Castello del Buonconsiglio dal titolo: "Cesare Battisti tra Vienna e Roma". Allora secondo alcune  opposte versioni storiche, per gli austriaci c'erano a sud del Brennero delle popolazioni tedesche che si erano "italianizzate" e che occorreva ricondurre alla loro origine germanica. Per gli italiani, specialmente durante il fascismo, le popolazioni di lingua tedesca in quelle valli erano genti italiane "tedeschizzate" e che occorreva ricondurre ad italianità. Come è
Italia Settentrionale a fine XVIII° sec.
ormai ampiamente e storicamente condiviso, in molte regioni alpine, ed in queste in particolare, ci sono gruppi etnici e linguistici diversi, che hanno convissuto per secoli sotto sovranità prima del principato di Trento e Bressanone e poi sotto la corona asburgica, quindi sotto il Regno d'Italia e attualmente dentro ai confini della Repubblica italiana. La unità statale coincidente con quella geografica, avvenne per l'Italia nel 1918. Salvo riperderla parzialmente nel 1945, per parte della Venezia Giulia e dell'Istria.
 Fatti storici che tornano in questa fase di incertezze europee. Il nome di Cesare Battisti agita ancora in alcuni, fra quelle valli, sentimenti contrastanti. Occorre ricordare infatti che oltre 60mila trentini, allora sudditi austriaci, furono arruolati nelle truppe dell'Impero e mandati a combattere su fronti lontani, in Galizia e nei Balcani. Morirono in migliaia, contro i Russi, per l'Imperatore d'Austria, ma soprattutto furono costretti dalle circostanze a seguire gli eventi che riguardarono decine di migliaia di civili, trasferiti in semi prigionia e spesso ridotti alla fame, perché gli austriaci non si fidavano delle popolazioni di lingua italiana a ridosso del fronte alpino.
Trento:Monumento a
Dante Alighieri
1893/96 Scultore Cesare Zecchi
Trento: Piazza Duomo
Il poeta soldato Gabriele d'Annunzio 
 dedicò a Battisti,secondo il suo stile, queste rime: "La solitudine dell'anima eroica, non fu mai scolpita in teschio umano, così fermamente come in quel volto alpestre". Visitando il Castello del Buonconsiglio, imbandierato con il tricolore, tra il vessillo d'Europa e della Provincia Autonoma di Trento, lo sguardo si posa attorno e va oltre,  sulle strade della bella città. Su un lato delle montagne che   la sovrastano  si staglia inconfondibile il mausoleo circolare a Battisti. In tanti antichi edifici si scorge l'anima e la
1935-Ara per Cesare Battisti
nel Monumento al Doss Trento
Arch. Ettore Fagiuoli (1884/1961)
Arch.Ettore Fagiuoli
1935 Disegni del Monumento
sorgente che è multiculturale.
Italiana in grande prevalenza ma dai molti influssi germanici. Le antiche pareti di edifici sono dipinte con sacre immagini. Il Duomo e le adiacenze ospitarono il XIX° Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica, in tre distinte fasi: 1545/47, 1551/52, 1562/63. Un Concilio famoso fatto per rispondere alla scissione luterana, che segnò le strutture religiose cattoliche nei secoli seguenti. Il continuo e variegato andare dei turisti di passaggio, fanno pensare alla natura umana e alle cose che il tempo trascina tra cambiamenti sociali e culturali. Sono andato varie volte a Trento cercando di capirne gli umori. Anche visitando quel recente Museo della Scienza, progettato da Renzo Piano, che l'ha  fatta conoscere ad un più vasto pubblico . 
Cesare Battisti condotto al patibolo
Però stavolta sono andato a cercare ed a ricordare Cesare Battisti. Ho guardato e riflettuto su quelle immagini del processo ma anche su quel volto severo di montanaro, di politico animato da valori sociali e come  figura di soldato. Mai sorridente. E' uno sguardo che forse presagiva una fine sventurata ma che andava incontro al  destino senza timore. A cent'anni, su Cesare Battisti, di cui resta il nome  su piazze, su  edifici scolastici, sui  libri, si coglie un ricordo sfuggente. Vorrei credere, superando domande e  dubbi, che nelle ore prima della morte, Egli , che si era laureato a Firenze, e che si era battuto a lungo perché  gli italiani trentini avessero una università per il loro ceppo
Trento: Particolare del Monumento
a Dante Alighieri
linguistico , abbia pensato e creduto all'Italia che era 
stata descritta nella targa del
Fabio Filzi 1884/1916
Monumento eretto dai trentini nel 1893/96 a Dante Alighieri: " Mostrò ciò che potea la lingua nostra". Lo scultore fiorentino Cesare Zecchi ne fece una allegoria ma a Trento essa divenne anche un simbolo. Due monumenti a Trento, l'uno a Dante Alighieri e l'altro a Cesare Battisti richiamano il primo la potenza della Cultura  come elemento dal forte carattere identitario. Il secondo il sacrificio di un uomo che  morì perché a questa identità fosse data una Patria. Tra questi due simboli se ne è inaugurato da qualche anno un terzo: il Museo della Scienza, progettato da Renzo Piano, in un'area ai margini della città che è stata così integrata e migliorata. Questo Museo raccoglie il lento processo di evoluzione dell'Uomo, i valori dell'ambiente e della Natura, che sono gli incubatori delle varianti culturali sparse sui territori. Visitarlo ci ricorda che ogni elemento che ha segnato i processi di cambiamento è stato condizionato da questi fattori: 

Trento: Museo della Scienza
Arch. Renzo Piano
ambiente, lingua, costumi, interessi economici, credenze religiose... Nessuna di tali componenti è stata neutrale nella nostra evoluzione. Ancora oggi quando imponenti migrazioni riportano in Europa  paure per le identità nazionali. I monumenti ci appaiono come richiami ammonitori. I Musei ci spingono a formulare domande espressive. Queste domande sono a volte necessarie anche a giustificare i Monumenti, che sono parte della memoria, e che devono aiutare il nostro camminare nel tempo e dare senso ai nostri limiti.

Il Castello del Buonconsiglio
XIII°/XVIII° sec.
Duomo di Trento
Trento : Piazza Duomo
Cesare Battisti e la sua famiglia

Trento: Monumento funebre a C.Battisti
Arch. Ettore Fagiuoli: Trento
Monumento a Cesare Battisti 1935










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